La sospensione dell'autoveicolo - approfondimenti

Ora,
Guardiamo l’equazione di moto del sistema molla-massa

x(t) = A cos (ωt + φ)

tralasciamo i valori A e φ, che sono cose che possiamo benissimo lasciare da parte per il momento.
Concentriamoci sulla frequenza propria. Cioè su ω
Questa vale, come detto SQR(k/m), ossia radice quadrata di k/m

k è la costante elastica della molla
m è la massa (della mia porzione di macchina)

ω è dunque la frequenza propria del sistema. E si misura in Hertz (Hz)

chiaro, a questo punto, che io possa determinare anche il periodo di oscillazione, ossia il tempo che intercorre tra due istanti uguali della mia oscillazione
il periodo è T = 2  / ω
ossia T = 2 * (PIgreco) / SQR(k/m)

cosa significa tutto ciò?
Significa questo:
la mia macchina, schematizzata come una massa m su molla k, se sottoposta ad un’azione perturbatrice (irregolarità del terreno), incomincerà ad oscillare. Oscillerà con una certa frequenza, che dipende dalla massa della macchina e dalla rigidezza della molla.
L’accelerazione che subirà la mia massa, cioè la mia scocca (o la parte di scocca di massa m con cui ho schematizzato la macchina) dipenderà dalla frequenza dell’eccitazione dovuta alla strada. Ossia, se la mia strada ha una certa ondulazione e io la percorro avanti e indietro a velocità crescenti, la mia scocca (la massa m) comincierà ad oscillare sempre più. Data la strada e la sua ondulazione, posso modificare la frequenza con cui “eccito” la scocca semplicemente percorrendo la strada a velocità differenti. Provate a pensarci. Supponiamo che comincio a bassissima velocità. La mia scocca comincia ad oscillare piano. Poi aumento un po’ la velocità; e la scocca oscilla sempre un po’ di più. La mia scocca sarà sottoposta ad accelerazioni sempre maggiori perché la mia eccitante (la strada ondulata) “eccita”, appunto, sempre più la scocca.
Ad un certo punto, arriverò a percorrere la strada ondulata ad una velocità tale che la frequenza delle mie oscillazioni eccitanti coincidono con la frequenza propria della mia macchina ω = SQR(k/m). In questo caso, l’accelerazione della scocca (cioè della mia massa m) diventerà elevatissima: questo significa che la strada, percorsa a quella determinata velocità, ha eccitato la frequenza propria della mia macchina. Cioè l’eccitante (la strada) ha frequenza pari alla frequenza propria del mio sistema (sistema molla-massa).
Chiaramente, se a quella velocità avessi una macchina diversa (cioè con m diversa) o mettessi una molla diversa (ossia con un diverso k), la mia frequenza propria sarebbe differente (maggiore o minore di prima) e quindi manderei “in risonanza” la macchina ad una velocità differente (maggiore o minore) su quella determinata strada. Precisamente, se aumento la rigidezza k della molla, la mia frequenza aumenterà (k è al numeratore); se aumento m, la mia frequenza diminuirà (m è al denominatore). Se diminuisco l’una o l’altra, succederà il contrario. se modifico l’una E l’altra, dipende dall’entità delle due modifiche.

Questo è quello che succede se viaggio con una macchina dotata solamente di molle (senza ammortizzatori). In pratica, la mia scocca continuerà ad oscillare e, facilmente, mi troverò in condizioni di “risonanza”. E guardate che è abbastanza facile trovarsi in quelle condizioni, perché la frequenza propria della cassa, della scocca, è piuttosto bassa, nell’ordine dell’1,5 Hz. Avete capito bene: 1,5 Hz. Uè, se proprio vogliamo esagerare e comprendere tutti i tipi di scocca, diciamo che la frequenza propria di una scocca varia tra 1 e 2 Hz (proprio a voler stare larghi). Le frequenza maggiori sono proprie delle vetture con scocca più rigida.
E se mi trovo in condizioni di risonanza, significa che “spicco il volo” con la scocca. Ossia, la mia scocca (e tutto quello che c’è dentro) subirà delle accelerazioni molto molto elevate.
Per farvi capire meglio il problema, allego questo grafico.
Sull’asse delle ascisse c’è la frequenza delle mie forze perturbatrici (eccitanti). Perché comprendiate meglio, fate finta che su quell’asse ci sia la velocità con cui percorrete la strada ondulata (sempre quella). Sull’asse delle ordinate viene riportata l’accelerazione (quindi la forza, se la moltiplico per la massa m) che la massa m (cioè la scocca) subisce.
Vedete che, in corrispondenza della frequenza di risonanza del mio sistema molla-massa le accelerazioni hanno un picco? Bene: questo significa che in quel caso, sto eccitando la mia massa m (sospesa dalla molla k) con una frequenza che coincide con la “frequenza propria” del mio sistema molla-massa. Sono, cioè, in condizioni di “risonanza”. Quel valore, dove c’è la freccia è un valore che sta nell’intorno di 1,5 Hz. E questo, mi può benissimo capitare su una strada qualunque: basta che affronti le sconnessioni (le ondulazioni) della strada alla velocità “giusta”.

Fin qui, ci siamo?
 

Allegati

  • frequenza.JPG
    frequenza.JPG
    22.6 KB · Visualizzazioni: 2,861
Ci sono, tutto OK.

Le considerazioni di Internick mi parevano ovvie. O meglio, mi pareva ovvio il perche' si volesse lasciarle da parte.

Tra l'altro molti lettori saranno sicuramente car-audiofili (il che per quanto mi riguarda e' un ossimoro) e potranno fare molti parallelismi con la loro altra passione (chissa' su che gradino mettono l'unica passione sensata :asd) ).
 
il discorso risonanza è ovviamente chiarissimo

io ho in testa un'altra cosa anche: è corretto pensare che per avere una buona base di partenza (a cui poi aggiungeremo gli ammortizzatori) sarebbe bene avere le 4 sospensioni fatte in modo che abbiano tutte più o meno lo stesso valore di k/m?
 
Diabolik":335bg5cy ha detto:
il discorso risonanza è ovviamente chiarissimo

io ho in testa un'altra cosa anche: è corretto pensare che per avere una buona base di partenza (a cui poi aggiungeremo gli ammortizzatori) sarebbe bene avere le 4 sospensioni fatte in modo che abbiano tutte più o meno lo stesso valore di k/m?

beh, direi che l'importante sarebbe che fossero simili (o, meglio, uguali) sullo stesso asse. ora, la k la posso determinare io; ma la m dipende da dove sta il baricentro. in altri termini, la cosa migliore sarebbe la simmetria longitudinale dellavettura: stesse masse (stessi pesi) sulle ruote di destra e di sinista.
questo è uno dei motivi per cui le monoposto sono fatte così.
nella realtà, la semplice presenza del conducente (indispensabile, direi!!!) fa mutare la distribuzione dei carichi sulle ruote....
se poi ci mettete la collocazione trasversale della meccanica (motore/cambio anteriore trasversale; o anche centrale/posteriore trasversale, tipo Miura, tanto per intenderci), la frittata è bell'e fatta...da questo punto di vista, le meccaniche tradizionali (motore e cambio in linea), sono chiaramente le migliori


comunque, la schematizzazione molla-massa che abbiamo visto fin qui è una semplificazione estrema. serve soprattutto per chiarire le idee. per esempio, in questa semplificazione abbiamo trascurato che la sospensione è collegata al suolo attraverso la ruota, che ha una sua elasticità (e un suo smorzamento, come vedremo). e anche che il conducente non poggia il culo direttamente sulla scocca (come invece vogliono che succeda molti piloti di formula, che pretendono di appoggiare le natiche direttamente sulla scocca per "sentire" meglio il comportamento della macchina); bensì, tra la scocca e le chiappe c'è il sedile, che ha una sua rigidezza ed un suo smorzamento. per cui, si deve tenere in conto tutto ciò.
eccovi, allora, nel disegno qui sotto, come si potrebbe rappresentare il caso in cui volessi descrivere la presenza della cassa e della ruota (massa sospesa e massa NON sospesa)
 

Allegati

  • mol+ammo(2_2).JPG
    mol+ammo(2_2).JPG
    20.3 KB · Visualizzazioni: 2,837
come potete vedere, i gradi di libertà diventano 2: il grado di libertà della cassa (scocca) e quello che traduce il movimento della ruota (ruota+pneumatico)
quindi, devo utilizzare DUE equazioni di moto (difefrenziali del second'ordine) per descrivere il sistema.
 
thranduil":157jmv4u ha detto:
da questo schema discende anche il discorso delle masse sospese/non sospese, direi :scratch)

edit: come già detto, vedo :bonk)

dallo schema si vede anche intuitivamente il discorso fatto un pò di tempo fa sulla frequenza propria del pneumatico maggiore della frequenza propria della cassa.
 
thranduil":1p8j1ri4 ha detto:
da questo schema discende anche il discorso delle masse sospese/non sospese, direi :scratch)

edit: come già detto, vedo :bonk)


'giorno

yes: la massa sospesa (cioè SOSPESA dalla sospensione, che sta SOPRA la sospensione) è la cassa (indicata con Ms); la massa NON sospesa (non sospesa dalla sospensione, che sta SOTTO la sospensione) è la ruota, con tutto quello che gli sta attorno (disco, mozzo, cazzi, mazzi e remolazzi...)
poi, volendo precisare, una parte della sospensione va in quota alla massa sospesa e la restante parte alla massa non sospesa....ma a noi, per i nostri scopi, non interessa troppo....
 
torniamo un attimo al sistema molla-massa singola, più semplice da capire per voi.

dall'equazione differenziale ho ricavato l'equazione del moto

x(t) = A cos (ωt + φ)

ve lo riscrivo così

x(t) = Z0 cos (ωt + φ)

in pratica, ho sostituito A con Z0, così posso usare il disegno che vi allego qui sotto e che mi serve per farvi capire cosa siano Z0 (o, se preferite chiamarlo A, chiamatelo pure A), ω e φ.

eccolo.

T è il periodo di oscillazione, cioè T = 2 * (Pigreco) / ω

la sinusoide disegnata rappresenta il movimento della mia massa che oscilla (boing boing boing...)

A è l'ampiezza

φ è la fase e

ω è, come noto, la frequenza propria.

A e φ dipendono dalle condizioni iniziali del sistema (cioè, da come è partito, da quando ho iniziato a contare)

ok?
 

Allegati

  • oscill.JPG
    oscill.JPG
    30.2 KB · Visualizzazioni: 2,780
l'avevamo già detto, mi pare: gli organi di collegamento (braccetti ammo ecc) si considerano per metà masse sospese, per metà non sospese.

sarei curioso di sapere se è una convenzione per semplificare le cose (magari c'entra che cacchio ne so come sono distribuite le masse dei braccetti) o se è rigorosamente così (o se è del tutto ininfluente)
 
Io ci sono.
Pero' mettendomi nei panni di chi e' completamente a digiuno di queste cose, credo che non sia be chiaro cosa sia la fase (che tra l'altro nel disegno e' negativa e indicata con la FI maiuscola (non posso fare copia incolla della lettera greca perche' non l'hai usata)).

Pero' a me non e' chiaro cosa me ne faccio (della fase) nel caso delle sospensioni.
Ovvero, immagino (leggasi: "non lo so") che lo zero di quella sinusoide sia la molla in condizioni statiche messa sotto alla macchina, non la molla in condizioni di riposo. Giusto?
EDIT: sono abituato a considerare importante la fase quando mi interessa l'interazione tra 2 o piu' sinusoidi di IDENTICA frequenza. Se la sinusoide (la molla) e' una sola, iniziero' a contare da dove mi risulta piu' conveniente. Son curioso di scoprire le differenze.


Picccolo OT: in elettronica chiamiamo ω "pulsazione", mentre chiamiamo frequenza 1/T.
 
thranduil":qhuaeft0 ha detto:
.............sarei curioso di sapere se è una convenzione per semplificare le cose (magari c'entra che cacchio ne so come sono distribuite le masse dei braccetti) o se è rigorosamente così (o se è del tutto ininfluente)

scusa, eh

ma se il braccio della sospensione è attaccato da una parte al mozzo ruota e dall'altra alla scocca, cosa c'entra la convenzione? è così. e basta.

e poi, non è vero che META' sta dalla parte delle masse sospese e META' da quella delle masse non sospese...
in realtà, si dovrebbe calcolare la posizone del baricentro del singolo braccetto e quindi determinare quanta parte di braccetto va in carico alle masse sospese e quanta parte va in carico alle masse non sospese...
 
bigno72":1osxvdrn ha detto:
Io ci sono.
Pero' mettendomi nei panni di chi e' completamente a digiuno di queste cose, credo che non sia be chiaro cosa sia la fase (che tra l'altro nel disegno e' negativa e indicata con la FI maiuscola (non posso fare copia incolla della lettera greca perche' non l'hai usata)).

Pero' a me non e' chiaro cosa me ne faccio (della fase) nel caso delle sospensioni.
Ovvero, immagino (leggasi: "non lo so") che lo zero di quella sinusoide sia la molla in condizioni statiche messa sotto alla macchina, non la molla in condizioni di riposo. Giusto?
EDIT: sono abituato a considerare importante la fase quando mi interessa l'interazione tra 2 o piu' sinusoidi di IDENTICA frequenza. Se la sinusoide (la molla) e' una sola, iniziero' a contare da dove mi risulta piu' conveniente. Son curioso di scoprire le differenze.


Picccolo OT: in elettronica chiamiamo ω "pulsazione", mentre chiamiamo frequenza 1/T.

infatti
non volevo tirare in ballo la fase (e l'ampiezza). quindi, ho detto solo che dipendono da come e quando comincio a misurare il tempo t dell'equazione di moto...

quanto alla frequenza:

hai perfettamente ragione.

infatti, la frequenza del mio sistema molla-massa di pulsazione ω = SQR(k/m) (misurata in radianti/secondo)
sarà f = 1/(2*P) * SQR(k/m) misurata in hertz (cicli per secondo), quindi in 1/s

attenti: con P ho indicato il PI GRECO (3,14159), che non riesco a scrivere qui

insomma, tu la chiami pulsazione, io la chiamo frequenza naturale (in rad/sec) o "frequenza e basta" (in Hz) se la moltiplico per 1/ (2*P)
 
alfistavero":2jroxx72 ha detto:
e poi, non è vero che META' sta dalla parte delle masse sospese e META' da quella delle masse non sospese...
in realtà, si dovrebbe calcolare la posizone del baricentro del singolo braccetto e quindi determinare quanta parte di braccetto va in carico alle masse sospese e quanta parte va in carico alle masse non sospese...

che è esattamente quello che sospettavo e che curiosavo di sapere :OK)
 
bigno72":r7x6yr86 ha detto:
Pero' a me non e' chiaro cosa me ne faccio (della fase) nel caso delle sospensioni.
Ovvero, immagino (leggasi: "non lo so") che lo zero di quella sinusoide sia la molla in condizioni statiche messa sotto alla macchina, non la molla in condizioni di riposo. Giusto?

insomma, Z0 (o A) è lo spostamento alle condizioni iniziali. e la fase è la velocità alle condizioni iniziali.

facciamo un esempio:
se all'istante t=0 ho uno spostamento iniziale di 50 mm e una velocità nulla (=0), allora avrò Z0= 50 (mm) e φ=0

nel caso del nostro disegno, ho una velocità iniziale (φ) diversa da zero all'istante t=0

ok?
 
piccolo passo avanti

allora, avete capito che la sospensione deve garantire il contatto con la strada, l'handling e il confort.

adesso, ditemi voi come riesce a fare tutto ciò se ha solo le molle, dato che la scocca (il veicolo) è particolarmente propensa a "vibrare" alla sua frequenza naturale (frequenza propria, che come abbiamo detto è oltremodo bassa e facilmente "eccitabile" dalla irregolarità stradale). con la conseguenza che le grando oscillazioni della scocca porterebbero a far staccare le ruote da terra...

quindi.......

quindi bisogna ricorrere agli ammo.

e il mio schemino si trasforma in quello qui sotto
 

Allegati

  • mollaconammo.JPG
    mollaconammo.JPG
    38.5 KB · Visualizzazioni: 2,870
Provo prima del week end:

La parte piu' a destra (perche' "free"?) dice che durante il movimento ho una forza che dipende in maniera direttamente proporzionale dallo spostamento X e dalla rigidezza K, e una forza di uguale direzione che dipende (sempre direttamente) dalla velocita' di spostameto "X col puntino" e dal (non ne sappiamo ancora il nome) C dell'ammortizzatore.

In pratica piu' mi sposto e piu' sara' grande la forza resistente che dovro' vincere per spostarmi, perche' aumenta X. (questo lo abbiamo visto nelle puntate precedenti).
Adesso aggiungiamo che piu' cerco di spostarmi velocemente e piu' sara' grande la forza resistente che dovro' vincere, perche' aumenta "X col puntino".
 
Top