SCANDALO CALCIO
LA RICOSTRUZIONE DEI CARABINIERI. LE CARTE CONSEGNATE IN APRILE
ALLA PROCURA DI NAPOLI IPOTIZZANO CHE IL CLUB ROSSONERO FOSSE CONSAPEVOLE DEI METODI USATI DA MOGGI E GIRAUDO
C’è anche il sistema Milan
L’accusa: tenne testa alla Juve con ottimi risultati,
anche grazie a Galliani
3/6/2006
Alberto Malaguti - Massimiliano Nerozzi
Viaggiavano assieme, Juventus e Milan, quando c’era da pilotare le «scelte di palazzo», facevano invece la «guerra» quando si incrociavano sul prato, ovviamente, ma pure quando c’era da garantirsi una «fazione di arbitri e assistenti», da opporre all’esercito nemico. E questo, è un po’ meno ovvio. Champions League compresa. E’ questo «il fronte di guerra», testuale, descritto nell’ultima informativa (in possesso del «Romanista» e visionata da «La Stampa») dei carabinieri del Reparto operativo di Roma e consegnata
Adriano Galliani, presidente della Lega Calcio
Speciale Crisi Calcio nell’Aprile scorso ai Pm di Napoli che indagano sui malaffari del pallone.
Certo, nella battaglia c’era Luciano Moggi, nel ramo uno da menzione d’onore, ma non era l’unico: perché, sul pianeta calcio, c’erano due «poteri forti», «due contendenti». Un «match a due», combattuto «senza esclusione di colpi», che porta i due club, Juve e Milan, «a intrecciare rapporti di natura commistiva con l’intero sistema arbitrale, con particolare e primario interesse verso i signori designatori».
Se Moggi era un drago, anche il Milan, aveva il suo controspionaggio: decine di contatti, telefonate con arbitri e guardalinee. Pressioni. La foto, insomma, di un’azione permanente, ben lontana dall’istintiva sfuriata che può seguire a un’arbitraggio storto. In questo campionato parallelo, emerge la figura del rossonero Leonardo Meani, «responsabile dei rapporti fra la società e la classa arbitrale nazionale e internazionale»: il suo telefono trilla decine di volte con le reclute da catturare, guardalinee, arbitri, designatori. Il referente di tutta questa attività, almeno dalle telefonate, pare essere l’ad e vicepresidente del Milan, Adriano Galliani, cui è dedicato pure un paragrafo dell’informativa dei militari.
I risultati arrivano: «Il Milan, consapevole delle potenzialità di intercessione da parte di Moggi, in grado sicuramente di una maggiore capacità di dominio e controllo in relazione alle sue potenzialità all'interno degli uffici che contano, non rimane fermo a guardare gli aggiustamenti, e attraverso Meani cerca di tenere testa, con ottimi risultati, soprattutto grazie alla voce del presidente Galliani» La vera partita, allora, non si gioca solo dentro gli stadi, «ma anche e soprattutto sui tavoli degli uffici e degli scacchieri, dove determinate e studiate manovre consentono lo spostamento delle pedine, in questo caso degli assistenti, da parte di talune società calcistiche per conseguire in ogni singola partita quei piccoli vantaggi che, alla fine, consentono quell’allungo decisivo per il successo finale».
Solo quando c’è da governare il Palazzo, Milan e Juve vanno d’accordo: Meani - riassumono gli investigatori - dichiara disinvoltamente all'assistente che «comunque la mettano, il gioco lo comandano sempre Galliani e Giraudo». Quando invece bisogna decidere arbitri e guardalinee, torna la tempesta. E pure il Milan, ha le sue vittorie, come in occasione della partita casalinga contro il Chievo del 20 aprile 2005, che i rossoneri vinceranno 1-0. Lì, dopo quasi due anni, tornerà il «fidato» Puglisi. E’ lo stesso assistente, in una telefonata fatta due giorni prima della partita, a confermare come il sistema, ormai, veda decisioni pilotate da Juventus e Milan. «Puglisi gli fa presente che gli assistenti vengono inviati agli altri, Juventus, così come vengono inviati a loro, Milan. Li mandano a te e li mandano a loro».
L’infaticabile Meani si dà da fare pure in vista del big match con la Juventus, l’8 maggio 2005, che deciderà lo scudetto. Vinceranno i bianconeri 1-0, ma i carabinieri dedicano un paragrafo alle «pressioni» milaniste in vista della sfida, con l’ex designatore Paolo Bergamo impegnato «a mantenere il piede su due staffe», fra una cena con Moggi e Giraudo e le telefonate con il Milan. Che diedero frutti, apparentemente, almeno secondo una telefonata di Meani al dirigente del Milan Rino Roccato: «Meani riferisce di aver selezionato e deciso lui stesso la terna arbitrale per la decisiva partita Milan-Juventus». Nel dubbio, il 6 maggio, due giorni prima dell’incrocio di San Siro, il dirigente chiama Farneti, uno dei due guardalinee designati: e quando l’assistente «ringrazia per l’ennesima volta il dirigente milanista per la possibilità che gli hanno concesso, Meani gli riferisce che sono stati preparati gli orologi per tutta la squadra arbitrale».
Il dirigente rossonero, prima, aveva pilotato pure gli assistenti della partita contro la Fiorentina, parlando con Bergamo, uno dei due disegnatori: Meani, «decisamente prevaricatore, alla fine sceglie, praticamente, egli stesso gli assistenti». Il miracolo di Meani, però, resta il gran ritorno di Puglisi, «l’ultras del Milan». Per ottenerlo, il dirigente attacca di brutto Gennaro Mazzei, responsabile assistenti della Commissione Can, «sempre portando avanti la voce di Galliani». E Mazzei, «alquanto intimorito» replica: «Si, no, no, no te lo mando, non è che...ci mancherebbe altro». Pure i carabinieri faticano a credere al dialogo: «Mazzei - scrivono - a queste assurde disposizioni non trova altro da ribattere che una risposta abulica ed inquietante: ‘va bene!‘». Su tutto, poi, c’era la benedizione di Bergamo: «Mazzei confida a Meani che Paolo (Bergamo, ndr) ha dato disposizione di inviare (al Milan) uomini di fiducia». Mazzei spiega: «Ha detto di mandargli gli uomini, gli uomini di fiducia».
Bisogna pur campare, a certi livelli. In ogni caso, sempre pronto ad andare in battaglia, sprezzante del pericolo: «Ma io sono in trincea da solo», esclama l’allora designatore. Cosi’, «diviene addirittura esagerato quello che è riuscito ad ottenere il Milan per la gara interna contro il Chievo: un en plein assoluto e sconvolgente. I due assistenti saranno nientemeno che i due fedelissimi Puglisi e Babini». Per capire com’è andata, bastano i commenti fatti a Meani dall’assistente Contini e dall’arbitro Messina. «Ma li hai designati te i guardalinee o loro? - esclama il fischietto - Se li sceglievi te avresti scelto quei due lì». Il riferimento è al gol annullato all’attaccante del Chievo Pellissier: «Oh - attacca Contini - era buonissimo!...Non buono, buonissimo». Risposta di Meani: «Però i giornali non ne parlano».
Una telefonata a Meani la fa pure Collina, il 18 aprile, due giorni prima della partita: «Beh vedo che hai una certa potenza, volevo farti i complimenti...ma va a cagare te e tutti quanti...ho aperto il computer ho visto la coppia, dico: non ci posso credere...da morire dal ridere veramente...da morire dal ridere». Inevitabile la conclusione dei carabinieri, da settimane sul tavolo dei Pm di Napoli: «Da anni il calcio va avanti così sporco e inquinato, la Juventus fa il bello e il cattivo tempo, e il Milan giocoforza segue sulla stessa scia, decidendo terne arbitrali e articoli di giornali».
Eccole le verginelle, le vittime del sistema moggi, quei cattivoni di torino che vogliono solo tirare in mezzo il povero milan che in tutti questi anni ha solo subito torti... :KO) :KO) :KO)
occhio che ci sono intercettazioni del milan con tanto di scelta della terna arbitrale in champions... :KO) :KO) :KO)