GRAZIE PRESIDENTE
Alcuni commenti.. (da inter.it)
NAPOLITANO: "UN SIMBOLO DELLO SPORT ITALIANO"
ROMA (ANSA) - "Partecipo commosso al profondo dolore della famiglia per la morte di Giacinto Facchetti, uno dei maggiori protagonisti della storia dello sport italiano. Resta di esempio per le nuove generazioni l'attaccamento ai valori di lealtà e di agonismo che hanno fatto di lui un grande campione e manager". Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio alla famiglia Facchetti. "Simbolo dello sport italiano - aggiunge il capo dello Stato - ha saputo dimostrare nel corso della sua lunga carriera non soltanto le doti tecniche di calciatore ma anche la correttezza, la compostezza e la professionalità come dirigente. La morte di Facchetti - si conclude il messaggio di Naolitano - rappresenta una grave perdita per il calcio e per lo sport italiano".
L'UEFA PIANGE IL 'GRANDE CAMPIONE'
NYON - (Adnkronos) - Attraverso una nota apparsa nella prima pagina del suo sito internet, la Uefa piange la scomparsa del ''Grande Facchetti'', ''capitano dell'Italia nella finale di coppa del mondo del 1970 contro il Brasile''. La Uefa ricorda, tra l'altro, anche il ''ruolo chiave'' ricoperto da Giacinto Facchetti nella Grande Inter del 1964 e 1965, per due volte consecutive campione d'Europa.
J.ZANETTI: "GIACINTO CI MANCHERA' TANTISSIMO"
"C'è un immenso dolore da parte di tutti noi e da parte di tutta la famiglia nerazzurra. Giacinto ci mancherà moltissimo perché era una persona straordinaria, un essere umano molto molto buono, in tutti i sensi. Ha fatto parte e farà sempre parte della storia dell'Inter. Oggi è un giorno molto triste anche perché lui è sempre stato vicino a noi, vicino a tutti. Ripeto: Giacinto ci mancherà tantissimo".
PETRUCCI: "LO SPORT PERDE UN GRANDE CAPITANO"
ROMA (ANSA) - "Il mondo dello sport piange oggi uno dei suoi 'Grandi Capitani', che per lunghi e gloriosi anni è stato l'emblema della nostra nazionale di calcio". Così il presidente del Coni, Gianni Petrucci, ricorda il campione nerazzurro morto oggi a 64 anni. "Con Facchetti si ammaina un'autentica bandiera dell'Italia calcistica risorta - continua ancora Petrucci -, quella che trionfò ai Campionati Europei del 1968 in Italia e quella che ci emozionò, nella memorabile avventura dei Campionati Mondiali del 1970 in Messico con il secondo posto. Facchetti è stato un campione in campo e fuori. Esemplare da giocatore come in seguito lo è stato da dirigente sportivo, ha impersonificato i più puri valori dello sport ispirati ad una rigida condotta morale. Tutto il mondo dello sport, che da oggi si sente più povero, si stringe intorno alla sua famiglia e all'Inter, nel ricordo delle sue imprese e di quegli autentici valori etici e di umanità che ha sempre trasmesso, con il suo esempio, a milioni di giovani italiani".
GUIDO ROSSI: "UOMO DI DIRITTURA MORALE ESEMPLARE"
ROMA (ANSA) - Un uomo "di dirittura morale esemplare". Così la Federcalcio attraverso le parole del commissario straordinario, Guido Rossi, insieme ai vice commissari, ha voluto ricordare "con tristezza Giacinto Facchetti, indimenticabile campione della Nazionale e dell'Inter, uomo di dirittura morale esemplare universalmente apprezzato".
MATARRESE: "PER LO SPORT È UNA PERDITA IMMENSA"
ROMA (ANSA) - "Un dolore straziante, una perdita immensa sotto l'aspetto umano quanto sportivo. Ci impegneremo ancora di più per ricostruire tutti insieme un calcio così come piaceva a lui". Antonio Matarrese, presidente della Lega calcio, ha voluto ricordare così Giacinto Facchetti, campione e presidente dell'Inter scomparso oggi.
ABETE: "COLPITI DA UN GRANDE DOLORE"
ROMA - (Adnkronos) - La morte di Giacinto Facchetti, ha lasciato tanta amarezza non solo agli addetti ai lavori, ma a tutto il calcio italiano, e certamente alla sua cara ed amata famiglia. Di questo parere e' Giancarlo Abete, Capo Delegazione della Nazionale italiana ed ex vice presidente vicario della Figc, a proposito della morte del presidente dell'Inter. ''Sapevamo -ha detto all'ADNKRONOS Giancarlo Abete- delle condizioni di Giacinto Facchetti, speravamo tanto si riprendesse. Purtroppo e' arrivata la ferale notizia. Un grande dolore, una grave perdita per il calcio italiano, per la famiglia Facchetti per chi lo conosceva come me. Se ne e' andato un uomo di grande intelligenza, ma anche un uomo di grande moralita' e serieta'. Certamente lascera' un vuoto incolmabile per tutti noi''
BURGNICH: "GIACINTO RESTERA' IMMORTALE NELLA GALLERIA DEL CALCIO" FIRENZE (ANSA) - "Oggi se ne è andato, ma Giacinto resterà immortale nella galleria del calcio, accanto ai più grandi di questo sport, perché lui lo ha innovato, lui è stato il precursore dei terzini d'attacco. Con il suo modo di giocare non si preoccupava di controllare gli avversari, erano loro che dovevano marcarlo". Tarcisio Burgnich ricorda così Giacinto Facchetti, morto oggi a Milano all'età di 64 anni. Per dodici anni erano stati compagni di squadra in quella che fu l'Inter di Helenio Herrera. Il compagno di reparto dell' Inter Mondiale ricorda un episodio del rapporto con Facchetti che sottolinea l' umanità dell'ex presidente dell' Inter."Sapeva che conducevo senza impegni la mia vita da pensionato. Così un anno fa mi ha chiamato chiedendomi di tornare a collaborare per l'Inter, in qualità di osservatore dalla Toscana. D'altronde è sempre stato un ragazzo eccezionale, di una umanità immensa". "Assieme a Boninsegna, Guarneri e tutti gli altri eravamo stati a trovarlo a luglio. Mostrava segnali di ripresa, invece... Oggi sono colpito da un grande dolore, tra noi c'é sempre stato un legame profondo - conclude l'ex interista - È stato un uomo da imitare e un calciatore esemplare che in poco tempo era riuscito a raggiungere i vertici dell'Inter e della nazionale italiana. Di lui ricorderò il carattere forte e i suoi gol, quanti ne ha segnati! E faceva il terzino...".
MAZZOLA: "SONO COMMOSSO"
ROMA (ANSA)- "L'ho saputo stamattina. Sapevo che stava male, ma non si pensa mai che possa veramente arrivare la morte". Sandro Mazzola non riesce a trattenere la commozione parlando della scomparsa di Giacinto Facchetti, un compagno di gioventù con cui ha condiviso lunghi anni nella storica Inter di Herrera. "In questo momento mi vengono in mente ricordi legati più alla persona - ha detto Mazzola intervenendo all'emittente Radio-Radio - ad esempio gli scherzi sul fatto che portava il 43 di scarpe mentre si diceva che i grandi giocatori non dovessero avere più del 42". Facchetti era soprannominato 'il gigante buono' per i suoi atteggiamenti dentro e fuori il campo: "Un nomignolo giusto - ha aggiunto - perché nonostante la sua forza fisica era un uomo molto corretto in tutti i sensi". Mazzola ricorda bene anche le qualità tecniche dell'ex compagno: "È stato il primo grande terzino fluidificante - ha sottolineato - ha fatto una cinquantina di gol da terzino, partiva dalla fascia ed aveva dei tempi di inserimento molto buoni. Oltre alla forza fisica sapeva giocare anche a pallone".
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