Salve, mi presento, sono Bullit, frequento da un po' il forum ed ho avuto il piacere di conoscere personalmente qualche tempo fa "Economo 29" che saluto.
Mi permetto di entrare in questa discussione Mito-Giulia GTA, facendo una piccola premessa.
Ho 40 anni. Sono nato quando è stata presentata l'Alfa 1750 (1968) e la mia infanzia ha visto, ammirata, i modelli Alfa che l'hanno accompagnata.
Serie Giulia, nelle versioni anche berlina 1750 e 2000, e relativi coupè.
Alfa Romeo 33 Stradale, del 67.
Alfa Romeo Montreal del 71 (8 cilindri).
Alfa Romeo Alfetta del 72.
Alfa Romeo Alfetta GT del 74.
Alfa Romeo Alfetta GTV del 76.
Alfa Romeo Alfetta Turbodelta (prima italiana con il turbo) fine 79.
L'Alfa era il TOP.
La BMW si sforzava di arrivarle, ma stava dietro.
L'Audi costruiva auto asmatiche.
La Volkswagen il Maggiolino.
La voce del bialbero era unica, straordinaria inconfondibile.
Sono fortunato possessore di un'Alfetta GTV del 1978 e di una 147 Selespeed.
Ora, le ALFA avevano un'anima che avvertivi quando le vedevi passare. Quando ho guidato per la prima volta la mia Alfetta l'ho anche sentita.
Ebbene è lo spirito ALFA, il cuore Alfa.
Quello non esiste più.
Per sentire la voce della 147 Selespeed ho dovuto montare filtro a pannello e terminale Supersprint, ma, francamente l'emozione che ti da l'Alfetta GTV...be' e tutt'altra cosa.
Per chi ha vissuto e guidato le ALFA capisco e condivido che trovi ingiurioso porre sulla stessa pista la Mito e la Giulia GTA con l'aggravante che la Mito arrivi per prima sul traguardo. E' uno spot per i giovani alfisti di domani che non conoscono il passato, i puristi del marchio non si lasciano infinocchiare.
Le Alfa di oggi sono molto belle. La 147 la trovo ancora oggi molto bella ed attuale; la 159 straordinaria, ha una linea, un design, impareggiabili.
Però all'Alfa di oggi le manca qualcosa, il Cuore. Quell'insieme di emozioni, quell'irrazionale palpitare che ti entra nell'anima e ti fa capire anche con quale passione e impegno il marchio, e per esso ai suoi uomini (Luraghi, Satta Puliga, Busso ecc.), lavorassero.
Quel "quid" che non avranno mai altre marche.
Susate se mi sono dilungato, mutuando lo spot Alfa dico solo che sono un'Alfista di ieri, per quelli di oggi e di domani e sicuramente anche per gli attuali manager e progettisti, li inviterei a fare un giro sulle mitiche che ho elencato.
Grazie.
Mi permetto di entrare in questa discussione Mito-Giulia GTA, facendo una piccola premessa.
Ho 40 anni. Sono nato quando è stata presentata l'Alfa 1750 (1968) e la mia infanzia ha visto, ammirata, i modelli Alfa che l'hanno accompagnata.
Serie Giulia, nelle versioni anche berlina 1750 e 2000, e relativi coupè.
Alfa Romeo 33 Stradale, del 67.
Alfa Romeo Montreal del 71 (8 cilindri).
Alfa Romeo Alfetta del 72.
Alfa Romeo Alfetta GT del 74.
Alfa Romeo Alfetta GTV del 76.
Alfa Romeo Alfetta Turbodelta (prima italiana con il turbo) fine 79.
L'Alfa era il TOP.
La BMW si sforzava di arrivarle, ma stava dietro.
L'Audi costruiva auto asmatiche.
La Volkswagen il Maggiolino.
La voce del bialbero era unica, straordinaria inconfondibile.
Sono fortunato possessore di un'Alfetta GTV del 1978 e di una 147 Selespeed.
Ora, le ALFA avevano un'anima che avvertivi quando le vedevi passare. Quando ho guidato per la prima volta la mia Alfetta l'ho anche sentita.
Ebbene è lo spirito ALFA, il cuore Alfa.
Quello non esiste più.
Per sentire la voce della 147 Selespeed ho dovuto montare filtro a pannello e terminale Supersprint, ma, francamente l'emozione che ti da l'Alfetta GTV...be' e tutt'altra cosa.
Per chi ha vissuto e guidato le ALFA capisco e condivido che trovi ingiurioso porre sulla stessa pista la Mito e la Giulia GTA con l'aggravante che la Mito arrivi per prima sul traguardo. E' uno spot per i giovani alfisti di domani che non conoscono il passato, i puristi del marchio non si lasciano infinocchiare.
Le Alfa di oggi sono molto belle. La 147 la trovo ancora oggi molto bella ed attuale; la 159 straordinaria, ha una linea, un design, impareggiabili.
Però all'Alfa di oggi le manca qualcosa, il Cuore. Quell'insieme di emozioni, quell'irrazionale palpitare che ti entra nell'anima e ti fa capire anche con quale passione e impegno il marchio, e per esso ai suoi uomini (Luraghi, Satta Puliga, Busso ecc.), lavorassero.
Quel "quid" che non avranno mai altre marche.
Susate se mi sono dilungato, mutuando lo spot Alfa dico solo che sono un'Alfista di ieri, per quelli di oggi e di domani e sicuramente anche per gli attuali manager e progettisti, li inviterei a fare un giro sulle mitiche che ho elencato.
Grazie.