Alfa Romeo: modelli e programmi futuri. discutiamone

qui Cassino...news di sabato 24 febbraio
:A) :A) :A) :A) :A) :A) :A) :A) :A) :A) :A) :A) :A) :A) :A) :A) :A) :A)

Il segretario della Uilm (Francesco Giangrande):
«Nel 2019 con il terzo modello potrebbe arrivare la vera svolta per la fabbrica»

«Lo stabilimento Fca di Cassino è in attesa di un terzo modello che darà sicuramente la continuità lavorativa a chi oggi ha un lavoro, ma darà una importante risposta anche per l'occupazione aggiuntiva».
Parole e musica di Francesco Giangrande che ieri, dal XVI congresso della Uilm, è stato confermato ai vertici del sindacato.

E, nel corso della sua relazione, si è soffermato ovviamente a lungo sulla situazione dello stabilimento Fca di Piedimonte San Germano e delle fabbriche dell'indotto.

Il segretario si è mostrato ottimista, e ha spiegato:
«Purtroppo appare difficile che il terzo modello dell'Alfa Romeo possa arrivare sulle linee già dall'autunno del 2018 ma,
con molta probabilità, sarà in produzione nel 2019.
La nuova vettura - ha chiosato il segretario - sarà il vero "colpo" per lo stabilimento che, in tal modo,
potrà avere anche la possibilità di assorbire altro personale anche se, ovviamente, tutto dipende dal mercato».

E, a tal proposito, il segretario ha aggiunto:
«Già a partire dal mese di aprile potrebbero iniziare a vedersi dei miglioramenti, certamente non a marzo».
Gli stessi concetti saranno ribaditi stamane nel corso dell'incontro con gli ex 532 interinali che hanno lavorato circa dieci mesi nel 2017 da precari e poi, il 31 ottobre, sono stati messi alla porta con un sms.
Sembrava la fine di un sogno.
Un incubo.
Poi, però, lo scorso mese di gennaio sono stati stabilizzati con contratto a tempo indeterminato gli altri 300 interinali che erano rimasti in fabbrica.
Una bella notizia per il territorio che, inevitabilmente, ha aperto nuovi scenari per Fca e per tutto l'indotto.

Sempre il segretario Giangrande, nel corso del congresso che ha visto la partecipazione - tra gli altri - del sindaco di Piedimonte San Germano Ferdinandi e del sindaco di Cassino D'Alessandro - ha infatti spiegato:
«Visto che il territorio del Cassinate vive di Fca e del suo indotto, io credo che oltre quello che è accaduto con la non riconferma degli interinali e con il calo delle vendite, noi a breve riusciremo a mettere in atto quello che è necessario: ovvero maggiore vendite che garantiscono una maggiore occupazione».

Ma tra dieci giorni l'Italia è però chiamata alle urne per eleggere un nuovo Parlamento e non è affatto certo che si riesca a formare un Governo.
La stabilità è a forte rischio e il caso preoccupa non poco i metalmeccanici della Uil:
«Noi - conclude Giangrande - ci auguriamo che un Governo si formerà perchè altrimenti, senza una guida del Paese, c'è il rischio dell'instabilità e della crisi per tutti, a partire dall'industria e quindi dal Cassinate».


:OK) https://www.ciociariaoggi.it/amp/news/a ... ccupazione :OK)
 
Stick":23ogoi6a ha detto:
A me tra l'altro fa ridere il fatto che pochi mesi addietro Marchionne affermò in una conferenza, di essere scettico sull'auto elettrica.
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa- ... d=AEgz0MdC

Ora fa marcia indietro e segue la politica di case come la Volvo riguardo alla messa al bando del motore diesel?

Detto ciò,a questo punto comprare a breve,magari tra qualche anno un'auto diesel, può essere un'incognita.

P.S. dobbiamo aspettarci anche l'Alfa Elettra? :D Sarei curioso di vedere qualche prototipo.

27 febbraio 2018
sempre al riguardo dell'abbandono del Diesel da parte di tutti i costruttori... :?: :?: :?:


Il diesel è diventato come l’olio di palma, impresentabile.
E si è arreso anche Marchionne

Il boss di Fca non l’aveva capito, ma il mondo sta andando da un’altra parte, voltando le spalle alle auto a gasolio. Va verso la mobilità elettrica, scelta dalla Cina per contrastare un inquinamento ormai insopportabile e anche per acquistare una leadership tecnologica impensabile nei motori endotermici. E scelta dagli Stati Uniti, che hanno cavalcato il Dieselgate per vendicarsi dei produttori tedeschi e dare una spinta ai campioni nazionali, nuovi e vecchi che siano. A cominciare da Tesla e General Motors. E checché ne dica Trump. Il resto lo stanno facendo le amministrazioni delle grandi città, che hanno dichiarato guerra alle polveri sottili emesse dalle auto a gasolio


All’improvviso il diesel è diventato come l’olio di palma: impresentabile. E anche i suoi più strenui difensori, tra cui il capo di FCA Sergio Marchionne, si preparano alla resa. Non capiscono, ma si adeguano. Il boss di Fiat-Chrysler lo farà a giugno, quando presenterà il piano 2018-2022. Allora saranno passati solo otto mesi da quando, all’Università di Rovereto, il manager italo-canadese se ne uscì con un’improvvida dichiarazione sull’auto elettrica come “un pericolo per l’umanità”, una delle topiche per chi in 15 anni ha sempre saputo cavalcare i cavalli giusti. Marchionne questa volta non l’aveva capito, ma il mondo sta andando da un’altra parte, voltando le spalle alle auto a gasolio.


La guerra dei "nuovi" motori
Va verso la mobilità elettrica, scelta dalla Cina per contrastare un inquinamento ormai insopportabile e anche per acquistare una leadership tecnologica impensabile nei motori endotermici. E scelta dagli Stati Uniti, che hanno cavalcato il Dieselgate per vendicarsi dei produttori tedeschi e dare una spinta ai campioni nazionali, nuovi e vecchi che siano. A cominciare da Tesla e General Motors. E checché ne dica Trump. Il resto lo stanno facendo le amministrazioni delle grandi città, che hanno dichiarato guerra alle polveri sottili emesse dalle auto a gasolio, e i Paesi che hanno cominciato a fissare una data di scadenza per la vendita dei Diesel, manco fossero uno yogurt. L’Italia, sempre attenta a non disturbare il produttore nazionale (che ormai nazionale non è più), ha fissato questa data al comodo 2040, data che lascia 22 anni per ripensarci. Non si sa mai.

Italia, fuori da questo mondo

Il risultato è che mentre in tutta l’Europa le vendite di auto a gasolio calano (ormai siamo al 43%), in Italia si veleggia ancora ben al di sopra del 50%.

Nessuno dice ai nostri connazionali che quando si troveranno a rivendere le auto acquistate oggi, tra sette-otto anni, potrebbero trovarsi con un pugno di mosche in mano, dato che il valore dell’usato sta scendendo con una velocità impressionante.

Questo anche per il ‘tradimento’ di chi fino a ieri ha fatto del diesel una religione. Ad una ad una le Case annunciano di volersene liberare e tra queste cominciano a comparire le tedesche, a partire dalla più blasonata, la Porsche. Ma presto probabilmente seguirà a ruota la Mercedes, che da qualche giorno si ritrova come primo azionista un campione dell’elettrico, ovvero il gruppo cinese Geely. Infine, un’ultima annotazione sull’Italia: non vorremmo che da un eccesso di scetticismo sull’auto elettrica si passasse a un eccesso di entusiasmo, che potrebbe portare a dannose delusioni.

Tutti i limiti dell'elettrico
Il progresso di questi veicoli è evidente (una Casa tedesca ha smontato, provato e riprovato il nuovo Model 3 di Tesla, rimanendone basita), ma ancora paghiamo un deficit di infrastrutture di ricarica evidente. Solo l’Enel si sta muovendo con decisione, nel disinteresse di molte amministrazione, dei gestori di grandi infrastrutture come le autostrade, di molte utilities locali dell’energia e dello stesso Governo, tutto votato alla scelta del gas. Ora serve una svolta, ma senza promettere miracoli che non sono dietro l’angolo. La cosa più intelligente da fare, nell’immediato, sarebbe incentivare il passaggio all’elettrico dei mezzi che percorrono molti km. nei centri urbani: taxi, bus, car sharing, furgoncini per la consegna merci…E nel medio periodo costruire anche in Italia una rete di ricarica decente. Ce lo dirà anche Marchionne, a giugno.
 
Mah io sull'elettrico ci andrei mooooolto cauto... articolo condivisibile del Sole24Ore...

Qualche passaggio:

"Per avere un senso di misura, basti dire che secondo le rilevazioni dell'Agenzia Europea per l'Ambiente il riscaldamento degli edifici è la prima fonte e produce il triplo delle polveri prodotte dai mezzi di trasporto (passeggeri e merci) – tutti, non quelli Euro6."

"L'industria dei motori è un'eccellenza tecnologica europea, determinata in buona parte dalla non auto-sufficienza sul fronte degli idrocarburi e dalla spiccata sensibilità ambientale, che hanno spinto a sviluppare propulsori sempre più efficienti e sostenibili. È lecito che centri di potere e portatori di interessi extra-europei la prendano di mira, fa parte del gioco, del risiko industriale. Quello che si fatica a comprendere è il fuoco amico.".

Cioè, fino al Dieselgate tutti a santificare il diesel, ora CHISSA' come mai il diesel è la peggio cosa del mondo... ma dai, vogliono intortarci, altrochè...
quindi si a sostenibilità ambientale, no a al primo che arriva affermando che una tecnologia è la panacea di tutti i mali. Infatti tutti a parlare di elettrico, mai nessuno però che spiega come cacchio si produce 'sta elettricità...

Marchionne una cosa aveva fatto di buono: dire che l'elettrico ha ancora molta strada davanti... spero vada nella direzione delle ibride plug-in o fuell cell stile Hiunday (per dare alternativa ai diesel/ benzina su piccole stile Toyota)... ma se si mette a rincorrere Tesla... poveri noi...
 
ADAN":3tsgaw2u ha detto:
Stick":3tsgaw2u ha detto:
A me tra l'altro fa ridere il fatto che pochi mesi addietro Marchionne affermò in una conferenza, di essere scettico sull'auto elettrica.
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa- ... d=AEgz0MdC

Ora fa marcia indietro e segue la politica di case come la Volvo riguardo alla messa al bando del motore diesel?

Detto ciò,a questo punto comprare a breve,magari tra qualche anno un'auto diesel, può essere un'incognita.

P.S. dobbiamo aspettarci anche l'Alfa Elettra? :D Sarei curioso di vedere qualche prototipo.

27 febbraio 2018
sempre al riguardo dell'abbandono del Diesel da parte di tutti i costruttori... :?: :?: :?:


Il diesel è diventato come l’olio di palma, impresentabile.
E si è arreso anche Marchionne

Il boss di Fca non l’aveva capito, ma il mondo sta andando da un’altra parte, voltando le spalle alle auto a gasolio. Va verso la mobilità elettrica, scelta dalla Cina per contrastare un inquinamento ormai insopportabile e anche per acquistare una leadership tecnologica impensabile nei motori endotermici. E scelta dagli Stati Uniti, che hanno cavalcato il Dieselgate per vendicarsi dei produttori tedeschi e dare una spinta ai campioni nazionali, nuovi e vecchi che siano. A cominciare da Tesla e General Motors. E checché ne dica Trump. Il resto lo stanno facendo le amministrazioni delle grandi città, che hanno dichiarato guerra alle polveri sottili emesse dalle auto a gasolio


All’improvviso il diesel è diventato come l’olio di palma: impresentabile. E anche i suoi più strenui difensori, tra cui il capo di FCA Sergio Marchionne, si preparano alla resa. Non capiscono, ma si adeguano. Il boss di Fiat-Chrysler lo farà a giugno, quando presenterà il piano 2018-2022. Allora saranno passati solo otto mesi da quando, all’Università di Rovereto, il manager italo-canadese se ne uscì con un’improvvida dichiarazione sull’auto elettrica come “un pericolo per l’umanità”, una delle topiche per chi in 15 anni ha sempre saputo cavalcare i cavalli giusti. Marchionne questa volta non l’aveva capito, ma il mondo sta andando da un’altra parte, voltando le spalle alle auto a gasolio.


La guerra dei "nuovi" motori
Va verso la mobilità elettrica, scelta dalla Cina per contrastare un inquinamento ormai insopportabile e anche per acquistare una leadership tecnologica impensabile nei motori endotermici. E scelta dagli Stati Uniti, che hanno cavalcato il Dieselgate per vendicarsi dei produttori tedeschi e dare una spinta ai campioni nazionali, nuovi e vecchi che siano. A cominciare da Tesla e General Motors. E checché ne dica Trump. Il resto lo stanno facendo le amministrazioni delle grandi città, che hanno dichiarato guerra alle polveri sottili emesse dalle auto a gasolio, e i Paesi che hanno cominciato a fissare una data di scadenza per la vendita dei Diesel, manco fossero uno yogurt. L’Italia, sempre attenta a non disturbare il produttore nazionale (che ormai nazionale non è più), ha fissato questa data al comodo 2040, data che lascia 22 anni per ripensarci. Non si sa mai.

Italia, fuori da questo mondo

Il risultato è che mentre in tutta l’Europa le vendite di auto a gasolio calano (ormai siamo al 43%), in Italia si veleggia ancora ben al di sopra del 50%.

Nessuno dice ai nostri connazionali che quando si troveranno a rivendere le auto acquistate oggi, tra sette-otto anni, potrebbero trovarsi con un pugno di mosche in mano, dato che il valore dell’usato sta scendendo con una velocità impressionante.

Questo anche per il ‘tradimento’ di chi fino a ieri ha fatto del diesel una religione. Ad una ad una le Case annunciano di volersene liberare e tra queste cominciano a comparire le tedesche, a partire dalla più blasonata, la Porsche. Ma presto probabilmente seguirà a ruota la Mercedes, che da qualche giorno si ritrova come primo azionista un campione dell’elettrico, ovvero il gruppo cinese Geely. Infine, un’ultima annotazione sull’Italia: non vorremmo che da un eccesso di scetticismo sull’auto elettrica si passasse a un eccesso di entusiasmo, che potrebbe portare a dannose delusioni.

Tutti i limiti dell'elettrico
Il progresso di questi veicoli è evidente (una Casa tedesca ha smontato, provato e riprovato il nuovo Model 3 di Tesla, rimanendone basita), ma ancora paghiamo un deficit di infrastrutture di ricarica evidente. Solo l’Enel si sta muovendo con decisione, nel disinteresse di molte amministrazione, dei gestori di grandi infrastrutture come le autostrade, di molte utilities locali dell’energia e dello stesso Governo, tutto votato alla scelta del gas. Ora serve una svolta, ma senza promettere miracoli che non sono dietro l’angolo. La cosa più intelligente da fare, nell’immediato, sarebbe incentivare il passaggio all’elettrico dei mezzi che percorrono molti km. nei centri urbani: taxi, bus, car sharing, furgoncini per la consegna merci…E nel medio periodo costruire anche in Italia una rete di ricarica decente. Ce lo dirà anche Marchionne, a giugno.

Senza offesa, ma questo articolo è invece una offesa al buonsenso economico ed alla ragione di chi legge...
 
altro articolo che spiega il futuro dei prossimi 12 anni :eek13) :eek13) :eek13)

Addio diesel, ecco i numeri che spiegano la svolta di Marchionne verso l’auto elettrica

Il nuovo piano industriale di FCA, atteso per giugno, dovrebbe confermare il nuovo corso. Il punto di svolta sarà fra il 2020 e il 2025, spiega il report Electric Car Tipping Point di BCG. Che prevede: nel 2030 le auto elettriche supereranno la quota del 50%. Bisogna quindi muoversi subito per non restare fuori

Alla fine anche Sergio Marchionne ha capitolato. Nel nuovo piano industriale di FCA, secondo quanto ha anticipato il Financial Times, verrà dato l’addio al diesel a partire dal 2022. E probabilmente al suo posto crescerà lo spazio dei motori elettrici. A inizio anno il manager italo-canadese-svizzero aveva anticipato che la prima vettura del gruppo senza motore a scoppio sarà una Ferrari, mostrando di aver cambiato idea rispetto a quando aveva definito l’auto elettrica una minaccia per l’umanità. «Lo faremo perché lo dobbiamo fare», ha detto al Salone di Detroit. Anche FCA deve farlo perché tutto il mercato sta andando verso l’auto elettrica. Ford ha già annunciato la propria scelta e lo stesso hanno fatto General Motors, Volvo, Toyota Volkswagen e Fca. Lo ha ricordato lo stesso Marchionne: “entro il 2025 la metà delle auto prodotte al mondo sarà elettrificata e i veicoli a gas e a benzina cederanno il passo a quelli ibridi ed elettrici. I produttori di auto hanno meno di un decennio per reinventarsi o rischiano di essere travolti dal cambiamento nel modo di alimentare, guidare e acquistare i veicoli”.

L’ultima conferma del futuro elettrico dell’industria automobilistica arriva darapporto Electric Car Tipping Point di The Boston Consulting Group (qui puoi leggere il report in versione completa): l’industria dell’auto si troverà a un punto di svolta tra il 2020 e il 2025, quando i produttori dovranno rispettare standard sempre più severi in termini di emissioni ed efficienza: per questo verranno fortemente incentivate le vendite di veicoli con motori diversi da quelli a combustione interna, e i veicoli elettrici aumenteranno la propria quota di mercato.

Dopo il 2025, quindi, secondo il report le vendite dei veicoli elettrici (soprattutto di quelli a batteria, meno degli ibridi) continueranno ad aumentare anche grazie al costante calo dei prezzi degli accumulatori (che, secondo le previsioni di Bcg passeranno dagli attuali 152 dollari per kWh a 70-90 dollari per kWh tra 12 anni), all’aumento dell’efficienza e alla crescente domanda dei consumatori basata sul Tco (il Total Cost of Ownership, cioè il costo totale di acquisto e gestione dell’auto). Che sarà inferiore per la Cina (dove il chilometraggio è superiore e il costo dell’energia elettrica inferiore), mentre in Europa il costo elevato dell’elettricità e chilometraggio inferiore rispetto a Cina e Usa continueranno a incentivare la scelta di motori tradizionali fino al 2025 (quando, comunque, le ibride saranno il 33% del parco circolante e le totalmente elettriche il 17%)Nei cinque anni seguenti, invece, lo scenario cambierà a livello globale: nelle previsioni del rapporto, le vendite di auto con motore a combustione interna, che oggi rappresentano il 96% del mercato, nel 2030 crolleranno a meno della metà, mentre le auto elettriche saliranno a oltre il 50%.

Il rapporto prevede anche che entro il 2030 il mercato vedrà una crescita esponenziale delle auto a guida autonoma, soprattutto negli Stati Uniti (quando avranno un market share tra il 10 e il 19%) e in Europa (con una quota di mercato tra il 6 e il 14%).


:OK) https://www.economyup.it/automotive/aut ... -autonoma/ :OK)
 
Ben presto in moltissimi si accorgeranno di quale schifezza tecnologica hanno guidato da quando hanno conseguito la patente.
L' auto elettrica è inevitabile e non può deciderlo Marchionne se sia opportuna o meno.
Sarà il mercato a decidere.
Qualsiasi motore a scoppio a confronto di un motore elettrico è semplicemente ridicolo.
 
Anche la trazione radente rispetto a quella volvente era ridicola... è il progresso.
 
Flav":3c5sxw21 ha detto:
Mah io sull'elettrico ci andrei mooooolto cauto... articolo condivisibile del Sole24Ore...

Qualche passaggio:

"Per avere un senso di misura, basti dire che secondo le rilevazioni dell'Agenzia Europea per l'Ambiente il riscaldamento degli edifici è la prima fonte e produce il triplo delle polveri prodotte dai mezzi di trasporto (passeggeri e merci) – tutti, non quelli Euro6."

"L'industria dei motori è un'eccellenza tecnologica europea, determinata in buona parte dalla non auto-sufficienza sul fronte degli idrocarburi e dalla spiccata sensibilità ambientale, che hanno spinto a sviluppare propulsori sempre più efficienti e sostenibili. È lecito che centri di potere e portatori di interessi extra-europei la prendano di mira, fa parte del gioco, del risiko industriale. Quello che si fatica a comprendere è il fuoco amico.".

Cioè, fino al Dieselgate tutti a santificare il diesel, ora CHISSA' come mai il diesel è la peggio cosa del mondo... ma dai, vogliono intortarci, altrochè...
quindi si a sostenibilità ambientale, no a al primo che arriva affermando che una tecnologia è la panacea di tutti i mali. Infatti tutti a parlare di elettrico, mai nessuno però che spiega come cacchio si produce 'sta elettricità...

Marchionne una cosa aveva fatto di buono: dire che l'elettrico ha ancora molta strada davanti... spero vada nella direzione delle ibride plug-in o fuell cell stile Hiunday (per dare alternativa ai diesel/ benzina su piccole stile Toyota)... ma se si mette a rincorrere Tesla... poveri noi...

come al solito la politica si mette in testa cose che richiedono investimenti massicci e adeguamenti strutturali totali in poco tempo (e con pochi soldi disponibili). Come giustamente scrivi, per 20 anni hanno incentivato a far comprare il diesel (che in ottica CO2 è sicuramente migliore della benzina) a chiunque, compreso chi, con basse percorrenze annuali, guardava solo al prezzo alla pompa (non ammortizzando mai il maggior costo del veicolo e la manutenzione più alta) e soprattutto usandolo in ambito puramente urbano e per pochi km alla volta. Tecnicamente una bestialità (perchè un motore endotermico ci mette un po' a scaldare per raggiungere la temperatura di esercizio, e fino ad allora consuma di più con l'arricchimento della miscela). Nel contempo la stessa politica ha lasciato naufragare il servizio di trasporto pubblico, si è ben guardata dal far assolvere questo cambiamento di mentalità ed utilizzo al trasporto professionale, al contempo spingendo molto poco in ambito di riscaldamento (domestico ed industriale, che come riportato su, incide parecchio, infatti in estate le soglie di pm10 son sempre sotto il limite, chissà perchè!) ed infine mettendo al bando il transito in determinate zone di certi veicoli il tutto si traduce in un modo per smuovere un mercato che da 20 anni almeno vive di mera sostituzione (perchè anche i numeri di vendite in ripresa degli ultimi 2 anni dopo la crisi economica sono figli di una naturale necessità di sostituire l'auto ormai vecchia, mica perchè son comparsi soldi a profusione nelle tasche delle persone).

Io a questo gioco di cambiare per cambiare non voglio sottostare, visto anche il livello tecnologico e la longevità progettuale raggiunto dai prodotti moderni (che non sono una lavatrice da 300 € o uno smartphone, ma costano 20mila euro in media). Per cui fino al 2024 bene così, poi metto la GT all'Asi e valuterò un veicolo ulteriore più "raffinato" nelle normative o di nuova concezione se il mercato sarà sviluppato a sufficienza come offerta e fruibilità. I soldi non li pesco sugli alberi (e certe aziende peraltro dalle ultime iniziative intraprese non li meritano).
 
stavo pensando di chiamare questi due qua... :scratch)
per trasformare in futuro la mia 147 in un grosso muletto come han fatto con la Maserati Biturbo in America :asd)
 

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yugs":3i9b86s6 ha detto:
Flav":3i9b86s6 ha detto:
Mah io sull'elettrico ci andrei mooooolto cauto... articolo condivisibile del Sole24Ore...

Qualche passaggio:

"Per avere un senso di misura, basti dire che secondo le rilevazioni dell'Agenzia Europea per l'Ambiente il riscaldamento degli edifici è la prima fonte e produce il triplo delle polveri prodotte dai mezzi di trasporto (passeggeri e merci) – tutti, non quelli Euro6."

"L'industria dei motori è un'eccellenza tecnologica europea, determinata in buona parte dalla non auto-sufficienza sul fronte degli idrocarburi e dalla spiccata sensibilità ambientale, che hanno spinto a sviluppare propulsori sempre più efficienti e sostenibili. È lecito che centri di potere e portatori di interessi extra-europei la prendano di mira, fa parte del gioco, del risiko industriale. Quello che si fatica a comprendere è il fuoco amico.".

Cioè, fino al Dieselgate tutti a santificare il diesel, ora CHISSA' come mai il diesel è la peggio cosa del mondo... ma dai, vogliono intortarci, altrochè...
quindi si a sostenibilità ambientale, no a al primo che arriva affermando che una tecnologia è la panacea di tutti i mali. Infatti tutti a parlare di elettrico, mai nessuno però che spiega come cacchio si produce 'sta elettricità...

Marchionne una cosa aveva fatto di buono: dire che l'elettrico ha ancora molta strada davanti... spero vada nella direzione delle ibride plug-in o fuell cell stile Hiunday (per dare alternativa ai diesel/ benzina su piccole stile Toyota)... ma se si mette a rincorrere Tesla... poveri noi...

come al solito la politica si mette in testa cose che richiedono investimenti massicci e adeguamenti strutturali totali in poco tempo (e con pochi soldi disponibili). Come giustamente scrivi, per 20 anni hanno incentivato a far comprare il diesel (che in ottica CO2 è sicuramente migliore della benzina) a chiunque, compreso chi, con basse percorrenze annuali, guardava solo al prezzo alla pompa (non ammortizzando mai il maggior costo del veicolo e la manutenzione più alta) e soprattutto usandolo in ambito puramente urbano e per pochi km alla volta. Tecnicamente una bestialità (perchè un motore endotermico ci mette un po' a scaldare per raggiungere la temperatura di esercizio, e fino ad allora consuma di più con l'arricchimento della miscela). Nel contempo la stessa politica ha lasciato naufragare il servizio di trasporto pubblico, si è ben guardata dal far assolvere questo cambiamento di mentalità ed utilizzo al trasporto professionale, al contempo spingendo molto poco in ambito di riscaldamento (domestico ed industriale, che come riportato su, incide parecchio, infatti in estate le soglie di pm10 son sempre sotto il limite, chissà perchè!) ed infine mettendo al bando il transito in determinate zone di certi veicoli il tutto si traduce in un modo per smuovere un mercato che da 20 anni almeno vive di mera sostituzione (perchè anche i numeri di vendite in ripresa degli ultimi 2 anni dopo la crisi economica sono figli di una naturale necessità di sostituire l'auto ormai vecchia, mica perchè son comparsi soldi a profusione nelle tasche delle persone).

Io a questo gioco di cambiare per cambiare non voglio sottostare, visto anche il livello tecnologico e la longevità progettuale raggiunto dai prodotti moderni (che non sono una lavatrice da 300 € o uno smartphone, ma costano 20mila euro in media). Per cui fino al 2024 bene così, poi metto la GT all'Asi e valuterò un veicolo ulteriore più "raffinato" nelle normative o di nuova concezione se il mercato sarà sviluppato a sufficienza come offerta e fruibilità. I soldi non li pesco sugli alberi (e certe aziende peraltro dalle ultime iniziative intraprese non li meritano).

In totale accordo su ogni parola scritta. Ce ne sarebbero di cosa da sviluppare su quanto hai affermato che non basterebbe un libro. Giusto quello che scrivi sui diesel (e quanti li comprano per fare città!!!!!), giusto quello che scrivi sul trasporto pubblico, giusto quello che scrivi in merito "al cambiamento".

Viene il latte alle ginocchia a sentire parlare certa gente, che ragione sempre col c..o degli altri. Facile così. Io ricordo benissimo la campagna sul diesel iniziata con gli incentivi nel 2008 (ricordo perchè al tempo in famiglia si acquistò la Fiesta TdCi 1.4 68cv) "il diesel è pulito, il diesel è ecologico, il diesel fa risparmiare", e giù tutti a comprare il diesel per fare accendi spegni e tragitti da 2km l'uno. Contenti anche gli ambientalisti visto che emissioni Co2 - che poi si potrebbe aprire un discorso anche qui fra correlazione Co2 --> riscaldamento che in non pochi affermano essere inversa rispetto a quanto ci proprinano i media - erano inferiori al benzina. Ora, dopo dieselgate, diesel è diventato l'olio di palma dei motori... ed il bello è che la campagna non va, ad esempio su idrogeno o ibride o bi-fuel, no, va sull'elettrico. Per dire, fino ai primi anni 2000 la più grande economia mondiale degli ultimi tempi, la Cina, viveva di elettricità da centrali a carbone, il combustile più economico sul mercato. Ecco: ora la Cina aveva un problema di inquinamento dovuto alle centrali a carbone che producevano elettricità sommato all'inquinamento da riscaldamento domestico. Lo avrebbe risolto con la "mobbbbilità eeettrica"? NO. La Germania produce elettricità a buon mercato, vista la chiusura delle centrali nucleari, indovina un po', con la lignite. Lo risolve con la "mobbbbilità eeettrica"? NO. Ma davvero siamo disposti a credere che l'elettrico farà sparire l'inquinamento dalle città?!? L'elettrico di Tesla, che manda la sua auto su Marte ma è in rosso da 400milioni di dollari e non combina a mandare fuori la Model 3? Vogliamo fare davvero un regalo a Stati Uniti (produttore) e Cina (fornitore terre rare e componenti) suicidando la tecnologia che abbiamo in casa? Siamo disposti a questo per vedere calare si e no di un terzo inquinamento città? E dopo cosa saremo disposti a credere? Che è meglio morire di freddo per non inquinare? O fare a meno di mangiare (perchè anche allevare o coltivare inquina)? Suvvia, un po' di buonsenso.
 
Ah, p.s. gli stessi che parlano di ambiente sono i primi poi a voler tagliare con la mannaia la spesa pubblica. Quindi sono incoerenti: o spendi e migliori il parco macchine pubblico a vantaggio della collettività, quindi maggiore spesa pubblica ma cittadini hanno la garanzia di un servizio ottimale e quasi puntuale, o tagli e i cittadini, oltre a prenderla in quel posto per il blocco diesel, non hanno nemmeno il servizio pubblico. GENIALE! e sono gli stessi che volano un giorno si e l'altro pure oppure vanno in crociera... ma perchè mi direte, gli aerei e le navi inquinano?

Ah, ultima cosa: nel frattempo aspetto un benzina che, senza ibridazione, mi faccia come consumi i 20-21km/l come il mio attuale Jtdm-2 150cv... :sadomaso)
 
Flav":1pzp9rru ha detto:
Viene il latte alle ginocchia a sentire parlare certa gente, che ragione sempre col c..o degli altri. Facile così. Io ricordo benissimo la campagna sul diesel iniziata con gli incentivi nel 2008 (ricordo perchè al tempo in famiglia si acquistò la Fiesta TdCi 1.4 68cv) "il diesel è pulito, il diesel è ecologico, il diesel fa risparmiare", e giù tutti a comprare il diesel per fare accendi spegni e tragitti da 2km l'uno. Contenti anche gli ambientalisti visto che emissioni Co2 - che poi si potrebbe aprire un discorso anche qui fra correlazione Co2 --> riscaldamento che in non pochi affermano essere inversa rispetto a quanto ci proprinano i media - erano inferiori al benzina. Ora, dopo dieselgate, diesel è diventato l'olio di palma dei motori... ed il bello è che la campagna non va, ad esempio su idrogeno o ibride o bi-fuel, no, va sull'elettrico. Per dire, fino ai primi anni 2000 la più grande economia mondiale degli ultimi tempi, la Cina, viveva di elettricità da centrali a carbone, il combustile più economico sul mercato. Ecco: ora la Cina aveva un problema di inquinamento dovuto alle centrali a carbone che producevano elettricità sommato all'inquinamento da riscaldamento domestico. Lo avrebbe risolto con la "mobbbbilità eeettrica"? NO. La Germania produce elettricità a buon mercato, vista la chiusura delle centrali nucleari, indovina un po', con la lignite. Lo risolve con la "mobbbbilità eeettrica"? NO. Ma davvero siamo disposti a credere che l'elettrico farà sparire l'inquinamento dalle città?!? L'elettrico di Tesla, che manda la sua auto su Marte ma è in rosso da 400milioni di dollari e non combina a mandare fuori la Model 3? Vogliamo fare davvero un regalo a Stati Uniti (produttore) e Cina (fornitore terre rare e componenti) suicidando la tecnologia che abbiamo in casa? Siamo disposti a questo per vedere calare si e no di un terzo inquinamento città? E dopo cosa saremo disposti a credere? Che è meglio morire di freddo per non inquinare? O fare a meno di mangiare (perchè anche allevare o coltivare inquina)? Suvvia, un po' di buonsenso.

la Cina ha in cantiere numerose centrali nucleari per ovviare alla domanda di energia elettrica e convertire quelle a carbone. E loro sì che nei giorni di smog girano con le mascherine, manco gli aerei decollano, altro che i 50 microgrammi sforati qui.
 
ADAN":p8cwu0ue ha detto:
ADAN":p8cwu0ue ha detto:
:eek13) :eek13) :eek13) Scoop o... fake news? :eek13) :eek13) :eek13)

un giornalista del Corriere della Sera potrebbe aver avuto delle informazioni ancora celate
su Giulia e Stelvio che verran presentate a Ginevra,
:scratch)
Parliamo di "Serie Speciali"
ha fatto il nome di "Ti" ma sopratutto "Quadrifoglio Nurburgring"

L'articoletto è sul giornale ma non l'ho ancora letto :matto)

appena ne so di più vi dico :tippen) ;)
:ciao)
ADAN":p8cwu0ue ha detto:
Notizia confermata dell'articolo sul giornale :OK)
nel dettaglio:

"Attualmente Giulia e Stelvio stanno ampliando la loro offerta con nuove varianti,
al Salone di Ginevra verranno esposte delle serie speciali,
in quantità limitate, sia dell'una che dell'altra,
nella versione "Quadrifoglio Nurburgring" e,
per Giulia, anche la "Veloce Ti"
oltre che all'impegno di partecipare alle gare del grande circo della velocità."



bheee... :matto) che dire :A) :A) :A) :A) :A) :A) :A)
:lol:
:OK)
:ciao)
:bravo)
Qualcosa di grosso è nell'aria :eek13) :eek13) :eek13)
:clap) :clap) :clap) :clap) :clap) :clap) :clap) :clap) :clap)

La Giulia alla 24 Ore del Nürburgring?

La premiazione Campioni Alfa Romeo 2017, che si è svolta sabato scorso al Museo storico Alfa di Arese (Milano), da parte della Scuderia del Portello, è stata un successo: centinaia di ospiti e parecchi protagonisti illustri del motorismo italiano, tra cui Arturo Merzario, Bruno Giacomelli, Ivan Capelli, Giancarlo Minardi, Mauro Pregliasco e altri ancora, come i gentleman driver che hanno corso e vinto l’anno scorso. E, tra i tanti progetti e le mille certezze del calendario 2018 della Scuderia del Portello, è affiorata un’idea che ha attirato l’attenzione della platea: far correre quattro Giulia moderne alla 24 Ore del Nürburgring, la massima espressione europea (e forse mondiale) delle gare turismo.

A farlo sapere è stato lo stesso Marco Cajani, presidente di quella che a tutti gli effetti è considerata l’emanazione sportiva storica del marchio del Biscione. Quasi non credevo alle mie orecchie, come è stato per molti altri: ebbene, anche solo la possibilità, ancora non confermata dalla Alfa Romeo, che la bella e performante Giulia possa cimentarsi con il meglio della produzione mondiale – penso soprattutto ai marchi tedeschi, e la mente corre subito al doppio, storico trionfo al "Ring" della 155 V6 DTM di Nicola Larini nel 1993 – è già una suggestione in grado di far sognare appassionati e non. Come detto, non si sa ancora se la cosa si farà, perché per quest’anno non c’è quasi più tempo: la 24 Ore si terrà infatti dal 10 al 13 maggio, con tanto ancora da fare: pratiche burocratiche, questioni legate alle eventuali modifiche delle vetture e alla costituzione e al training dei piloti. Nel caso, se ne riparlerebbe per il 2019, se l’Alfa Romeo dovesse dare il suo imprimatur. Non è stata ancora selezionata una versione della Giulia: se, immaginiamo, la 2.0 Turbo Veloce Q4 da 280 CV o, addirittura, la Quadrifoglio 2.9 T V6 da 510 CV. E le modifiche, nelle intenzioni della Scuderia del Portello, sarebbero minime, per adeguare la Giulia al regolamento di gara “base”. Una specie di Gruppo N, proprio per recuperare l’idea della berlina Alfa con cui la domenica il cliente sportivo può andare a correre. Il “Portello” ha lanciato il sasso: ora bisognerà vedere se il sogno potrà diventare realtà. Voi che cosa ne pensate? Come vedreste la Giulia sul Nordschleife?


:OK) https://www.quattroruote.it/news/sport/ ... gring.html :OK)
Notizia confermata...uscite foto su Istagram :OK)
:A) :A) :A) :A) :A) :A) :A) :A) :A) :A)

https://passioneautoitaliane.blogspot.i ... le-di.html

ps:
visto la specialità del modello... :clap)
ho voluto dedicagli un Topic tutto suo:
:OK) viewtopic.php?f=216&t=142738 :OK)
 
allora... :asd)
notizia da prender con le molle :eek13) :eek13) :eek13)
Perché a darla è Dagospia, che c'azzecca sempre e con largo anticipo,
però a riportarla è il quotidiano Libero :asd)

Sergio Marchionne, la spifferata di Dagospia sul suo erede: sarà Alfredo Altavilla

Manca più o meno un anno all'addio di Sergio Marchionne dalla poltrona di Ceo di Fca.
E spunta già un erede per il manager Fiat, con un nome spifferato da Dagospia.

A prendere il posto di Marchionne potrebbe essere il fidatissimo Alfredo Altavilla,
oggi Chief Operating Officer per l'Europa, Africa e Medio Oriente di Fca.

Marchionne però non andrebbe via del tutto dalla società.
Per lui sarebbe pronto il posto di vice-presidente esecutivo,
un modo discreto per continuare a mantenere il suo ruolo di guida nel gruppo.
 
da Ginevra... :eek13) :eek13) :eek13)

Tra le tante dichiarazioni rilasciate a margine dell’apertura del Salone di Ginevra,
Sergio Marchionne ha avuto modo di dedicare alcune frasi anche al progetto dell’Alfa Romeo MiTo.
Secondo l’attuale amministratore delegato di FCA,
se la MiTo avrà un futuro sarà un progetto completamente differente da quello attuale
visto e considerato che il settore delle compatte a tre porte “si è fortemente contratto”.

Quello che emerge dalle parole di Marchionne è che, al momento,
non vi è una chiusura completa sul progetto di una nuova Alfa Romeo MiTo.
Di fatto, quindi, l’ipotesi di una nuova entry level per il marchio Alfa Romeo non è ancora da scartare.

E’ chiaro che si tratterà di una vettura completamente dalla MiTo attuale,
magari un crossover compatto dal carattere sportivo che potrebbe garantire ad Alfa una forte crescita sul mercato europeo.
 
La "Maseratina" che deriva dalla Stelvio ci sarà tra un'anno e mezzo :OK)

Il progetto del D-SUV su base Stelvio è confermato da tempo e,
dopo le ultime dichiarazioni di Marchionne rilasciate alla stampa a margine dell’apertura del Salone dell’auto di Ginevra,
ha anche una data di lancio.

Il nuovo modello, infatti, entrerà in produzione tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020.
Come tutti gli altri modelli Maserati (e Alfa Romeo) anche il nuovo D-SUV sarà prodotto in Italia.
 
08/03/2018
Intervistona a Marchionne sempre a l Salone di Ginevra


“Se non abbiamo capito che l’amministrazione Trump sta provando a correggere delle ingiustizie subite negli ultimi anni dagli Usa, non inquadriamo la questione dei dazi. Io non sono d’accordo con questa politica, ma dobbiamo essere cauti e mantenere la mente fredda per dare il giudizio sulla questione”. Così Sergio Marchionne all’incontro con la stampa internazionale al Salone di Ginevra. “Avevamo dei potenziali investimenti in Canada e Messico, e l’abolizione del Nafta potrebbe cambiare le carte in tavola, chiaramente. Ma non voglio entrare in nessuna guerra psicologica: l’eventuale imposizione di dazi sull’acciaio crediamo di poterla assorbire nell’arco del 2018”, ha aggiunto l’ad del gruppo FCA. “In ogni caso, non sono né pessimista né allarmista come altri: dobbiamo stare calmi e lavorare con l’amministrazione Usa”.

C'è tempo per l'elettrico. Sull’agenda, naturalmente, c’è anche la transizione tra il diesel e l’elettrico. Ma non è ancora il momento di parlarne: “Riceverete una risposta il primo giugno. Ma quello che vedete ai saloni da un certo numero di anni è un impegno enorme per modificare i tipi di alimentazione. Eppure l’elettrico rappresenta una frazione minima del mercato: il futuro non è il presente, quindi dobbiamo fare attenzione. Ci vorrà tempo prima di vedere l’elettrico prendere quota”.

Ridurremo la dipendenza dal diesel. In ogni caso, “il diesel sta perdendo quote su tutti i mercati europei. Detto ciò”, ha osservato Marchionne, “il distacco del pubblico da questo tipo di alimentazione significa che ridurremo sostanzialmente la dipendenza dal diesel. Ci spingono in questa direzione anche le nuove regolamentazioni, ma dipende sempre dal mercato”.

L'avanzata cinese. Negli scorsi giorni si è molto discusso dell’arrivo di Li Shufu nel capitale di Daimler: “L’interesse dei cinesi è ovvio. È ragionevole che vogliano fare alleanze per abbassare i costi di sviluppo delle nuove tecnologie che sono molto costose. L’ingresso di Geely in Daimler riflette proprio questo: l’esigenza di ottimizzare le spese per ricerca e sviluppo. È tutto parte di una tendenza più ampia: non sono negativo su un maggiore peso dei cinesi nel settore automobilistico. Il mercato è libero”.

Servono sinergie. Nel tempo, le convinzioni dell’ad non sono cambiate, sul tema delle sinergie: “Da Confessioni di un drogato di capitale non ho cambiato idea. E lo sviluppo delle nuove tecnologie mi fa più forte nelle mie convinzioni. Se guardate alle aziende che hanno avviato la rete ferroviaria nell’800 in Inghilterra, non ne è sopravvissuta una. Tutte sono rimaste vittima delle spese eccessive e della mancanza di sinergie all’interno del settore”.

Jeep grande potenziale. Le maggiori soddisfazioni per Marchionne continuano ad arrivare da Jeep: “Avevamo detto subito che sarebbe diventato il principale marchio del nostro gruppo. Gli abbiamo dato spazio e continueremo a farlo con i nuovi modelli e gli aggiornamenti. È un marchio dalla forza eccezionale e sarà una parte essenziale del piano fino al 2022”. “Per quanto riguarda la guida autonoma e l’elettrico”, ha dichiarato oggi l’ad di fronte ai giornalisti di tutto il mondo, “siamo gli unici a non aver sbandierato annunci. Ora siamo convinti di aver aspettato in maniera intelligente e di essere pronti a giugno con un quadro preciso e ambizioso”.

Alfa Romeo e Maserati, destini intrecciati. Anche su Alfa Romeo, Marchionne ha espresso considerazioni: “Non voglio che il mio successore soffra quello che ho sofferto io incontrando la stampa che mi ricorda continuamente i mancati obiettivi di volume. Non ne daremo più: parleremo di obiettivi finanziari. Abbiamo dovuto creare un’infrastruttura tecnica di base condivisa con Maserati in grado di competere con i tedeschi. La cooperazione tra Alfa e Maserati funziona, e questa è la vera domanda da fare. Maserati senza Alfa avrebbe le gambe molto corte. Con Giulia e Stelvio abbiamo dimostrato il nostro livello tecnico: ora lasciate lavorare i nostri uffici commerciali”. Restano oblique le risposte sul fronte di possibili derivate della Giulia: se da un lato Marchionne non ha commentato la possibilità di una variante coupé, ha aperto la porta a un maggiore impegno dell’Alfa Romeo sul fronte dei modelli sportivi. “Non c’è dubbio”. Ma fino a giugno le considerazioni rimarranno vaghe. Più chiare invece quelle sul futuro della MiTo: “Il mercato per le tre porte compatte si è fortemente contratto”. La prima Maserati su architettura Alfa la vedremo tra fine 2019 e inizio 2020. E sarà prodotta in Italia, come tutti gli altri modelli dei due marchi: “Abbiamo capacità produttiva in Italia per le decisioni che abbiamo preso in passato su Cassino, Mirafiori e le ex fabbriche Bertone. Con quella strategia abbiamo garantito un futuro alla rete produttiva italiana”.

I contatti con Geely. L’incontro con i cinesi della scorsa estate è stato minimizzato: “Geely è venuta da noi, ci siamo incontrati, è stato un incontro piacevole e non abbiamo concluso nulla perché non c’era nulla da concludere. Nessun interesse nell’acquisizione di FCA: il nostro obiettivo è quello di raggiungere i nostri obiettivi 2018. Soltanto stamattina ho incontrato Andrea Bonomi di Aston Martin e il mio omologo di Peugeot. Ma questo non significa che abbia stretto accordi con loro”.

Stagione sportiva. Capitolo Formula 1: “Sarà dura. La macchina è in buone condizioni e non ho i timori sullo sviluppo che avevo l’anno scorso. Ma è impossibile giudicare a che punto è la Mercedes fino a Melbourne. In ogni caso, sono convinto dell’affidabilità della power unit”. “Alla Formula E ci pensiamo, ma non è una nostra priorità al momento. La tecnologia che usa adesso non ci interessa tanto da entrare. Non vedo benefici, ma teniamo d’occhio la situazione. Intanto la priorità resta quella di valutare i risultati di Alfa in Formula 1: “Soltanto dopo capiremo se sia il caso di incrementare il nostro coinvolgimento con Sauber. Ho pensato anche ad affiancare il marchio Maserati ad Haas, ma non è una priorità”.

Fiat e il ruolo in Europa. “Abbiamo bisogno di fare spazio ai marchi più potenti. Non sto uccidendo Fiat, credo che abbia un grande futuro in America Latina, e che in Europa possa contare sulla forza della 500. Ma non dobbiamo essere emotivi: la rilevanza di Fiat per il pubblico è diminuita. Prendete la Lancia: io guido una Delta Integrale e credo che fosse la migliore macchina che il gruppo costruiva all’epoca. Ma poi il marchio ha perso importanza”.

Tema successione. “Il mio successore non sa chi sarà. Lo saprà mezz’ora prima dell’annuncio ufficiale”, ha scherzato Marchionne. “È successo così a me e non vedo perché debba andare diversamente per lui”. L’ad ha poi confermato che il nome non verrà reso noto a giugno, e che le tempistiche della sua uscita di scena (a inizio 2019) restano invariante.


:OK) https://www.quattroruote.it/news/indust ... nevra.html :OK)
 
Se invece di fare lo sbanfa sparando numeri a caso si fosse tenuto su numeri più realistici e conservativi di certo non avrebbe "sofferto" la stampa a ricordargli che le vendite erano una frazione del previsto.
Pagliaccio.
 
MAD147":ircfmj0r ha detto:
Se invece di fare lo sbanfa sparando numeri a caso si fosse tenuto su numeri più realistici e conservativi di certo non avrebbe "sofferto" la stampa a ricordargli che le vendite erano una frazione del previsto.
Pagliaccio.

"7 milioni di auto vendute nel 2018, 7 nuovi modelli Alfa Romeo, piena occupazione degli stabilimenti italiani"

E intanto arriva la CIG anche nei plessi non produttivi ma di ricerca.
 
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