Allora, anche se con un lieve ritardo, andiamo avanti
Adesso, consideriamo il caso 2, ossia il caso in cui il differenziale autoblocc funziona in condizioni di scorrimento, ossia quando la velocità angolare ω di una ruota è differente rispetto a quella dell’altra ruota.
Per determinare le equazioni del moto, devo distinguere 2 casi.
Detta, come sempre, ω1 la velocità angolare della ruota 1 e ω2 la vel angolare della ruota 2, devo distinguere tra:
ω1 > ω2 e
ω1 < ω2
E’ ovvio che la velocità angolare ω del porta treno, in virtù della formula di Willis (che vale sempre), sarà compresa tra ω1 e ω2.
Quindi, avrò:
ω1 > ω > ω2 e
ω1 < ω < v2
Ora, come sempre (ma ripetiamolo che fa sempre bene),
C1 è la coppia alla ruota 1
C2 la coppia alla ruota 2
C la coppia che arriva dal motore (coppia motrice C = C1 +C2)
Cs la coppia massima al limite dello scorrimento che si scambiano i due planetari (le due ruote, dx e sx): in pratica, ho eliminato il vincolo rappresentato dalle frizioni ad attrito tra i planetari e, al loro posto, ho messo la coppia Cs
Allora, vi risparmio tutta la menata della trattazione delle equazioni di moto passo passo (che non ce ne frega niente) e arrivo a darvi i risultati:
SE ω1 > ω > ω2 , allora
C1 = C/2 – Cs
C2 = C/2 + Cs
SE, invece, ω1 < ω < ω2, allora
C1 = C/2 + Cs
C2 = C/2 – Cs
Come al solito, la ruota più veloce si becca meno coppia; quella più lenta, più coppia.
Come vedete, il risultato non è poi molto dissimile (concettualmente) dal caso di differenziale a rendimento < 1 che abbiamo visto nei giorni scorsi.
Ora, guardate bene:
la coppia trasmessa a ciascuna ruota è la SOMMA di 2 parti. Una parte (C/2) che si trasmette attraverso i planetari; un’altra (Cs) relativo all’ATTRITO che agisce in senso INVERSO sulle 2 ruote (su una si somma a C/2; sull’altra si sottrae).
Ora, supponiamo che la ruota 1 stia sul ghiaccio e l’altra sull’asfalto.
Avrò, dalla prima delle due relazioni, che C1 = 0
E che C2 = C e anche che C = 2Cs; quindi C2 = C = 2Cs
Insomma, col differenziale autobloccante è possibile trasmettere TUTTA la coppia motrice (C) alla ruota in aderenza, mantenendo il motore a giri costanti (col differenziale libero o a rendimento <1 non era possibile: la coppia motrice, C, sarebbe finita ad accelerare la ruota sul ghiaccio), basta che questa NON superi 2Cs (quindi, non posso trasferire TUTTA la coppia motrice che può fornire il motore, ma solo –al massimo- 2Cs)
Questo, con un differenziale autoblocc a COPPIA COSTANTE (perché ci sono differenziali con coppia di bloccaggio NON costante, che però, alla fine, sono quasi simili a questo).
Ghe sèm?
Bene, se sì (cioè se ghe sèm), allora vorrei vedere il grafico che mette in relazione la coppia C2 in funzione della coppia C1, ossia la coppia (trasmissibile) ad una delle due ruote in funzione dell’altra. Per favore, mettere anche la retta che riproduce il differenziale “aperto” (quello con rendimento =1).
Fatto questo, ci divertiamo e dimostriamo che montare un diff autobloccante su una macchina pensata, progettata e messa a punto con un differenziale “libero” è un’operazione da mentecatti. :nod)
Insomma, andremo a dimostrare il “teorema del mentecatto” che recita:
preso un mentecatto (pseudo laureato in teNNica, dopo aver studiato sulle dispense fornitegli dal meccanico sotto casa) qualsivoglia che vale zero dal punto di vista tecnico, si può dimostrare che, se compra una GTA e gli sostituisce il differenziale montandogli un Q2, questi passa all’insieme dei mentecatti raglianti” (è un teorema di insiemistica…).
Poi, ci sarebbero pure alcuni corollari…. :X)