Comunicati Stampa
Trieste – Carabiniere centralinista salva aspirante suicida.
Comando Provinciale di Trieste
24/06/2007 ore 10:00
é una storia come tante altre, eppure diversa. Storie di solitudine e disperazione, quando una persona giunge al capolinea, in bilico tra il desiderio di farla finita e di chiedere aiuto, quando puo' succedere di tutto, e il contrario di tutto.
Erano le nove di sera del venerdì quando al centralino dei Carabinieri é arrivata sul numero d'emergenza 112 la telefonata di un uomo, che con tono sfiduciato, riferiva di essere stanco di vivere, di non farcela più. Da più di un anno in cerca di lavoro senza fortuna, deluso e rammaricato che in Italia si presti attenzione al lavoro per i giovani ma che persone come lui (sosteneva di avere 52 anni) sia impossibile trovare un'occupazione, si sentiva svilito come uomo da quel sussidio di poche centinaia di euro al mese offerto dai servizi sociali, non sufficiente ad una vita decorosa.
Una chiamata disperata come tante altre, eppure diversa: quella lucida analisi, quel tono fermo e rassegnato parlavano di un uomo che non sta cedendo all'impeto emotivo ma che trascina, giorno dopo giorno, una vita che ormai giudica insopportabile, e che ritiene giunto il momento di una svolta. Anche disperata.
Se ne é subito reso conto il carabiniere al centralino, che cercava di intrattenerlo al telefono, carpendo quanti più dati possibile sulla sua identità e sulla sua attuale ubicazione: é un telefonino, é in movimento, é impossibile da individuare e da rintracciare. E l'uomo aggiungeva ormai che non gli rimaneva che uccidersi, ed interrompeva la conversazione. Ma di solito, quando sono disperati, chiamano ancora; richiamano sempre.
Le chiamate come quella sono tante. E intanto il carabiniere ha provveduto a bloccare l'utenza chiamante ed a rintracciarne il domicilio del proprietario (un varesotto del 1955 da anni a Trieste) in via Damiano Chiesa, ha subito inviato un'autoradio, ha fatto tutto quello che doveva fare; eppure sentiva che questa volta era diversa. Il militare ha provato a chiamare e richiamare il numero da cui era giunta la richiesta d'aiuto, per ripristinare il contatto con lui: decine di tentativi, poi infine un contatto, brevissimo, "sono sull'autobus, vado alle Rive, mi butto in mare", per poi chiudere bruscamente. Definitivo.
Il carabiniere ha ricominciato daccapo. Questura, Vigili Urbani per un sopralluogo via terra, e poi la Polizia Marittima e la Capitaneria di Porto per verificare (poteva essere gia' tardi) nello specchio acqueo antistante Piazza Unità. Nel frattempo l'autoradio del Nucleo Radiomobile in via Chiesa contattava la convivente, che riferiva di una discussione, della fuga dell'uomo. Descriveva com'era, il suo aspetto, i suoi vestiti:
nuovo giro di chiamate a tutti i numeri di emergenza, riferendo tutti i dettagli utili per ritrovarlo prima che sia tardi.
E poi ancora un'altra idea, una rapida telefonata alla Trieste Trasporti: quale bus porta da via Chiesa e va verso il centro? Ce n'é uno sulla tratta proprio adesso? Chi é il conducente? Ha un telefono cellulare?
Ebbene sì, e il conducente subito contattato conferma che sì, era a bordo del suo bus un uomo di mezza eta', ricorda che era vestito proprio come lo descrivono i Carabinieri, era evidente stato depressivo ed aveva attirato la sua attenzione per alcuni suoi discorsi confusi, per quello sguardo assente. E ricorda di averlo fatto scendere nei pressi di strada per Longera qualche minuto prima. L'autoradio del Nucleo Radiomobile corre a tutta birra e alla fine lo rintraccia alla Rotonda del Boschetto, é proprio lui in grave stato confusionale, l'aspetto, l'eta', i vestiti. Il telefonino. Farfuglia, é incredulo: "Ma voi... Ma io... Ma... come avete fatto?"
Arriva un'ambulanza, l'uomo corre d'urgenza al reparto "Diagnosi e Cura" dell'Ospedale Maggiore.
:handclap)