Museo di Arese: quale destino?

A torino abbiamo il museo dell'automobile fresco fresco di restauro, ci starebbero bene tutte quelle alfa :D
 
secci":u1yosglg ha detto:
Il FUSI":u1yosglg ha detto:
Ora aspettiamoci la ripicca.... Si è vero, son di quelli mai contenti perchè chi si ferma è perduto....

altro risvolto della (credo medesima) medaglia credo possa essere di attendere -effettivamente- cosa accade, quindi oltre i (sia chairo benvenuti) comunicati stampa/politici ... in certi frangenti ed ambienti nfatti, le situazioni mutano, spesso drasticamante, assai velocemente

Sono assolutamente daccordo.
 
questa e' una gran bella notizia...il museo non si tocca...almeno la storia deve restare a dimostrazione di quello che e' stata Alfa Romeo....
 
Sono contento per la notizia. :)

Quasi quasi, per festeggiare il fatto che il Museo non verrà chiuso e/o spostato se riesco domani mi prendo un giorno di ferie e vado a visitarlo. ;)
 
Per quel che mi riguarda il Museo "è la linea del Piave di ogni Alfista", non bisogna arretrare di 1 millimetro.
Buona notizia, ora si insista. :nod)
 
Ohhh finalmente una bella notizia per noi Alfisti dove possiamo ancora respirare aria Alfa Romeo(anche se tutto quello che c'e attorno sigh.. ma almeno il museo è salvo) :nod) :)
 
Una gran bella notizia.

Prima di brindare aspetterei il decreto del 'CdM' sperando che sia solo, come recita la notizia, una formalità.

E' chiaro che la Fiat si giocherà tutte le sue carte (false) per impedirlo e cancellare la storia di un marchio, che nei fatti ha in parte già offuscato e cancellato.

Il voler trasferire il museo Alfa a Torino avrebbe voluto dire la perdita di un immenso patrimonio storico non solo per gli 'Alfisti' ma per tutti gli appassionati d'auto. Nel malaugurato caso di un trasferimento, tra una ventina d'anni, il museo avrebbe contenuto solo auto come la 155, la Mito, la Giulietta (accanto ad auto 'storiche' come la Tempra, la GPunto e la Bravo): in poche parole il meglio - secondo Fiat - della produzione Alfa Romeo.

Ma che si trasferiscano in Canada (e che le loro idee li seguano)!!!
 
Ste87Rim":22dd8pcy ha detto:
Per quel che mi riguarda il Museo "è la linea del Piave di ogni Alfista", non bisogna arretrare di 1 millimetro.
Buona notizia, ora si insista. :nod)
[youtube]3qINFLOl39w[/youtube]

buona notizia certo che ora servirebbe un po di ristrutturazione
 
A cominciare dal titolo del topic. La parola addio è superata alla luce delle ultime notizie. Oppure si potrebbe aggiungere addio "di Fiat allo smembramento del" Museo di Arese. Insomma, così com'è, il titolo non va più bene.
 
squalettoge":27t7yrnt ha detto:
Ste87Rim":27t7yrnt ha detto:
Per quel che mi riguarda il Museo "è la linea del Piave di ogni Alfista", non bisogna arretrare di 1 millimetro.
Buona notizia, ora si insista. :nod)
[youtube]3qINFLOl39w[/youtube]

buona notizia certo che ora servirebbe un po di ristrutturazione


:asd) :asd) :asd)

E ricordate se finite le munizioni lanciate una stampella... :asd) :asd)
...pardon il krik :asd) :asd)
 
Il FUSI":3q6v3gy5 ha detto:
Ad ogni modo su altro canali non cambiano la
loro idea. Alfisti chiude come vi preannunciai mesi fa. Prosit.

non ne sentiremo la mancanza.
 
Il FUSI":m0q27cap ha detto:
Ad ogni modo su altro canali non cambiano la
loro idea. Alfisti chiude come vi preannunciai mesi fa. Prosit.

Non mi cambia la vita se il museo resta o lo chiudono.

Al punto in cui siamo il museo sarebbe solo una presa per i fondelli.
 
Ste87Rim":1i40s9k6 ha detto:
squalettoge":1i40s9k6 ha detto:
Ste87Rim":1i40s9k6 ha detto:
Per quel che mi riguarda il Museo "è la linea del Piave di ogni Alfista", non bisogna arretrare di 1 millimetro.
Buona notizia, ora si insista. :nod)

buona notizia certo che ora servirebbe un po di ristrutturazione


:asd) :asd) :asd)

E ricordate se finite le munizioni lanciate una stampella... :asd) :asd)
...pardon il krik :asd) :asd)

[youtube]3J0_qAmKeaU[/youtube]

A proposito di Piave...
 
Il museo dell'Alfa Romeo "patrimonio culturale"

Il museo dell’Alfa Romeo «patrimonio culturale»
Sarà posto sotto tutela dalla Soprintendenza. Stimare il valore presente è impossibile: centinaia di milioni. Sono più di 100 le auto in mostra che hanno fatto la storia del marchio del Biscione

La mitica 8c 2300 che nel '31, guidata da Nuvolari, vinse il Gp d'Italia (Fotogramma)

Non toccate le Alfa. Il museo del Biscione che si trova ad Arese si avvia a diventare bene storico e culturale e, come tale, viene messo sotto tutela dalla Soprintendenza. Motivazione: «La straordinaria importanza della raccolta di automobili del museo e del suo archivio storico». Sotto vincolo anche lo stabile del centro direzionale, «parte integrante e inscindibile rispetto ai beni in esso contenuti». Nonostante sia conosciuto solo ad appassionati e addetti ai lavori, quello di Arese è uno dei maggiori musei al mondo in ambito motoristico. D’altra parte la storia dell’Alfa—di cui si è celebrato il centenario il 24 giugno scorso—è la storia dell’auto. L’esposizione si trova a pochi minuti dall’uscita Arese dell’Autolaghi. Rade indicazioni conducono alle palazzine del centro direzionale: l’ultimo avamposto abitato nella landa sconfinata dei due milioni di metri quadrati e oltre che una volta ospitavano la città-fabbrica del Biscione.

Il museo dell'Alfa Romeo

Quello che si vede all’interno (130 le vetture in esposizione) è solo una minima parte del patrimonio inestimabile del museo. Il resto si trova nel garage caveau sotterraneo. Qui ci sono le auto che fecero dire a Henry Ford: «Quando passa un’Alfa Romeo mi tolgo il cappello». E a Enzo Ferrari: «All’Alfa sanno fare i guanti alle mosche». Custoditi negli archivi l’atto notarile di fondazione dell’azienda, del giugno 1910, e le lettere che Mussolini, alfista della primora, inviava a Nicola Romeo per ordinargli di vincere.

All’interno niente aria condizionata e lay out spartano. Non c’è l’ombra di un bar e tantomeno di un punto vendita con gadget e documentazione per gli appassionati. L’ingresso è gratuito, dal lunedì al venerdì. Stimare il valore presente è impossibile. Si parla di centinaia di milioni di euro. Un museo americano avrebbe offerto ventimilioni di euro soltanto per l’Alfa 158 che alla guida di Nino Farina vinse il primo Gran Premio nel 1950. Dodicimila i visitatori nell’ultimo anno, in gran parte stranieri. Basta dare un’occhiata al registro degli ingressi di giornata: gli italiani sono una rarità, c’è gente che arriva da tutto il mondo, dalla Russia agli Stati Uniti, dall’Australia alla Finlandia.

«Siamo stati noi di Arese a chiedere alla Soprintendenza di vincolare il museo—rivendica al telefono il sindaco della cittadina alle porte di Milano, Gianluigi Fornaro, Pdl —. L’azienda ci ha già portato via il lavoro, temevamo che da un giorno all’altro questo patrimonio storico del nostro territorio venisse a sparire». Tra i ruderi della fabbrica che fu, si vocifera che negli ultimi anni Fiat abbia meditato il passo indietro rispetto al rilancio del museo promesso negli anni scorsi. L’azienda aveva ottenuto l’autorizzazione per costruire persino un albergo vicino al centro direzionale. Oggi il quartier generale di Torino non si mostra indispettito per il provvedimento della soprintendenza. Al contrario, Fiat parla di «soddisfazione per una bell’esempio di collaborazione pubblico-privato nell’interesse del museo».

Il procedimento avviato dalla Soprintendenza si concluderà entro la fine di gennaio. Eventuali osservazioni dovranno essere presentate dalla proprietà entro 140 giorni dalla comunicazione e quindi entro la fine di novembre. In base all’accordo di programma sull’area che a settembre sarà firmato — salvo colpi di scena — dal presidente della Regione oltre che dai sindaci di Lainate, Rho e Arese, a due passi dal museo sorgerà il centro commerciale più grande d’Europa. E villette, servizi, uffici. Riuscirà Milano a salvaguardare quel che resta di un pezzo glorioso della sua storia?

Rita Querzé
26 luglio 2010
(Corriere della Sera)
 
Top