daxi87":2nzunwqe ha detto:
Non è passato molto da quando Fiat decantava la riconquista dell'Italia a seguito del distaccamento da GM e ora ci ritroviamo in una situazione simile se non peggiore?
La situazione è diversa.
Il contesto è diverso, la proprietà è diversa.
GM inoltre avrebbe "comperato" Fiat. Si era arrivati alla decisione di lasciarsi libera l'opzione di liberarsi del settore auto, quindi la Fiat come la intendiamo noi non si sarebbe più vista nè avuta. In questo caso Fiat costruirebbe ancora auto, ma cambiano i rapporti di forza all'interno di un gruppo abbastanza grande.
GM aveva l'obbligo di comperare tutta Fiat Auto quando Fiat avesse deciso di vendere. Cosa che era balenata in testa e che era abbastanza nota (Paolo Fresco aveva quello come target finale, a Torino non c'era andato per cambiare aria). La cosa non si fece più e con modi che vengono "tramandati" e non è il caso di stare a scrivere quà Torino ottenne anche dei danari pur di rinunciare al suo intento di cedere l'auto.
Si gridò al miracolo, la Fiat che tornava totalmente italiana, e sta bene di sale.
Con Chrysler invece non vi è nessuna prospettiva di "cessione" proprio della proprietà a Chrysler come "accordo eventuale iniziale". Anche perchè sarebbe stato un po' difficile far digerire all'opinione pubblica la questione, la seconda volta nel giro di un decennio, e + di una persona avrebbe cominciato a pensare "ma allora sta Fiat del mago Marchionne va bene o male?"
Il discorso che io faccio è relativo ad una realtà ipotetica che mi pare faccia vedere un sempre minor peso "italiano" mentre non viene meno il fatto che Fiat produca automobili. Il quadro "finale" che comunque, molto intelligentemente per il suo modo di pensare e i suoi obiettivi, Marchionne aveva comprendeva anche Opel. In ogni modo, una razionalizzazione delle fabbriche e più in generale dell'azienda "complessiva", ci sarebbe stata. Niente mi leva dalla testa che GM, avendo avuto già a che fare con la Fiat di Marchionne, ben su quel ricordo preferiva soluzioni diverse. Da parte loro i tedeschi le preferivano per altri motivi non totalmente disgiunti da quelli di GM. La partita poi si è chiusa, la "fallimentare" Opel non si vende, ha sfornato fior di modelli, e il resto è storia.
Con Chrysler invece all'inizio ci venne raccontato che questa ennesima provincia povera necessitava di una iniezione della grande tecnologia Fiat. Fermo restando che poi i pianali si prendono di là, il sei cilindri si fa quello di là. Le fabbriche per certe auto, "visto che il trasporto cosa vuoi che costa", ci sono di là.
In tutto questo si inserisce come "scomoda" l'Alfa Romeo. Che avrebbe un heritage da onorare, una immagine di marchio con certe qualità, che va curato e via discorrendo. E che, diciamocelo sinceramente, nelle visioni tanto al chilo di sei milioni di veicoli costruiti dove capita e come capita stante la roba che possiamo maneggiare, diventa sicuramente scomodissimo. Tanto scomodo che con tutta probabilità si smuoverà a breve tempo anche quell'ultimo baluardo segno di un certo passato che è sempre rimasto quasi indenne negli anni, anche quando vi erano gestioni poco rispettose dell'Alfa o non ne han capito le potenzialità. Ma una cosa è sottovalutare le potenzialità e non offrire prodotti adatti alla bisogna ma cmq fornirli e pensare di far meglio in futuro, un altro è il chiaro disimpegno (sulla reversibilità del quale c'è un ENORME punto interrogativo) con annesso smantellamento dei luoghi sacri del marchio.