Gruppo Fiat: accordo con Chrysler!!! (pag.7)

Chrysler: sarà questo il nuovo logo?

L’immagine che vedete qui sopra proviene dall’ufficio brevetti degli Stati Uniti d’America e ha tutta l’aria di essere il nuovo logo Chrysler. Il fatto che l’immagine sia “scappata” oggi, non è casuale: domani è il grande giorno in cui Fiat esporrà ufficialmente il suo piano industriale per la neo-acquisita americana. E con ogni probabilità anche la nuova immagine di marca sarà presentata al mondo.
Il logo riesuma in forma stilizzata lo stemma alato di qualche anno fa, che in questa nuova forma guadagna un aspetto più lineare e moderno, a scapito del classico “sigillo” centrale, che sparisce del tutto. Al suo posto compare un campo blu intenso. A quanto pare, un simile, radicale restyling riguarderà anche il logo Dodge, che potrebbe perdere lo storico ariete.
 

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Stick":2wmra26x ha detto:
dettagli su alfa in america?
Per ora è stato diramato solo questo sulla conferenza che sta avvenendo ora:

Piano industriale Fiat-Chrysler: i programmi per Dodge

Dopo una breve introduzione del presidente Chrysler Robert Kidder, in cui è stato elogiato l’approccio innovativo portato da Sergio Marchionne ad Auburn Hills, la conferenza (anzi, la “maratona”) stampa che durerà otto ore, è entrata subito nel vivo: primo programma ad essere esposto è quello che riguarda Dodge.
La casa vivrà una vera e propria rivoluzione nel quinquennio 2010-2014: a partire dal logo e dall’immagine di marca, tutto cambierà profondamente. Dodge si trasformerà gradualmente fino a diventare un brand lifestyle-oriented, più attento ai giovani e per quanto riguarda la sostanza delle sue auto, maggiormente interessato alla cura della qualità e delle finiture, e al piacere di guida.
Dal secondo trimestre del 2010, si avvierà un processo di re-branding e re-positioning completo, che andrà ad interessare anche le attività del marketing della casa. Prima di allora ci sarà un’ottimizzazione degli aspetti critici della gamma odierna, ma a noi interessa di più sapere quello che accadrà con la prossima generazione di modelli.
Fiat fornirà le basi tecniche per una berlina di segmento C (2012), una due volumi di segmento B (2013) ed un’erede dell’Avenger, per quanto riguarda il segmento D. La Caliber invece, sparirà nel 2012, la Nitro, forse. La Viper sarà prodotta in 500 esemplari fino a giugno 2010, poi nel 2012 arriverà l’erede, realizzata in collaborazione con Fiat. Per il resto, la casa presenterà 11 modelli nuovi o aggiornati entro il 2014, e si disimpegnerà parzialmente dalla serie NASCAR, dove dei due team attuali rimarrà solo quello gestito da Roger Penske.


Fiat farà la nuova viper? Sta a vedere che ora fanno un'auto sportiva per Viper seria, e per Alfa no? :member) :member) :member)
 

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cuoresportivo86":2l84tdfp ha detto:
Fiat farà la nuova viper? Sta a vedere che ora fanno un'auto sportiva per Viper seria, e per Alfa no? :member) :member) :member)

non se la viper avrà qualcosa di già visto... mi spiego meglio... nn è detto che la parola nuova davanti a viper nn sia qualcosa per noi non nuovo :OK)
 
Secondo me la Viper non avrà alcun seguito, e in ogni caso non l'avrebbe avuto a mio parere: è una macchina particolarissima ed estrema, ma che penso soffra di grosse limitazioni con le nuove norme antiinquinamento USA.
 
Il piano FIAT - Chrysler

Chrysler (con tutti i sui marchi) disporrà di 21 modelli entro il 2014 e condividerà 3 piattaforme con Fiat. È quanto emerge dalle slides presentate sul sito della società prima dell'inizio della presentazione del piano industriale 2010-2014 per rilanciare la casa americana. Ad Auburn Hills è in corso una maratona dove al centro vi sarà il discorso di Sergio Marchionne.

L'amministratore delegato del Lingotto metterà nero su bianco il piano e illustrerà la sua strategia per il rilancio della casa automobilistica americana dei prossimi cinque anni. All'evento partecipano circa 300 persone, tra analisti finanziari e dell'industria dell'auto, rappresentanti dei sindacati, amministratori pubblici e giornalisti.
Sergio Marchionne ha l'obiettivo di dimostrare ancora una volta che lo scetticismo è sbagliato: deve dire agli analisti che le vendite del gruppo Chrysler saliranno a 3 milioni di unità nel 2014 dai circa 1,5 milioni di quest'anno solleverà scetticismo. Nel corso della presentazione, la cui durata è stimata in sette ore, Marchionne illustrerà per tappe i cinque anni che dovrebbero portare al completo risanamento del gruppo Usa.

Secondo le indiscrezioni degli ultimi giorni il marchio Jeep dovrebbe restare l'unico globale: la casa americana punterà progressivamente più su questo brand, vera incona del 4x4, che su altri marchi nel suo cammino di rilancio.

Lo si sapeva fina dall'inizio che non era la 500 il cuore dell'operazione Fiat-Chrysler, ma che al centro dell'affaire automobilistico transatlantico vi erano invece i suv e fuoristrada con il marchio Jeep sul cofano. Ovvero con uno dei due brand (l'altro è Land Rover) più apprezzati al mondo nel settore delle quattro ruote motrici. E Jeep da sempre è sinonimo di fuoristrada.

Già proprio Jeep, dote preziosa di Chrysler nelle nozze con Fiat che costruisce veicoli considerati brutti, sporchi e cattivi: i suv e i fuoristrada. Ma che brutti, sporchi e cattivi lo sono quasi solo per i media mentre, in realtà, al popolo delle quattro ruote piacciono parecchio visto che solo in Europa complessivamente pesano il 10% del totale delle immatricolazioni.

I suv, volenti o nolenti, rappresentano dunque un settore importante dell'industria dell'automobile. Al gruppo Fiat, la dote Jeep fa dunque non poco comodo per espandere l'offerta in un'area di mercato dove esibisce un vuoto pressoché pneumatico visto che schiera solo la Sedici, clone della Suzuki SX e ulteriore figlio del matrimonio fallito con Gm, nonché l'Iveco Campagnola che però è più un veicolo militare e un fuoristrada puro che un Suv.

E il mercato chiede, si veda il successo della Nissan Qashqai o della Ford Kuga, sempre più sport utility di taglia urbana e prezzo accessibile come il recente Peugeot 3008. E Fiat ha bisogno di sfondare in questo importante segmento. Presto vedremo Jeep con motori Fiat più puliti e performanti. Il piano prevede, infatti, il lancio di nuovi modelli ecologici sul mercato statunitense utilizzando motori Fiat, con la tecnologia MultiAir di Fiat che sarà introdotta sui veicoli Chrysler. Infatti uno dei punti chiave del piano di Marchionne è la tecnologia eco compatibile sviluppata in questi anni da Fiat, che è stata anche una delle carte vincenti che hanno convinto l'amministrazione Obama ad affidare all'ad del Lingotto la ristrutturazione del brand americano. Fiore all'occhiello dovrebbe essere la tecnologia Multiair, brevetto Fiat, destinata ad equipaggiare le vetture Chrysler e, in prospettiva, anche Jeep. E così i suv non saranno più brutti, sporchi e cativi. Anzi, c'è da scommettere che tra un po' diventeranno cool anche negli ambienti più eco trendy.


Il piano contempla anche un futuro americano per la 500. ma per vedere la piccola italo-polacca occorrerà modificarne profondamente la struttura per poter essere omologata dopo aver passato i crash test all'urto posteriore oltre che negli Usa sono molto più serveri che in Europa.


La 500 potrebbe comunque essere la prima vettura Fiat ad essere prodotta oltreoceano, realizzata in Messico e destinata al mercato nord e sudamericano. Il piano, inoltre, dovrebbe segnare il ritorno sul mercato statunitense del marchio Alfa Romeo, mentre le auto ammiraglia, pezzo forte della produzione Chrysler, dovrebbero essere realizzate in sinergia con Lancia, anche se pare improbabile che la Thesis, uscita di produzione senza clamori e rimpianti, possa resuscitare dopo il flop.
 
http://www.quattroruote.it/news/immagin ... ticolo.cfm

I PRODOTTI
Per quanto riguarda i prodotti, l'offerta Chrysler nel 2014 si baserà su 7 piattaforme (rispetto alle attuali 11), di cui 3 verranno dalla Fiat: quella di Panda/500, quella della Punto e la cosiddetta C-Evo (Bravo e futura Alfa Milano). Il debutto dei modelli Chrysler su piattaforme Fiat arriverà però non prima di un paio d'anni (2012 per Dodge, con una "piccola" su base Fiat nel 2013); nel frattempo, il gruppo Usa procederà a un rinnovo accelerato dei modelli esistenti, sia con face lifting che con interventi pià consistenti, come l'adozione di nuovi motori. La sportiva Viper non verrà più prodotta dal 2010, ma sarà sostituita nel 2012 da un nuovo modello che si baserà "sull'esperienza dei nostri partner, che costruiscono le sportive migliori del mondo".
I campi in cui è previsto un sostanziale apporto di tecnologie Fiat sono quello dei motori, con l'arrivo della tecnologia Multiair per i benzina, del Multijet per i diesel, e dei cambi automatici a doppia frizione (dal 2010), una tecnologia questa, che non è ancora stata introdotta sulle vetture prodotte in Italia. Al di là dei dettagli sui singoli marchi e prodotti, è evidente in tentativo di trasportare qui a Detroit non solo piattaforme o motori, ma un'intera filosofia organizzativa, dal metodo Wcm negli stabilimenti, alla ricerca di una maggiore qualità, ai metodi di sviluppo prodotto che hanno permesso alla casa torinese di tagliare i tempi di lancio dei modelli più recenti.
UN'ALLEANZA PIÚ STRETTA
Le presentazioni di ieri hanno fatto emergere nuovi campi di possibili cooperazioni: il nuovo marchio Ram dei truck, per esempio, arricchirà la propria gamma con veicoli commerciali leggeri su base Fiat; potrebbe essere un'occasione per lo sbarco di Iveco negli Usa, come conferma Paolo Monferino, a.d. dell'azienda italiana. Le sinergie con Fiat negli acquisti dovrebbero assicurare a Chrysler risparmi per 3,4 miliardi di dollari dal 2010 al 2014. La trasmissione di tecnologie sarà comunque nelle due direzioni: Chrysler sarà responsabile per entrambe le aziende dello sviluppo dei motori ibridi ed elettrici - anche grazie ai finanziamenti dell'amministrazione Obama; Fiat sfrutterà i nuovi motori a benzina di grossa cilindrata della casa americana.
In cifre, a fine piano (2014) Chrysler avrà il 50% dei modelli basati su piattaforme Fiat e il 40% dei motori che utilizzeranno una qualche forma di tecnologia del Lingotto. La realtà che emerge è stata condensata a fine presentazione da Marchionne: "Il futuro di Fiat Auto e di Chrysler è ora inestricabilmente legato". Fiat delegherà d'ora in poi la progettazione e la produzione (finché i costi saranno convenienti) di tutte le sue auto di dimensioni medio grandi (a partire dal cosiddetto segmento D, quello dell'Alfa 159). Chrysler fornirà dunque queste auto dal Nordamerica, in un volume previsto (come accennato sopra) in 300mila auto esportate a regime. Ad esse si aggiungeranno 100mila unità di auto Fiat vendute in Nordamerica, principalmente 500 (i cui profitti, ha detto Marchionne, resteranno a Chrysler). Vi sarà una progressiva integrazione tra i due marchi Chrysler e Lancia: a parte i rispettivi mercati domestici, gli stessi modelli (o modelli simili) potranno venire offerti con uno o l'altro dei marchi a seconda dei mercati. Due marchi che soffrono entrambi di gamme prodotto incomplete, ha detto Marchionne, possono completarsi a vicenda. Sembra invece congelato, almeno per ora, il progetto di riportare in America l'Alfa Romeo: "Tocca a Chrysler decidere - ha detto Marchionne - e finché Alfa non li avrà convinti di poter competere contro i tedeschi, non se ne farà nulla"
 
Piano Fiat e stabilimenti
ora si apre il tavolo in Italia
Dopo gli Usa Marchionne presenterà
le scelte a governo e sindacati

MILANO — E adesso toccherà all’Italia. Si aspettava il piano Chrysler, per l’analoga road map di Fiat, e le ragioni sono evidenti: marciano per molti aspetti intrecciati. Sinergie, piattaforme comuni, motori «verdi» che Torino porterà a Detroit e superpropulsori che Auburn Hills fornirà alle nuove ammiraglie del Lingotto. Tutto ciò viaggerà in parallelo ed era, dunque, in attesa di tutto ciò che Sergio Marchionne aveva fin qui illustrato i progetti Fiat solo fino al 2011. Ora che la parte americana è pubblica e ufficialmente avviata, è pronto a presentare le tappe del fronte italiano. Date non ce ne sono ancora. Ma saranno tempi ragionevolmente brevi. Niente analisti, però: è con governo e sindacati che, una volta rientrato dagli Usa, Marchionne fisserà l’appuntamento per aggiornare il business plan del Lingotto. Come quello di Chrysler sarà, presumibilmente, quinquen­nale. Altrettanto ovviamente, accanto alle ricadute (positive) dell’alleanza industrial-azionaria, concentrerà il focus sulla situazione italiana. Con tutte le sue particolarità di mercato, produzione, fabbriche.

I benefici si conoscono. Saranno tre, per esempio, le piattaforme comuni: e questo consentirà di portare le basi produttive dei relativi modelli (nei vari segmenti) oltre quel milione di vetture considerato il minimo per guadagnare. Se ne avvantaggeranno la componentistica e tutti gli stabilimenti del gruppo. Tranne uno: Termini.

Resta, in Italia e nel mondo, un eccesso di capacità produttiva. Trenta per cento, dicono i numeri. Ed è vero che, grazie alle sinergie con Chrysler, il Lingotto tornerà a produrre ammiraglie e con quelle ridarà vita alla fabbrica ex Bertone (ma solo dal 2012: servono 12-18 mesi per una piattaforma, e la regola varrà per tutti i nuovi prodotti da sviluppare insieme). È vero anche, però, che su Termini l’analisi non cambia. Impianto troppo piccolo e costi troppo alti, aveva ripetuto Marchionne a governo e sindacati già prima dell’estate. Ora confermerà: dal 2011, con la Ypsilon a fine corsa, la fabbrica siciliana sarà riconvertita (forse: la soluzione andrà trovata con Palazzo Chigi e confederazioni). Di sicuro, da lì non usciranno più auto.

Sarà sufficiente? L’allarme, puntualmente, si riaccende anche per l’altro impianto meridionale del gruppo, Pomigliano d’Arco. Il Marchionne che, venti giorni fa, ha fatto il punto al board Fiat non si è mostrato pessimista. Già senza Termini, ha spiegato, la capacità produttiva nazionale scenderà del 15%: «Livello ancora non ottimale ma gestibile». Ci sarà comunque da razionalizzare. E, poiché tutti questi discorsi saranno validi solo dal 2011 in poi, ci sarà prima da attraversare il deserto previsto ancora per il 2010. Nel 2009 l’Italia ha più o meno tenuto grazie agli ecoincentivi, ma in assenza di interventi la stima è un colpo di scure: da 2,100 a 1,700 milioni di auto. È qui che Marchionne ripassa la palla al governo: «Io so cosa dovrei fare in un caso e nell’altro. Il resto, è una scelta di politica industriale. E non spetta alla Fiat».
 
Marchionne appare sempre di più un ottimo gestore per beni di largo consumo, poco spessore, e come quadratore di conti.
L'ultima frase evidenziata in neretto non è da trascurare: bisognerebbe però vedere cosa c'è dietro il NON convincimento dei "falliti Chrysler" di una possibile competizione a livello dei tedeschi (cosa peraltro che denuncia una visione chiara, limpida e coerente, sti americani non son stupidi).
 
Il FUSI":1zwcyeqi ha detto:
Marchionne appare sempre di più un ottimo gestore per beni di largo consumo, poco spessore, e come quadratore di conti.
L'ultima frase evidenziata in neretto non è da trascurare: bisognerebbe però vedere cosa c'è dietro il NON convincimento dei "falliti Chrysler" di una possibile competizione a livello dei tedeschi (cosa peraltro che denuncia una visione chiara, limpida e coerente, sti americani non son stupidi).

non so, frase troppo sintetica per giudicarla pienamente.

A livello più generale, se si imposta una strategia quinquennale certa e seguita alla lettera perlomeno si possono fare poi giudizi e critiche mirate e circostanziate, oltre a crearsi una base di prodotti con un qualcosa in comune. Finora ci son sempre stati continui stravolgimenti e rimandi nelle produzioni degli ultimi decenni.
Cosa che passa anche per il mantenimento della guida dirigenziale attuale, altrimenti arriva gente nuova, si stralciano programmi avviati e rimaniamo al punto di prima.
 
Non sono sicuro di avere capito:

1) le alfa dal D in su verranno progettate e realizzate in America:

"Fiat delegherà d'ora in poi la progettazione e la produzione (finché i costi saranno convenienti) di tutte le sue auto di dimensioni medio grandi (a partire dal cosiddetto segmento D, quello dell'Alfa 159). Chrysler fornirà dunque queste auto dal Nordamerica, in un volume previsto (come accennato sopra) in 300mila auto esportate a regime."

2) Fiat in America venderà solo la 500:

"si aggiungeranno 100mila unità di auto Fiat vendute in Nordamerica, principalmente 500 (i cui profitti, ha detto Marchionne, resteranno a Chrysler)"
perchè 100000 all'anno è chiaro che si riferisce alla sola 500, il numero era già uscito

3) Alfa non venderà nulla in America:

"Sembra invece congelato, almeno per ora, il progetto di riportare in America l'Alfa Romeo: "Tocca a Chrysler decidere - ha detto Marchionne - e finché Alfa non li avrà convinti di poter competere contro i tedeschi, non se ne farà nulla"

Considerazioni finali: il piano sembra dire che le alfa dal D in su le fanno la solo per venderle qua. Aggiungo poi che la frase "Fiat delegherà la progettazione...di tutte le auto medio grandi" fa semplicemente rabbrividire...

Non so, mi sento come se la Nestlè compra la Colussi e dice da domani il gran turchese lo facciamo in Francia anzichè in Italia.
Certo, l'Alfa Romeo con i suoi 100 anni di storia, passione, design, bellezza, tradizione motoristica vale sicuramente molto meno del gran turchese...
 
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