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Tutto dipende sempre - imho - da cosa descrivi, e dalla sua funzionalità per la storia.
Provo a fare un esempio: Gion Salcaz Smith è il protagonista del tuo romanzo; capitolo uno, scena uno, Gion si sveglia in una stanza, e tu vai di descrizione dell'ambiente. Questo imho vale la pena se, ad esempio:
- la stanza non è la sua, e lui non ha idea di come ci sia finito
- o Gion è un serial killer, e dalla stanza si evincono dettagli sulla sua personalità deviata
- o nella stanza è stato commesso un crimine orrendo mentre Gion dormiva, e quindi E' la scena del crimine
- o ci hanno fatto il nido i simpatici Splurz del pianeta Sfinz, al grido di "Sgazo, squi è scome a scasa snostra"
- o ...
In questi casi, la descrizione della stanza da letto di Gion potrebbe (sempre ipoteticamente) essere funzionale alla storia.
Se invece Gion si sveglia, esce di casa, e:
- viene rapito dagli alieni che vogliono fare su di lui degli esperimenti di accoppiamento interrazzialgalattico
- viene rapito dai cattofasciocomunazipiduisti che lo torturano a morte per estorcergli delle informazioni supersegretissime
- finisce in un'altra dimensione (dove trova gli Splurz, che gli chiedono "E stu schi sgazo ssei?")
- la casa deflagra per una fuga di gas, o per un meteorite, o per una bomba, o ...
- insomma, la stanza in oggetto non si vedrà mai più
Allora in questi casi una descrizione minuziosa della medesima è una inutile sofferenza per il lettore, che nove su dieci dirà "ma quindi, di sapere che nel terzo cassetto del comodino c'erano i tarli, a me che me ne fregava?".
Sui termini desueti, anche qui, secondo me dipende.
Un pezzente che dovesse descrivere un blasone di una casata nobiliare difficilmente parlerà di gherone, o lambello, o quartier franco.
Un nobile magari si.
Un pezzente che è un nobile decaduto magari si.
E' anche improbabile che Gion Salcaz Smith, cercatore d'oro nel klondike, raccontando la sua giornata al saloon dica:
"E infine, poffare, s'è lesionata la maglia del cribro, ed è d'upo io ne acquisisca uno non fallato"
Potrebbe dire, ad esempio:
"E poi quel dannato setaccio si è sfondato, ed ora dovrò trovarne uno nuovo, minkia!"