Alex Murphy":se4ez864 ha detto:
Chi vi dice che l'Eibach in accordo con la Zatti (che è un gruppo di concessionarie fra le più grandi in Emilia) non abbia preparato un pacchetto apposito per la 147 studiato ed approvato con tutte le verifiche del caso ?
Perche' Eibach non "prepara" assetti: fa solo componenti su specifica.
Poi, parte dai componenti richiesti dalle Case e altera tali specifiche (non con il supporto delle Case ne' tramite i loro collaudatori) per ottenere i pezzi a marchio proprio che vengono rivenduti al dettaglio.
Ovviamente queste modifiche variano le caratteristiche di risposta e portano ad un risultato complessivamente diverso che, come spiegato, non e' ottimale in quanto non puo' essere altrettanto raffinato.
Eibach (come tutti i produttori di componenti ed i "preparatori") e' priva di una grande quantita' di informazioni tecniche sulle vetture che sono patrimonio esclusivo delle case; la loro "messa a punto" (se cosi' vogliamo chiamarla) e' fatta semplicemente agli effetti esterni, ma non possono e non potranno mai analizzare la sterminata casistica che rappresenta il nocciolo della vera messa a punto operata dai collaudatori ufficiali.
Qualcuno potrebbe obiettare allora: ma se partono dai componenti di serie non potranno essere tanto sbagliati.... invece NO, e' proprio questo il punto: se non sono studiati e collaudati nel complesso e basandosi sull'intero pacchetto di informazioni tecniche, i componenti daranno sempre alla vettura un comportamento complessivamente meno valido rispetto a quelli messi a punto dalla Casa.
Qualcun altro potrebbe chiedersi: ma gli uomini di Eibach non partecipano alla messa a punto? Risposta: no. Eibach fornisce PEZZI SU SPECIFICA. I collaudatori montano un set di ammortizzatori, girano a Balocco, rientrano e dicono a Eibach: dammi un set di molle anteriori piu' rigido cosi' e cosa', e un set di ammortizzatori posteriori piu' frenati cosi' e cosa'. Eibach fornisce i pezzi e i collaudatori tornano in pista a fare le prove. Punto.
E nota bene, i collaudatori non girano per
andare forte (assunzione errata molto comune...): essi girano per compiere determinate manovre a bassa, media e alta velocita', sempre le stesse, con grande precisione, volte ad evidenziare eventuali problemi di comportamento dinamico in tutte le condizioni di marcia e ottimizzare la messa a punto perche' sia efficace in tutte le condizioni d'uso della vettura.
Che, ricordiamo sempre, e' una vettura stradale.
non penso proprio che l'omologazione sia soltanto riferita ai singoli pezzi...
Invece e' proprio cosi'.
Per tua informazione, neanche le Case omologano "l'assetto". Esse omologano l'intera vettura come combinato complessivo dei singoli pezzi omologati originali da loro certificati (e' una conseguenza indiretta del fatto che il produttore rappresenta il punto di origine, quindi e' responsabile per l'intero pacchetto qualsiasi cosa contenga).
Non esiste il concetto di "omologazione di un assetto" in Italia e neanche all'estero. Il famoso TUV difatti omologa componenti singole, e gli assetti aftermarket omologati TUV sono solo pacchetti di pezzi omologati singolarmente. Tanto e' vero che nessuno di questi componenti contiene indicazioni tipo "se non installato con quest'altro componente l'omologazione decade". Pero' molti contengono dichiarazioni esilaranti tipo "omologato per uso dimostrativo" (certo, la famosa macchina impagliata ferma in un piazzale... e' per questo che si montano molle piu' corte di 6 centimetri, no? :lol: )
Come mai un singolo uomo di nome Balduzzi (ed era da solo) quando era in forma...(ora è un po' anzianotto...) ha preparato diverse Alfa Romeo (compresa la mia) che in pista davano la paga a quelle che la casa Alfa (con tutti i tecnici) preparava ?
Perche' IN PISTA valgono concetti completamente diversi da quelli che valgono in strada.
Primo tra tutti, l'assetto cambia ad ogni corsa. Piu' volte anche tra prove e gara.
Poi, alla guida c'e' un pilota professionista.
Poi molte altre cose. Tra cui il fatto che ai tempi di Balduzzi le macchine erano molto, molto piu' semplici
Il succo e' che confrontare l'approccio tecnico delle competizioni con quello della circolazione stradale e' privo di senso.