Accordo Fiat-Opel: nessun impianto verrà chiuso, ma si razionalizzerà la produzione
Il ‘Piano Fenice’, vale a dire la strategia che Sergio Marchionne ha presentato nei giorni scorsi alle autorità tedesche per rilevare GM Europe, eviterà il più possibile traumi sociali. Contrariamente alle indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, il piano Fiat per Opel non prevede chiusure di stabilimenti nel breve termine, ma punta su una “riduzione graduale della capacità produttiva”, valutata attorno al 22%. Quindi, più che ad una chiusura di impianti, si assisterà ad una razionalizzazione della produzione, con la chiusura graduale di linee produttive in ogni stabilimento.
Nel dettaglio, Marchionne è intenzionato ad utilizzare questa strategia: la capacità produttiva dovrebbe essere ridotta in modo soft attraverso il blocco del turn over e gli ammortizzatori sociali. Parallelamente partirà la riorganizzazione produttiva per ridurre i costi realizzando sulle stesse linee auto di marchi diversi. Lo stabilimento di Termini Imerese - dove oggi viene assemblata la Lancia Ypsilon - non chiuderà i battenti ma avrà “una nuova missione”, alla luce anche della concessione di un finanziamento di 46 milioni di euro da parte della UE. Analogamente, il piano prevede una nuova missione anche per la fabbrica inglese di Luton, dove oggi GM produce i veicoli commerciali Opel in joint-venture con Renault.
Il motto di Marchionne è “snellire le fabbriche piuttosto che chiuderle”. Un’operazione che costerà circa 250 milioni all’anno, anche se la fusione con Opel frutterebbe risparmi per un miliardo di euro all’anno, secondo quanto rivelato dallo stesso Marchionne al settimanale Economist. Comunque, l’ad Fiat ha fatto capire al governo di Berlino che la prima fase della razionalizzazione riguarderà una sola fabbrica sulle quattro tedesche di Opel, cioè la fabbrica di motori di Kaiserslautern. Altri tagli dovrebbero esserci per lo stabilimento belga di Anversa.
“Ma bisogna muoversi in fretta - prosegue Marchionne nell’intervista - perché così si riducono le spese generali e si parte prima con i nuovi modelli. Fiat e Chrysler sono in grado di raggiungere la convergenza sulle principali piattaforme produttive entro il 2012. Ma con Opel si potrebbe fare anche prima”. Marchionne ha chiesto un prestito-ponte tra i 5 e i 7 miliardi di euro ai governi dove hanno sede i siti GM: “In cambio offro al governo tedesco un’azienda automobilistica che sarà effettivamente senza debiti e mi farò carico delle passività, comprese le pensioni. A loro dico: se avete un’offerta migliore, prendetela”, ha concluso l’ad del Lingotto.
Per quanto riguarda l’ambito finanziario, secondo un’indiscrezione, tutte le operazioni di fusione verrebbero realizzate scambiando azioni con stabilimenti e tecnologie, senza quindi esborsi di denaro. Oggi Marchionne è atteso a Wiesbaden per incontrare Roland Koch, governatore dell’Assia, la regione tedesca dove si trova Russelsheim, il quartier generale della Opel. Un incontro importante, visto che Koch è tra i più scettici sul piano Fiat.
Fonte Repubblica