La sospensione dell'autoveicolo - approfondimenti

alfistavero":bmap2zxn ha detto:
no. allora, non mi sono spiegato bene.
allora:
1- se è irrilevante la percezione della differenza tra 2 pneus, allora è irrilevante anche il discuterne. mi basta mettere sotto 4 cose rotonde e nere e sono a posto. non mi cambierà nulla (e, in effeti, cambia poco se -come accade al 90% dei clienti normali, io uso la macchina per andare a fare la spesa al mercato)

Ovviamente giusto.

2- l'accoppiamento pneus-vettura è PARTICOLARMENTE (SIGNIFICATIVAMENTE) sinergico per quelle case che curano in modo particolare l'handling: non faccio esempi per evitare flames. poi, anche tra le case che curano l'handling (ma anche il confort), ci sono modelli che sono più "sensibili" di altre alla gomma: sono auto che, per la particolare messa a punto, risentono molto della qualità della gomma (cioè delle caratteristiche prestazionali). per esempio, le nuove 911 sono molto sensibili al tipo di gomma che montano, perchè gran parte dello sviluppo della serie 997 è stato basato sulla gomma. altro esempio; la 147 prima serie. la 156.
in ogn caso, TUTTE le case lavorano in questo modo. poi, rieto, alcune auto sono più sensibili di altre alle differenze tra le varie prestazioni della gomma. ma la sinergia gomma-sospensione è un dato di fatto, oggi. ciò non toglie che il cliente finale possa mettere gomme differenti rispetto a quello consigliato, magari perchè vuole mettere in evidenza una particolare prestazione. il problema è vedere se tale cliente finale ha la capacità di fare ciò, cioè se ha le conoscenze tecniche, l'esperienza, per poterlo fare. ma ogni scelta è sicuramente possibile, giustificabile (anche se, spesso, non condivisibile).

Chiarissimo. È vero che la variegata clientela può privilegiare la durata, il confort, le prestazioni su asciutto, su bagnato, la rumorosità… ma magari a scapito del setup originario della vettura. Da assoluto profano magari il cliente cerca delle gomme che privilegiano troppo il confort e per questo vanno a peggiorare di brutto il comportamento in curva (detto molto rozzamente) e questo secondo me è da evitare per un certo tipo di vettura.

ammesso (ma non concesso) che la macchina sia in ordine ("a specifica"), devi riuscire ad ottenere le gomme di primo equipaggiamento. quindi, o le freghi a una vettura nuova (magari dal concessionario) o riesci a fartele dare dal gommista (che le deve chiedere al costruttore...e anche lì :ciao) )

questa è la risposta che cercavo. :)

tieni anche presente che, anche se sostituisci gli ammortizzatori, non è detto che quelli nuovi (seppure "originali") siano uguali a quelli di primo equipaggiamento (anche tra gli ammo ci sono tolleranze, con massimi e minimi...). e così pure con i tasselli elasticic (la cosa più rognosa di tutte), le molle, etc etc.
il risultato è che tu vai a sommare una serie di tolleranze...metti caso (sempre possibile) in cui hai componenti TUTTI al masism della tolleranza; e, invece, un'altra macchina, fatta tutta con componenti al mnimo della tolleranza: se le provi, ti rendi conto che stai guidando due macchine completamente diverse!!
t'è capì?

Cristallino. È il butterfly effect nelle auto. :lol:
 
dopo la digressione "gommistica" (tra pneumatici e tasselli... :asd) ) torniamo a parlare delle nostre curve figlie delle madri di tutte le formule?
 
magari domani cerco di spiegarvi cosa si può fare, numericamente, per distinguere la maggiore o minore progressività nell'arrivare alla saturazione (sia del sottosterzo sia nell'assetto).
e poi, se riesco, cerco di spiegarvi le manovre di tiro e rilascio in curva, che sono dei casini. però ci proviamo. parendo sempre dal carpet di deriva....
 
allora, vediamo di fare un passettino avanti

riprendiamo il disegno qui sotto, già postato.

come vedete, ci sono 2 andamenti differenti nel modo con cui satura la curva di assetto.
uno dei due è più progressivo dell'altro.
secondo voi, come potrei fare per tradurre con un numero la progressività delle due curve? ossia, fatta salva l'accelerazione massima raggiungibile (la curva 2 mostra un limite chiaramente inferiore della curva 1), come cosa potrei fare per tradurre NUMERICAMENTE la maggiore progressività della curva 2 rispetto alla 1?

per esempio, supponete che entrambe le curve raggiungano la medesima Ay massima. come faccio per dare un numero che traduca la maggiore progressività?
 

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Qui ci vuole un po' di immaginazione. Il rischio di cazziate e' altissimo. Ma ho le spalle buone :lol:

Prendo un punto della zona lineare (doverebbe andare bene anche Ay=0, in teoria).
Prendo un punto esattamente a meta' tra l'inizio della parte non lineare e la Ay massima.
Faccio la differenza tra le rerivate in questi due punti.
Nella curva 2 tale differenza sara' minore che nella curva 1.

Ovviamente se assumo che le due rette abbiano la prima parte in comune, mi basta conoscere la derivata nel secondo punto.

Ma mi sembra un po' troppo complicato per come abbiamo impostato le cose finora.


Un approccio piu' secco:

Guardo quanto e' "lunga" la parte tra l'inizio della parte non lineare e Ay massima. Ovvero faccio la differenza tra Ay massima e Ay alla quale posso considerare lineare l'andamento di BETA.
Ma non so se possono esistere dei casi in cui questo approccio possa diventare inefficace.
 
Se considero la stessa Ay massima posso anche calcolare l'integrale della funzione.
Quella con l'integrale maggiore sara' quella piu' brusca.

EDIT: ma non credo che sia giusto perche' avere la stessa Ay e' solo una supposizione che stiamo facendo adesso.
 
bigno72":1be4euwr ha detto:
..........................
Guardo quanto e' "lunga" la parte tra l'inizio della parte non lineare e Ay massima. Ovvero faccio la differenza tra Ay massima e Ay alla quale posso considerare lineare l'andamento di BETA............................


e fin qui, potrei darti ragione.
e poi?
 
bigno72":3637ph12 ha detto:
Se considero la stessa Ay massima posso anche calcolare l'integrale della funzione.
Quella con l'integrale maggiore sara' quella piu' brusca.

EDIT: ma non credo che sia giusto perche' avere la stessa Ay e' solo una supposizione che stiamo facendo adesso.


:scratch) :scratch)

:nod)


dài, va' avanti...
 
alfistavero":ilfiar36 ha detto:
per esempio, supponete che entrambe le curve raggiungano la medesima Ay massima. come faccio per dare un numero che traduca la maggiore progressività?
rapidamente una risposta puramente matematica: il massimo della derivata seconda della curva, nell'intervallo di Ay da considerare - che farei (0, Aymax)

tra un momento cerco di pensare anche all'interpretazione fisica/fenomenologica
 
Diabolik":6tnkztcx ha detto:
alfistavero":6tnkztcx ha detto:
.....rapidamente una risposta puramente matematica: il massimo della derivata seconda della curva, nell'intervallo di Ay da considerare - che farei (0, Aymax)

:nono)
scusa, tra 0 e Aymax c'è tutto, compreso il KBETA (e nel caso del sottosterzo, il KUS).
qui, mi interessa la zona NON lineare....
e poi, un solo punto (un punto di una derivata seconda: per fare che? per cercare un "contatto" del primo ordine da qualche parte? mmmhhh...no) è fuoriviante
 
alfistavero":2juld4ht ha detto:
:nono)
scusa, tra 0 e Aymax c'è tutto, compreso il KBETA (e nel caso del sottosterzo, il KUS).
qui, mi interessa la zona NON lineare....
e poi, un solo punto (un punto di una derivata seconda: per fare che? per cercare un "contatto" del primo ordine da qualche parte? mmmhhh...no) è fuoriviante
la derivata seconda mi rappresenta quanto rapidamente cambia la pendenza della curva
nella parte lineare vale zero (e quindi automaticamente la rende irrilevante)
nella parte non lineare è tanto maggiore quanto più la curva si inerpica velocemente: la curva più progressiva va verso la saturazione più dolcemente, o in altre parole ha una derivata seconda minore, viceversa per la curva più "sportiva"
siccome poi la derivata seconda non è una costante (neanche nella parte non lineare), come riferimento uno può prendere il massimo nell'intervallo che gli interessa

questo vale, naturalmente, con le curve che stiamo usando come esercizio: se poi le curve vere sono gibbose il discorso potrebbe cambiare

l'integrale potrebbe anche andare bene, ma allora bisognerebbe stabilire un intervallo che abbia un senso per tutte le curve possibili: per intanto, come minimo, bisognerebbe partire da dopo il punto in cui la curva attraversa l'asse delle ascisse; inoltre bisognerebbe trovare il modo di sterilizzare l'effetto di b/R, che a parità di andamento del KBETA mi può facilmente cambiare il valore dell'integrale in un dato intervallo
inoltre, l'integrale lo calcolerei per forza limitando l'intervallo a prima di Aymax, perchè nel punto di saturazione la curva diverge e non ho nessuna garanzia che non diverga anche l'integrale
 
Diabolik":hxxmgkxp ha detto:
la derivata seconda mi rappresenta quanto rapidamente cambia la pendenza della curva
nella parte lineare vale zero (e quindi automaticamente la rende irrilevante)
nella parte non lineare è tanto maggiore quanto più la curva si inerpica velocemente: la curva più progressiva va verso la saturazione più dolcemente, o in altre parole ha una derivata seconda minore, viceversa per la curva più "sportiva"
siccome poi la derivata seconda non è una costante (neanche nella parte non lineare), come riferimento uno può prendere il massimo nell'intervallo che gli interessa
..............

e quale sarebbe l'intervallo che mi interessa?
e come faccio a discriminare il momento in cui perdo la linearità?
e poi, mi serve un numero...solo 1 numero.

e se avessi due derivate seconde uguali, ma due curve differenti (una più corta e una più lunga, ossia una che si discosta prima e l'altra dopo), come faccio a capire quale delle due è più progressiva visto che il massimo è uguale?

ripeto: la strada è quella di bigno. poi, chiaramente, nulla toglie che si possano definire altri metodi (infatti, è quello che accade).
 
Mettendo insieme le ultime battute, stavo pensando di fare l'integrale dalla fine della zona lineare a Ay max.
 
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