Alfa Romeo: modelli e programmi futuri. discutiamone

nuvolari":3mzdo87o ha detto:
Marchionne non venderà mai l'ALFA, sà bene quanto può valere, gli conviene tenerla "addormentata" in casa così non nuoce.

Da quel che vedo, comunque, delle idee che ha il gruppo Fiat/chrysler, Alfa non potrebbe mai essere alcun competitor diretto.
Forse nelle utilitarie avrebbe da scontrarsi con la roba marmittara tanto cara a zioFester.
Ma per il resto, no, perchè di marchi con vocazione sportiva (e si intende marchi ben gestiti per non sembrare una roba ridicola come sarebbe una Sebring) non ne ha da gestire.
Paradossalmente gli viene + pericolosa Audi vs. il suo marchio in portafogli Lancia.
Anche se, onestamente, sono e saranno due cose su piani diversi (e presupponendo un impegno costante e in crescendo su Lancia).
 
come al solito concordo col discorso del Fusi
il ragionamento sugli stabilimenti non fa una piega e ne ho già parlato anche nell'altro topic in motori a 360°

gli interessi della fiat non coincidono più con quelli dell'italia e più si andrà avanti più sarà così
 
era un paio di settimane che pensavo a FIAT come una succursale di Chrysler!

C'era troppa attività in America e troppo smantellare in Italia!

Beh Fusi, il tuo pensiero l'hai scritto, io l'ho pensato...e questo è molto simile! A meno che di non essere 2 pecore nere penso che ci sia anche qualcun'altro la fuori che la pensa come noi...LA COSA SI FA PREOCCUPANTE. Vabbè che vabbè ma da passare da azienda Italiana ad azienda Americana penso che sia un torto grosso che si fa a Fiat e checchè se ne dica non se lo merita per i suoi 110 anni, per i 100 e passa anni di Lancia e per i quasi 100 di Alfa!

Non si voleva, 24 anni fa, fare di Alfa una roccaforte americana in Italia e ora si permette agli yankee di prendersi tutto il cucuzzaro facendola passare come un'operazione mirabolante pergiunta!
 
mi aggiungo a voi nel pensare una fiat "schiava" dell'America.....

e mi domando una cosa... ma gli azionisti.. i veri padroni di fiat group (a parte la quota della famiglia degli ovini) dopo questo preoccupante scenario stanno zitti?

Provo a rispondermi da solo... SM ha ancora la loro fiducia avendo distribuito i dividendi anche quest'anno... a discapito degli investimenti per il futuro
 
falconero79":zxz732f5 ha detto:
mi aggiungo a voi nel pensare una fiat "schiava" dell'America.....

e mi domando una cosa... ma gli azionisti.. i veri padroni di fiat group (a parte la quota della famiglia degli ovini) dopo questo preoccupante scenario stanno zitti?

Provo a rispondermi da solo... SM ha ancora la loro fiducia avendo distribuito i dividendi anche quest'anno... a discapito degli investimenti per il futuro

Come detto tante volte e ripetutto, gli Americani si portano via tutta FIAT.. perchè a differenza dell'Italia che regala Alfa Romeo alla FIAT, questi i soldi che "stanziano" vanno ripagati e restituiti...
 
Il FUSI":3bx6xcvm ha detto:
Di fatto con Termini Imerese che chiude, senza se e senza ma, nessun "debito" vs. l'Italia crede di avere Marchionne che dice (dice, mica vuol dire che farà, ma magari si): l'azienda che dirigo cmq non si tirerà fuori così, dicendo "cazzi vostri". Tuttavia la smobilitazione è assolutamente certa. E altre smobilitazioni in passato ci dicono che cmq se la Fiat vuole la Fiat fa, ed altre smobilitazioni si stan preparando alla chetichella.
Ci sarà da ridere.

Il FUSI":3bx6xcvm ha detto:
Ma un gruppo che, a suo dire, deve fare cinque/sei milioni di automobili per campare, ste ****** di macchine dove le va a fare?
Non ci ha pensato nessuno?
E' così tanto "pensante" la testa a Mirafiori che intanto Termini, che non è certo chissà che stabilimento enorme, lo chiude. Arese è già defunto, così come i rimasugli di Lancia, Autobianchi e Innocenti. A Pomigliano dice che ci porta la Panda, tanto l'Alfa la smobilità. A Cassino fanno i modelli di piattaforma C che chiaramente saranno quelli "europei". A Mirafiori fa quello che ha detto, così come Melfi non credo che si possa pensare di buttarlo nella rumenta essendo lo stabilimento + nuovo della Fiat (inaugurato con la prima Punto).
Gli altri milioni dove li fa?
Appare quindi chiaro che, se anche la testa pensante è a Mirafiori, la produzione "grossa" Fiat la farà sempre + all'estero.

E' da diverso tempo che mi frullano in testa le cose che hai detto. :matto) :asd) :baby)
Grazie per averle messe per iscritto. :OK)

Spero che al Governo, e questo Governo ha la forza e gli uomini, si renda conto di cosa succederà nei prossimi anni negli stabilimenti FIAT. :mad2)
Ho appena finito di leggermi l'articolo di varie pagine, molto bello, sulla storia e la fine di Arese, nella rivista RUOTECLASSICHE di gennaio... :mecry)
Bhe...20.000 persone, oggi non ci son più. :baby) potete immaginare il magone che mi è venuto. :sic)
Consigliatissimo. :OK) anche per Scajola e Schifani. :asd)
 
daxi87":2nzunwqe ha detto:
Non è passato molto da quando Fiat decantava la riconquista dell'Italia a seguito del distaccamento da GM e ora ci ritroviamo in una situazione simile se non peggiore?

La situazione è diversa.
Il contesto è diverso, la proprietà è diversa.
GM inoltre avrebbe "comperato" Fiat. Si era arrivati alla decisione di lasciarsi libera l'opzione di liberarsi del settore auto, quindi la Fiat come la intendiamo noi non si sarebbe più vista nè avuta. In questo caso Fiat costruirebbe ancora auto, ma cambiano i rapporti di forza all'interno di un gruppo abbastanza grande.
GM aveva l'obbligo di comperare tutta Fiat Auto quando Fiat avesse deciso di vendere. Cosa che era balenata in testa e che era abbastanza nota (Paolo Fresco aveva quello come target finale, a Torino non c'era andato per cambiare aria). La cosa non si fece più e con modi che vengono "tramandati" e non è il caso di stare a scrivere quà Torino ottenne anche dei danari pur di rinunciare al suo intento di cedere l'auto.
Si gridò al miracolo, la Fiat che tornava totalmente italiana, e sta bene di sale.
Con Chrysler invece non vi è nessuna prospettiva di "cessione" proprio della proprietà a Chrysler come "accordo eventuale iniziale". Anche perchè sarebbe stato un po' difficile far digerire all'opinione pubblica la questione, la seconda volta nel giro di un decennio, e + di una persona avrebbe cominciato a pensare "ma allora sta Fiat del mago Marchionne va bene o male?"
Il discorso che io faccio è relativo ad una realtà ipotetica che mi pare faccia vedere un sempre minor peso "italiano" mentre non viene meno il fatto che Fiat produca automobili. Il quadro "finale" che comunque, molto intelligentemente per il suo modo di pensare e i suoi obiettivi, Marchionne aveva comprendeva anche Opel. In ogni modo, una razionalizzazione delle fabbriche e più in generale dell'azienda "complessiva", ci sarebbe stata. Niente mi leva dalla testa che GM, avendo avuto già a che fare con la Fiat di Marchionne, ben su quel ricordo preferiva soluzioni diverse. Da parte loro i tedeschi le preferivano per altri motivi non totalmente disgiunti da quelli di GM. La partita poi si è chiusa, la "fallimentare" Opel non si vende, ha sfornato fior di modelli, e il resto è storia.
Con Chrysler invece all'inizio ci venne raccontato che questa ennesima provincia povera necessitava di una iniezione della grande tecnologia Fiat. Fermo restando che poi i pianali si prendono di là, il sei cilindri si fa quello di là. Le fabbriche per certe auto, "visto che il trasporto cosa vuoi che costa", ci sono di là.
In tutto questo si inserisce come "scomoda" l'Alfa Romeo. Che avrebbe un heritage da onorare, una immagine di marchio con certe qualità, che va curato e via discorrendo. E che, diciamocelo sinceramente, nelle visioni tanto al chilo di sei milioni di veicoli costruiti dove capita e come capita stante la roba che possiamo maneggiare, diventa sicuramente scomodissimo. Tanto scomodo che con tutta probabilità si smuoverà a breve tempo anche quell'ultimo baluardo segno di un certo passato che è sempre rimasto quasi indenne negli anni, anche quando vi erano gestioni poco rispettose dell'Alfa o non ne han capito le potenzialità. Ma una cosa è sottovalutare le potenzialità e non offrire prodotti adatti alla bisogna ma cmq fornirli e pensare di far meglio in futuro, un altro è il chiaro disimpegno (sulla reversibilità del quale c'è un ENORME punto interrogativo) con annesso smantellamento dei luoghi sacri del marchio.
 
Butto lì una mia idea folle :
invitiamo Briatore a comprare l'Alfa romeo ( un pò amico di montezemolo lo è , soldi ne ha ... ) , e richiama de silva e de meo , che farebbero carte false x dimostrare a SM come si tirano su i " bambini" .
a livello personale non mi è molto simpatico ma tant'è :sic)
 
Ma lasciamo che la compri chi le macchine le fa.
Piantiamola con certi discorsi nazionalisti, di dover avere il proprietario italiano. Ci avessero pensato governanti, tirapiedi, leccaculo e segaioli quando c'era il bisogno di pensarci, invece di regalare, svendere, smaciullare (pagando! Cioè uno stato che dismette, prende due lire, e PAGA per far comprare le proprie robe che vende........) l'industria italiana.
 
No Lele, lui ha una SUA idea e una SUA coerenza. Che poi la riteniamo sbagliata e/o insoddisfacente è un altro discorso.
Il fatto è che nessuno si è voluto accorgere PRIMA di dove si andava a parare. Che sul carro dei vincitori ci son saliti in tanti.
Che di gente furba che ha riflettuto non è che ve ne sia stata poca. Adesso che le carte per forza sono un po' + scoperte si vede un disegno che non piace.... e non piace no!
Ma di sicuro se a sto giro quantomeno si è suonato l'allarme prima del fatto compiuto, in tanti devono fare un gran mea culpa perchè a certe manovre corrispondono certi effetti...... e le manovre c'erano da un po'.
 
mi piacerebbe evidenziare due ragionamenti:

primo, che gli ecoincentivi sono un mezzo per drogare tutto il mercato, non solo un aiuto a fiat. Infatti per esempio mio padre in questo 2010 avrebbe potuto giovarne acquistando una subaru, come da piani in famiglia...

Secondo, secondo me la strategia di SM prende una visione diversa se si estrapola dal discorso alfa romeo. Magari rimane comunque una strategia discutibile, ma sicuramente con una filosofia "tanto al chilo" (che non è per forza una cosa negativa, è un mercato diverso da quello che interessa a noi alfisti) merita un'analisi totalmente diversa. Ed è per questo che secondo me vendere Alfa è la soluzione migliore. Magari toh scambiandola con seat
 
io direi che trattano le auto come se fossero lavatrici.. non c'è passione di quello che stanno facendo.. non hanno passione per il LORO lavoro...


poi la frase:
Del resto, Marchionne da tempo ripete che la Fiat Spa non metterà più un euro nell’auto perché questa attività non ripaga da anni il capitale investito.

mi domando.. ma la fiat è nata e cresciuta con le auto... e SM, che non è un uomo prodotto... le vuole abbandonare... mi ricorda qualcun'altro nel recente passato...
 
Aggiungo alla discussione questo interessante articolo di repubblica.it ( http://www.repubblica.it/economia/2010/ ... e-2192324/ ):

'TORINO - Gli ecoincentivi? Se ci sono bene, se non ci sono ne faremo a meno. Il Lingotto inverte la rotta tenuta fino a qualche mese fa e si scopre "agnostico" sulle misure che erano state ripetutamente indicate da Sergio Marchionne come la condizione irrinunciabile per evitare la chiusura di fabbriche in Italia.
"Senza gli incentivi, meglio se concordati a livello europeo, il mercato crollerà e questo potrebbe mettere in discussione anche la sopravvivenza di alcuni impianti". Dopo avere martellato a più riprese con questo avvertimento improvvisamente l'ad del Lingotto sembra avere concentrato le sue preoccupazioni soltanto dei ritardi del governo nel fare una scelta rapida e netta a favore o contro il rinnovo delle misure di sostegno del mercato. "La cosa peggiore è l'incertezza" fanno sapere dalla Fiat. E insistono perché Roma decida in un senso o nell'altro. Lasciando intendere che se la risposta sarà negativa la Fiat si attrezzerà.
Che cosa è cambiato o sta cambiando al punto da consigliare questa virata da parte del gruppo torinese? Che cosa è successo in queste ultime settimane che Marchionne ha diviso tra l'Italia e l'America mentre si moltiplicavano le critiche e saliva la tensione sfociata due giorni fa nello sciopero generale in tutte le fabbriche Fiat, il primo di queste dimensioni e con queste modalità dal suo arrivo a Torino a oggi?
Inutile cercare la risposta al Lingotto perché essa sta maturando al di là dell'Atlantico ovvero nel quartier generale americano di Auburn Hills dove Marchionne sta preparando il primo piano strategico col quale il 21 aprile prossimo farà sapere come si muoveranno nei prossimi quattro anni Fiat e Chrysler accomunate dal destino di alleate dopo l'accordo di luglio.
Ormai si avverte facilmente che nell'agenda di Marchionne ci sono quella data e quel piano di fronte al quale le questioni italiane perdono urgenza e importanza o comunque diventano un pezzo di un mosaico più vasto. Col passare dei giorni e attraverso la lettura delle dichiarazioni si capisce che il Lingotto vuole liberarsi degli obblighi derivanti da aiuti finanziari pubblici sotto varie forme per poter fare più liberamente le sue scelte. Al punto da rinunciare agli incentivi se questi, come chiedono sindacati e forze politiche di maggioranza e opposizione, sono legati alla difesa dei posti di lavoro a Termini Imerese e nel resto del gruppo. Un aggiustamento del tiro che Marchionne spiega con la crisi che costringe la Fiat e non solo la Fiat a rivedere le strategie. Ma appare evidente che non è solo questo.
Da tempo l'ad del Lingotto segue uno spartito che tiene sempre più in conto l'alleanza con Chrysler come progetto prioritario. "Per quanto riguarda le vetture di classe C e D grazie a Chrysler possiamo fare cose che da soli ci sarebbe state precluse" ha detto di recente agli analisti. Inoltre, il ritorno della Fiat e dell'Alfa in Usa, la possibilità di portare nei prossimi 24 mesi da 20 al 35 la quota nel capitale della più piccola delle big three americane dell'auto e soprattutto la conquista della soglia di sicurezza oltre i 5 milioni di vetture prodotte all'anno, sono obiettivi che Marchionne ritiene si possano perseguire con un piano che preveda in Italia quei sacrifici che gli alleati americani si sono già accollati. In altre parole dopo aver tagliato impianti e rami secchi dal Canada agli Stati Uniti avrebbe qualche difficoltà a spiegare agli americani che in Italia si fanno le barricate per difendere Termini Imerese.
In questo scenario Marchionne sostiene che la chiusura fa parte di un progetto che prevede il rafforzamento della Fiat in Italia. Continua a ripetere che nel 2012 l'azienda arriverà a produrre nel nostro Paese fino a 900 mila vetture. Ma la sua rinuncia a discutere sulla possibilità di salvare l'impianto siciliano fino a "derubricare" il bisogno degli incentivi a misura non determinante mette in allarme sempre di più i sindacati. Anche perché l'appuntamento del 21 aprile è troppo lontano perché si possa aspettare senza conoscere quali sono realmente i piani della Fiat. Per l'America ma soprattutto per l'Italia'.
 
AlfaMatte":2aa9ldin ha detto:
palple":2aa9ldin ha detto:
Per quanto riguarda la Brera parlano i dati delle vendite.

Oddio ma io la vedevo sempre in discesa come vendite.
Ho trovato però solo questi dati.

http://www.unraeservizi.com/sintesi2009/29.pdf

I dati degli ultimi mesi:

SETTEMBRE 9- ALFA ROMEO BRERA 90
OTTOBRE 9- ALFA ROMEO BRERA 91
DICEMBRE 4 ALFA ROMEO BRERA 125
GENNAIO 3- ALFA ROMEO BRERA 210

Questi intendeva lui ;)

Felix7":2aa9ldin ha detto:
Ci sarà un motivo perché BMW ti permette di staccare completamente i controlli di trazione e stabilità e Alfa No, Mercedes No, Audi No… :scratch)

Scusa cosa intendi di preciso? ASR e VDC si disabilitano tranquillamente :ka)
 
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