...ma io DICO

favorevoli ai DICO ?

  • Voti: 0 0.0%
  • No

    Voti: 0 0.0%
  • Non so

    Voti: 0 0.0%

  • Votatori totali
    0
...è tanto bello parlare dei problemi della società escludendo la politica...è accresce il bagaglio culturale... :OK)
 
Vespa 2":7rt8t9b2 ha detto:
erikuzza":7rt8t9b2 ha detto:
Educazione sociale che consiste in???

Prova ad immaginare all'Italia (o al mondo) come ad un enorme formichiere..Dove ogni piccola formica lavora ed opera per il bene comune della società nella quale vive..
L'aiuta a crescere demograficamente..
Lavora per essa..
La protegge..
Ed insegna a quelli che vengono dopo di lei come fare..

Per insegnamento sociale intendo quegli atteggiamenti atti a portare un messaggio positivo alla società nella quale viviamo..
E non solo per soddisfare il proprio ego od il proprio eros..

Tutto ciò prescinde dall'orientamento sessuale delle persone. Tutti abbiamo atteggiamenti atti a portare messaggi positivi alla società nella quale viviamo.

Vespa 2":7rt8t9b2 ha detto:
erikuzza":7rt8t9b2 ha detto:
Quali sarebbero questi diritti morali?

L'adozione dei figli..Ad esempio..
Il matrimonio in Chiesa..Altro esempio..

:nod)

L'adozione dei figli e il matrimonio in Chiesa sono dei diritti morali? Forse c'è un uso improprio dei termini, io non li vedo dei diritti morali, magari dei diritti si.
 
InterNik":2zvvohb7 ha detto:
Diabolik":2zvvohb7 ha detto:
InterNik":2zvvohb7 ha detto:
Per il resto (eredità, concorso per le case popolari etc) tutto uguale.

tutto uguale anchel'obbligo di convivenza, di reciproco sostegno, ecc ecc il resto della lista di doveri imposti dal matrimonio

allora forse potre anche essere d'accordo

e comunque i dico, per come sono stati presentati, sono più mirati alle coppie di fatto "normali" che a quelle omo
Ahem... non credo proprio... penso sia una sorta di "cavallo di troia" per introdurre l'omo.

E' inutile girarci intorno: per le coppie etero non ha senso un DICO con i medesimi pregi e difetti del matrimonio: basta sposarsi :ka)

Quindi a mio modestissimo parere è solo il problema "omo" ad essere sentito.

Pienamente d'accordo!! :OK)
 
Potremmo star a discutere per giorni senza mai arrivare ad una conclusione logica....

Cmq a me sembra che, anche a causa della chiesa (o meriti!!!), stiano nascendo delle ghettizzazioni...

I giusti: (etero sposati in chiesa al max in Comune) sono a posto con la società e con il clero.
I ghettizzati: i poveri fessi conviventi che credono che ci sia ancora democrazia e sperano che le idee bigotte possano essere sorpassate.
Per non parlare poi degli omosessuali che, se fosse possibile, sarebbero messi alla gogna.

Per favore...stiamo tornando indietro di 50 anni!!!!!!
 
InterNik":2bzo9ekb ha detto:
E' inutile girarci intorno: per le coppie etero non ha senso un DICO con i medesimi pregi e difetti del matrimonio: basta sposarsi :ka)

Ok...
ma se io convivo e non mi voglio sposare (per motivi miei) e magari ho pure un figlio???? Perchè non avere gli stessi diritti di due sposati!!!
Allora sono costretto a sposarmi...ergo non è democrazia...
Su ragazzi, almeno cerchiamo di concordare su un fatto: siamo costretti a sottostare a leggi e leggine che, x un motivo o x un altro, non funzionano. E questo ne è solo un esempio... ahinoi!

Il post di thranduil sarebbe da stampare, portare in copisteria e iniziare un'attività di volantinaggio... in poche righe ha espresso un pensiero che non fa una piega (a mio avviso, eh?!) :OK)
 
boniak":33g0omdf ha detto:
A conti fatti e detto alla buona con i DICO una coppia omosessuale si prende i diritti ma non i doveri

Fantastico! Allora mettiamo da parte i DICO e proponiamo un vero e proprio matrimonio omosessuale (civile), con tutti i crismi del matrimonio propriamente detto. Magari non chiamiamolo "matrimonio", perché altrimenti i fanatici di etimologia vanno su tutte le furie, ma troviamo una forma civile di riconoscimento effettivo e legale di tutti i diritti e i DOVERI anche per le coppie omosessuali che chiedono di essere riconosciute dallo Stato.

Che ne dici?
 
exch55":6skgtlya ha detto:
InterNik":6skgtlya ha detto:
E' inutile girarci intorno: per le coppie etero non ha senso un DICO con i medesimi pregi e difetti del matrimonio: basta sposarsi :ka)

Ok...
ma se io convivo e non mi voglio sposare (per motivi miei) e magari ho pure un figlio???? Perchè non avere gli stessi diritti di due sposati!!!
Allora sono costretto a sposarmi...ergo non è democrazia...
Su ragazzi, almeno cerchiamo di concordare su un fatto: siamo costretti a sottostare a leggi e leggine che, x un motivo o x un altro, non funzionano. E questo ne è solo un esempio... ahinoi!

Il post di thranduil sarebbe da stampare, portare in copisteria e iniziare un'attività di volantinaggio... in poche righe ha espresso un pensiero che non fa una piega (a mio avviso, eh?!) :OK)

Spiegatemi (non riesco a capire) perchè uno che convive da tempo e ha figli non dovrebbe sentire il desiderio di voler sposarsi almeno solo in comune? :confusbig)
 
facciamo chiarezza...

DICO è una sigla che significa "DIritti e doveri delle persone stabilmente COnviventi" e viene riferita comunemente al disegno di legge finalizzato al riconoscimento nell'ordinamento giuridico italiano di taluni diritti e doveri discendenti dai rapporti di "convivenza" registrati: l'iter legislativo è in corso.


Chi potrebbe utilizzare i DICO

Potrebbero beneficiare degli effetti del disegno di legge, qualora approvato dalle Camere, i conviventi ovvero «due persone maggiorenni, anche dello stesso sesso, unite da reciproci vincoli affettivi, che convivono stabilmente e si prestano assistenza e solidarietà materiale e morale, non legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, affiliazione, tutela.».

Il riconoscimento

Il disegno di legge è finalizzato al riconoscimento giuridico alle "convivenze" che verranno iscritte nei registri anagrafici di ogni comune, con il conseguente riconoscimento di taluni diritti e doveri a seconda della rispettiva durata della convivenza:

* dopo tre anni, vengono riconosciuti i diritti e le tutele del lavoro;
* dopo nove anni, sono riconosciuti i diritti di successione.

Diritti previsti e loro fruibilità

I diritti immediatamente fruibili nell'attuale proposta sono:

* Decisioni in materia di salute e in caso di morte - ciascun convivente può designare l'altro quale suo rappresentante: a) in caso di malattia che comporta incapacità di intendere e volere, nei limiti previsti dalle disposizioni vigenti, per quanto attiene alle decisioni in materia di salute; b) in caso di morte, per quanto riguarda la donazione di organi, le modalità di trattamento del corpo e le celebrazioni funerarie, nei limiti previsti dalle disposizioni vigenti. E la designazione è effettuata mediante atto scritto e autografo; in caso di impossibilità a redigerlo, viene formato un processo verbale alla presenza di tre testimoni, che lo sottoscrivono.

* Permesso di soggiorno - si consente al convivente straniero (comunitario e extracomunitario) che è già legalmente in Italia per altri motivi (ad es. turistici) di ottenere il permesso di soggiorno per ragioni affettive.

* Alloggi di edilizia pubblica - la materia rientra nelle competenze regionali; varie regioni stanno già introducendo punteggi aggiuntivi per i conviventi. La norma di principio introduce un vincolo per tutte le Regioni, un livello essenziale dei diritti, le modalità sono scelte dalle Regioni.

* Utili di impresa - il convivente partecipa agli utili dell'impresa dell'altro convivente, come avevano riconosciuto i giudici, ma solo recentemente.

* Tassa di successione - oggi per il convivente è fissata all'8%, scende al 5% .

I diritti fruibili dopo un determinato periodo di tempo sono:

* Contratto di locazione - in caso di morte di uno dei conviventi, che sia conduttore nel contratto di locazione della comune abitazione, l'altro convivente può succedergli nel contratto, purché la convivenza perduri da almeno tre anni ovvero vi siano figli comuni. La disposizione si applica anche nel caso di cessazione della convivenza nei confronti del convivente che intenda subentrare nel rapporto di locazione.

* Agevolazioni in materia di lavoro con tre anni di convivenza sono facilitati trasferimenti e assegnazioni di sede dei conviventi.

* Trattamenti previdenziali e pensionistici - questo diritto verrà regolamentato dalla prossima riforma delle pensioni, con l'intenzione del legislatore di garantire diritti soprattutto a favore dei conviventi più deboli.

* Diritti di successione - con nove anni di convivenza, fatti salvi i diritti dei cosiddetti legittimari (quelli i cui diritti sono comunque intangibili) al convivente spettano i diritti di abitazione nella casa adibita a residenza della convivenza e di uso sui mobili che la corredano, se di proprietà del defunto o comuni. Quando si fa testamento non cambia nulla rispetto ad oggi; si può disporre liberamente, salvi i diritti intangibili dei riservatari (la cosiddetta riserva, dove invece il convivente non è ricompreso). Quando manca il testamento, il convivente ha dei diritti ereditari significativi ma non del tutto equivalenti al coniuge.) Sicché accade che il convivente ha diritto a:

1. un terzo dell'eredità, se concorre un solo figlio;
2. un quarto dell'eredità, se concorrono due o più figli;
3. metà in caso di concorso con ascendenti legittimi (genitori o nonni) o con fratelli e sorelle;
4. tutta l'eredità in mancanza di figli, di ascendenti (genitori o nonni), di fratelli o sorelle e, in assenza di altri parenti entro il terzo grado.

Doveri previsti

* Autocertificazione - Il primo dovere nasce dalla scelta stessa di due persone, anche dello stesso sesso, di regolare il loro vincolo affettivo con un DICO, e si sostanzia quindi nell'obbligo di prestarsi reciproca assistenza e solidarietà materiale e morale.

* Obbligo alimentare - L'assegno alimentare qui disciplinato vuole garantire al soggetto in situazioni di disagio economico, che verosimilmente ha prestato affidamento sul perdurare della convivenza, un sostegno economico di sopravvivenza «per un periodo determinato in proporzione alla durata della convivenza» sempre che la convivenza duri da almeno tre anni. L'assegno pertanto risponde a ragioni meramente solidaristiche ed è assimilabile a quello pure previsto a carico dei congiunti (ascendenti, discendenti etc.). L'obbligo alimentare invece non può essere assimilato a quello che grava sul divorziato che deve invece sempre mantenere per l'ex coniuge il tenore di vita precedente.

* Effetto retroattivo - La legge avrà effetto retroattivo e i conviventi avranno nove mesi per mettersi in regola.
 
MAD147":yurltek2 ha detto:
Ho detto un'inesattezza. Il diritto di famiglia codificato nel 42 prevedeva un trattamento deteriore verso i figli nati fuori dal matrimonio rispetto a quelli "legittimi". Con la riforma del 75 le cose son cambiate. Chiedo venia

Il Codice Civile del 1942 determinava una situazione di vera e propria inferiorità giuridica dei figli naturali.
La Costituzione, invece, non solo garantisce ai figli naturali il diritto di essere mantenuti, istruiti e educati dai loro genitori, ma impone anche alle leggi di assicurare loro una tutela compatibile con quella della famiglia legittima.
La legge di riforma del Diritto di famiglia si è così adeguata a queste direttive costituzionali e ha eliminato ogni discriminazione di ordine patrimoniale tra figli naturali e legittimi.
Sono state mantenute solo alcune limitazioni, al fine di evitare che la tutela di alcuni interessi dei figli naturali possa creare conflitti all'interno della famiglia legittima. Ad esempio, la famiglia legittima ha il diritto di rifiutare di convivere con il figlio naturale di uno dei coniugi.
La situazione dei figli nati fuori dal matrimonio si diversifica poiché questi ultimi non hanno rapporti “giuridici” nei confronti dei parenti del loro genitore, a eccezione degli ascendenti, cioè nonni e bisnonni. Ciò significa, ad esempio, che non acquisiscono legalmente zii o cugini.
Tra figlio e genitore naturale nasce l'obbligo reciproco degli alimenti (art. 433 Cod. Civ.). Per tutte le questioni patrimoniali ed ereditarie, invece, il figlio naturale riconosciuto si trova nella stessa situazione del figlio legittimo (con l'unica differenza che non acquisisce nessun diritto nei confronti dei parenti del genitore, tranne che verso gli ascendenti diretti).
Il riconoscimento dei figli naturali si attua con la solenne dichiarazione di riconoscere una certa persona quale proprio figlio naturale e vale solo per il genitore che la rilascia. In altre parole, il riconoscimento di uno dei genitori è del tutto autonomo da quello dell'altro e la dichiarazione è detta solenne perché deve essere fatta di fronte a un pubblico ufficiale (Ufficiale di Stato civile, Giudice tutelare, Notaio) oppure contenuta in un testamento.
Se il riconoscimento avviene quando il figlio ha già compiuto 16 anni, è necessario il consenso di quest'ultimo. Per poter riconoscere legalmente un figlio bisogna avere almeno 16 anni. Se entrambi i genitori sono minori di sedici anni il figlio, non potendo essere riconosciuto, si trova nella condizione di dover essere temporaneamente affidato ad altri. Ciò non comporta necessariamente l'allontanamento dai genitori: spesso infatti viene affidato ai nonni o ad altri parenti stretti.
La potestà sul figlio naturale riconosciuto viene esercitata da entrambi i genitori, se entrambi lo hanno riconosciuto e sono conviventi; dal genitore che convive con il figlio, anche se è stato riconosciuto sia dal padre che dalla madre e dal genitore che lo ha riconosciuto per primo, se nessuno dei due genitori convive con il figlio.
Per quanto riguarda il cognome, la legge si regola così: se viene riconosciuto contemporaneamente da entrambi, prende il cognome del padre (per uniformità con le regole della famiglia legittima); Se viene riconosciuto solo dal padre, prende il suo cognome; se viene riconosciuto solo dalla madre, prende il cognome di lei; se dopo essere stato riconosciuto dalla madre viene riconosciuto anche dal padre, sarà il Tribunale per i minorenni a stabilire se il figlio deve portare il cognome del padre, della madre o di entrambi (art. 262 Cod. Civ.).
 
RainbowTN":2dkbu7i4 ha detto:
Vespa 2":2dkbu7i4 ha detto:
una famiglia omosessuale non potrà mai avere gli stessi diritti etici e morali di una famiglia nata per far crescere il nostro paese..

Secondo te un paese "cresce" solo attraverso l'aumento delle nascite?
E poi, per incentivare le coppie a fare figli non serve impedire ad altre coppie di avere gli stessi diritti di quelle sposate. Non sono certo le coppie gay che impediscono alle coppie etero di fare figli. Semmai è una politica sbagliata, è uno Stato nel quale crescere un figlio ormai costa una fortuna e rende sempre più difficile la vita ai potenziali genitori.
Io credo che un paese "cresca" liberandosi di certe idee medievali (tipiche della Chiesa Cattolica)...

allora, se io (ipotesi) sposato con moglie e figli ho diritto a certi incentivi economici da parte dello stato e danno certi incentivi (lasciamo stare i figli ovvio) alle coppie omosessuali, mi viene da chiedere: ma lo Stato i soldi in meno che prende dove li va poi a recuperare? Se poi ogni anno si stanziano tot soldi per gli sgravi alle famiglie e si includono anche quelle omosessuali significa in automatico che a me (tornando all'ipotesi) arrivano meno benefici. Quindi se già così sono restìo a tirar su famiglia (tra casa e mantenimento figli) ho delle agevolazioni in meno ancora o favore di chi a livello di procreazione non offrirà nulla (per ovvi motivi naturali). Quindi si diminuirà ancora il numero di nascite (già abbastanza in deficit) del paese. imho.
 
exch55":1cwizbib ha detto:
InterNik":1cwizbib ha detto:
E' inutile girarci intorno: per le coppie etero non ha senso un DICO con i medesimi pregi e difetti del matrimonio: basta sposarsi :ka)

Ok...
ma se io convivo e non mi voglio sposare (per motivi miei) e magari ho pure un figlio???? Perchè non avere gli stessi diritti di due sposati!!!
Allora sono costretto a sposarmi...ergo non è democrazia...
Su ragazzi, almeno cerchiamo di concordare su un fatto: siamo costretti a sottostare a leggi e leggine che, x un motivo o x un altro, non funzionano. E questo ne è solo un esempio... ahinoi!
Scusa, ma francamento proprio non lo capisco.

Facciamo un minimo di ragionamento razionale.

A fronte di certi DIRITTI devono esserci certi DOVERI.

E fin qui penso che siamo tutti d'accordo.

Se voglio gli stessi diritti di uno sposato, devo avere anche gli stessi doveri.

Altrimenti se ho più diritti (e/o meno doveri) coi DICO, PACS o quant'altro il matrimonio viene ad essere abrogato per legge.

Anche questo mi sembra logico.

Risultato: convivo, ho figli e quant'altro e voglio gli stessi DIRITTI di uno sposato? Benissimo, allora mi devo prendere anche gli stessi DOVERI.

-> e quindi mi sposo.

Se, al contrario, voglio MENO DOVERI dovrò accettare di avere anche MENO DIRITTI, starà a me decidere se quei "diritti in più" valgono "i doveri che mi prendo sul groppone".

Non vedo proprio dove stia il problema :ka)
 
Felix7":m29uu8u3 ha detto:
Spiegatemi (non riesco a capire) perchè uno che convive da tempo e ha figli non dovrebbe sentire il desiderio di voler sposarsi almeno solo in comune? :confusbig)
Te lo spiego facilmente.

Perchè se si lascia, ad esempio, non deve pagare alimenti come normalmente si fa col coniuge.

Nè perde al 99.9% la casa (come accade con coniuge e figlio).

Nè dà all'ex-coniuge il diritto di abitazione A VITA sulla casa coniugale etc.

In pratica tanti saluti e ciao ciao.
;)
 
mostromeccanico":33omss2a ha detto:
Quello che volevo capire con questa discussione è:

Perchè sfavorire per legge delle persone, solo perchè non si sposano come tutti noi?
A noi, comune famiglia sposata, eterosessuale con figli, che ci frega? che ci cambia? I nostri figli cresceranno sempre con noi, come vogliamo noi, i nostri soldi, in caso di morte, andranno sempre al coniuge che abbiamo sposato e amato per tutta la vita.. perchè negare tutto questo anche a due che convivono??

A me pare assurdo, tutto qui mi sembra puro proibizionismo.

quoto in toto :OK)
 
squalettoge":3a3vtvf6 ha detto:
mostromeccanico":3a3vtvf6 ha detto:
Quello che volevo capire con questa discussione è:

Perchè sfavorire per legge delle persone, solo perchè non si sposano come tutti noi?
A noi, comune famiglia sposata, eterosessuale con figli, che ci frega? che ci cambia? I nostri figli cresceranno sempre con noi, come vogliamo noi, i nostri soldi, in caso di morte, andranno sempre al coniuge che abbiamo sposato e amato per tutta la vita.. perchè negare tutto questo anche a due che convivono??

A me pare assurdo, tutto qui mi sembra puro proibizionismo.

quoto in toto :OK)
Il ragionamento è al contrario.

Non si tratta di "sfavorire" qualcuno (chi non si sposa), ma di "favorire" chi lo fa.

Esempio: io non ho casa, mi metto d'accordo con tizio, ci facciamo un bel DICO (o pacs o quello che volete) e ci mettiamo in coda insieme alle coppie sposate e magari pure con figli per l'assegnazione della casa popolare.

Le risorse son poche, i soldi pochissimi, è solo una questione di priorità.

In un mondo "perfetto" si potrebbe dare tutto a tutti, ma coi limiti che abbiamo tocca stabilire a chi dare qualcosa, ed a chi no :nod)
 
InterNik":2u2rf1ym ha detto:
A fronte di certi DIRITTI devono esserci certi DOVERI.
E fin qui penso che siamo tutti d'accordo.
Se voglio gli stessi diritti di uno sposato, devo avere anche gli stessi doveri.
Altrimenti se ho più diritti (e/o meno doveri) coi DICO, PACS o quant'altro il matrimonio viene ad essere abrogato per legge.
Anche questo mi sembra logico.
Risultato: convivo, ho figli e quant'altro e voglio gli stessi DIRITTI di uno sposato? Benissimo, allora mi devo prendere anche gli stessi DOVERI.
-> e quindi mi sposo.
Se, al contrario, voglio MENO DOVERI dovrò accettare di avere anche MENO DIRITTI, starà a me decidere se quei "diritti in più" valgono "i doveri che mi prendo sul groppone".
in linea di massima mi trovo d'accordo con internik;
ho sempre pensato (forse per pigrizia) che il matrimonio sia un "contratto", e chi è pro pacs o dico arroghi i diritti di un compromesso senza volersi prendere la responsabilità, firmandolo.
anche se ultimamente sto pensando ai dico/pacs come dei contratti, forse alternativi, ma pur sempre simili al matrimonio come assicurazioni (quindi "plausibili").
ma personalmente, pur non volendomi sposare, non credo che pretenderei più diritti di quanti ne pretendono due fidanzati.
 
InterNik":1v7lh450 ha detto:
Felix7":1v7lh450 ha detto:
Spiegatemi (non riesco a capire) perchè uno che convive da tempo e ha figli non dovrebbe sentire il desiderio di voler sposarsi almeno solo in comune? :confusbig)
Te lo spiego facilmente.

Perchè se si lascia, ad esempio, non deve pagare alimenti come normalmente si fa col coniuge.

Nè perde al 99.9% la casa (come accade con coniuge e figlio).

Nè dà all'ex-coniuge il diritto di abitazione A VITA sulla casa coniugale etc.

In pratica tanti saluti e ciao ciao.
;)

in effetti erano piccoli particolari che avevo trascurato :asd) i cosiddetti DOVERI! :nod)
 
Top