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I PRODOTTI
Per quanto riguarda i prodotti, l'offerta Chrysler nel 2014 si baserà su 7 piattaforme (rispetto alle attuali 11), di cui 3 verranno dalla Fiat: quella di Panda/500, quella della Punto e la cosiddetta C-Evo (Bravo e futura Alfa Milano). Il debutto dei modelli Chrysler su piattaforme Fiat arriverà però non prima di un paio d'anni (2012 per Dodge, con una "piccola" su base Fiat nel 2013); nel frattempo, il gruppo Usa procederà a un rinnovo accelerato dei modelli esistenti, sia con face lifting che con interventi pià consistenti, come l'adozione di nuovi motori. La sportiva Viper non verrà più prodotta dal 2010, ma sarà sostituita nel 2012 da un nuovo modello che si baserà "sull'esperienza dei nostri partner, che costruiscono le sportive migliori del mondo".
I campi in cui è previsto un sostanziale apporto di tecnologie Fiat sono quello dei motori, con l'arrivo della tecnologia Multiair per i benzina, del Multijet per i diesel, e dei cambi automatici a doppia frizione (dal 2010), una tecnologia questa, che non è ancora stata introdotta sulle vetture prodotte in Italia. Al di là dei dettagli sui singoli marchi e prodotti, è evidente in tentativo di trasportare qui a Detroit non solo piattaforme o motori, ma un'intera filosofia organizzativa, dal metodo Wcm negli stabilimenti, alla ricerca di una maggiore qualità, ai metodi di sviluppo prodotto che hanno permesso alla casa torinese di tagliare i tempi di lancio dei modelli più recenti.
UN'ALLEANZA PIÚ STRETTA
Le presentazioni di ieri hanno fatto emergere nuovi campi di possibili cooperazioni: il nuovo marchio Ram dei truck, per esempio, arricchirà la propria gamma con veicoli commerciali leggeri su base Fiat; potrebbe essere un'occasione per lo sbarco di Iveco negli Usa, come conferma Paolo Monferino, a.d. dell'azienda italiana. Le sinergie con Fiat negli acquisti dovrebbero assicurare a Chrysler risparmi per 3,4 miliardi di dollari dal 2010 al 2014. La trasmissione di tecnologie sarà comunque nelle due direzioni: Chrysler sarà responsabile per entrambe le aziende dello sviluppo dei motori ibridi ed elettrici - anche grazie ai finanziamenti dell'amministrazione Obama; Fiat sfrutterà i nuovi motori a benzina di grossa cilindrata della casa americana.
In cifre, a fine piano (2014) Chrysler avrà il 50% dei modelli basati su piattaforme Fiat e il 40% dei motori che utilizzeranno una qualche forma di tecnologia del Lingotto. La realtà che emerge è stata condensata a fine presentazione da Marchionne: "Il futuro di Fiat Auto e di Chrysler è ora inestricabilmente legato". Fiat delegherà d'ora in poi la progettazione e la produzione (finché i costi saranno convenienti) di tutte le sue auto di dimensioni medio grandi (a partire dal cosiddetto segmento D, quello dell'Alfa 159). Chrysler fornirà dunque queste auto dal Nordamerica, in un volume previsto (come accennato sopra) in 300mila auto esportate a regime. Ad esse si aggiungeranno 100mila unità di auto Fiat vendute in Nordamerica, principalmente 500 (i cui profitti, ha detto Marchionne, resteranno a Chrysler). Vi sarà una progressiva integrazione tra i due marchi Chrysler e Lancia: a parte i rispettivi mercati domestici, gli stessi modelli (o modelli simili) potranno venire offerti con uno o l'altro dei marchi a seconda dei mercati. Due marchi che soffrono entrambi di gamme prodotto incomplete, ha detto Marchionne, possono completarsi a vicenda.
Sembra invece congelato, almeno per ora, il progetto di riportare in America l'Alfa Romeo: "Tocca a Chrysler decidere - ha detto Marchionne - e finché Alfa non li avrà convinti di poter competere contro i tedeschi, non se ne farà nulla"