Gruppo Fiat: accordo con Chrysler!!! (pag.7)

simo__87":1zq7m34p ha detto:
anche se non è il topic dedicato, ma se ne stava parlando:

Volkswagen-Porsche: si cerca ancora l'integrazione
I consigli d’amministrazione del Gruppo Volkswagen e di Porsche Automobil Holding hanno concordemente comunicato oggi l’intenzione di perseguire ancora l’integrazione tra le due case automobilistiche.

Ferdinand Piëch e Wolfgang Porsche hanno confermato l’obiettivo di creare un unico gruppo automobilistico, a distanza di pochi giorni allo stop per le trattative, risalente a lunedì scorso. Le due case proseguiranno così nei loro sforzi in vista di un difficile e lento -ma fortemente voluto- avvicinamento reciproco.


mi verrebbe da dire: ma và!? :sarcastic)

Ovvio dire che la manovra mni sembrava e mi sembra tutt'ora scontata.....oltretutto i due sono pure parenti!!!! :asd)

Detto ciò non è che questa fusione (che avviene in tempi molto sospetti) sia stata voluta per "combattere" il probabile tetto delle 6.000.000 di auto che Fiat si appresta a raggiungere con Opel............ :scratch) :scratch) :scratch) :scratch)
 
GioGT":3iwd268z ha detto:
Ovvio dire che la manovra mni sembrava e mi sembra tutt'ora scontata.....oltretutto i due sono pure parenti!!!! :asd)

dicendo che era saltata non sembrava :asd)

Detto ciò non è che questa fusione (che avviene in tempi molto sospetti) sia stata voluta per "combattere" il probabile tetto delle 6.000.000 di auto che Fiat si appresta a raggiungere con Opel............ :scratch) :scratch) :scratch) :scratch)

questa fusione fa sicuramente più comodo a Porsche che unendosi a VAG si garantisce la sopravvivenza e probabilmente riuscirà a evitare pesanti sanzioni riguardo la normativa sull'inquinamento

comunque mi pare che l'anno scorso VAG da sola abbia fatto 6,5-7 milioni di vetture
Porsche non saprei, ma penso nell'ordine delle centinaia di migliaia
 
Barack Obama: "Chrysler uscirà più forte dalla bancarotta"

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha commentato la decisione con cui oggi il giudice fallimentare Arthur Rodriguez, curatore della procedura di bancarotta controllata di Chrysler, ha dato il via libera alla vendita degli asset di Auburn Hills a Fiat. “Chrysler uscirà rafforzata da questa fase di bancarotta controllata”, ha affermato il presidente USA.
“La decisione di oggi apre la strada per la risalita della nuova Chrysler, e per la trasformazione della casa in una azienda che sarà più forte e competitiva in futuro”, ha dichiarato Obama.
La nota stampa diramata dalla Casa Bianca poi, oltre a sottolineare l’operato del governo, ha riconosciuto l’impegno dei grandi azionisti e dei sindacati nello scendere ad un compromesso che fosse accettabile per tutti. “Avevamo preannunciato che il processo sarebbe stato breve ed abbiamo mantenuto l’impegno” si legge nel comunicato. “Grazie allo straordinario sforzo di tutti, decine di migliaia di posti di lavoro americani sono stati salvati”.


Autoblog

Accordo Fiat-Chrysler: Marchionne chiude. Ed intanto guarda a PSA

Montezemolo dixit: nell’affaire Opel, il piano B è «pura semplificazione giornalistica». Sergio Marchionne, amministratore delegato Fiat, si è così dedicato alla definitiva chiusura dell’affaire Chrysler: il giudice newyorkese Arthur Gonzalez ha approvato la vendita degli ultimi asset. Il Fondo pensionistico dell’Indiana, però, ha pronta la controffensiva: si preannuncia ricorso in appello per contestare il rimborso (stabilito in precedenza) di 29 cents per Dollaro prestato al gruppo di Auburn Hills.
Raggiunto l’accordo, il Lingotto potrà organizzare il futuro della nuova Chrysler. Che non sarà l’unico punto focale: Marchionne prosegue nel proprio dogma “6 milioni”, cercando di estendere in Europa l’esigenza industriale perseguita con Opel. e per questo motivo si intensificano i contatti con il gruppo PSA.

Fonte Repubblica


Ora salta fuori PSA quindi........... :scratch) :scratch) :scratch)
 
Accordo Fiat-Chrysler: si vanno definendo i piani industriali. Allo studio anche due SUV Alfa Romeo?

La società di consulenza IHS Global Insight ha reso noto quali saranno i probabili piani industriali di Chrysler, Dodge e Jeep all’indomani dell’accordo con Fiat. Alcuni punti di questi piani ve li abbiamo anticipati nei giorni scorsi e, man mano che i giorni passano, prendono sempre più forma: infatti, la Fiat 500 verrà assemblata nell’impianto messicano di Toluca, mentre la tanto attesa erede dell’Alfa Romeo 166 - più volte denominata Alfa 169 - verrà realizzata sulla piattaforma LX, nello stabilimento in Ontario, Canada.
In Messico sarà prodotta anche la Fiat Panda 4×4 griffata Jeep, mentre dalle SUV Cherokee e Grand Cherokee potrebbero derivare le rispettive varianti Alfa Romeo. La nuova Grand Cherokee fornirà la piattaforma WL per la SUV Alfa Romeo di grandi dimensioni, il cui nome in codice è GTX. Entrambe le vetture saranno realizzate nell’impianto di Jefferson, in Michigan. Invece, la piattaforma C-Evo verrà utilizzata per la prossima Cherokee - venduta negli USA come Liberty - e la gemella della Casa del Biscione. Queste due SUV saranno assemblate nello stabilimento di Toledo, in Ohio.
Per quanto riguarda le SUV compatte di Jeep, Compass e Patriot non avranno eredi e saranno lasciate al loro destino, senza subire alcun restyling. Sempre sulla piattaforma C-Evo si baseranno anche le future generazioni di Chrysler Sebring e Dodge Journey, Caliber ed Avenger. Inoltre, è allo studio la nascita della Dodge Hornet sulla piattaforma “199″, la stessa della Alfa MiTo. Entrambe le vetture potrebbero essere assemblate nell’impianto di Belvidere, in Illinois, a partire dal 2011.

Autoblog.com
 
Chrysler: Sebring su piattaforma C-Evo e Dodge Avenger a trazione posteriore

Chrysler Sebring a trazione anteriore e Dodge Avenger a trazione posteriore. Secondo AutomotiveNews, Sergio Marchionne è intenzionato a seguire questa linea per le future generazioni delle berline americane. La Sebring verrebbe sviluppata sulla piattaforma C-Evo che debutterà con l’Alfa Romeo Milano, mentre la Avenger dovrebbe basarsi sulla piattaforma LX con passo più corto.
Solo qualche tempo fa, lo stesso Marchionne annunciò che Dodge e Alfa Romeo lavoreranno insieme nello sviluppo dei nuovi modelli, soprattutto nell’alto di gamma. Se la Dodge Avenger dovesse essere a trazione posteriore, non è esclusa l’ipotesi che anche l’Alfa Romeo Giulia venga realizzata sulla medesima piattaforma. Inoltre, sembra anche che non sia affatto abbandonata l’idea di realizzare una nuova berlina Lancia, la quale non sarebbe altro che una gemella della futura Chrysler Sebring. Infine, conclude Automotive News, tutte le decisioni riguardanti le nuove berline di Chrysler e Dodge verranno prese nel mese di agosto.

egmCarTech
 
Fiat rivoluziona Chrysler; Detroit dedica una strada alla casa italiana

Sergio Marchionne, ad Fiat, sta piacendo molto agli americani della Chrysler: l’impegno con cui segue da vicino gli uffici marketing, le modalità con cui seleziona i top manager facendoli scegliere ai dipendenti di rango più basso, i preparativi che sta gestendo per lo sbarco statunitense dei motori FPT Multiair e la competizione interna che ha creato fra i tre marchi del gruppo americano (Chrysler, Dodge e Jeep) al fine di migliorare i prodotti, stanno rendendo l’operato del manager italo-canadese una vera e propria opera di ristrutturazione del marchio Chrysler. A tracciare questa descrizione è il magazine Business Week che esprime l’entusiasmo dei nuovi soci americani dopo l’arrivo di Fiat.
Questo “restyling industriale”, come afferma Marchionne, è volto a cancellare “una mediocrità che uccide questo tipo di industria”. L’ad Fiat infatti è consapevole che a Chrysler “è stata data una seconda opportunità per ripensare ogni cosa e che non ve ne sarà una terza”. Intanto la città di Detroit, entusiasta del matrimonio fra il gruppo americano e Fiat, ha dedicato una strada alla casa italiana: si chiama “Fiat Drive” ed è stata inaugurata martedì sera. Un tributo reso alla casa italiana per aver salvato il destino economico di centinaia di migliaia di persone strettamente dipendenti da Chrysler; ed un modo per accogliere al meglio le quattrocento famiglie italiane che andranno a vivere Oltreoceano.

La Stampa
 
Fiat e Chrysler portano Daimler in tribunale

Notizia su quattroruote.it ( http://www.quattroruote.it/news/articol ... ice=198071 ).

'Quando si incontrano ai Saloni, Sergio Marchionne e Dieter Zetsche possono anche scambiarsi larghi sorrisi e pacche sulle spalle, ma - come si dice - business is business, e così la neonata Chrysler sotto le bandiere della Fiat ha fatto causa alla Daimler presso la Corte fallimentare di New York che seguì la procedura di bancarotta controllata. Motivo: il presunto mancato rispetto da parte dell'ex padrona della Casa americana dell'impegno a fornire un certo quantitativo di componenti, nella fattispecie parti del sistema sterzante e convertitori di coppia, che Chrysler impiega per la produzione di Jeep Grand Cherokee, Dodge Charger e Chrysler 300.
Quando l'alleanza tra Chrysler e Daimler si è sciolta, quest'ultima ha assicurato, com'è logico, la fornitura dei componenti condivisi adottati dai modelli che erano stati sviluppati sotto l'ombrello dell'alleanza. L'accordo fu rinnovato in aprile e confermato dal tribunale fallimentare al momento di dare il disco verde alla nascita della nuova Chrysler lo scorso giugno. Daimler da parte sua sostiene che le rivendicazioni di Chrysler siano prive di fondamento: "Ci difenderemo energicamente", ha annunciato la portavoce Julia Engelhardt.
All'origine della disputa ci sarebbe una vecchia ruggine: la pretesa di Daimler di essere risarcita per 55 milioni di euro per il calo della richiesta di motori diesel da parte di Chrysler. La Casa americana, a causa della riduzione dei suoi volumi produttivi, avrebbe acquistato dalla Germania meno propulsori a gasolio di quanti erano stabiliti contrattualmente. I ritardi nella fornitura delle componenti per lo sterzo e per la trasmissione sarebbero una sorta di ricatto per spingere Chrysler a pagare. Ma secondo quest'ultima la questione dei motori diesel era stata risolta da un accordo extragiudiziale tra le due Case siglato il 17 aprile. Da qui, la decisione di ricorrere ai giudici'.
 
I primi cento giorni di Marchionne

Articolo di quattroruote.it ( http://www.quattroruote.it/news/articol ... ice=198388 )

'Due operai intenti ad assemblare una vettura, un terzo sopraggiunge, corpulento e debordante in una canottiera consunta, estrae un fazzoletto dalla tasca, ci sputa sopra e va a pulire, si fa per dire, un montante della carrozzeria. Scenette come questa, che molti telespettatori italiani avranno visto tra le immagini di repertorio dei servizi televisivi dedicati all'alleanza Fiat-Chrysler, sono destinate a sparire. Negli stabilimenti della Casa americana sta per arrivare lo stile Fiat: niente sprechi, organizzazione rigida e probabilmente uniformi per tutti gli operai, come a Melfi e a Cassino. La riorganizzazione produttiva è una delle prime azioni a cui il nuovo management si sta dedicando.
La Chrysler Group Llc, ragione sociale della Chrysler uscita dalla procedura di bancarotta controllata, è nata il 10 giugno. A quasi tre mesi di distanza che cosa è stato fatto? Come sta impiegando Sergio Marchionne i primi cento giorni alla guida della Chrysler? Viene tanto più da chiederselo quanto più il profilo comunicativo scelto dai vertici è basso: ridotte all'osso le dichiarazioni ai giornali, molta la discrezione. Pochi annunci, tanto lavoro. E buona parte di questo lavoro è per ora dedicato alla organizzazione interna.
La fotocopia di Mirafiori
Tanto per cominciare sono stati sfoltiti i livelli manageriali, da otto a cinque. La struttura organizzativa - più snella e, si presuppone, più veloce nelle decisioni - è la copia carbone di quella di Mirafiori, con ciascun marchio del gruppo - Chrysler, Dodge, Jeep e Mopar (parti di ricambio) - responsabile del proprio conto economico. Peter Fong guida Chrysler, Michael Mainley è a capo di Jeep, Michael Accavitti di Dodge e, infine, l'italiano Pietro Gorlier è il numero uno di Mopar. Un dato che è piaciuto agli americani: non c'è stata la temuta invasione degli italiani. Ai tempi dell'alleanza con Daimler il numero dei tedeschi in azienda, inclusi i "pendolari" che tornavano a Stoccarda nel weekend, era vicino alle duecento persone.
Lo stile Marchionne
Ma è il clima che è cambiato: lo stile Marchionne, diretto e concreto, ha impressionato favorevolmente i dipendenti sin dal discorso inaugurale del 10 giugno (prima foto). "Nel business e nella vita non succede sempre che ti venga data una seconda possibilità", ha detto il manager italo-canadese, sottintendendo che questa la si deve cogliere. Il megaufficio al 15° piano della sede Chrysler a Auburn Hills (seconda foto) è rimasto chiuso a chiave. Marchionne si è sistemato in un ufficio più modesto, ai piani bassi, vicino ai collaboratori diretti, questione di stile e pure di sostanza, così si velocizzano anche i processi decisionali. Mossa, ovviamente, apprezzata dai quadri.
La dura legge di Torino
Qualche preoccupazione in più serpeggia tra gli operai. "Lo spreco è immorale", ha detto Marchionne. E adesso i lavoratori temono che si razionalizzino anche i movimenti che devono compiere. O l'acqua che si consuma: "Possiamo tenere soltanto una bottiglia d'acqua alla nostra stazione di lavoro", ha dichiarato un operaio canadese al quotidiano "Detroit News". La disciplina che regola i ritardi non comunicati per tempo o le assenze ingiustificate dal lavoro è molto più rigida: dopo sette passi falsi, sei fuori. Ma ci sono aspetti positivi, che premiano la responsabilità individuale: gli operai sono stati riorganizzati in team di dieci persone (prima erano più ristretti), il numero di supervisori è stato ridotto e i team leader si sono guadagnati più responsabilità. Quanto alle divise, per ora la decisione è rinviata, anche per motivi di costi. "Le uniformi? Vedremo. Quel che conta adesso è la sostanza, l'organizzazione produttiva secondo i principi del World class manufacturing che è implementato in tutte le realtà produttive della Fiat, anche non automobilistiche, e che richiama da vicino il metodo Toyota", ha detto a "Quattroruote" Gualberto Ranieri, capo ufficio stampa del gruppo Chrysler.
Fix it again Tony? Dimenticato
In effetti a leggere i servizi dei quotidiani locali, che hanno il polso diretto della situazione attraverso i contatti con i lavoratori, sembra che la Chrysler sia stata comprata non dalla Fiat bensì proprio dalla Toyota. "L'obiettivo al momento è fare tutto meglio", scrive il "Detroit News", e aggiunge. "I margini d'errore tollerati si sono fatti più risicati e più alta è la precisione richiesta in ogni operazione. Le tolleranze nell'assemblaggio sono ridotte rispetto agli standard precedenti di Chrysler. E se un problema emerge durante la lavorazione, va risolto immediatamente, anche fermando la linea se necessario. Il vecchio sistema in Chrysler prevedeva di terminare l'assemblaggio e solo in un secondo tempo mettere da parte l'esemplare difettoso e aggiustarlo". Insomma, fa un certo effetto sentir parlare della Casa italiana in questi termini, specie in un Paese dove fino a una ventina d'anni fa l'acronimo Fiat veniva ironicamente svolto come Fix it again Tony (aggiustala di nuovo Tony). Ma da quando la Fiat lasciò gli Usa per problemi di qualità e di ruggine sulle carrozzerie è passata tanta acqua sotto i ponti.
Alfa Suv su Jeep
Il piano prodotti è, naturalmente, un altro capitolo su cui il management della nuova Chrysler è al lavoro. Ma è anche quello sul quale il riserbo è totale. Pochi i fatti finora confermati ufficialmente. Uno, la Chrysler PT Cruiser (di cui lo scorso anno sono state vendute circa 50 mila unità) sopravviverà: Marchionne ha cancellato la decisione di cessarne la produzione, che al contrario andrà avanti fino al 2011. Due, anche la Viper, supercar iconografica, è stata risparmiata dalla scure. Tre, il pick-up Dodge Ram a gasolio, atteso l'anno prossimo, sarà cassato. Per il resto si fanno speculazioni. Le più plausibili, che furono anticipate da "Quattroruote" nel numero di giugno, riguardano l'impiego del pianale C Evo, cioè un'evoluzione della meccanica della Fiat Bravo, per i modelli eredi della Dodge Caliber e della Jeep Compass, mentre la futura Grand Cherokee (con sospensioni a ruote indipendenti) fornirebbe la base per la famosa, sognata, inseguita e mai realizzata Sport utility Alfa Romeo (nella nostra ricostruzione - terza e ultima immagine - insieme alla Jeep Grand Cherokee), da commercializzare anche sul mercato Nordamericano. E in Nordamerica, oltre alla 500, che farà marchio a sé come la Mini, sbarcherà probabilmente anche la Panda, da vendere come la più piccola delle Jeep'.


Voglio proprio vedere quante ne venderanno di Panda con lo stemma Jeep... :eek13)
Troppo tradizionale a livello di estetica il Marchio Jeep, e la Panda non ha nulla della Jeep.
 
Chrysler: dal 2010 il libretto "Uso & Manutenzione" in formato DVD

Chrysler manda in pensione il libretto di “Uso & Manutenzione” in formato cartaceo per sostituirlo con un pratico, moderno ed economico DVD. A partire dal 2010, tutti i modelli Chrysler, Dodge e Jeep saranno forniti di serie con il libretto digitale, accompagnato da un piccolo manuale cartaceo di 70-80 pagine, contenente solo le informazioni principali.
Questa operazione permetterà di eliminare i quattro libretti di oltre 500 pagine che, ogni anno, richiedono 930 tonnellate di carta, pari a circa 20.000 alberi. Il DVD potrà essere consultato a casa con un computer o un lettore, oppure attraverso il sistema multimediale dell’auto, se presente nella dotazione. Per i clienti più fedeli ai tomi tradizionali, sarà possibile ordinare i suddetti libretti in carta.
 

Allegati

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Non ho capito, finora la chrysler forniva con ogni auto 4 libretti da 500 pagine? :sgrat) :eek:hmamma)
 
Le tolleranze nell'assemblaggio sono ridotte rispetto agli standard precedenti di Chrysler.

:quote) :quote) :quote) :quote) :quote) :quote) :quote) :quote) :quote) :quote)

certo che se chrysler era nelle condizioni di prendere lezioni di assemblaggio da alfa ci credo che andava a rotoli :crepap)
 
thranduil":qtjx0678 ha detto:
Le tolleranze nell'assemblaggio sono ridotte rispetto agli standard precedenti di Chrysler.

:quote) :quote) :quote) :quote) :quote) :quote) :quote) :quote) :quote) :quote)

certo che se chrysler era nelle condizioni di prendere lezioni di assemblaggio da alfa ci credo che andava a rotoli :crepap)
:crepap) :crepap) :crepap) :crepap) :crepap) :crepap) :crepap)
 
l'altro giorno sono passato per caso in un cessionario chrysler-dodge-jeep e non ho trovato nemmeno un'auto che comprerei....ci credo che stavano fallendo

la fiat per rilanciare un gruppo del genere deve praticamente resuscitare un morto :dead)
 
Più che altro, che c'entra un SUV con Alfa?
Alfa non è mica quel gran marchio sportivo?? :evil:
 
mah...vogliamo vedere alcuni sviluppi jeep??? :asd)
prendiamo il cherokee (senza grand)
fine anni 80, inzio 90...un classico, un fuoristrada...
Cl_Jeep_Cherokee_01.jpg

generazione successiva, beh, non male...abbastanza adatto all'offroad, ma con un vestito più civile
jeep_cherokee_1049573A.jpg

generazione attuale...cos'è sto troiaio????
big_jeep_cherokee_2008_06.jpg

come si fa a regredire così???
 
Chrysler: niente più ordinativi per Magna

Sergio Marchionne, amministratore delegato di Chrysler, avrebbe preso la decisione di interrompere gli ordinativi diretti a Magna International. La notizia-bomba, riportata dal Wall Street Journal, rappresenta l’ennesimo colpo duro per il fornitore austro-canadese, che potrebbe perdere anche le commesse provenienti da Volkswagen e BMW.
L’acquisizione di Opel, dunque, si sta rivelando (come da previsioni, peraltro) la prima mossa di un domino internazionale, che vede tanti costruttori automobilistici reagire a questo potenziale “conflitto d’interessi” in seno a Magna, fornitore automobilistico, e da qualche tempo anche principale azionista di un costruttore automobilistico.
A dire la verità, Marchionne non ha esplicitamente tirato in ballo l’accordo Magna-Opel tra le cause della decisione, ma cogliere il nesso è elementare. Ad oggi Chrysler realizza negli impianti austriaci di Magna la Jeep Grand Cherokee e la Chrysler 300C. In futuro queste due auto potrebbero essere realizzate nell’impianto Bertone di Grugliasco, dopo un processo di ammodernamento che costerà a Fiat circa 150 milioni di euro in tre anni e che porterà la capacità produttiva a 70.000 unità l’anno.

autoblog
 
Domani avremo i piani dettagliati presentati da Marchionne per Chrysler, ora un po di aggiornamenti. Alla fine vogliono fare sto benedetto SUV Alfa Romeo :splat) :splat) Ma non possono farlo con Lancia dico ????? :wall) :wall)

Poi, il pianale della nuova 300C sarà utilizzato a quanto pare per la nuova Thesis Lancia, e per una berlina Maserati, ovviamente a trazione posteriore. Quindi non per la 169? :scratch) :scratch) :scratch)

Vedremo domani tutti gli aggiornamenti...........

Comunque questi sono pazzi, useranno il V6 Pentastar anzichè un bel V6 made in FPT??? :KO) :KO) :KO) Ancora con sti motori americani?? :mad2) :mad2) :mad2)

Chrysler e Lancia verso una forte condivisione di prodotti in Europa

I marchi Chrysler e Lancia si avviano ad avere un legame molto stretto per quanto riguarda l’offerta sul mercato europeo. Dal settore delle medie due volumi a quello delle grandi berline di alta gamma, il management Fiat intende intrecciare i destini delle due case.
Torna alla mente la recente nomina di Olivier Francois al vertice di Chrysler. Un caso? Macché. Piuttosto, “il primo passo verso l’integrazione tra le due case” come rivelato da una fonte Fiat ad Automotive News. La casa di Auburn Hills e il marchio torinese non condivideranno solo i prodotti, ma anche la rete di vendita europea. Un’operazione fondamentale, destinata ad avverarsi sul breve termine.
La fonte Fiat, che sta lavorando proprio sulle trattative, ha espressamente parlato dell’erede della Thesis e della concreta possibilità che venga realizzata sul pianale della 300C, soffermandosi anche sul futuro condiviso dell’erede della Sebring, basata sulla 200C Concept e di una futura berlina media Lancia. Dopo mesi di silenzi e di presenze sbiadite ai saloni, queste parole sono il segno che ai piani alti stanno ancora ragionando concretamente sul futuro del marchio.
Come scrivevamo poc’anzi, Fiat ha pensato per Chrysler un ruolo di brand “near-premium”, con il quale contrastare Cadillac in casa. A Dodge andrebbe il ruolo del marchio sportivo, a Ram quello di casa concentrata sui mezzi “duri” come l’iconico pick-up da cui prenderebbe il nome.
Francois affiancherà il suo nuovo ruolo di numero uno Chrysler e responsabile marketing e pubblicità di Chrysler, Jeep, Dodge e Ram ai precedenti incarichi di ad Lancia e responsabile marketing del Gruppo Fiat.


Accordo Fiat-Chrysler: qualche anticipazione sul piano che Marchionne presenterà il 4 novembre

Il prossimo 4 novembre, Sergio Marchionne presenterà il piano industriale per Fiat e Chrysler che avrà una durata di 5 anni. Tutti i riflettori sono puntati sulle sinergie tra le due Case automobilistiche che l’amministratore delegato del Lingotto e di Auburn Hills riuscirà a mettere in piedi. Il primo passo dell’accordo Fiat-Chrysler sarà lo sbarco della Fiat 500 negli Stati Uniti, fissato per il 2011. La vettura sarà l’unico modello ad essere venduto con il brand della Casa torinese. Invece, per quanto riguarda Alfa Romeo, Marchionne avrebbe programmato il ritorno negli USA per il 2012. Le vetture della Casa del Biscione saranno prodotte negli impianti americani e la gamma sarà composta da tre modelli: MiTo, Milano e Giulia.
Ma le maggiori novità riguarderanno i brand Chrysler, Dodge e Jeep. La maggior parte delle piattaforme e delle tecnologie del Lingotto verranno sfruttate per Chrysler: sarebbero in programma una berlina a tre volumi realizzata sul pianale C-Evo e una vettura compatta a 2 volumi. Confermate anche le nuove 300C e Jeep Grand Cherokee. Inoltre, sarebbe allo studio anche una Jeep di dimensioni compatte. D’altra parte, Marchionne avrebbe deciso di sopprimere diversi modelli “Made in USA”, come le Dodge Caliber, Avenger e Nitro e le Jeep Patriot, Compass e Commander. Per quanto riguarda Chrysler, è incerto il futuro di PT Cruiser e Sebring.
Nel piano industriale dovrebbe essere confermata anche la nascita di due vetture basate sulla piattaforma LX della Chrysler 300C, da assemblare nell’ex impianto Bertone, rinominato “Officine Automobilistiche Grugliasco”, a partire dal 2011. Le due auto dovrebbero essere la nuova Lancia Thesis e un’inedita berlina Maserati da collocare un gradino sotto la Quattroporte. In poche parole, un’erede spirituale della controversa Biturbo. Entrambe le vetture saranno prodotte complessivamente in 50.000 esemplari e si distingueranno per il differente tipo di trazione: integrale per la berlina Lancia, posteriore per la berlina Maserati, quest’ultima attesa però per il 2012.


Fiat-Chrysler: sulla nuova 300 C nasceranno due modelli italiani

Fiat intende produrre sulla base della nuova Chrysler 300 C due modelli italiani da commercializzare in Europa, per un volume totale di 50.000 unità l’anno. Durante la scorsa settimana, Alfredo Altavilla, il numero uno di Fiat Powertrain, dando la notizia ai sindacati, ha aggiunto che su questi due modelli sarà adottato il nuovo V6 Pentastar della casa americana.
La produzione di queste due proposte italiane inizierà nel 2011 presso le Officine Bertone di Grugliasco, sede rilevata da Fiat lo scorso luglio nel contesto dell’operazione con cui è stata completamente inglobata la storica azienda torinese.
La curiosità, a questo punto è alle stelle: quali marchi daranno vita a queste sorelle della grande berlina Chrysler? “L’annuncio dettagliato sarà dato il prossimo 4 novembre, quando presenteremo il nostro piano di rilancio quinquennale”, ha dichiarato Altavilla ad Automotive News.
Per ora dunque, le indiscrezioni sono a un punto morto rispetto a dove le avevamo lasciate pochi giorni fa. Il primo modello ad uscire da Grugliasco dovrebbe essere una nuova grande berlina Lancia, destinata a riesumare una tradizione interrotta con la sfortunata Thesis ormai da anni.
La seconda proposta, che seguirà questa inedita Lancia a distanza di circa un anno, dovrebbe essere una Maserati tutta nuova, da posizionare un gradino sotto la Quattroporte, vale a dire nel segmento E. Questo piccolo Tridente potrebbe configurarsi come una rivale per la Mercedes CLS e le sue rivali.
Questo è quanto, per ora: non ci resta che pazientare qualche giorno per capire quale strada tracceranno a Torino per il giovane gruppo italo-americano.


Fiat Chrysler: proposta di pensionamento anticipato per 23 mila dipendenti


Il gruppo Chrysler, controllato da Fiat, ha annunciato di aver offerto ad altri 23.000 lavoratori offerte di pensionamento, coadiuvato dal gruppo automobilistico americano: ennesima misura di taglio necessaria a fronteggiare uno scenario che vede un forte calo della domanda e una conseguente e necessaria chiusura di impianti produttivi.
I dipendenti Chrysler potranno accettare la proposta di esodo incentivato fino al prossimo 13 novembre; saranno comunque offerti altri programmi speciali per le fabbriche della casa statunitense che sono in corso di chiusura nell’ambito delle procedure fallimentari, iniziate lo scorso 30 aprile con il subordinamento della maggior parte delle attività al Gruppo Fiat.
Ai lavoratori più giovani, con almeno un anno di anzianità anziendale, sarà offerta una buonuscita di 75.000 dollari lordi più un buono-auto da 25.000 dollari. A coloro che hanno tra 55 e 59 anni, per i quali la somma tra età anagrafica e anzianità aziendale raggiunge quota 85 e oltre, oppure ai dipendenti con più di 60 anni da almeno 10 anni anni in azienda, saranno offerti 50.000 dollari, il buono-auto da 25.000 dollari più i contributi pensionistici maturati. I lavoratori hanno tempo fino al 13 novembre per aderire all’offerta.
Intanto mercoledì sarà il giorno della conferenza stampa nella quale l’ad Fiat, Sergio Marchionne, annuncerà il piano di rilancio industriale quinquennale studiato per Chrysler.


Piano Fiat Chrysler: solo Jeep rimane in Europa; condivisione di massa dei pianali

Emergono nuovi rumors sul piano di rilancio per Chrysler che Fiat presenterà ufficialmente domani. Secondo alcuni insiders la dirigenza italiana avrebbe deciso che l’unico marchio del gruppo statunitense ad essere esportato fuori dal nord America sarà Jeep; quest’ultimo verrà ulteriormente sviluppato e promosso sui mercati emergenti.
Chrysler e Dodge saranno invece destinati al solo mercato USA insieme a Ram, che diventerà il nuovo marchio Chrysler per i veicoli commerciali, e a Dodge, che si trasformerà in un costruttore più di nicchia. Le auto del marchio Chrysler fin’ora destinate anche al vecchio continente, come la 300C, saranno integrate nei brand Lancia e Fiat.
“In soldoni” ciò vorrebbe dire che la seconda generazione di 300C da noi avrà estetica e set-up da Lancia nonchè un nome italiano; ma il discorso è valido anche per la nuova Alfa Romeo 169 e per lo sviluppo di un SUV del biscione a partire da una piattaforma del gruppo Chrysler.
La condivisione dei pianali, come l’ “LX” della 300C, permetterà di risparmiare centinaia di milioni di euro nello sviluppo di nuove piattaforme. Da parte sua Fiat presenterà una serie di proposte per introdurre modelli a basso consumo da commercializzare sul mercato statunitense e dotate delle tecnologie sviluppate da FPT, come il Multiair.
 
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