Forse giova fare un po' di "dizionario".
Passione è una cosa. Poi esiste la professionalità.
Non so chi di noi fa un lavoro che lo appassiona (io NO), e di norma chi ha la passione per il suo lavoro tende ad essere completo ed anche professionale.
A volte la passione è deleteria. La professionalità è invece la capacità di fare bene il proprio lavoro, conoscendolo, migliorandosi. Chiaramente COME LAVORO e non condito da quella irrazionale molla che è la passione.
Io posso fare bene il mio lavoro, che non mi appassiona e che faccio perchè ce l'ho, perchè mi serve per campare (altrimenti lascerei volentieri il posto ad altri campando di rendita) e tendendo a farlo al meglio possibile offrendo un servizio consono, aderente alla bisogna dei vari "clienti", ottimizzando le funzioni e ponendo l'asticella della mia preparazione sempre più in alto.
Lo faccio animato appunto da un senso del "dovere", di farlo al meglio. Ne fossi appassionato mi peserebbe forse meno, mi darebbe + contentezza, sarebbe una aspirazione non disgiunta da quella sfera diciamo "emozionale".
In Fiat, anzi, come brand Alfa diciamo, laddove è + difficile e quindi appare prima e con maggior evidenza la mediocrità, la passione non è considerata valore aggiunto ed anzi è sofferenza. Alcuni passati da Alfa, per la quale avevano passione, ad altre marche han detto che così non soffrono +. E li capisco.
Poi veniamo alla professionalità. A fronte di vetture fatte male, di vetture non consone a parte della richiesta nè al livello espresso dal modello precedente (per il quale quindi deve venir messo in conto che può essere sostituente), la professionalità non esiste e si preferisce tirare a campare, con metodi di lavoro i più vari, eccezion fatta per qualcuno che cerca di far girare il mulino alla rovescia di come fa andare l'acqua il padrone.
Io non so se la campagna gomme invernali della VW sia derivante dalla passione ("tutti in autogerma vanno a sciare, quindi ci pensano perchè è cosa sentita") o dalla professionalità ("agevoliamo il ricambio di magazzino cerchi e gomme visto che molti in questa stagione vanno in montagna"). So solo che comunque alcune aziende, che siano di automobili o quant'altro, sono BEN GESTITE ed altre MAL GESTITE.
La Fiat è una delle seconde, non ci son tante balle da raccontarsi. Così come lo son state altre, così come lo sono altre, così come lo saranno per sempre altre ancora.
In mezzo al mal gestito ci può essere spazio per gli appassionati così come i professionali, che lavorano in un certo modo anche spesso grazie a "nicchie" di operatività non ancora scoperte dal vertice. Ma in Fiat non vi è sicuramente riconoscenza per la professionalità, figurarsi per la "costosa" passione.
I risultati sono conseguenziale, daltronde non è da oggi che si dice "a causa corrisponde un effetto".
E questi sono gli effetti.
Daltronde la professionalità e la passione trasmettono, come una sorta di linguaggio metaverbale, certi valori al prodotto finale, che vengono percepiti dal cliente spesso senza che manco questo se ne accorga. E' come non saper valutare se un quadro è storto di un mm per parte in una stanza, ma la sensazione di ordine o di disordine in una stanza piena di quadri storti o dritti la percepiamo tutti. Senza star magari a pensare che sia la "stortura" dei quadri a trasmettercela.
E' chiaro che se per primo il padrone e chi mette i quadri "se ne fotte, basta che ci siano" (e questa filosofia terra terra è quella oggi in essere in Alfa) le persone che entrano nella stanza e la apprezzano saranno solo coloro i quali non han sta gran malizia o sto senso del ben fatto. Ma saranno coloro per i quali "basta la presenza dell'oggetto" come basta che un sedile ci sia, che ti frega se è scucito o se fa rumore o è montato storto.
Appare chiaro anche a quelli dell'asilo che parlare di passione o di professionalità in questo caso è come dare perle ai porci.