L'Inter non ci sta e impugna la sentenza che condanna la società a pagare 1500 euro ad un tifoso napoletano, «offeso» dagli striscioni razzisti apparsi San Siro il 6 ottobre 2007. In particolare, la società di Moratti, difesa dagli avvocati Bruno Cimadono e Francesco Picca, propone appello perché contesta, tra le altre cose, la competenza territoriale del giudice di pace che ha emesso la sentenza nell'agosto scorso, riconoscendo il danno esistenziale al supporter azzurro. Non solo: viene ritenuto erroneo anche il riconoscimento di responsabilità oggettiva della società rispetto al comportamento degli ultras, e viene eccepita allo stesso tempo la legittimità del tifoso, difeso dall'avvocato Raffaele Di Monda, a presentare quel tipo di istanza. Sul «caso» si attende quindi una nuova decisione giudiziaria. A stabilire se fu «danno esistenziale» o meno sarà un nuovo giudice. In ogni caso è quantomeno curiosa la sorta di nemesi che ha colpito negli ultimi mesi la stessa squadra nerazzurra, bersagliata in (quasi) tutti gli stadi da cori razzisti indirizzati ai suoi giocatori di colore, in particolare a Mario Balotelli.
LA VICENDA - G.D.B., tifoso napoletano, lasciò gli spalti di San Siro (stava per cominciare il match Inter-Napoli nell'ottobre 2007): s'era sentito talmente offeso e umiliato dagli insulti razzisti «stampati» sugli striscioni dagli interisti che scappò dallo stadio impaurito. E il giudice di pace, nell'agosto successivo, stabilì la responsabilità oggettiva della società nerazzurra. Millecinquecento euro per «danno esistenziale». Ora l'appello dell'Inter e un nuovo capitolo della saga.
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Prima fa l'indignato per i cori razzisti al suo calciatore e poi ha il coraggio di impugnare una sentenza per i cori e gli striscioni razzisti sul popolo napoletano.