bigno72":3qpgeoqi ha detto:
Ne ho girato uno solo ma l'altro e' giusto, no?:
Non e' farina del mio sacco.
Allora,
Tanto per chiarire.
Il grafico postato da bigno è qualitativamente corretto, ma le scale sono sbagliate. Non abbiamo detto che il “ginocchio” sta nell’intorno degli 0,3 m/s (cioè 300 mm/s)? e allora, lo vedete dove sta il ginocchio in quel grafico?
Comunque
Qui allego un grafichetto riassuntivo
Sono tracciate 4 segmenti di retta.
Il segmento A è quello corrispondente allo smorzamento critico, determinato nel modo in cui abbiamo detto prima di Natale. Per una massa M e una molla di costante elastica K, lo smorzamento citico vale C = 2 * SQR (KM) cioè due volte la radice quadrata del prodotto K per M (dovreste già saperlo)
Ora, abbiamo detto che nessuna macchina ha ammortizzatori il cui smorzamento è pari allo smorzamento critico. Sempre abbiamo macchine sottosmorzate. Più o meno sottosmorzate. Tanto più sottosmorzate quanto minore è la “sportività” dell’auto. Vi ricordate?
Abbiamo anche detto che lo smorzamento degli ammo di una macchina normale sta intorno al 50-60% dello smorzamento critico. Cioè 0,6 Cc. Ok?
Bene. Allora: il segmento A rappresenta la curva di smorzamento di un ammo che ha uno smorzamento critico (chiaramente per quel particolare tipo di auto di cui mi sto occupando, visto che K e M sono caratteristiche proprie di quella particolare vettura: molle specifiche e massa che è quella…): il coefficiente angolare (la pendenza) del segmento rappresenta il valore dello smorzamento critico così come mi viene fuori dai calcoli.
Il segmento B, come vedete, ha un coefficiente angolare più basso. Infatti, è la curva (la retta) di smorzamento REALE dell’ammortizzatore che ho deciso di montare veramente sulla mia macchina. Quindi, la pendenza di questa retta sarà –che so- 0,6/0,7 Cc, cioè il 60-70% (magari di meno, magari di più) dello smorzamento critico per quella particolare auto. Come faccio a determinare il valore “giusto”? semplice: dipende dal tipo di auto che voglio fare: se sportiva, lo smorzamento reale starà più intorno allo 0,7 che intorno allo 0,5. il contrario se voglio puntare decisamente al confort. Poi, provo la macchina e decido se la scelta che ho fatta va bene o no. Se non va bene, perché magari non mi va bene lo smorzamento a rollio o altre cazzate tipo che ho preoblemi con la dinamica (magari in inserimento di curva o chessò io…poi vedremo) agisco (o, meglio, dico al fornitore di agire) sulle famose luci di passaggio dell’olio e modifico a piacimento il mio segmento di retta per renderlo più o meno pendente.
Poi, inttorno agli 0,3 – 0,4 m/s, se voglio fare una macchina appena appena accettabile dal punto di vista del confort per evitare che mi si scheggino i denti quando prendo un tobino, dovrò prevedere una riduzione dello smorzamento. Agirò dunque sulle famose valvole che dicevamo nei giorni scorsi. Ecco dunque nascere il segmento C.
Generalmente, con due sole curve sono a posto. Per esempio, modificando 2 punti del segmento C, inclino il mio segmento come voglio per ottenere lo smorzamento (=il confort) che voglio. Più o meno. Perché qui si vede chiaramente che, anche se vado a lavorare sul punto alle alte velocità dello stelo (per esempio intorno all’1 m/s), magari per mettere a posto il l’assorbimento degli ostacoli di tipo breve e secco, per forza il mio intervento non può che influire anche sulle velocità più basse (quelle intorno agli 0,4 – 0,5 m/s), magari rendendo la mia macchina un po’ più sensibile agli insaccamenti (che ne so…), più frenata sulle onde lunghe…
Lo stesso posso fare anche col segmento B, per mettere a posto l’handling. Questo ragionamento porta 2 conseguenze:
prima conseguenza: la mia curva totale di taratura dell’ammortizzatore, quella che poi il fornitore dovrà realizzare per tutti gli ammo che mi fornirà, è necessariamente frutto di un compromesso. Per forza.
Seconda conseguenza: posso realizzare tutte le curve “ideali” che voglio (come spesso accade se leggete un normale testo di letteratura tecnica, che vi dice che, una volta disegnata la curva di taratura voluta, poi mediante il corretto dimensionamento delle valvole e dei fori riesco a riprodurla…), ma poi mi tocca scontrarmi con la realtà, che mi dice che, per forza di cose, ho certi limiti da rispettare. Tanto per fare un esempio: supponiamo che non sia soddisfatto dello smorzamento dell’ammo a velocità medio/alta, per esempio non mi vada bene lo smorzamento sul pavè leggero in velocità (che coincide con velocità dell’ordine degli 0,7 m/s circa). Qui, devo decidere se, per modificare l’inclinazione della retta C, devo andare a toccare il punto alle velocità più basse (quello intorno allo 0,4 m/s) col rischio di peggiorare le cose sui moti di cassa; oppure se toccare quello alle alte velocità, intorno all’1 m/s, mandando in vacca l’assorbimento delle asperità più nette….magari, lavoro su entrambi i punti, alzando e/o abbassando l’uno e l’altro…
L’ultimo segmento, quello D, riguarda un ulteriore segmento di taratura, generalmente riservato alle vetture più costose o a quelle che hanno particolari esigenze in termini di confort ma che non voglono penalizzare troppo l’handling (o viceversa). Insomma, una ulteriore complicazione. In genere, però, la maggior parte degli ammo per vetture normali è fatto da due segmenti.
Anzi, alcune vetture ultraultra sportive (che se ne fregano quindi del confort), o vetture da corsa, hanno una retta sola e basta. In pratica lavorano solo con la retta B…
Oh, lo stesso vale anche per la compressione (qui ho tracciato solo l’estensione)…