Ibrahimovic: «Inter più forte. Ma non è fatta per difendersi» (Gazzetta dello Sport)
Ieri Ibrahimovic ha spiegato quel siluro al compagno, quel «chiedete a Materazzi...» sibilato con un ghigno a chi gli chiedeva cosa fosse successo poco prima in campo.
Ibrahimovic, era un'accusa la sua? Ed era il caso? «Era una constatazione: l'episodio che aveva condizionato tutta la partita riguardava Marco, dunque era giusto chiedere a lui cosa fosse successo. Come mai avesse preso quelle due ammonizioni, se erano giuste oppure no».
Da come ha detto quella frase, sembrava che giudicasse Materazzi colpevole: non trova? «Ho chiesto direttamente a Marco, e Marco mi ha detto che le ammonizioni non c'erano. Se lui dice così, io gli credo: vuol dire che ha sbagliato l'arbitro».
Ha sbagliato anche l'Inter? «Io credo che l'Inter abbia fatto bene, per 85'. Poi si è fatto male Cordoba, e già quello è stato un duro colpo, perché Ivan aveva fatto benissimo fino a quel momento: ma non solo lui, avevamo lottato tutti e anche in dieci ho pensato che, dando il massimo, ce l'avremmo fatta. Poi negli ultimi 5' abbiamo preso due gol e sono stati tremendi: come un coltello conficcato nel cuore, dopo tutto il lavoro che avevamo fatto, fino a quel momento».
Il ritorno sarà la partita giusta per giocare con tre punte? «Questa è un decisione che dovrà prendere Mancini. Noi dobbiamo fare come minimo due gol, dunque serviranno anzitutto due cose. La prima: attaccare. Perché il nostro gioco è quello: noi siamo fatti per attaccare, non per difenderci».
E la seconda? «Ci serve solo una chance: quella di giocare in undici contro undici, una partita normale, "giusta", perché quella di martedì sera non lo è stata. Così si potrà vedere chi è più forte fra Inter e Liverpool. E io credo ancora che i più forti siamo noi».