Amici delle FF.PP. FF.AA. (Vol. 1) ...quelli che Amano la Patria!

Stato
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Saturno147":2rnacgv1 ha detto:
Leo&Chiara":2rnacgv1 ha detto:
Saturno147":2rnacgv1 ha detto:
diritto privato sono 1000 pagine di libro..niente figure solo scritto.... :asd) :wall)


:eek:cchibal)

e a che pagina sei?


:sadomaso) :sadomaso) :sadomaso)
:asd) :asd) :rotolo) :rotolo) sono fermo a pagina 500


non c'è male dai, pensavo alla copertina
 
Leo&Chiara":145rw45i ha detto:
IVAN":145rw45i ha detto:
Leo&Chiara":145rw45i ha detto:
IVAN":145rw45i ha detto:
Leo&Chiara":145rw45i ha detto:
IVAN":145rw45i ha detto:
Leo&Chiara":145rw45i ha detto:
Ivan ho visto la tua galleria complimenti la tua nasona è bellissima mi piacciono un sacco gli specchietti e poi l'abbinamento nero fuori beige dentro è stupendo....
hai ragione a dire che lo spoilere sta benissimo rende la vettura diversa..


@saturno 1000 pagineeee :eek:o)


...e ci sono in vista piccoli accorgimenti...vediamo tra quanto... :elio)


dai dai alcune indiscrezioni???? :D


SEGRETO DI STATO! :ignore)


:?: ok ok dovremmo investigare con le spie
abbiamo il reparto sismi????


...ma "il Presidente" sa come celare i "Segreti di Stato"... :mazza)



... :p


:hail) :hail) :hail) non mi permetterò mai più signor illustrissimo presidente mi prostro di fronte a lei.... :hail) :hail) :hail)



altrimenti...

lafiam1[1].jpg


... :asd)



P.S. visto che ci siamo vi do anche la scheda tecnica...:


Lanciafiamme LPO-50 della ex DDR (Germania Orientale)

Lo sviluppo delle invenzioni è condizionato dalla tecnica. Leonardo da Vinci ebbe l'idea buona per centinaia di invenzioni, ma la tecnica del suo tempo non ne consentiva la realizzazione pratica.
Il fuoco è un'arma eccezionale, sovente molto più distruttivo degli esplosivi, ma il suo impiego diretto come arma è sempre stato alquanto limitato. Dico impiego diretto, perché ovviamente il fuoco è sempre stato usato per provocare incendi in danno del nemico: lancio di frecce incendiarie o di involucri incendiari sui tetti delle città nemiche o sulle navi nemiche, barche incendiarie spinte contro le flotte del nemico, sostanze bollenti o infiammate rovesciate sugli assedianti o sulle loro macchine d'assedio.

La prima traccia storica di una macchina sputa-fiamme, (salvo incerte incisioni assire) usata però non come arma, ma come una gigantesca torcia per bruciare le palizzate della città assediata, si trova in Tucidide che descrive l'assedio della fortezza di Delio in Beozia (da non confondere con Delo, isola delle Cicladi e sede del culto di Apollo, come purtroppo avviene in qualche autorevole enciclopedia!) avvenuto nel 424 a. C.
I Beoti e loro alleati "segarono per il lungo un grande tronco e lo svuotarono completamente; quindi ricomposero le due metà, come si fa per costruire un flauto; ad una estremità fissarono con catene un braciere collegato con un tubo di ferro che entrava nel tronco; per mezzo di carri l'accostarono al muro, la dove era principalmente costruito con graticci di vite e pali; quando fu vicino soffiarono con grandi mantici nel tronco. L'aria così spinta che, attraverso il tubo di legno giungeva sul braciere pieno di carboni accesi, di zolfo e di pece, sviluppava grandi fiammate con le quali venne incendiato il muro, tanto che nessuno vi poté rimanere ".
Nel 360 a. C. lo scrittore Ainaia, il Tattico, insegna come costruire vasi incendiari da lanciare sui tetti del nemico e consiglia un miscuglio di pece, zolfo, stoppa, incenso, trucioli di legno resinoso; egli sa già bene che questi composti non vengono spenti dall'acqua, che anzi li diffonde, e consiglia di usare invece l'aceto.
Le frecce incendiarie trovano scarsa applicazione per l'elevato pericolo che il fuoco si estingua a causa della loro stessa velocità (Aristotele, che di frecce ne aveva viste poche, era ancora dell'idea che una freccia potesse accendersi da sola per la velocità del suo volo!).

La prima descrizione tecnica si trova in Ammiano Marcellino (Rerum Gestarum, XXIII, 4), nel quarto secolo d. C. e, nello stesso periodo Vegezio introduce nella ricetta il bitume e il petrolio, già noti ai Greci fin dal tempo di Alessandro.
Il primo indizio di apparecchi per lanciare liquidi infiammabili si trova in un testo del bizantino Teofane (nato attorno al 760 d. C.) il quale riferisce che l'imperatore Costantino Progonatos (671 d. C.) aveva fatto armare le sue navi "con pentole incendiarie e sifoni" e che qualche anno dopo un certo Callinico aveva introdotto il "fuoco navale" dalla Siria. È a questo periodo che risale la nozione del "fuoco greco" in cui poi molti autori hanno voluto vedere, del tutto a torto, un precursore degli esplosivi; tutte le ricette di miscele incendiarie, che sono rinvenibili nel libro medievale "Liber ignium ad comburendum hostes" di Marco Greco, basato su fonti greche ed arabe, nulla hanno a che vedere con le sostanze esplosive, neppure quando contengono salnitro.
Qualche tempo dopo i bizantini scoprivano che mescolando della calce viva nelle miscele incendiarie, si potevano produrre degli ordigni che si incendiavano da soli.
Si tenga presente che il termine "sifoni" stava ad indicare quegli apparecchi con una specie di pompa che già i romani usavano per spegnere gli incendi; se si considera che fin dal tempo di Plinio i romani erano in grado di distillare l'acqua ragia, si comprende come l'abbinamento delle due tecniche poteva rendere agevole lo spruzzare il nemico con prodotti molto infiammabili: poco importa poi se già accesi o da accendere dopo averli spruzzati.

Nella cronaca Alexiade, scritta (1148) da Anna Comnena, figlia di Alessio,imperatore di Bisanzio e che racconta l'assedio di Durazzo nel 1108, si descrive l'impiego di cerbottane con cui i bizantini soffiavano vampate di fuoco sul volto degli aggressori normanni; anche in questo caso si trattava di zolfo e di resina polverizzata che si infiammava passando su di una fiamma o brace posta alla bocca di un lungo tubo.

L'introduzione della polvere da sparo, che agli effetti incendiari unisce quelli esplosivi, mette in ombra le macchine incendiarie e bisogna giungere all'inizio del ventesimo secolo per ritrovarle impiegate in guerra. Esse, con il nome di lanciafiamme, vennero impiegate dapprima dai tedeschi a Malencourt (26 febbraio 1915) e, poco dopo, dagli austriaci sul Carso. Pare che a proporli all'esercito tedesco fosse stato, anni prima, un certo Richard Fiedler. La loro efficacia era molto limitata, ma grande era l'effetto psicologico. Ricordiamo che per indicare un mostro veramente terribile, la favolistica ha sempre usato il drago che sputa fiamme!
 
Riepilogo:

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1- Ivan (Carabiniere
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2- Mat (Carabiniere
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3- Vespa 2 (Croce Rossa
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4- 147_tff_1975 (Croce Rossa e ANC)

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5- SilvioX147 (Polizia di Stato
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6- Mikoc147 (Dna da Carabiniere e futuro CC)

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7- Ratatuia (Ex-Vigile del Fuoco)

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8- New147 (Vigile del Fuoco
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9- Lacco79 (Dna da CC e GdF)

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10- Casper72 (Ex Croce Rossa e ANC)

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11- AlexRed (Esercito
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12- Abm77 (Esercito)

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13- Shinjichan (Dna da Carabiniere)

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14- Mike1.9jtd (Polizia di Stato
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15- Alfistamarchigiano (Carabiniere in congedo
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16- Hispaniko (Dna da militare del Corpo Ingegneri
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17- Ataru007 (Carabiniere in congedo
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18- GTpassion82 (Marina Militare (ex Carabiniere)
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19- Kontorotsui (Dna da CC e GdF)

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20- Soloalfa (Dna da Carabiniere)
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21- Marcoboss147 (Dna da GdF)

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22- Pillino (Carabiniere in congedo
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23- Harley1972 (Polizia di Stato
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24- JohnStiloGT (Esercito Genio Pontieri
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25- Skizzetto0000 (Dna da Sommergibilista
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26- Gabrielered (P.A. Croce Bianca
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27- Menelao (Dna da Aeronautica Militare)

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28- MATTOGT (Carabiniere
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29- Babysmartolina (Vigile del Fuoco
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30- Superalex78 (DNA da Poliziotto Stradale
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31- Fiffi66 (Carabiniere in congedo
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32- Lalas72 (DNA da Poliziotto)

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33- Saturno147 (Futuro GdF)

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34- Ninoilninja (Carabiniere
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35- Marco073 (Croce Rossa
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36- Nighthawk (Dna da Carabiniere)

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37- Maverick81 (Carabiniere in congedo
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38- Leo & Chiara (Dna da Aeronautica Militare)

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39- Tata Kia (Socc. Anpas
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AVANTI SEMPRE!
 
lanciafiamme? vi si è incastrata la porta di casa??? :sgrat)

:asd)
 
Stato
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