Alfa Romeo: modelli e programmi futuri. discutiamone

No ma cioè veramente qua si vuole sovvertire la logica pur di difendere certi concetti astrusi.... Mi pare una certa politica del recente passato che partendo da quel che "doveva" essere vero andava a cercare come dimostrarlo e non viceversa.
Il freemont coi motori fatti a pratola serra sta a vedere che frampó verrà declamato come prodotto italiano. Per me una macchina che viene fatta allargando e stringendo, ingegnerizzata e prodotta in America è una macchina americana non certo "made in turin". La Giulietta? E che cosa c'entra il concetto di nazionalità con la Giulietta? La dart deriva dalla Giulietta, è stata rimaneggiata di la e punto e basta. La 940 è una bravo riveduta e corretta in Fiat e difatti è una fiat. Dove sta il nesso logico che se dart è americana (ed è di base bravo) allora la Giulietta non è la bravo? Il quid è dimostrare (forse non lo si è capito perché non lo si vuole capire) che il cosiddetto interscambio è realmente un trasferimento di competenze e scelte sbilanciato oltreoceano. Cosa risaputa per segmenti sopra il B da quando Fiat si è puppata chrysler. Ed è vera peraltro in certo qual modo anche sulle B perché qualcuno forse crede che la 500 abarth americana sia stata studiata e sviluppata a Torino? Direi proprio di no.
 
Certo che vi piace tanto discutere del sesso degli angeli eh? :)

Fin dal famoso piano industriale di Marchionne, se ve lo andate a rivedere, c'è la bandierina americana vicino alla nuova Alfa di segmento D. Dove sta la sorpresa, e la novità? Lo si sa da anni che i piani prevedono che le piccole (segmenti A e B) le pensano e producono in Italia, le grandi (D ed E) in USA, e le medie (C) un po' di qua e un po' di là.

Dove sta la sorpresa se un gruppo italo-americano ha nelle sue auto un po' di Italia e un po' di USA? Qual è l'interesse di questa disputa? Non è meglio parlare di tecnica? Magari in Messico le assemblano meglio che a Pomigliano, e se matita e foglio di carta stanno a Detroit invece che a Torino, chi se ne frega, dal momento che non stanno più da anni né ad Arese né al Portello?

Alfa 159 è più americana o italiana, visto il pianale?
L'Opel Corsa con pianale Grande Punto è più americana, tedesca o italiana?
La Brera con l'Holden è australiana?
Se Alfa sarà comprata dai tedeschi, avremo Alfa più tedesche che italiane, o più italiane che tedesche?

Chi grida allo scandalo per la Giulia americana, come se fosse una cosa negativa a prescindere, dovrebbe ricordarsi che da anni parla di Giulietta = Bravo, che è un assioma un po' diverso da Giulietta = Fiat.

Non è più interessante parlare di qualità reale delle cose invece che mettere etichette e bandierine?
Alfa 147 viene da Fiat Tipo e la sospensione anteriore che noi tutti oggi guardiamo con nostalgia fu un vero accrocchio., eppure ciò non ha impedito che 147 fosse un'auto molto ben fatta. Non è mica da dove si parte che importa, ma cosa si fa e come lo si fa.
Per la Giulietta sono partiti da una Bravo, e da cosa dovevano partire?
Per la Dart sono partiti dalla Giulietta, e da cosa dovevano partire?
Per la Giulia partiranno da Giulietta (e ci aggiungeranno la coda) o dalla Dart (e ci cambieranno la carrozzeria), e da cosa dovranno mai partire? Sarà più italiana se partiranno dalla Giulietta o più americana se partiranno dalla Dart, sarà più italiana se la disegneranno di qua o più americana se la produrranno di là, ma che ve ne frega?

Sarà un'auto di un gruppo italo-americano che fa economie di scala e produce automobili, al di qua e al di là dall'oceano, con il marchio Alfa Romeo.
 
isauricus":2rg45xlw ha detto:
Certo che vi piace tanto discutere del sesso degli angeli eh? :)
[...]
Sarà un'auto di un gruppo italo-americano che fa economie di scala e produce automobili, al di qua e al di là dall'oceano, con il marchio Alfa Romeo.
Il tuo ragionamento è molto pragmatico :) Certo a me, da amante di Alfa, dispiace sapere che *per la prima volta nella storia* un'Alfa, pur partendo da un pianale italiano, non è progettata in Italia ma negli USA. E, da Italiano, mi dispiace sapere che è progettata a Detroit invece che in (ex)Elasis.
 
isauricus":1bzjquqf ha detto:
La costruiscano pure sulla luna con soldi dei marziani, a me pare più interessante capire se metteranno la coda alla Giulietta (con il passo della Giulietta) o se cambieranno carrozzeria alla Dart (con il passo della Dart).
il problema sta piu che mettere o no la coda e' che tutta la cosa non verra fatta qui e sappiamo bene che gli standard di oltreocenao siano ernomemente diverse dai nostri.. in piu sappiamo che quei pochi capaci rimasti, anche se con poco ascolto, qualcosa di buono partorivano; ora se tutto e' fatto altrove ci troveremo confezionato un pacchetto che poco a che fare con il blasone che portera' come in parte sta x altro gia accadendo :(


isauricus":1bzjquqf ha detto:
Alfa 147 viene da Fiat Tipo e la sospensione anteriore che noi tutti oggi guardiamo con nostalgia fu un vero accrocchio., eppure ciò non ha impedito che 147 fosse un'auto molto ben fatta. Non è mica da dove si parte che importa, ma cosa si fa e come lo si fa.

ecco appunto vedi cosa ho scritto sopra ,nonostante l'accrocchio era il punto di riferimneto x tutta la concorenza (vedi serie 1 e prima golf r) xche appunto c'erano dietro persone capaci che con pochi mezzi tanta esperienza e passione con un taglia e cuci ti tiravano fuori cose molto interessanti :D
 
RossoAlfa76":1970vvev ha detto:
isauricus":1970vvev ha detto:
Certo che vi piace tanto discutere del sesso degli angeli eh? :)
[...]
Sarà un'auto di un gruppo italo-americano che fa economie di scala e produce automobili, al di qua e al di là dall'oceano, con il marchio Alfa Romeo.
Il tuo ragionamento è molto pragmatico :) Certo a me, da amante di Alfa, dispiace sapere che *per la prima volta nella storia* un'Alfa, pur partendo da un pianale italiano, non è progettata in Italia ma negli USA. E, da Italiano, mi dispiace sapere che è progettata a Detroit invece che in (ex)Elasis.

Consolati pensando che:

1) non è la prima volta: Arna nel passato, e anche le 159/Brera/Spyder volendo, visto che il pianale era GM.
2) la base, Giulietta o Bravo che sia, è comunque italiana.
3) il marchio è indiscutibilmente italiano :)
4) la progettazione è un concetto un po' astratto, in realtà oggi sappiamo che la produzione sarà in America, e questo "poco male", anzi forse "tanto bene" (non so voi ma io di Pomigliano non ne potevo più); la progettazione probabilmente sarà un po' di qua e un po' di là, tanto su Internet... per dire, le Panda sono prodotte in Polonia ma sono indiscutibilmente italiane... tutti i prodotti Apple sono "Designed in California, Made in China"... ma nessuno si sogna di dire che iphone e ipad sono cineserie.
 
ma ricerca sviluppo e collaudo la apple dove ce l'ha? e chi chiama li? :D ora se tu ricerca sviluppo e collaudo lo riduci al lumicino e in piu porti tutto via senza che vi sia un vero travaso di conoscenza, speri ancora di avere un prodotto che ti aspetteresti?
 
squalettoge":qhyphvez ha detto:
isauricus":qhyphvez ha detto:
La costruiscano pure sulla luna con soldi dei marziani, a me pare più interessante capire se metteranno la coda alla Giulietta (con il passo della Giulietta) o se cambieranno carrozzeria alla Dart (con il passo della Dart).
il problema sta piu che mettere o no la coda e' che tutta la cosa non verra fatta qui e sappiamo bene che gli standard di oltreocenao siano ernomemente diverse dai nostri.. in piu sappiamo che quei pochi capaci rimasti, anche se con poco ascolto, qualcosa di buono partorivano; ora se tutto e' fatto altrove ci troveremo confezionato un pacchetto che poco a che fare con il blasone che portera' come in parte sta x altro gia accadendo :(

Questo è tutto da dimostrare: anche in USA sanno fare buone auto e non mi pare proprio che gli assemblaggi di Pomigliano avessero molto a che fare con il blasone del marchio. Anche Fiat con Freemont ha rifatto tutti gli interni, adattandoli al mercato europeo, quindi mi aspetto che anche e soprattutto con Alfa Giulia prodotto e materiali siano in linea con "il blasone del marchio". La base la conosciamo (Giulietta/Dart), non è la fine del mondo ma non è nemmeno uno schifo. Resta da capire cosa ci metteranno in mezzo, e sì, a questo punto a me pare proprio che la cosa più interessante sia capire se sarà "Giulietta con coda" (quindi lunghezza di 4,70 metri con passo di 2,60) o "Dart ricarrozzata" (quindi lunghezza sempre di 4,70 metri ma con passo di 2,70 e leggermente più larga). Mi pare evidente che la seconda ipotesi sia preferibile rispetto alla prima, questo a ulteriore dimostrazione che più che il concetto "Italia/America" dovrebbe interessarci il "meglio/peggio".
 
"Per la Giulia partiranno da Giulietta (e ci aggiungeranno la coda) o dalla Dart (e ci cambieranno la carrozzeria), e da cosa dovranno mai partire?"

Da qualcosa di diverso, o di evoluto, come fanno anche altri, vedasi GM. E nemmeno sui brand di lusso (che hanno ben altro a disposizione, vedasi Cadillac ATS)

L'Insignia/Buick Regal non è certo un'astra allungata, ha una variante del quadrilatero alto all'anteriore e multilink al posteriore e...udite udite, questo quadrilatero adesso lo mettono anche sull'Astra GTC.

Invece no, Fiat Chrysler usa una unica minestra per tutto....con la filosofia del da cosa dovevano partire.

Poi GM sulla più economica Chevrolet Malibu parte dall'Insignia ma toglie il quadrilatero e mette il McPherson, lasciando il multilink al posteriore. E nessuno ovviamente si scandalizza.

Sulla Cadillac ATS (non ho resistito), che è una vera alternativa al serie 3, invece mettono telaio dedicato, trazione posteriore, motori turbo molto potenti, peso contenuto intorno ai 1500 kg per le versioni a benzina (quanto pesava la 159?) e sospensioni a controllo magnetico e chi più ne ha più ne metta.

Da cos'è che dovevano partire?
 
Eppure il Fusi parla chiaro: io non vedo alcuna discrasia nel sostenere che giulietta = Bravo e al tempo stesso che codesta giulia non e' e non sara' mai una vera Alfa Romeo.

In parte si e' avvicinato chi osserva che la discriminante, quello che puo' fare la differenza, e' come vengono fatte le cose; pero' non bisogna dimenticare che c'e' anche il chi e il dove.

Le Alfa Romeo, quelle vere, si sono sempre distinte come vetture che avevano qualcosa di speciale. Lo insegna Satta e non e' difficile da capire osservando e comparando le Alfa del periodo classico (sino alla 75) con le concorrenti dell'epoca: per qualita' stradali (e spesso anche altre caratteristiche) erano decisamente superiori.

Ingegneri e collaudatori Alfa dal momento in cui l'azienda e' passata sotto Fiat in avanti hanno lavorato perche' queste caratteristiche di unicita' fossero in qualche modo presenti, persino in modelli sfigati come la 155.
Con 156, 147 e GT sono riusciti ad applicare questi principi in maniera talmente evidente da ottenere vetture che non solo qualsiasi guidatore poteva percepire come dinamicamente migliori, ma le stesse case produttrici concorrenti hanno iniziato a prenderle come riferimento per la messa a punto dei propri prodotti. Questo e' stato possibile - pur avendo come lontana origine il famigerato pianale Tipo 2 - perche' prima 156 e poi le altre sono state ingegnerizzate, sviluppate e messe a punto in accordo con i dettami che avevano fatto grandi le Alfa del passato, da persone (ingegneri, tecnici e collaudatori) che seguivano una filosofia ben precisa.

Il progetto 939 era iniziato con simili auspici e poi sappiamo come e' andata a finire e perche'. Eppure - per quanto afflitte da evidenti limiti di agilita' - 159, Brera e Spider vantano caratteristiche di stabilita' e handling ai vertici delle loro categorie, e questo perche' erano ancora state messe a punto con determinati criteri da certe persone seguendo un metodo ben preciso che discendeva dalla vera tradizione Alfa Romeo.

Dopo 939, definita a posteriori da Marchionne "un errore", il nulla.
E dovrebbe essere evidente ormai la ragione: e' venuto a mancare il connubio tra filosofia, uomini e logica di sviluppo: dove una volta le vetture Alfa erano oggetto di infiniti studi alla ricerca dell'eccellenza e' ora subentrata una logica di massimizzazione del profitto e riduzione dei costi che, se da un lato e' difficilmente evitabile per una azienda moderna, dall'altro ha introdotto un totale sbilanciamento che ha completamente snaturato il prodotto.

Laddove una Alfa Romeo classica rifuggiva il compromesso, rappresentava l'eccellenza della tecnologia e aspirava alla migliore soluzione possibile, le vetture attuali (le due rimaste) sono soltanto espressione del peggiore generalismo, la summa di pesantissimi compromessi, non eccellono in alcun settore e non contengono alcuna innovazione che le elevi dalla massa. Per questo, tanto per cominciare, non possono essere considerate Alfa Romeo.

Gli ingegneri, I tecnici e I collaudatori che rappresentavano la forza vitale di Alfa Romeo sono stati prima inquadrati, poi limitati, infine costretti a rinunciare ad esprimere il loro potenziale in ossequio a logiche che derivano da una impostazione generalista. Logiche Fiat, non Alfa.

Mito e' un derivato imbellettato della Grande Punto. Le sue "caratteristiche speciali" erano talmente valide che alcune hanno rappresentato da subito un problema: il famoso assetto con sospensioni contrattive e' stato oggetto di una completa revisione dopo soli 6 mesi, e poi rimpiazzato in toto con una soluzione meno rognosa e piu' convenzionale (Koni FSD). Il manettino DNA e' stato progressivamente fatto sparire. Di rivoluzionario non c'e' nulla, e nemmeno di eccellente: Mito le ha sempre prese in pista dalla Fiat da cui deriva (Abarth Grande Punto) e sempre in termini di prestazioni le ha prese pure dalle concorrenti. Si e' mai vista una Alfa Romeo piu' lenta di una Citroen in pista? E conviene non tirare fuori cialtronerie in stile "si' ma nella valutazione complessiva e' meglio della Citroen", chi vuole una generalista che abbia alte valutazioni complessive compra una generalista come Citroen, Peugeot e Ford, mentre da che mondo e mondo chi compra Alfa Romeo vuole una macchina che sia sicura, bella da guidare e soprattutto vada piu' forte. Il resto son tutte cazzate.

giulietta, come ricorda il Fusi, e' niente altro che una Bravo in pantaloncini da corsa. So per certo che collaudatori e ingegneri si sono impegnati (come sempre!) perche' fosse qualcosa di piu' ma non gli e' stato concesso di farlo in molteplici modi. Uno tra tanti, la famosa messa a punto dell'assetto originale a Balocco che fu bocciata da quel cialtrone tedesco (il padre della Audi A2) in quanto "non sufficientemente confortevole e non simile alla Golf". E anche tutto il lavoro svolto con passione dai collaudatori giu' per lo scarico del cesso. Il risultato e' sotto gli occhi di tutti: l'ennesima auto che non ha particolari pregi ne' difetti e non riesce nemmeno ad essere qualitativamente superiore alla tanto criticata 147 che sostituisce, perche' i difetti stupidi li ha anche lei. Una vettura qualunque. Quindi, per definizione, non una Alfa Romeo.

Cosa resta oggi lo possiamo vedere.
Le basi per le vetture, in ossequio alla piu' becera interpretazione di sinergia, non sono Alfa ma derivati di piattaforme generaliste preesistenti: oggetti che nei loro progetti non hanno mai avuto l'eccellenza tecnologica come requisito primario, ma il contenimento dei costi.
I collaudatori, quei pochi rimasti, sono costretti a seguire logiche aliene alla filosofia che animava le vetture prima del Portello e poi di Arese.
E infine non e' rimasto piu' nulla di quello che era il connubio tra uomini, pensiero, talento, passione e cognizioni tecniche, che era capace di rendere una Alfa Romeo diversa da tutte le altre automobili ed elevarla al di sopra della massa delle concorrenti. Alfa oggi e' ridotta ad un marchio, un guscio vuoto, e la cultura che la animava e' rimasta solo al di fuori di esso ad esprimersi attraverso la voce dei veri appassionati che sanno distinguere tra una vera automobile fatta secondo i criteri giusti e un miserabile rimarchiamento con due viti cambiate.

A fronte di questo si parla oggi di una vettura chiamata giulia, basata su un pianale che potrebbe derivare dal rimaneggiamento del ricarrozzamento di una Fiat OPPURE un progetto americano basato su un pianale americano, assemblata negli USA, messa a punto migliaia di chilometri lontano da Balocco da persone che non sanno nemmeno chi fossero Consalvo Sanesi e Giuseppe Busso.

E' presto per dire se sara' una buona vettura oppure no, ma di certo non sara' mai una Alfa Romeo.
 
DriftSK":143gnq5x ha detto:
Eppure il Fusi parla chiaro: io non vedo alcuna discrasia nel sostenere che giulietta = Bravo e al tempo stesso che codesta giulia non e' e non sara' mai una vera Alfa Romeo.

?????

Veramente si stava parlando di altro, cioè vi facevamo notare che SE Giulietta = Bravo perché si parte da lì e tutti gli sviluppi non contano, allora dovete proseguire l'equazione Bravo = Giulietta = Dart = Giulia e concludere che Giulia è italiana come Bravo, perché tutti gli sviluppi non contano. In poche parole, ALMENO una delle due dicotomie "Giulietta-Bravetta" e "Giulia-USA" è falsa, non si possono sostenere entrambe contemporaneamente.

Questo indipendentemente dalla qualità e dall'essere "vere Alfa Romeo", cosa di cui nessuno ha parlato, e quindi tutto quello che hai scritto dopo la prima frase che ho quotato può anche essere condivisibile, ma è fuori tema :OK)
 
isauricus":1krs6v38 ha detto:
[...]
4) la progettazione è un concetto un po' astratto, in realtà oggi sappiamo che la produzione sarà in America, e questo "poco male", anzi forse "tanto bene" (non so voi ma io di Pomigliano non ne potevo più); la progettazione probabilmente sarà un po' di qua e un po' di là, tanto su Internet... per dire, le Panda sono prodotte in Polonia ma sono indiscutibilmente italiane... tutti i prodotti Apple sono "Designed in California, Made in China"... ma nessuno si sogna di dire che iphone e ipad sono cineserie.
Fidati, ti posso confermare (come del resto ti ha già detto il Fusi) che la progettazione di Giulia NON è fatta in Italia, ma esclusivamente a Detroit. Il discorso di 159/Brera non fila, perchè lì è l'inverso: partendo da una base straniera c'era stato un profondo tuning italiano sul reparto motore, ed un'intera progettazione italiana per il pianale . L'Arna aveva tutta la meccanica progettata in Alfa. Continuo a non vedere precedenti storici a questa situazione.
Se seguiamo il tuo esempio della Apple, ora come ora la Giulia è 100% USA.
 
DriftSK":1lx1c8fx ha detto:
cut
Le Alfa Romeo, quelle vere, si sono sempre distinte come vetture che avevano qualcosa di speciale. Lo insegna Satta e non e' difficile da capire osservando e comparando le Alfa del periodo classico (sino alla 75) con le concorrenti dell'epoca: per qualita' stradali (e spesso anche altre caratteristiche) erano decisamente superiori.

Ingegneri e collaudatori Alfa dal momento in cui l'azienda e' passata sotto Fiat in avanti hanno lavorato perche' queste caratteristiche di unicita' fossero in qualche modo presenti, persino in modelli sfigati come la 155.
Con 156, 147 e GT sono riusciti ad applicare questi principi in maniera talmente evidente da ottenere vetture che non solo qualsiasi guidatore poteva percepire come dinamicamente migliori, ma le stesse case produttrici concorrenti hanno iniziato a prenderle come riferimento per la messa a punto dei propri prodotti. Questo e' stato possibile - pur avendo come lontana origine il famigerato pianale Tipo 2 - perche' prima 156 e poi le altre sono state ingegnerizzate, sviluppate e messe a punto in accordo con i dettami che avevano fatto grandi le Alfa del passato, da persone (ingegneri, tecnici e collaudatori) che seguivano una filosofia ben precisa.
cut

in piedi ad applaudire

:hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :hail) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship) :worship)

concentrato tutto il pensiero di chi un po sa e conosce anche e non solo i retroscena
 
E' gia' stato ampiamente fatto notare che la nazionalita' della giulia e' irrilevante a fronte del vero problema, ossia che dalla giulietta in avanti non si tratta certo di vere Alfa Romeo.

In un mondo ideale tutti preferirebbero senza dubbio che una Alfa Romeo fosse costruita in Italia dopo essere stata progettata, ingegnerizzata, collaudata e messa a punto tra Milano e Balocco a partire da un progetto nato ad Arese.
Si potrebbe anche accettare una Alfa Romeo assemblata in Serbia o in Polonia o negli USA purche' essa nascesse da un progetto conforme alla filosofia Alfa Romeo, collaudato e messo a punto in Italia dal team di ingegneri e collaudatori di Balocco che lavorano secondo la filosofia Alfa Romeo. In fondo la globalizzazione spinge in questa direzione: una BMW assemblata negli USA non e' meno tedesca di una BMW assemblata a Monaco, e una Toyota assemblata in Gran Bretagna non e' meno giapponese di una Toyota assemblata a Georgetown negli USA o a Toyota, prefettura di Aichi in Giappone. In entrambi i casi perche' la filosofia progettuale del marchio e' mantenuta e le vetture sono prodotte in ossequio a quella che e' la rispettiva anima, tedesca e giapponese secondo il caso.

Quello che non funziona e' che oggi la giulietta e' una Bravo (non Alfa), e per estensione importa niente dove e' assemblata: una giulietta montata ad Arese non sarebbe "piu' Alfa" di quella fatta a Cassino, la Dart e' un rimaneggiamento in salsa americana di una piattaforma progettata in Italia ma non e' certo una Alfa Romeo, e qualsiasi cosa derivi dalla Dart non e' piu' Alfa di quanto non lo sia la Fiat Bravo di partenza.

In altre parole (perche' a quanto pare repetita iuvant): il problema non e' DOVE una vettura venga fatta, il problema e' che senza l'unione tra filosofia di progetto, uomini e competenze non esiste piu' Alfa Romeo.

(per inciso: il titolo del topic e' Alfa Romeo: azienda e programmi futuri e non "delocalizzazione delle piattaforme derivate dalla Bravo". mi pare di essere decisamente in topic ;) )
 
DriftSK":369ss3cp ha detto:
In altre parole (perche' a quanto pare repetita iuvant): il problema non e' DOVE una vettura venga fatta, il problema e' che senza l'unione tra filosofia di progetto, uomini e competenze non esiste piu' Alfa Romeo.

da mettere in firma...
 
R: Re:

DriftSK":27qfnvm8 ha detto:
E' gia' stato ampiamente fatto notare che la nazionalita' della giulia e' irrilevante a fronte del vero problema, ossia che dalla giulietta in avanti non si tratta certo di vere Alfa Romeo.

In un mondo ideale tutti preferirebbero senza dubbio che una Alfa Romeo fosse costruita in Italia dopo essere stata progettata, ingegnerizzata, collaudata e messa a punto tra Milano e Balocco a partire da un progetto nato ad Arese.
Si potrebbe anche accettare una Alfa Romeo assemblata in Serbia o in Polonia o negli USA purche' essa nascesse da un progetto conforme alla filosofia Alfa Romeo, collaudato e messo a punto in Italia dal team di ingegneri e collaudatori di Balocco che lavorano secondo la filosofia Alfa Romeo. In fondo la globalizzazione spinge in questa direzione: una BMW assemblata negli USA non e' meno tedesca di una BMW assemblata a Monaco, e una Toyota assemblata in Gran Bretagna non e' meno giapponese di una Toyota assemblata a Georgetown negli USA o a Toyota, prefettura di Aichi in Giappone. In entrambi i casi perche' la filosofia progettuale del marchio e' mantenuta e le vetture sono prodotte in ossequio a quella che e' la rispettiva anima, tedesca e giapponese secondo il caso.

Quello che non funziona e' che oggi la giulietta e' una Bravo (non Alfa), e per estensione importa niente dove e' assemblata: una giulietta montata ad Arese non sarebbe "piu' Alfa" di quella fatta a Cassino, la Dart e' un rimaneggiamento in salsa americana di una piattaforma progettata in Italia ma non e' certo una Alfa Romeo, e qualsiasi cosa derivi dalla Dart non e' piu' Alfa di quanto non lo sia la Fiat Bravo di partenza.

In altre parole (perche' a quanto pare repetita iuvant): il problema non e' DOVE una vettura venga fatta, il problema e' che senza l'unione tra filosofia di progetto, uomini e competenze non esiste piu' Alfa Romeo.

(per inciso: il titolo del topic e' Alfa Romeo: azienda e programmi futuri e non "delocalizzazione delle piattaforme derivate dalla Bravo". mi pare di essere decisamente in topic ;) )

Drift, ti quoto alla grande. E il tuo post precedente mi ha commosso.

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I tedeschi per esempio hanno lasciato la progettazione delle Lamborghini a S. Agata per esempio, conservando gli uomini ed i cervelli della filosofia lamborghini, ah povera alfa...
 
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