Riprendo questa discussione per esporre un dubbio che ho da tempo.
Supponiamo di avere un'auto a trazione anteriore.
In questa discussione si è parlato di differenziali aperti, autobloccanti e delle leggi che governano il loro funzionamento. Da qualche tempo, però, la stessa Alfa Romeo installa su alcuni suoi modelli quello che chiama "electronic Q2" (che chiamerò eq2, per brevità): per quello che ho compreso, si tratta di un dispositivo che, sulla base di una certa logica di funzionamento, interviene sui freni delle ruote anteriori in modo che, sfruttando il differenziale (aperto) montato sull'auto, si abbia una ripartizione di coppia tra le ruote motrici diversa da quella che normalmente si otterrebbe in quella condizione, con il solo differenziale aperto.
Il quesito è, detto informalmente: quanto un dispositivo del genere può "avvicinarsi" al funzionamento di un differenziale autobloccante meccanico ?
Non sono un esperto del settore, però da una rapida riflessione ho individuato alcuni pro e contro.
Parto dagli aspetti positivi:
1) Flessibilità del sistema.
Con un differenziale autobloccante meccanico, per variare "la logica di funzionamento" dello stesso, si dovrà modificarlo, probabilmente riprogettandolo (con i tempi e i costi del caso). Con un dispositivo come l'eq2, invece, la logica di funzionamento è gestita via software: questo consente di avere una flessibilità molto superiore, dato che si possono implementare diverse strategie di "ripartizione di coppia tra le ruote motrici", a seconda delle condizioni di funzionamento. Inoltre, qualora si volessero modificare tali strategie, basterebbe rimettere a punto nuovamente il sofware (cosa che probabilmente non è banale, ma immagino che sia più semplice, rispetto a dover riprogettare un differenziale e fare tutti gli studi e collaudi del caso).
2) Messa a punto della vettura più semplice (rispetto all'adozione di un differenziale autobloccante).
Iniziamo dai freni: come si è argomentato nei messaggi precedenti la messa a punto dell'abs di una vettura dotata di differenziale autobloccante dovrà essere diversa (e presumo più complessa) rispetto a quella che si dovrebbe adottare con un differenziale aperto (a parità di "prestazioni obiettivo"). Con un dispositivo stile eq2, invece, si potrebbe decidere di non farlo intervenire durante le fasi di frenata: in questo modo la vettura si comporterebbe come un veicolo dotato di differenziale aperto.
Veniamo alle sospensioni: un paio di problemi che potevano insorgere, dopo l'adozione di un differenziale autobloccante (rispetto all'uso di un differenziale aperto) erano un incremento del sottosterzo e possibili reazioni sullo sterzo, dovuti ai trasferimenti di coppia tra le ruote motrici, che potevano essere "bruschi".
Con l'eq2, si può decidere di fare intervenire il sistema solo in particolari condizioni di funzionamento: inoltre presumo che si possa rendere "progressivo" il trasferimento di coppia motrice tra le ruote motrici, ad esempio incrementando gradualmente la coppia frenante sulle ruote. Insomma, immagino che con un dispositivo eq2 i due problemi citati sopra si verifichino in un insieme di condizioni molto più ristretto, rispetto a quanto accadrebbe con l'adozione di un differenziale autobloccante.
Diciamo che questo punto 2) segue come caso particolare di 1), dato che sono tutte conseguenze della "flessibilità del sistema".
Concludo con gli aspetti negativi:
1) Tempi di risposta del sistema.
Con un differenziale autobloccante i tempi di risposta sono sicuramente molto ridotti, dato che essenzialmente sono dati dai "vincoli meccanici" e dai giochi di funzionamento.
Un dispositivo eq2 sarà per forza più lento, dato che:
a) vi è un tempo, chiamiamolo t_0, necessario al sistema per "rilevare il problema" e determinare la strategia da attuare.
b) vi è un tempo, diciamo t_1, necessario perché tale strategia venga effettivamente attuata (essenzialmente il "tempo di risposta" dei freni)
Magari vi sono altri fattori che non ho considerato, ma direi che almeno questi due tempi vanno considerati: per quanto concerne t_0, questo può ridursi con il miglioramento della parte hardware e l'ottimizzazione del software (in termini di complessità computazionale richiesta dagli algoritmi implementati).
Per quanto concerne t_1, questo può ridursi migliorando il comparto freni: ad esempio "avvicinando il più possibile" le pastiglie dei freni ai dischi (strategia che viene già attuata dalle ultime versioni di esp, detta prefill) e lavorando sulla parte idraulica dell'impianto.
2) Dipendenza delle prestazioni del sistema dallo stato dell'impianto frenante.
Non mi riferisco solo alle condizioni di usura di dischi e pastiglie, ma anche dalle temperature di funzionamento e condizioni climatiche esterne (es. pioggia e quindi pastiglie e dischi bagnati).
A meno degli errori e imprecisioni scritte sopra, cosa ne pensate ?