Museo di Arese: quale destino?

per carità, solo un racconto ma...

Un racconto, anzi un sogno che non ha alcun riferimento con persone o fatti realmente esistenti.

Vedo una bella raccolta di francobolli , da qualche parte nel mondo, messa da parte da un gruppo di appassionati che possiede - fra l'altro - anche altre fabbriche di marmellata.
Poi vedo che decidono di vendere i pezzi pregiati ai privati, perchè le altre loro fabbriche di marmellata sono in crisi.
La gente è a dieta, preferisce i prodotti senza zucchero...e loro senza zucchero proprio non ci riescono a lavorare.

I francobolli sono pezzi raccolti e pagati - alle volte anche sostenuti da aiuti pubblici alla cultura - magari.

In questo sogno però, succede che qualcuno - anzichè vendere - sotto sotto SVENDE dei pezzi pregiati, per vie traverse, ai soliti noti con tanto di contro regalie in parallelo.
Se ne accorge qualche giornalista magari , embè?
Un poco di clamore... e intanto il francobollo XYZ prima emissione del 1953 qualcuno se l'è messo già in quadro per 5000 dollari.
E rivenduto a 25.000 in Giappone.
Il sogno finisce qua. E' solo un sogno, fantasie.
Ma comunque teniamo gli occhi bene aperti!!!!
 
Ho trovato un articolo di ieri di corriere.it che tratta delle sorti del Museo e dell'Alfa in generale; non sto ad aprire un altro 3d sul Museo di Arese perchè mi sembra inutile visto che esiste già questo, ma mi permetto di modificarne un pelo il titolo per aggiornare e, se volete, riprendere la discussione.
( http://milano.corriere.it/milano/notizi ... 3552.shtml )

'Saltato il piano di lottizzazione, si riapre il dibattito sul recupero dell'ex fabbrica
Museo Alfa, ora si pensa al vincolo e il sindaco apre alla Volkswagen
Fornaro (Pdl): più lavoro se torna l'auto. Stampa tedesca in visita nell'area di Arese

MILANO - Questione di giorni. Forse di ore. Entro lunedì prossimo, 31 gennaio, la Soprintendenza regionale per i beni ambientali dirà la sua sul museo Alfa Romeo di Arese. Le 130 auto esposte (e le altrettante nei sotterranei) potrebbero essere vincolate insieme con l'edificio che le ospita. Il procedimento è partito nel giugno scorso su istanza del Comune di Arese. In questi sei mesi le voci di un interesse di Volkswagen sull'area hanno man mano acquistato concretezza. A dicembre diverse delegazioni arrivate dalla Germania hanno visitato il sito. Per ultimi sono comparsi, venerdì scorso, alcuni giornalisti di Autobild, il Quattroruote tedesco. Ora la concreta possibilità che l'ultimo simbolo Alfa Romeo presente sull'area venga legato in maniera indissolubile al suo territorio fa sognare gli alfisti. Oltre a chi spera in un rilancio della zona che non spezzi il filo rosso di una storia fatta di motori e carrozzerie.
«Se speriamo che arrivino i tedeschi? Certo, magari! - dice il sindaco di Arese, Gianluigi Fornaro, Pdl -. Di sicuro qui ci sarebbe più lavoro. Quantomeno il centro stile che nel 2009 è emigrato a Torino tornerebbe nella sua sede naturale». Ma come si può essere certi che i tedeschi valorizzerebbero il marchio nella sua terra natale? «Ci sono ragioni più che valide per pensarlo - continua Fornaro -. Basti guardare a come Volkswagen ha rilanciato la Lamborghini senza sradicarla dal suo territorio. Mentre Fiat ha lasciato solo ruderi».
Dal canto suo l'azienda torinese in questi mesi si è opposta con determinazione al vincolo. Se la decisione della Soprintendenza andasse verso la tutela delle auto e dell'edificio che le contiene, c'è la concreta possibilità di un ricorso che potrebbe essere doppio: al Tar e al ministero dei Beni culturali. Tra le novità da segnalare anche l'insediamento, giovedì scorso, del tavolo tecnico per la definizione di un nuovo accordo di programma sull'area. Dopo la bocciatura del Comune di Rho, il progetto precedente (che prevedeva la trasformazione di parte dell'area da industriale a commerciale e residenziale) è stato cancellato con un colpo di spugna. Si ricomincia da capo. «Tutto ciò non fa che agevolare il progetto Volkswagen - fa notare il sindaco di Arese -. Se la casa tedesca fosse pronta a rilevare l'area la destinazione d'uso sarebbe già quella giusta».
Certo è che il prossimo aprile scade la cassa integrazione per gli ultimi 160 tra tute blu e impiegati Fiat Auto e Power Train presenti nel sito. «Nell'ultima riunione Fiat ci ha prospettato la possibilità di un loro trasferimento a Torino», dice Maria Sciancati, segretario generale della Fiom-Cgil di Milano. Tornando alle auto del museo, stimare il valore presente è impossibile. Un museo americano avrebbe offerto venti milioni di euro soltanto per l'Alfa 158 che alla guida di Nino Farina vinse il primo Gran premio nel 1950. Nell'insieme si parla di centinaia di milioni di euro. D'altra parte qui ci sono le auto che fecero dire a Henry Ford: «Quando passa un'Alfa Romeo mi tolgo il cappello»'.
 
denny1977":o82dhwru ha detto:
Tornando alle auto del museo, stimare il valore presente è impossibile. Un museo americano avrebbe offerto venti milioni di euro soltanto per l'Alfa 158 che alla guida di Nino Farina vinse il primo Gran premio nel 1950. Nell'insieme si parla di centinaia di milioni di euro.

sono certo che fiat le svenderebbe a qualche centinaia di migliaia di euro :asd) :asd) :asd)
 
ADAN":cz68lyl0 ha detto:
ADAN":cz68lyl0 ha detto:
Incredibile... :?: anche Autoblog ne ha parlato. :scratch)
http://www.autoblog.it/post/31470/museo ... -vincolato

e han fatto un nuovo post... :?:
http://www.autoblog.it/post/31509/museo ... co-fornaro

AlfaMatte":cz68lyl0 ha detto:

Anche Quattroruote ne parla:
http://www.quattroruote.it/notizie/even ... il-vincolo
 
Vorrei tanto sapere come i fan di Marchionne giustificano l'opposizione Fiat a questa cosa...Ora voi ditemi come si può essere contrari e guidare un'Alfa allo stesso tempo....
 
Stamattina ho trovato questa news sul sito di Quattroruote, che è di ieri (non so se sia già stata postata, ma non mi sembra):

http://www.quattroruote.it/notizie/costume/museo-alfa-romeo-chiuso-per-manutenzione

Riporto il testo:

"Alla portineria, lunedì pomeriggio, i guardiani sono stati perentori: "Il Museo Alfa Romeo è chiuso per lavori. Non sappiamo quando riaprirà". La collezione, che finora era rimasta aperta, seppure solo nei giorni lavorativi e in orario d'ufficio, lunedì scorso ha chiuso i battenti.

Conferma da Torino. Hanno dovuto rinunciare alla visita persino due turisti argentini, spinti da Buenos Aires fino ad Arese dall'inguaribile amore per il Biscione. La notizia è rimbalzata subito tra i tanti appassionati e i sostenitori del Museo, da tempo mobilitati per la sua tutela. Da Torino confermano: "Da questa settimana il Museo è chiuso per interventi di manutenzione", senza precisare per quanto tempo.

Ricorso. Intanto, resta aperta la vicenda relativa al vincolo sul Museo: la Soprintendenza ai Beni Culturali della Lombardia ha confermato nelle scorse settimane il vincolo sulla collezione, sull'archivio e sugli edifici che li ospitano. Alla proprietà, ora, resta la facoltà di presentare un ultimo ricorso al Tar della Lombardia oppure direttamente al ministero dei Beni Culturali."


E' vera manutenzione o è una mossa di Fiat in risposta al vincolo sul Museo?
 
Capisco chi si agita. Ma credo che l'agitazione porti a poco. Le "trattative" si devono fare quando possibile con un clima sereno e civile se a qualcosa si deve addivenire.
Ufficialmente è per lavori. I sospetti "diversi" son leciti ma da indirizzare a chi ha un chiaro compito di controllo previsto dalla normativa. Anche perché è la norma che, alle brutte, conta.
 
Stasera su italia 1 su xxl fanno uno speciale sul museo di arese. Comunque è uno schifo, chiuso da un mese per lavori che nemmeno sono mai cominciati :KO)
 
I lavori non son cominciati no, per i lavori si deve concordare e chiedere autorizzazione alla Direzione Regionale dei Beni Culturali.
Peraltro, come previsto dal vincolo, l'azienda ha chiesto l'autorizzazione a "muovere" delle auto, autorizzazione che chiaramente la Direzione Regionale ha concesso.
Per cui al netto delle "incazzature" e "agitazioni" molto comprensibili perchè teniamo al Museo in modo molto appassionato, non è che ci sia chissà che di strano o nuovo o che faccia gridare (parlo di cose concrete) allo scandalo o allo "smembramento" come ho letto da qualche parte.
Forse bisognerebbe anche pensare di più al fatto che, piaccia o meno, l'azienda che attualmente ha ben altre beghe che considera più importanti non è che non ci dorma la notte per consentire una rapidissima riapertura del Museo.
E non è che agitarsi sia equivalente a essere "più attenti".....
 
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