yugs":ykg6sy6k ha detto:
come si definisce esattamente il fading?
(non lo vedo trattato in precedenza come argomento)
e adesso, veniamo alla domanda di ieri e vediamo di rispondere al quesito
Vediamo di capire cosa sia il fade
Tanto per cominciare, diciamo che tutti i materiali di attrito (cioè pastiglie, ma anche i ceppi dei tamburi nel caso di freni atamburo) tendono a “disintegrarsi” sulla loro superficie di contatto (col disco, con il tamburo) a causa dell’elevata temperatura che si genera in conseguenza dei processi di frenatura che trasformano l’energia cinetica della macchina (veicolo) in calore. A causa della non uniforme distribuzione della pressione tra il materiale di attrito e la superficie di contatto (nel nostro caso, tra la superficie della pastiglia e la fascia frenante del disco) e le altre irregolarità (runout del disco , per esempio), la temperatura della pastiglia non è uniforme sulla superficie di contatto con la fascia frenante del disco. Ora, abbiamo detto che il coefficiente di attrito è proporzionale alla temperatura. Cominciamo col dire che, partendo dal “freddo” (ossia dalla temperatura ambiente), il coefficiente di attrito, al crescere della temperatura, dapprima cresce (diciamo fino ai 300-350 gradi) e poi comincia a decrescere. Quindi, per tornare al discorso che stiamo facendo, le zone della pastiglia in cui ci sono le temperature più alte, si avranno i minori livelli di attrito rispetto alle zone in cui la temperatura è minore. Ora, tanto per chiarire il discorso dell’attrito, diciamo che quello che viene definito, dagli addetti ai lavori, “base brake” (ossia la “progettazione” e lo sviluppo, inteso come messa a punto con prove strada dei sistemi frenanti) si basa sulla messa a punto della performance (intesa come coppia frenante) ottenuta con freni “freddi”. Per “freddo” si intende un freno la cui temperatura (la temperatura delle pastiglie) è inferiore a 100/150 gradi. Questo, quantomeno, per le vetture turistiche. La maggior parte dei materiali di attrito offre coefficienti di attrito che crescono al crescere della temperatura, fino a circa 200/230 gradi. :nod)
Uè, tanto per intenderci: questi sono valori MEDI, eh...non è che tutte le pastiglie fanno così: ce ne sono di peggiori e di migliori, eh…diciamo che, in linea di massima, questi sono i valori di riferimento.
Ad elevate temperature -e per temperatura elevata possiamo considerare già i 250/270/300 gradi- i materiali di attrito tendono a manifestare FADE, ossia il loro coefficiente di attrito cala (più o meno rapidamente) al di sotto del valore che hanno a freddo.
Ora, le pastiglie “buone”, tendono a riprendere, una volta raffreddate, il coefficiente d’attrito precedente. In pratica, tendono a riottenere le proprie prestazioni una volta fredde. Quelle meno “buone”, no. :asd)
Alle temperature più basse, infine, il coefficiente di attrito si riduce al di sotto del valore "ottimale".
Quindi, mi sembra chiaro che, siccome gli impianti frenanti per le auto stradali devono offrire prestazioni "degne" in ogni condizione ambientale (dal freddo estremo al caldo estremo, con la pioggia, con la neve, con la sabbia, con il salino, etc), la "selezione" dei materiali di attrito rappresenti una bella sfida.... :lol: