Alfa Romeo: modelli e programmi futuri. discutiamone

mi viene un mancamento a pensare che i vertici del lingotto stanno pensando al pianale 300c per fare il duetto :wall)
 
thranduil":1vggyzzv ha detto:
premesso che su certe cose si fa fatica a dargli torto, perchè sulla qualità del lavoro in certi stabilimenti fiat tutti sappiamo qualcosa (anche se le responsabilità non stanno certo tutte in basso), basterebbe chiedergli:
"caro sergio, come fai a dire che gli utili fiat li fa fuori dall'italia? le tue fiat (vere o travestite) chi cavolo è che se le compra se non gli italiani?"

Capisco il tuo discorso, ma visto così è attaccabile da tutte le parti. Direi che è più corretto vederla in un altro modo.
Ovverosia...... perintanto, quegli stessi stabilimenti che vengono fatti passare per anarchia, non mi sembra che siano stati nè siano gestiti nel migliore dei modi, e ora è chiaro a cosa mi riferisco visto il "modo di fare impositivo" che il caro AD ha sempre avuto, e che evidentemente adesso, strabordando perchè i giochi si fan + duri e da anni si san sempre + cose, è chiaro a molti.
Dovrebbe infatti spiegare, il caro AD, che cosa deve pretendere da uno stabilimento come Pomigliano che considerava da chiudere nel 2006 e che ora torna in auge perchè serve a lui e quindi SOLO alle sue condizioni minaccia di tenere aperto altrimenti amen. Non è sicuramente un modo di fare diplomatico nè altro, e tutto mi pare tranne che un vero (le parole dicono sempre quel che pare ma la realtà è diversa) modo di lavorare sereno e fattivo. Mi pare invece un modo padronale che onestamente può applicare laddove è insito nel lavoratore l'andazzo del "lavoro e quindi per lavorare è meglio che accetto di tutto".
Manco in Cina....
Quel che Marchionne presuppone è proprio questo: un incontrattabile, ed insito, spirito di sacrificio (non certo motivato men che meno da certe uscite) che forse è + giusto chiamare spirito di abbozzare pur di lavorare.
Se gli stabilimenti italiani, che forniscono prodotto fasullo non certo per mero boicottaggio e via dicendo, considerando il costo del lavoro italiano perchè bene o male questo Paese non è il "secondo mondo" come la Polonia o il terzo mondo come altri Paesi in cui Fiat fa investimenti e si affanna a andare da anni (con grandi perdite, leggi Argentina, e con tanta prosopopea e pochi fatti, leggi India) non sono remunerativi, forse invece di dar in pasto all'opinione pubblica boutade di terrore e strutturali a un suo disegno di disimpegno italiano dovrebbe prendersi tutte le responsabilità dell'azienda PRIMA e DURANTE il suo periodo.
E' tanto bello e facile andare a dar colpe solo altrove.... ma cosa aspettarsi da uno che manda per aria la cessione di Alfa perchè Piech si permette, da uomo di auto qual Marchionne non è, di dirgli "sergio vendi, tanto non la sapete gestire e il piano di prodotti che avete in testa è un fallimento annunciato"? Meno boria e + umiltà, vah, ma capisco bene che quel poco di "bontà umile" torinese, seppur diluita in una marea di boria e spocchia sabauda, sia scomparsa definitivamente. Daltronde la fiat NON E' + un'azienda italiana.
Il problema che Marchionne ha è di due grandezze, e non è contemplato in alcun modo il "debito di riconoscenza" verso questo Paese nè la fiducia o la voglia di lavorare in un certo modo quà come qua siamo capaci di fare. Non essendo la Cina, è chiaro che prodotti tanto al chilo cinesi non li si fa bene quà, e questi son i prodotti automotive che Marchionne vuole fare, altro che palle e ciancie di marchi di prestigio e lusso. Semmai quella roba "meglio della paccottiglia" la va a fare in america, dove il debito di riconoscenza ce l'ha e dove evidentemente si calano le braghe + che da noi.
Una grandezza è il fatto di volersi disimpegnare dall'Italia, quantomeno "averne la possibilità", e si è sempre saputo che il disimpegno da Pomigliano avrebbe significato un problema enorme a livello politico. Allora, quando all'epoca della nuova pomigliano io dissi "si sta costruendo l'alibi per poter dire io ci ho investito, le auto escono di merda, tanto vale che chiudo", in pochi mi diedero retta. Siamo arrivati a quel momento in cui il signor M sta cercando il pelo nell'uovo per costruire una credibile giustificazione di maniera alla prospettiva del disimpegno italiano. Ed allora adesso la colpa è della Fiom etc. E tutte ste cosine se le può permettere perchè, e se ne accorgono pure i sassi, esiste un governo affacendato in tutt'altra direzione (a non far mettere sotto processo ed eventualmente in galera come dice la legge e come pretende la "legge uguale per tutti" il presidente del consiglio) e che non ha interesse a scontrarsi, come dovrebbe, perchè se inizia una trattativa eh non sia mai che ci si accorge che in periodo di crisi (che ha voluto negare salvo poi dire che eravamo fuori mentre è chiaro che la crisi c'è e non è passeggera, è un nuovo mondo) ed allora le palle dette apparirebbero palle e ti saluto consenso e vincere le elezioni.
L'altra grandezza è che quello stabilimento ora gli serve, se è vero come è vero che notano il mercato del nordafrica in espansione, e chiaramente per vetture piccole (guardacaso la Panda) che è + agevole costruire in Campania e imbarcarle a Napoli che non in Polonia, fargli passare mezza Europa Alpi incluse e imbarcarle non si sa dove.
E poi, avrà pensato, figurati se di fronte alla prospettiva di mandare a casa tutto uno stabilimento nel sud zeppo di disoccupazione, figurati se il governo che ha altri cazzi per la testa si mette a rompermi le palle per farmi comandare come voglio io.....
Vivaddio, il ragionamento, la logica di "funzionamento" del marchionnepensiero io non la contesto, tanto di rispetto.
Tuttavia si sa, il procedimento della somma algebrica può essere corretto, ma cambiando i numeri eh vivaddio cambian pure i risultati.
Questa boutade ha tutto il sapore di una sorta di "o faccio come mi pare, o son stufo", e in ogni caso la risposta + "calda e immediata" sarebbe una sorta di "allora vattene invece di rompere le palle". Che sarebbe la giustificazione, esterna e fornita su un piatto d'argento, per potersene andare veramente, levarsi il problema di come chiudere portando la produzione dove gli costa meno (e voglio vedere però poi quanto la qualità deriva dalla capacità di "migliori operai" o di investimenti in infrastrutture e clima un tantinello meno tremendo). Attenzione quindi a non essere scemi.
Perchè in Fiat circola e non da poco la voce secondo la quale quà verrebbero mantenute le produzione di vetture A e B, nel caso, guardacaso quelle produzioni che son remunerative solo se prodotte a basso costo e in tanti pezzi. Cioè quel tipo di produzione che NECESSITA di un modo di fare "pro azienda" e che nel loro DNA hanno insita la filosofia del "ne devo produrre tante, e a poco costo con alta redditività, per cui se faccio queste quà o le faccio come dico io o non mi conviene farle"....
E' più chiaro adesso cosa c'è dietro quelle uscite, peraltro alla televisione pubblica ed in un programma di gran seguito (guardacaso! Ma tu pensa! Proprio adesso!) che suonano in altra maniera e sembran fatte apposta per suscitare un vaffa modello Grillo?
 
Non capisco tanta meraviglia di fronte alle frasi di Marchionne.

E' un fatto, evidente già da alcuni anni, che Fiat non è più una azienda italiana nel senso stretto del termine ma una multinazionale che ha degli uffici e un grande azionista a Torino; eppure i sindacati continuano a comportarsi come se ci trovassimo nel 1980 e proseguono a sollevare alti lài ogni volta che Marchionne esterna espressioni che illuminano questa realtà.

E' un fatto che il mercato dell'auto è un business senza veri profitti se non realizzato secondo determinate logiche economiche, che in questo momento sono ben lontane da quelle nella disponibilità ITALIANA di Fiat; e quindi la proprietà sta marciando speditamente verso una cessione (=vendita) del comparto auto.

L'ultimo a volere fortemente la produzione auto nel dualismo azienda/famiglia perché la viveva come una missione personale era l'Avvocato Agnelli; già suo fratello Umberto aveva una visione ben più pragmatica e avrebbe desiderato avviare un processo di scorporo e cessione, ma non restò al comando abbastanza a lungo per farlo. Dopo di lui la proprietà ha iniziato quello che forse era necessario già dai primi anni '90 ma l'Avvocato non permise.

La condizione di Alfa è solo un tassello del problema globale, un problema la cui unica soluzione dettata dai freddi numeri - i quali sono il deus ex machina di ogni azienda, che piaccia o no - è che entro 5 anni da oggi Fiat Auto passerà di mano e forse cesserà pure la produzione di autoveicoli in Italia secondo l'idea a noi familiare: getterà il velo scoprendo la sua già attuale natura di azienda multinazionale e delocalizzata, diventando "altro" rispetto alla concezione Fiat/Torino/Italia che a noi risulta così familiare, ma oggi è solo un simulacro assai anacronistico.

La Fiat (come noi abbiamo imparato ad immaginarla) è finita. Però molti ancora non se ne rendono conto.
 
Immagino quelli del marketing fiat come sono contenti di questa sparata sull'italia , dopo anni che pontificano sul prodotto italiano :sic)
ma gli agnellini dove sono ?
 
E' vero che non se ne rendono conto.
Ma questo processo di cui ci siamo accorti da MESI (perchè è in questi mesi, diciamo dalla questione americana, che ha preso un'accelerata decisa) non è che una volta capito risolva tutto.
Semmai è l'inizio dei problemi. Sociali, ed economici. Ed anche, se permetti, di un po' di come si chiama, chiamiamola giustizia sostanziale.
Emblematico che in tutto questo casino che si agita da mesi la voce silente sia quella del Governo. Che semmai avrebbe ben dovuto essere la prima.
Alfa o non Alfa, questo non c'entra e semmai potrebbe essere messa, se avessimo politicanti intelligenti, come pregiudiziale fermo restando il sondare VW in via confidenziale, il quid è che questo signore la deve piantare di sputare laddove han mangiato coloro i quali egli, nel bene e nel male, rappresenta come "precedenti occupatori della sua poltrona". Ed inoltre non si può tirare fuori come gli pare. Ma lui lo sa benissimo.
Tanto è che questo che "non ci sconvolge" è semplicemente l'apertura del repertorio del mercante, quale egli è.
I tedeschi lo han mandato in cu.., agli americani di GM gli ha tirato un tiro mancino, vediamo quà come si evolve la questione ma stante lo spessore "sogliola" della nostra classe politica, nonchè di quella dirigente che si è affannata a accodarsi all'apripista Marchionne (se erano così lecite le sue osservazioni come mai NESSUNO PRIMA si era adoperato per davvero per farle, ste modifiche? Bella roba, industriali, sì, come no.....) vedo nero.
Di fatto la proprietà (sfaccettata, peraltro) è divisa in tre.
Da un lato, gli Elkann che venderebbero qualcosa ma voglion mantenere un giocattolino per poter quantomeno giustificare e assicurarsi il taglio di cedole e magari non perdere la faccia.
Da un altro, Andrea Agnelli &C che venderebbe TUTTO.
Poi rimane chi forse deve ancora capire "cosa far da grande" stante che non è legato da anni ed anni di Fiat, ma è solo un azionista, magari entrato in seguito a fallimenti (leggasi pure i fondi di investimento americani).

Questo è il gran pout pourri di cui tutti gli Enti si son STRAFREGATI quando magari avrebbero ben dovuto quantomeno darci un'occhiata e chiedere "che state facendo?".

Allora non ci si sgomenta, non ci si sorprende (noi che immaginavamo, noi che sapevamo) ma ci si incazza e si spera solo che sì come è tanto mercante Marchionne la controparte sia anche peggio.
 
la giulietta è un'ottima vettura...ma io come caratteristiche (anche estetiche) la vedo piu adatta ad un marchio come lancia che non ad alfa...cioè anche il frontale mi sembra troppo "buono" per essere un'alfa
 
Su Radio 24 nella trasmissione "La Zanzara" stan discutendo proprio dell'intervista di Marchionni di ieri su Rai3 da Fazio. :eek13)
 
avete sentito ieri sera quando Fazio gli ha chiesto se avevano qualche nuovo modello da presentare che Serpio gli ha risposto:"ma ne abbiamo quante ne vuole, non e' questo il problema", o quando ha detto che lui e' un metalmeccanico... :sedia) :sedia)... a zelig comunque secondo me farebbe davvero successo...
 
palple":13mvzsqa ha detto:
Il FUSI":13mvzsqa ha detto:
E poi con una bravoevo che davvero pare fatta di cartapesta

Vabè che il mondo è vario e tutto è soggettivo, ma questa è una falsità bella e buona.

Soggettivo è semmai il tuo giudizio di "falsità". Difatti è così robusta ben fatta e ricca di materiali precisi e di pregio che uno stabilimento come Cassino (non Pomigliano, Cassino) le riprende una per una. Vedi tu.
 
emiliano81":6823lr2i ha detto:
avete sentito ieri sera quando Fazio gli ha chiesto se avevano qualche nuovo modello da presentare che Serpio gli ha risposto:"ma ne abbiamo quante ne vuole, non e' questo il problema", o quando ha detto che lui e' un metalmeccanico... :sedia) :sedia)... a zelig comunque secondo me farebbe davvero successo...


Sulla prima parte la mentalità è quella della peggior televendita del baffo...
...della serie venghino signori di auto ne abbiamo quante volete!! (poi di modelli ce ne stanno pochi però vabbè) :sgrat)

Sulla seconda parte del metalmeccanico, credo abbia superato sè stesso, sia come faccia tosta che come spocchia insita nel personaggio. :inocchio)
 
E per completare il quadro, un articolo tratto da Il Fatto Quotidiano di oggi.

Dove sono finiti i nuovi modelli

di Ferruccio Sansa


Salone dell’Automobile di Parigi. Quaranta nuovi modelli. Dalla Fiat: zero. Ecco l’altra faccia del caso Lingotto: le automobili. Si parla di de-localizzazione, di Pomigliano, dei sindacati. Poi, però, come dice lo stesso Sergio Marchionne, lui è “un metalmeccanico” e fa auto.

Qui sta la prima anomalia: i conti migliorano, però le vendite sul mercato italiano sono calate del 27 per cento rispetto al 2009. Ormai Fiat in Italia produce 650 mila auto su 2,8 milioni (in Brasile sono 720 mila) complessive. Ad aprile, Marchionne aveva annunciato l’arrivo in Europa di 35 nuovi modelli nei prossimi cinque anni. Ma, a leggere il “product plan” della fabbrica torinese, il 2010 sarà archiviato con pochissime novità (essenzialmente l’Alfa Romeo Giulietta e la nuova Fiat Doblò). E per il 2011 l’unico modello di richiamo è la nuova Lancia Y, pronta già da tempo. Slitterà al 2012 la nuova Panda, ufficialmente per le tensioni con i sindacati sul piano Fabbrica Italia. Previsti anche un crossover Fiat, più una berlina e un monovolume Lancia, ma si tratta di auto Dodge (Journey) e Chrysler (300 C e Grand Voyager) ribattezzate con marchio italiano. Una strategia rivendicata da Marchionne: tenersi le cartucce migliori per il dopo-crisi. “Altri costruttori hanno preso la strada opposta. Per superare il momento difficile hanno sfornato decine di nuove auto”, raccontano gli esperti di Quattroruote. Aggiungono: “È il caso della Volkswagen, che negli ultimi mesi ha presentato Passat e Sharan e rivisto la Touran. La Polo, lanciata nel momento peggiore, è un grandissimo successo”. Di fatto il colosso tedesco ha visto aumentare del 17,94 per cento le vendite in Italia fino ad agosto.

Ora i concessionari Fiat dispongono di una gamma vecchia concentrata su pochi modelli. Basta scorrere i listini. L’Alfa Romeo può contare sulla nuova Giulietta che tallona la Golf nelle vendite. E poi? La Mito non è all’altezza delle aspettative. La 159, in un settore un tempo dominato con auto come l’Alfetta, a detta dello stesso Marchionne “non si è rivelata adeguata”. Difficile vendere un’auto se lo stesso produttore la denigra. E basta leggere le prove di Quattroruote per capire: è pesante e consuma molto. Neanche i prezzi, una volta cavallo di battaglia italiano, sono contenuti. Le sportive, orgoglio dell’Alfa, sono modelli ormai vecchi come la Gt oppure la Brera che a luglio ha raccolto 80 immatricolazioni (contro 144 della Porsche 911 che costa il triplo). La Lancia, che dominava con capolavori come la Thema, non ha grandi modelli nel segmento. Restano auto di medie e piccole dimensioni: Y, Musa e Delta. E la Fiat? Punta sul successo indiscutibile della 500, su modelli riusciti, ma non più recenti come la Panda e sulla Grande Punto. Nel segmento medio la Bravo (basata sulla Stilo, un flop) non tira: è quinta nella classifica una volta dominata da auto come la Tipo. Insomma, Volkwagen, Opel e Ford superano Fiat in casa sua. Tra le berline resta la Croma, al settimo posto. Altri modelli, come la Multipla e l’Ulysse, restano in listino per onore di firma, superate da decine di straniere.

I concessionari temono di non farcela: “L'attendismo può servire alla Fiat, ma mette in ginocchio i venditori. Non possiamo aspettare il 2012 per la Panda e il 2013 per l’erede della Punto. Se perdiamo i clienti rischiamo di non riconquistarli”, si sfoga un venditore. Nelle vetrine dei rivali intanto arrivano le novità. La Ford ha presentato i restyling di Mondeo, S-Max e Galaxy ed è imminente la nuova C-Max. Nel 2011 arriveranno tre novità tra cui il best seller Focus. Gli esperti di Quattro-ruote dubitano: “Vedremo se l' attendismo della Fiat è azzeccato. Certo, la scelta è stata dettata anche dalla necessità: sviluppare un nuovo modello costa da 250 a 500 milioni. Ma le novità sono utili, trainano la gamma, portano gente ai concessionari”. Giuseppe Volpato, ordinario di Economia all’Università Ca’ Foscari, suona il campanello d'allarme: “Rispetto a Peugeot, Renault e Volkswagen, i concorrenti, Fiat ha presentato una quantità decisamente inferiore di modelli”. Non solo: “Gli altri gruppi hanno un’offerta più ampia e più equilibrata. Fiat punta tutto sulle utilitarie piccole e piccolissime che hanno margini di redditività cinque volte inferiori. Devono recuperare e presto, perché tra poco arriveranno i cinesi e prenderanno di mira i costruttori specializzati in quel settore, cioè Fiat”.

Ecco, il bilancio dell’era Marchionne sta anche qui. I modelli con la sua firma non sono molti: la 500 – già in lavorazione prima del suo arrivo, con il lancio curato dal’ex capo del marketing Luca De Meo – e la nuova Giulietta. Pochi, ma il discorso è complesso: “È vero, la Fiat deve scontare un ritardo di due anni”, spiega Mauro Tedeschini, ex direttore di Quattroruote. Le ragioni? “Primo, si è aspettato di individuare il partner commerciale per progettare nuove auto, per non gettare alle ortiche enormi risorse come in passato. Secondo, Marchionne voleva centrare gli obiettivi finanziari e l’unico modo per farlo era risparmiare anche nella ricerca”. Poi c’è la nuova Panda che arriverà, sostengono alla Fiat, quando saranno sciolti i nodi di Pomigliano. Insomma, la verità sulla gestione Marchionne si capirà tra due, tre anni. Allora, oltre ai conti, si potranno giudicare le automobili.
 
Slitterà al 2012 la nuova Panda, ufficialmente per le tensioni con i sindacati sul piano Fabbrica Italia.

Direi piuttosto che la nuova Panda è slittata perché sono così cacati di sbagliare pure quella, che adesso hanno paura a muovere una pagliuzza. Ché se sbagliano la Panda fanno affondare l'intera azienda.

La Polo, lanciata nel momento peggiore, è un grandissimo successo.

Per forza: è un buon prodotto.
Ciò che è buono si vende anche con una pubblicità che prevede una foto della vettura e il cartellino col nome sotto. Pare una cavolata e invece descrive benissimo il fatto che si vende quasi da sola.

L’Alfa Romeo può contare sulla nuova Giulietta che tallona la Golf nelle vendite.

Se vendere la metà può essere considerato tallonare... :lol:

Tra le berline resta la Croma, al settimo posto.

Tra l'altro è morta visto che non aggiorneranno i motori.

Ecco, il bilancio dell’era Marchionne sta anche qui. I modelli con la sua firma non sono molti: la 500 – già in lavorazione prima del suo arrivo, con il lancio curato dal’ex capo del marketing Luca De Meo – e la nuova Giulietta.

Quindi sotto l'egida di Marchionne l'azienda ha rilasciato una Panda ricarrozzata e venduta a prezzo maggiorato, e una Bravo Sprint che non convince né per materiali, né per numeri di vendita.

Insomma, la verità sulla gestione Marchionne si capirà tra due, tre anni.

A quel punto le cose saranno chiare a molti... ma sarà troppo tardi.
 
DriftSK":3d947prj ha detto:
Ecco, il bilancio dell’era Marchionne sta anche qui. I modelli con la sua firma non sono molti: la 500 – già in lavorazione prima del suo arrivo, con il lancio curato dal’ex capo del marketing Luca De Meo – e la nuova Giulietta.
Quindi sotto l'egida di Marchionne l'azienda ha rilasciato una Panda ricarrozzata e venduta a prezzo maggiorato...
E che tra l'altro, quando fu presentata la Trepiuno, inizialmente non erano nemmeno intenzionati a produrla (se la mia memoria non mi inganna). Se ben ricordiamo la Trepiuno avrebbe dovuto fare la fine della Fulvia e di altri prototipi che se prodotti sarebbero stati successi e che invece sono stati accantonati; chissà poi per quale miracolo decisero di cambiare idea e di produrla, altrimenti si perdevano anche il treno del successo della 500.



Quello che però più mi lascia perplesso non è tanto che al Salone di Parigi Fiat non abbia presentato modelli nuovi (che ci può stare seguendo la strategia di attesa di Marchionne), ma quello che mi sorprende è un'altra cosa: da quanto tempo Fiat (intesa come Gruppo, quindi come Alfa-Fiat-Lancia) non presenta nei Saloni un prototipo? Un suo prototipo; non un esercizio di stile creato da carrozzieri o designer per conto di Fiat (quindi Duettottanta, Pandion et similia non contano in quanto realizzati da esterni per commemorazioni o loro esercizi di stile e non commissionati direttamente da Fiat)? Da quanto non propone un prototipo di stile o di studio di un modello?
Oramai mi pare da un bel po', sia come Alfa, che come Lancia, che come Fiat.
 
denny1977":24givzo6 ha detto:
DriftSK":24givzo6 ha detto:
Ecco, il bilancio dell’era Marchionne sta anche qui. I modelli con la sua firma non sono molti: la 500 – già in lavorazione prima del suo arrivo, con il lancio curato dal’ex capo del marketing Luca De Meo – e la nuova Giulietta.
Quindi sotto l'egida di Marchionne l'azienda ha rilasciato una Panda ricarrozzata e venduta a prezzo maggiorato...
E che tra l'altro, quando fu presentata la Trepiuno, inizialmente non erano nemmeno intenzionati a produrla (se la mia memoria non mi inganna). Se ben ricordiamo la Trepiuno avrebbe dovuto fare la fine della Fulvia e di altri prototipi che se prodotti sarebbero stati successi e che invece sono stati accantonati; chissà poi per quale miracolo decisero di cambiare idea e di produrla, altrimenti si perdevano anche il treno del successo della 500.
Questa è vera... ;) non la volevano fare. :evil:
Mi pare Lapo era tra i favorevoli. ;)
 
La 159, in un settore un tempo dominato con auto come l’Alfetta, a detta dello stesso Marchionne “non si è rivelata adeguata”. Difficile vendere un’auto se lo stesso produttore la denigra. E basta leggere le prove di Quattroruote per capire: è pesante e consuma molto.

questi sono i risultati che vogliono in fiat
non devono parlare
perchè sapevano che sostituire la 156 era una patata bollente
e farlo con tecnologia scadente derivata dalla general motors non era il meglio per controbattere le berline medio grandi tedesche
un'altra cosa...l'alfetta è di un segmento superiore alla 159 in quanto l'alfetta corrispondeva all'alfa 90 che era il corrispettivo di un attuale serie 5 (quindi vettura diciamo da ammiraglia...anche se la vettura maggiore era la 6 ma vabè...piccolezze)
mentre la 159 è una metà strada tra la serie 3 e la serie 5 stando alle dimensioni della vettura

la 159 è bellissima sia in versione berlina grande sia in versione sportwagon...ma ci si è persi in un bicchiere d'acqua
motori benzina sbagliati (poi ci si è ripresi col 1750 ma non basta)
i 6 cilindri di basamento americano volevano rimpiazzare il busso?
diesel buoni fino a un certo punto (dov'è il 3000 jtdm?dov'è un eventuale cilindrata ancora piu grossa?la vag dispone dei 4.2!)
ricordiamoci la versione di lancio della 159!un diesel da 120 cavalli su un auto di 1650 kg!
ma dove vogliamo andare con questi fiattari!
perchè la gta è stata prima fatta vedere (assieme alla brera) in sede e poi accantonata?perchè non si poteva competere con m3-m5 rs4-rs6?
cioè stiamo scherzando davvero?
non scrivo ulteriori giudizi sul pianale...un carrozzone
io continuo a dire che i tedeschi si sono creati questo mito sulle disgrazie dell'alfa romeo!
xkè nella storia dell'automobile l'unico marchio (non da supercar diciamo) temuto e in fondo rispettato dai tedeschi era proprio il biscione...affossato...umiliato e annientato da quell'azienda vergognosa e anti-italiana chiamata fiat
 
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