Vincenzo (Vincespeed)
Quando sei, o credi di essere, alfista, ogni tanto ti capita di sognare di essere a bordo di una vettura del Biscione, sia essa una 8C o un' Alfasud, e di percorrere qualche giro di pista.
L'asfalto curato, ricoperto da tracce di burnout di chissà quale fiera sportiva, il sole che lo riscalda... Alzo gli occhi: non è un sogno.
E' il centro sperimentale Balocco. Io e Losallo veniamo condotti qui, dopo aver pranzato con Alberto, Greta, Raffaele, AleCarb ed il MiTo Team.
Dopo un breve briefing, usciti, ci troviamo di fronte a lei: la MiTo!!! Quanto l'ho immaginata in questi giorni... Quanto ero sicuro di sapere tutto di lei... Poi la vedi... e ti spiazza!!! Ancor più bella che in foto: bassa, aggressiva e mostruosa. La scandagliamo in ogni minimo dettaglio. Lamiere curate, accoppiate con alta precisione, cerchi azzeccati, e in generale quella percezione di "ben fatto" che ultimamente il Gruppo FIAT ci fa riassaporare.
Dentro conferma questi presupposti, con delle sedute comode e rifinite ottimamente e con un cruscotto degno di una media di alto livello.
Sembra proprio che la produzione in serie ci stupirà per la cura del particolare. Solo le plastiche dei pannelli porta e quelle inferiori alla linea di cintura sono dure ed economiche al tatto. Ma non è un caso, stanno lì a dirci: nonostante l'opulenza, sono una segmento B!
Con il driver Angelo ci muoviamo verso il percorso All Weather, caratterizzato da un manto di materiale sintetico bagnato, atto a simulare il coefficiente d'attrito del ghiaccio. Il test consiste di tre prove: frenata mì split da 40 km\h,ripartenza e slalom su ghiaccio. La frenata, con due gomme su asfalto bagnato, due su ghiaccio, avviene con massima tranquillità, senza la benchè minima correzione al volante, ed in un ragionevole spazio d'arresto. La ripartenza, grazie al Q2 elettronico è abbastanza veloce: la coppia viene ripartita sulla ruota con più grip. Nello slalom su ghiaccio non si hanno problemi: a ben 40 km\h, si curva da una parte all'altra senza che vi sia il minimo rischio di mandare in effetto pendolo la vettura, basta leggere un certo ritardo della risposta delle ruote al variare dell'angolo di sterzo, per condurre la vettura come se si fosse su semplice asfalto bagnato. Provo una competitor per vedere quale sia la differenza: in frenata se la cava con qualche correzione, l'accelerazione (senza torsen) è lenta, e lo slalom a 40 km\h su ghiaccio sarebbe pericolosissimo su strada: solo un sapiente dosaggio del gas e dell'angolo di sterzata evita alla vettura di mettersi di traverso. Il tutto nonostante sia dotata anch'essa di ESP.
E' il momento che più sognavo: Angelo sposta l'interruttore della MiTo su Dynamic e si va in pista. Il driver ci lancia in un giro velocissimo, seduto dietro posso apprezzare al meglio la fedeltà del posteriore a seguire l'avantreno (e la comodità del divano)! Semplicemente impressionante.
Poi è il mio turno: il motore sale di giri con una progressione appagante, e non v'è effetto di turbolag: si ha sempre l'impressione di aver qualcosa sotto l'acceleratore. Le sensazioni che avevo avuto seduto dietro vengono confermate: anche aggredendo i cordoli, l'assetto non si scompone, si apprezza anzi in curva un appoggio progressivo delle ruote esterne, che permette di ridurre al minimo il sottosterzo: anche esagerando in entrata, non si fa fatica a seguire la corda!! Gli innesti precisi, il volante che racconta ogni millimetro di pista fanno il resto. I freni sono potenti, non vanno in fading e non diminuiscono la loro efficacia. I pneumatici fischiano, ma non hanno tregua: questa Alfa Romeo sembra volerli costringere a far finta di essere sotto una TP!! Mi viene il dubbio che là sotto ci siano ancora i quadrilateri alti! Che Alfa Romeo, questa MiTo! Ma non posso rischiare di essermi fatto influenzare dalla mia passione per l'Alfa: devo provare una rivale, per vedere se effettivamente MiTo sia migliore.
Salgo sulla competitor e parto:il motore sembra aver più coppia... Poi noto che le prestazioni però sono molto simili. Il problema sono le curve. Per carità, questa competitor va più che bene, divertente ed efficace. Ma a patto di saper adottare una guida pulita, lontani dai cordoli, pena scomporre l'assetto, e lasciare lì sull'asfalto quei 2-3 decimi, che permettono alla MiTo di sopravanzarti... Nei cambi di direzione rapidi poi si evidenzia una leggera perdita di aderenza del posteriore ed in accelerazione è avvertibile un filo di sottosterzo. Morale della favola, in pista una TA portatecela solo se ha lo stemma Alfa.
La sera a cena abbiamo modo di apprezzare la cordialità e simpatia di Gordon De Adamich (che tralaltro ci ha onorato con 2 giri di pista pazzeschi) e di Riccardo Penna.
Il giorno dopo a Torino, io e Los veniamo intervistati dai concessionari, dopodichè veniamo condotti nel settore in cui la MiTo viene assemblata: ambienti luminosi, attrezzi ergonomici che aiutano gli operai... Non c'è che dire: Fiat Auto si prepara a non essere seconda a nessuno. E i presupposti per riuscirci ci sono tutti!
Questa per me è stata un'esperienza fantastica. Ringrazio quindi Alberto e Greta, simpatici e pazienti, coi quali è stato un piacere discorrere e viaggiare. De Adamich, e i Responsabili Alfa Romeo tutti per averci fatto sentire a casa ed averci trattato col massimo riguardo. I drivers tutti, che rischiano di mettersi a fianco di perfetti sconosciuti in pista e gli danno anche le dritte per andar forte. Di questi vorrei citare l'unica donna: la squisitissima Laura, disponibile e gentile, che ha perdonato ogni mio errore in pista col sorriso sulle labbra. Il mio compagno d'avventura Losallo, che come da pronostico si è dimostrato simpaticissimo e col quale sono andato d’accordissimo sin da subito.
Last but not least, il MiTo Team tutto: questi ragazzi lavorano davvero tanto, e ci hanno trattato coi guanti. Per loro spero di aver contribuito nel migliore dei modi a far capire a tutti che il sito alfamitoblog.it ha svolto un ruolo fondamentale nel dare fama a questa eccezionale vettura che è MiTo.