Caso Balotelli
Razzismo, Juve a porte chiuse
Figc: "In caso di cori sarà stop"
Il giudice sportivo: senza pubblico la gara col Lecce . Abete convoca riunione d'urgenza della Figc, modificata la norma che prevede la sospensione solo in caso di striscioni. Matarrese: "In questi casi bisogna fermarsi e guardarsi in faccia" di FULVIO BIANCHI
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ROMA - Una gara a porte chiuse per la Juventus. Il giudice sportivo ha anticipato, a sorpresa, le proprie decisioni per prendere provvedimenti dopo lo scandalo scoppiato per il caso Balotelli, il giocatore dell'Inter investito vergognosamente sabato sera da salve di buuh e insulti razzisti. Dura la decisione del giudice Tosel: la prossima partita in casa della Juventus (3 maggio), quella col Lecce, dovrà essere giocata a porte chiuse. Il giudice ha affermato, nel dispositivo della sentenza, che Balotelli è stato fischiato e insultato "in molteplici occasioni" e ai cori razzisti hanno partecipato "vari settori dello stadio". Non solo, insomma, le curve e gli ultras più accesi: un atto cui ha partecipato più o meno la maggioranza dello stadio. L'aggravante è che in questo caso, come era invece accaduto in altri - fungendo così da attenuante - si è verificata "l'assenza di qualsiasi manifestazione dissociativa da parte di altri sostenitori ovvero di interventi dissociativi da parte della società". Insomma nessun intervento agli altoparlanti dello stadio, nessun invito al pubblico a recedere da questo comportamento. Il comunicato di scuse della società arrivato soltanto ieri, domenica, non è stato evidentemente considerato sufficiente. Anzi assolutamente tardivo.
Il giudice Tosel ha potuto decidere sulla base di un rapporto molto dettagliato dei commissari di campo. E così mentre l'arbitro Farina mandava avanti regolarmente la partita "i collaboratori della Procura Federale" prendevano annotazione. "In molte occasioni - è scritto - con particolare riferimento ai minuti 4°, 26°, 35°, 41°, 42° del primo tempo e 11°, 19°, 22°, 25° e 30° del secondo tempo, i sostenitori della società ospitante, in vari settori dello stadio, intonavano cori costituenti espressione di discriminazione razziale nei confronti di un giocatore della squadra avversaria".
Dura la conclusione e la motivazione della condanna a giocare a porte chiuse, arrivata dopo aver valutato "la gravità del fatto, e per la pervicace reiterazione di tali deplorevoli comportamenti, che nulla hanno a che vedere con la passione sportiva"
Ma non è stata questa questa l'unica decisione presa in giornata dopo quanto avvenuto sabato. Anche la Federcalcio è intervenuta e inasprirà presto le sue norme. In particolare con l'interruzione delle partite non solo in presenza di striscioni razzisti, ma anche in caso di fischi, cori, contestazioni e insulti di stampo razziale. Il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete ha riunito d'urgenza stamani i vertici del calcio italiano per prendere decisioni dopo l'esplodere del caso Balotelli, investito appunto da salve di buuh e cori razzisti sabato sera durante la partita con la Juventus. Il mondo del calcio, e non solo, si è infatti sollevato contro i vergognosi comportamenti del pubblico. Si è deciso così di iniziare l'iter per modificare da subito l'articolo 62 comma 6 delle Norme organizzative Interne della Federcalcio. "Il 5 maggio nel prossimo consiglio federale- ha detto Giancarlo Abete - approfondiremo la normativa: è un'ipotesi che stiamo prendendo in considerazione".
L'articolo in questione prevede che in presenza di striscioni razzisti il "responsabile dell'ordine pubblico" dello stadio, e non l'arbitro, possa intervenire non solo per far rimuovere gli striscioni ma anche per far sospendere la partita. Ma da maggio il funzionario di polizia avrà la facoltà di interrompere il match anche in caso di fischi e cori razzisti. Insomma se si dovesse ripetere un caso simile a quello di sabato sera, la partita non verrà portata a termine. Con tutte le conseguenze disciplinari ovviamente (squalifica, porte chiuse, etc) per la società i cui tifosi sono responsabili dell'esposizione degli striscioni o dei cori di stampo razzista.
In particolare il presidente della Lega Antonio Matarrese ha molto sollecitato fin da stamani il presidente della Figc a prendere provvedimenti. "Dobbiamo vergognarci tutti di quanto è accaduto, non è stato infatti nè un atto di civiltà, nè un buon segnale. Quando succedono episodi del genere, bisogna fermarsi e guardarsi in faccia".
Dura anche la presa di posizione di Abete sulla questione. "Esprimo ferma condanna e vivo
rammarico per l'episodio avvenuto nei confronti di Balotelli. Si può rivedere il quadro normativo della Figc. Il calcio italiano, però, non è la feccia del mondo. Mi scuso come presidente federale. Mi scuso verso tutta l'opinione pubblica. La normativa della Figc è pregna di norme Fifa e Uefa sulla questione-razzismo. Nel prossimo Consiglio federale potrà essere affrontato l'argomento relativo al quadro normativo legato ai fenomeni di razzismo negli stadi. Esprimo rammarico per il comportamento di alcuni tesserati sulla vicenda".
Nessun alibi comunque, secondo il presidente della Federcalcio, per il comportamento del pubblico circa il comportamento di Balotelli. Anche se un messaggio è stato comunque inviato: "Condivido le parole di Cobolli
Gigli: nessun comportamento in campo legittima episodi di razzismo. Allargando il discorso, e non prendendo in considerazione il singolo episodio, in campo tutti vogliono essere rispettati, ma bisogna anche rispettare gli avversari, senza per questo fare riferimenti al comportamento di Balotelli".
20 aprile 2009