Alex629":7niiiyv4 ha detto:Io non la vedo la foto? E' solo un mio problema? :ka)
Neanche io la vedo
Alex629":7niiiyv4 ha detto:Io non la vedo la foto? E' solo un mio problema? :ka)
È l’unica Ferrari che per adesso ha potuto guidare Fernando Alonso. Non ha i 750 cavallli della F.1 ma si ferma a 570 cv, che è comunque una gran bella potenza. È spinta da un 8 cilindri a V come il propulsore della F60 , ma di cilindrata quasi doppia (4.5 litri contro 2.4 litri). Eppure sottopelle c’è tanta tecnologia di derivazione F.1. Proprio a partire dal motore V8.
È la nuova Ferrari 458 Italia, la berlinetta GT che da fine anno sostituirà sul mercato la 430. Oltre ad Alonso, pochi anzi pochissimi hanno avuto finora il privilegio di poterla guidare: Auto è fra questi. L’abbiamo provata anche noi fra le curve di Fiorano, dove è nata e dove è stata messa a punto e vogliamo raccontarvi perché questa coupé due posti rappresenta una vera rivoluzione nel campo delle Gt stradali.
La Ferrari 458 Italia è il tentativo più ardito (e riuscito) di portare su una vettura stradale la caratteristica-base di tutti i motori da corsa: un elevato regime di rotazione. Il suo V8 da 4.5 litri arriva a toccare i 9000 giri/minuto: un record. Nessun’altra auto da strada raggiunge un regime così elevato. Soltanto la nuova supercar Lexus LFA è in grado di avvicinarsi ai 9000 giri ma è avvantaggiata dal frazionamento del motore a 10 cilindri.
Un regime di giri così elevato permette alla Ferrari 458 di erogare una potenza assai superiore a quella della vecchia 430 che in versione Scuderia non andava oltre 510 cavalli. La 458 Italia, stando ai numeri dichiarati, appena nata ha conquistato tre primati: è la GT stradale con la più elevata potenza specifica che esista: 127 cv/litro. È l’automobile di grande serie col miglior rapporto peso/potenza al mondo: 2,42 kg per cavallo. Ed anche la GT con la coppia motrice più elevata per litro di cilindrata fra tutti i motori aspirati al mondo: 120 Nm/litro. Numeri così elevati assicurano alla 458 Italia prestazioni record: la 458 Italia scende sotto i 3”4 nell’accelerazione 0-100 km/h; impiega appena 10,4 secondi a raggiungere i 200 km orari da fermo e la velocità massima è di oltre 325 km/h.
Ma soprattutto, rispetto alla “vecchia” Scuderia, questo motore è più “pieno” ad ogni regime: tanta, tantissima coppia. il 15% in più che sulla 430. Dote che rende più docile la guida, almeno finché si accelera con moderazione. Schiacciando a fondo il gas, magari col manettino in una delle due posizioni che disinseriscono il controllo di trazione, la 458 derapa, sbanda, fa fumare le gomme patinando e ti obbliga a correggerla con un deciso controsterzo. Allora la guida diventa esaltante. Ma anche impegnativa per la brutalità dell’erogazione.
Ma non è solo potenza bruta la qualità di questa Ferrari 458 Italia. Tutto il resto del “pacchetto”, dal telaio in alluminio più rigido, un nuovo sterzo più diretto, nuove sospensioni con i doppi triangoli sovrapposti all’anteriore e il multilink posteriore, fino al nuovo cambio 7 marce a doppia frizione dall’inserimento delle marce praticamente istantaneo, rappresentano un deciso passo in avanti.
Un enorme progresso c’è stato anche nel campo dell’elettronica: i vari aiuti alla guida (differenziale elettronico, controllo di trazione e stabilità, abs prestazionale e sospensioni a controllo magneto-elettronico) ora sono più reattivi e istantanei nel funzionamento e rendono più facile guidare veloci. In effetti la Ferrari 458 Italia nelle mani dei collaudatori gira a Fiorano in 1’25” più o meno come la vecchia Scuderia. Allora dov’è il miglioramento, direte voi? Nel fatto che a quel limite la Scuderia ci arrivava grazie a un assetto estremamente rigido, da pista e con gomme estreme, dal grip quasi da corsa. La 458 invece gira sugli stessi tempi con un assetto più morbido che riesce comunque a garantire un’ottima tenuta di strada in curva senza penalizzare il comfort di marcia nella guida di tutti i giorni.
Una delle innovazioni della 458 Italia è la rivoluzionaria interfaccia uomo-macchina. La Ferrari ha portato sul volante, sottomano del pilota, ogni tipo di comando necessario durante la guida. È lo stesso principio che ha guidato in F.1 la rivoluzione dei “manettini”: tutti quei controlli di set up che prima erano sparsi per l’abitacolo e che poi Schumacher e i tecnici, per motivi di razionalità, vollero spostare sulle razze dello sterzo per dar modo a chi guidava di poter azionare ogni interruttore senza mai staccare la presa dal volante. Perciò la 458 Italia offre una prospettiva tutta nuova a chi si siede al posto guida: ai lati del volante non ci sono più le consuete leve dei fari, delle frecce, dei tergicristalli. Che ritroviamo sotto forma di pulsanti sulle razze del volante e sono raggiungibili col dito pollice mentre si guida senza staccare le mani dalla corona.
Sul volante c’è anche il famoso “manettino”, l’interruttore a cinque posizioni sulla razza destra che inserisce le tarature prefissate di motore, sospensioni e aiuti elettronici alla guida con interventi sempre più estremi man mano che si gira il pomello: la taratura più dolce è “wet”, che si usa con asfalto bagnato e taglia vistosamente la potenza appena le ruote slittano; poi c’è “sport” per la marcia normale; “race” da impiegare quando si vuole guidare molto sportivi ma si desidera ancora che il controllo di trazione intervenga a limitare le sbandate. Infine le due posizioni estreme, “CT off” che disinserisce solo l’antispin e “CST off” che elimina anche il controllo di stabilità. A quel punto nessuno più vi aiuta a controllare i 570 cavalli se non il vostro istinto di pilota.
L’altra novità della 458 è una sorta di telemetria di bordo: nel display sinistro appare l’icona di una vettura dove vengono visualizzate in azzurro, verde e rosso le temperature di esercizio di gomme, freni, motore e liquidi di raffreddamento. Man mano che guidando si scaldano uno di questi componenti, l’icona specifica cambia passando da azzurro a verde o rosso. Così che potete sapere sempre quando motore e freni sono ancora “freddi” e va osservata prudenza nella guida, oppure se le gomme sono già abbastanza “calde” per poter fare una bella tirata sicuri di avere il grip giusto.