Così ho ucciso Gabbo
di Giorgio Florian
Gabriele Sandri? Non penso mai a lui. Il perdono? Non lo chiederò, fu un incidente. Le minacce degli ultras? Non le leggo più, ma temo per la mia famiglia. Così l'agente Spaccarotella si racconta Luigi Spacarotella nell'autogrill
in cui venne ucciso GaboA volte sogno quell'autogrill. Sono come sospeso su una nuvoletta e tutto intorno è sfuocato, ma lui non lo sogno mai... Luigi Spaccarotella parla in casa sua, nella periferia di Arezzo, mentre guarda il figlio di tre anni che gioca con le macchinine in una bacinella piena d'acqua. L'11 novembre 2007 dalla sua pistola partì il proiettile calibro 9 parabellum che uccise Gabriele 'Gabbo' Sandri. L'autogrill è quello di Badia al Pino, sulla A1. Erano uno su un lato, in direzione nord, e l'altro su quello in direzione sud. In mezzo le due carreggiate, dove tutto scorre velocissimo e dove una pallottola, altrettanto veloce, ha troncato un destino e ne ha cambiato un altro. Ed è in questa stazione di servizio che abbiamo cominciato l'intervista con Luigi Spaccarotella, assistente della polizia di Stato, "calabrese nato in Lombardia", che attende la sentenza rimanendo ancorato al 'suo' lato dell'autogrill e scacciando il fantasma di Sandri. Il verdetto è previsto per l'11 luglio, un giorno prima del suo trentatreesimo compleanno. Ma adesso si mostra abbronzato, in forma, sereno. La sua ansia viene tradita soltanto da uno sfogo cutaneo sul braccio.
Che cosa si aspetta dal processo?
"Mi auguro che vada nel senso in cui io e i miei avvocati abbiamo lavorato e che venga fatta chiarezza su quello che è accaduto. Un verdetto giusto".
Che per lei sarebbe?
"Omicidio colposo. Perché non c'era da parte mia la volontà di uccidere nessuno e nemmeno di sparare un secondo colpo, dopo quello di avvertimento. Io nemmeno mi immaginavo che si trattasse di un'aggressione di tifosi, altrimenti mi sarei comportato diversamente. Pensavo che fosse in corso una rapina. Per questo ho sparato il colpo in aria e infatti i due gruppi si sono divisi. Poi li ho inseguiti correndo sull'altro lato dell'autogrill. Ho visto che erano saliti in macchina e mi sono fermato. Poi ho fatto un gesto come per indicarli. Mi sono reso conto di aver sparato quando ho sentito il colpo".
La pistola era con il colpo in canna e il cane alzato. Una maggiore prudenza avrebbe evitato la morte di Gabriele Sandri.
"Col senno di poi tutto si può dire, ma in quell'attimo la voglia di capire chi erano quelle persone e di prendere la targa dell'auto in fuga... Non mi sono reso conto di avere la pistola in mano mentre correvo. Ho fatto un gesto come per indicare, come per dire 'sti' stronzi...' e ho sentito il botto".
Che cos'ha pensato allora?
"È stato un attimo, ho detto 'porca puttana!'. Poi ho visto che l'auto partiva sgommando, non ho sentito rumore di vetri infranti o grida e ho pensato che mi era andata bene. E sono tornato dal collega che stava identificando altre persone. Pochi minuti dopo abbiamo sentito per radio che un'altra pattuglia, più avanti, chiedeva un'ambulanza per il passeggero di un'auto. È stato lì che ho capito cos'era successo".
E quando si è reso conto di avere ucciso una persona, come ha reagito?
"Ho pensato alla mia famiglia e a cosa sarebbe successo ai bambini e a mia moglie".
Non ha pensato al ragazzo che era morto per il proiettile che aveva sparato?
"No, non subito: mi pareva tutto così assurdo".
Come ha spiegato a sua moglie quello che era successo?
"Per telefono. Mia moglie aveva già sentito al telegiornale della morte di Sandri, le ho detto che ero coinvolto io e che era successo un incidente".
Dopo quanto tempo ha informato i suoi superiori? Che cosa le hanno detto?
"Siamo tornati subito in caserma e ho informato il mio dirigente, che a sua volta l'ha detto al comandante della Stradale del compartimento. Ero frastornato, mi sentivo smarrito. Pensavo solo alla mia famiglia. Il mio capo ha cercato di tranquillizzarmi".
Il ritardo del questore di Arezzo e del ministero dell'Interno nel comunicare la dinamica della morte di Gabriele Sandri hanno contribuito a compattare le frange più violente delle tifoserie e a scatenare una reazione degli ultras come da decenni non si registrava...
"Io questo non lo so, i miei capi erano stati informati immediatamente. Comunque la morte di Sandri è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso colmo di un sentimento di odio verso la Polizia che si stava già incanalando verso la violenza. C'è stato persino chi ha sostenuto che avessi pareggiato i conti dopo la morte del sovrintendente Raciti a Catania".
(11 giugno 2009)
http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... 7&ref=hpsp
commento tecnico alle dichiarazioni evidenziate.
a) indichi verso un posto con una pistola in mano?... e con la mano che la impugna?
b) il colpo in canna e il cane alzato SONO AUTOMATICI dopo che hai sparato un colpo in aria (la beretta 92sf è una pistola a doppia azione che ricarica e riarma dopo lo sparo)
c) non ti rendi conto di avere una pistola in mano?
d) il clima di odio verso la polizia lo provoca la polizia (le solit mele ...)
Oppure alla Domanda,
Ha mai pensato al futuro di Gabriele Sandri? Se fosse ancora vivo, con una una moglie e dei figli?
"No, mai".
E cerchi anche il "perdono"della famiglia..............
non devi fare il poliziotto.....mi dispiace davvero per i figli di spaccarotella. perché non solo hanno un padre che ha fatto un "errore" tremendo nella sua vita, ma che insiste nel voler vivere in una realtà che non c'è, negando l'evidenza.
Auguro loro di diventare la cosa quanto più lontana dal padre.