Ecco le richieste: Juve in C1, Milan, Fiorentina e Lazio in B
04 07 2006
Grazia NeriQueste le richieste di pena del procuratore Palazzi: lo scudetto vinto dalla Juventus nel 2005 dovrà essere revocato e quello del 2006 non sarà assegnato.
Per la Juve c'è la retrocessione in una serie inferiore alle B (quindi C1 o C2 ndr) e penalizzazione di 6 punti.
Milan, Fiorentina e Lazio devono essere retrocesse in B: per i rossoneri 3 punti di penalizzazione, per le altre due 15 punti di penalizzazione.
Il procuratore federale ha chiesto cinque anni di inibizione da ogni incarico nella Figc squalifica per Moggi, Giraudo, Meani, Lotito, Della Valle, Carraro, Pairetto, De Santis, Lanese. Palazzi ha chiesto la squalifica di 2 anni per Adriano Galliani. Il procuratore ha chiesto un anno di squalifica per l'arbitro Paparesta.
Il Procuratore Palazzi condanna Juve e Milan come grandi mali del calcio italiano.
"Il sistema di influenza sugli arbitri e sulla Federcalcio come "sistema complesso". Così il procuratore federale Stefano Palazzi ha definito la rete di contatti che vedeva al centro Luciano Moggi e che "aveva come scopo ultimo quello di determinare arbitraggi favorevoli, in particolare alla Juventus".
Per quanto riguarda la società bianconera, Palazzi, senza entrare nel merito delle partite oggetto di deferimento, ha parlato di "due condotte: una a garantire vantaggi alla Juventus, l'altra a intervenire sulla terzietà degli arbitri per conseguire un fine illecito".
Il procuratore ha poi definito meglio il sistema creato dagli ex dirigenti bianconeri. "C'erano modalità particolari di condizionamento tali da non suscitare reazioni dell'opinone pubblica, e ulteriori condotte proprio a livello mediatico. Era - ha aggiunto - un sistema complesso, che operava attraverso le ammonizioni ai giocatori, gli interventi sulle griglie, i rapporti diretti tra Moggi e arbitri, il ruolo di Mazzini, confermato anche dalle dichiarazioni rese da Cosimo Maria Ferri alla Procura di Napoli".
Particolare rilievo, secondo la procura, hanno le deposizioni rese dall'arbitro Paparesta e dall'ex segretario Can Manfredi Martino, i quali "hanno spiegato il ruolo dei designatori nella 'sensibilizzazione degli arbitri'".
"Atti a incidere sul regolare svolgimento della gara mediante il condizionamento dei due assistenti". Così il procuratore federale descrive invece il deferimento della società rossonera illustrando alla Caf la propria relazione. Fondamentale, per la procura, chiarire il ruolo di Leonardo Meani. "Risulta essere dirigente addetto agli arbitri - ha spiegato Palazzi - e sotto il profilo formale e sostanziale è tesserato a pieno titolo, pertanto sono irrilevanti tutte le circostanze prospettate per ridurre la portata del suo ruolo sotto il profilo del tesseramento".
Palazzi parla poi dei "contatti diretti tra Meani e gli assistenti" e in particolare a quelli avvenuti dopo Siena-Milan: "La società rossonera aveva subito un torto arbitrale che determina un intervento molto forte nei confronti di Mazzei (ex designatore, ndr) che doveva proporre ai designatore gli assistenti per le gare".
Il procuratore cita "due conversazioni del 17 aprile 2005, molto indicative della condotta posta in essere nel caso di specie, con la richiesta di designare assistenti di fiducia che non avrebbero nuociuto al Milan".
Il procuratore, quindi, fa il nome di Adriano Galliani, "richiamato da Meani nelle telefonate" e che interviene in prima persona quando "si informa direttamente sull'operato di Meani": ha quindi violato l'articolo 1 (principi di lealtà). "Meani - ha proseguito Palazzi - esplicitamente invita i due assistenti (per la gara contro il Chievo) a tenere condotta favorevole al Milan con le stesse modalità esplicitate per un altra società (Juve, ndr) cioè per i casi dubbi, in cui si gioca il tipo di arbitraggio perché proprio in quanto non evidenti sono modificabili".
"Per la Lazio - ha detto il procuratore - c'è stato un intervento diretto di Carraro, mentre in tutte le altre occasioni c'è stato quello di Mazzini, che teneva i contatti con i designatori". In ordine alle partite contestate alle due società, la procura ha sottolineato il fatto che " ci fosse un contatto con l'arbitro designato per le gare oggetto di contestazione specifica, dimostrato dalle modalità di azione dei due designatori e dalle pressioni subite dagli arbitri, spiegate da Paparesta".
A confermare l'intervento del 'sistema' sono le stesse parole dei deferiti nelle conversazioni telefoniche intercettate. "Le parole dei diretti interessati confermano in modo incontestabile gli elementi. Non si può spiegare diversamente quando Bergamo rassicura il suo interlocutore dicendo 'è preparata, non ti preoccupare, la seguiamo', o quando Mazzini fa riferimento alla metafora del cane e della lepre parlando con Lotito. Questo - conclude Palazzi - dimostra la totale assenza di intenti goliardici, di millanteria, di scherzo, che sarebbe inesplicabile e inverosimile".