Credo che la vera domanda, quella che hai nascosto furbamente nelle tua per mantenere i toni pacati sia:
"Chi non si sposa si ama di meno?"
e sopratutto
"Chi è sposato è più felice?"
Io dal 30 agosto sono sposato e si, sono piu felice di prima... io. Parlo per me.
Mia madre ha sposato mio padre a forza a 19 anni e no, non erano più felici da sposati.
Sempre lei ha convissuto 18 anni con il suo attuale 2° marito, un americano che ha sposato 7 anni fa per soli motivi burocratici. Ed oggi si amano proprio come prima del matrimonio. Uguale uguale.
La domanda è spinosa e di certo non ha una sola risposta, ogni caso è a se.
Il cattolicesimo ha sicuramente caricato di significati quello che altrimenti altro non è che un contratto. Non che i contratti non facessero già abbastanza paura. :crepap) Mancavano i vari giuramenti davanti a dio ed i peccati mortali a metterci il carico da 90, diciamo che ci ha messo delle clausole "sacre" che sono servite per rendere indissolubili alcuni storici legami. Comunque.
Molti, retoricamente dicono:
"se ami davvero, non hai nessun timore di sposarti"
se A = B e B = C allora A per forza è uguale a C e per logica aggiungono
"se hai paura di sposarti vuol dire che non ami davvero"
Ora, anche escludendo l'assurdità di arrogarsi la capacità di conoscere il vero amore e ancora meglio di poter giudicare quello che batte in petto d'altri (cosa che i preti mai innamorati e mai sposati sanno fare inspiegabilmente bene), proporrei di considerare per un attimo che le parole "timore" e "paura" potrebbero essere rimpiazzate da "bisogno" o "necessità".
Altri infatti dicono:
"io amo davvero e non sento minimamente il bisogno di sposarmi"
Un pezzo di carta firmato, con tanto di testimoni, potrà mai moltiplicare l'amore? Sono perplesso.
Se (e sottolineo se) l'amore è uguale per tutti, in tutto il mondo, in tutta la storia dell'uomo, risulta incomprensibile perché il matrimonio, proprio così come viene inteso qui e oggi da Ratzinger, dalla Bonino o da Richard Benson possa influire positivamente sui nostri rapporti. Quanti milioni di coppie si sono amate disperatamente e per tutta la vita senza essere sposate? E le tragedie greche dove le mettiamo? :culo)
In effetti, se pensiamo a Kundera ci rendiamo conto che la vita è una e non ci sono prove: o ti sei sposato o non lo hai fatto. Quando divorzi non saprai mai se ti saresti lasciato lo stesso. Quando ti lasci ti chiedi se da sposato...
Non ci sono prove, se svolti al bivio non potrai mai tornare indietro. Quindi a che pro farsi queste domande?
E' illusorio pensare di poter valutare l'impatto di questa scelta sulla vita di ognuno.
Quello che si può invece dire è che è un impegno con delle regole, un contratto appunto, e non tutti lo vogliono firmare così com'è.
Ecco un paragone stupido:
Se c'è il contratto con TIM, perché offrire una scheda ricaricabile con WIND? C'è già TIM, se vuoi proprio telefonare...allora firma.
Altra cosa ancora è, e concludo: i diritti delle minoranze.
Prima di Rosa Parks i neri dovevano sedere in fondo agli autobus. Le categorie popolose hanno il potere di reclamare diritti che li favoriscano, giusto o sbagliato che sia per le altre categorie. Non è questione di merito, è una questione di popolosità di una categoria. Più musulmani = più moschee. Più lega nord = più devolution. Più gay = più matrimoni gay. Etc etc. E' normale che si lotti, pro e contro. Le democrazie funzionano così. :clap)