Alfa Romeo: modelli e programmi futuri. discutiamone

Il fatto che Gioushua spesso tiri delle "puttanate" (a mio avviso) non significa che anche questa volta dica male.
In realtà dice bene.
Premesso che il territorio di Pomigliano e la sua gente sono particolari, così come particolari sono gli abitanti di altre zone d'Italia...... ma mi pare che una idea "chiara e realistica" dell'affaire Pomigliano possa essere che sicuramente c'erano fancazzisti, assenteisti, non son certo giapponesi..... ma.
Esistono dei ma.
E' chiaro che se un componente stampato da una macchina è storto, esso non arriverà mai a essere preciso se montato in un vano preciso.
Ed è altrettanto chiaro che l'operaio addetto alle presse può avere responsabilità per certe funzioni, ma se la stampo è snervato non è che ci possa fare granchè.
Se il terzista fornisce una plancia fuori dimensione, e questo la monta come può, il rumore eventualmente sorgente dallo scorretto posizionamento non può essere addebitato SOLO alla forza lavoro.

In realtà certe problematiche esistono anche su altre vetture Fiat "complesse". Non è cosa da poco. Se un'auto è fatta di pochi pezzi, magari "robusti" e che tale possono essere in economicità senza troppo andar per il sottile sull'estetica, pochi pezzi son da mettere su e pochi sono i pezzi che possono originare rumorosità.
Non dimentichiamoci che in Polonia vengono prodotte vetture "semplici" e dalla diffusione vastissima, tale che quindi gli investimenti possono essere considerati "+ spalmabili" che non altrove dove i pezzi sono pochi.
Sovente è stato denunciato l'assoluto "abbandono" e non ammodernamento di Pomigliano. La storia dei millemila miliardi spesi, con gran grancassa mediatica (a che serviva? Bastava essere funzionali, no?), per ammodernare Pomigliano anni fa, è stata definita anche un'operazione di facciata.
Ora servono altre tonnellate di miliardi per riammodernare uno stabilimento? All'epoca della "nuova Pomigliano" non solo io pensai che la cosa poteva essere vista in chiave di una sorta di alibi: "io ho speso, i risultati non vengono, a sti punti che volete? Ci ho provato, se chiudo non voglio discussioni".
Sarò antico o signore io, ma non è maniera secondo me per ottenere chissà che risultati. Perchè di fatto l'unico risultato che tiri ad ottenere con quel sistema è di farti i fatti tuoi mettendo gli altri al giogo. E se tutto va male per tre contrari, dagli all'untore contro tre contrari, così te ne esci pulito e con l'aureola. Cosa che in Italia, peraltro, è molto diffusa come usanza..... salvo poi recitare anni dopo, sul recinto richiuso dopo che i buoi son usciti, il mea culpa e far le lacrime di coccodrillo.
Pomigliano negli anni è stato afflitto da problemi qualitativi. Han poco da definirlo uno stabilimento improduttivo o costoso. Primo, non è certo il fiore all'occhiello degli stabilimenti Fiat, e non perchè "ci lavorano i terroni fancazzisti".
Perchè a voler essere precisi, è vero che fin dai tempi dell'Alfasud non è sicuramente stato uno stabilimento tranquillo e modello, ma è anche vero che già negli anni '80 (son trent'anni, mica spicci) la conflittualità era venuta meno. Inoltre, per stessa ammissione di Fiat, quando mettono il piede a Pomigliano esso è "moderno, meglio del nostro stabilimento + moderno".
E' chiaro che i tempi passano, e se te ne fotti di ammodernare, è un problema e una colpa TUA. E' facile far mancare negli uffici le matite, e poi incazzarsi con l'impiegato che ha scritto a penna invece che a matita, forse si pretenderebbe che si comprasse pure la matita?
St'andazzo, che la vertenza Pomigliano peraltro rappresenta, è un po' troppo diffuso ultimamente, dover sentire parlare la Marcegaglia in certi termini e sentire la parola "sociale" sulla bocca di un Ministro del centrodestra da da pensare.
Essì, perchè di fatto prima "l'azienda è mia, decido io, te lavori e non ti ascolto manco". Poi quando per le tue decisioni della tua azienda vai per merda, ecco che allora quasi quasi il tuo dipendente è "socio che deve prendersi parte del rischio e rinunciare a certi status acquisiti".
Eh, no, la musica non funziona. Perchè NON gli operai NON HANNO ammodernato le linee, nè hanno impedito l'ammoderna<mento di prodotti, non han detto "la Giulietta andatela a fare altrove quà non la vogliamo", anzi, semmai era il contrario.
Allora se tu NON rendi realmente possibile la vendita dei modelli prodotti in uno stabilimento (che è compito di ALTRI e non di chi le costruisce), e se NON rimpiazzi i prodotti "in scadenza", ma che stracavolo vuoi? Dar la colpa ad altri se quello stabilimento è sottoutilizzato?
Le coperte che tira Marchionne son sempre troppo corte o troppo lunghe, ora io capisco che voglia sfrondare e mettere le carte in regola "a nome degli Agnelli" prima di presentarsi agli americani e, chi lo sa, magari papparsi lui parte della torta......ma sempre corte sono.
 
per completezza mi pare corretto riportare questo documento:

Federazione Impiegati Operai Metallurgici nazionale
Corso Trieste, 36 - 00198 Roma - tel. +39 06 85262341-2 fax +39 06 85303079
http://www.fiom.cgil.it - e-mail: protocollo@fiom.cgil.it
COMITATO CENTRALE FIOM-CGIL

14 giugno 2010

Documento conclusivo
Il no della Fiom al documento Fiat
le proposte per riaprire la trattativa
Venerdì 11 giugno il Gruppo Fiat ha confermato, in un incontro al ministero dello Sviluppo economico, la
scelta di cessare l’attività di Termini Imerese, trasferendo in Polonia la produzione della Ypsilon entro il 21
dicembre 2011 e, permanendo l’assenza di reali e concrete soluzioni industriali, ciò significa cancellare oltre
2.200 posti di lavoro e una delle più importanti attività industriali di tutta la Sicilia.
Nella stessa giornata, il Gruppo Fiat ha condizionato l’investimento 700 milioni di euro per produrre nel
2012 la Panda a Pomigliano all’accettazione di una proposta ultimativa, non negoziabile, che nel delineare
un nuovo sistema di utilizzo degli impianti e di organizzazione del lavoro deroga all’applicazione del Ccnl e
di diverse norme di legge in materia di sicurezza e salute sul lavoro e nel lavoro a turni.
Ci riferiamo, ad esempio, al fatto che le condizioni della Fiat sanciscano che:
 lo straordinario obbligatorio passa da 40 a 120 ore annue con possibilità per l’azienda di
comandarlo come 18° turno, nella mezz’ora di pausa mensa, nei giorni di riposo, per recuperi
produttivi anche dovuti a non consegna delle forniture;
 le pause sui montaggi si riducono da 40 a 30 minuti giornalieri;
 si può derogare al riposo di almeno 11 ore previste dalla legge da un turno all’altro per il singolo
lavoratore;
 l’azienda può decidere di non pagare il trattamento di malattia contrattualmente previsto a suo
carico;
 l’azienda può modificare le mansioni del lavoratore senza rispettare il principio dell’equivalenza
delle mansioni;
 l’azienda ricorre per 2 anni alla Cigs per ristrutturazione senza rotazione, con l’obbligo del
lavoratore alla formazione senza alcuna integrazione al reddito
.
1
Inoltre, la proposta ultimativa della Fiat contiene un sistema sanzionatorio nei confronti delle
organizzazioni sindacali, delle Rsu e delle singole lavoratrici e lavoratori che cancella il diritto alla
contrattazione collettiva fino a violare le norme della nostra Costituzione in materia di diritto di sciopero e
licenziabilità.
Mentre Fim, Uilm, Fismic e Ugl hanno aderito alla posizione della Fiat, la Fiom-Cgil ha dichiarato
inaccettabili tali proposte e richiesto alla Fiat di non considerare concluso il negoziato.
Il Gruppo Fiat ha preso atto delle adesioni, ribadito che la proposta era conclusiva e non negoziabile e nel
caso la non firma della Fiom avesse determinato l’inapplicabilità di tali contenuti si sarebbe riservata di
valutare la conferma o meno dell’investimento a Pomigliano.
La scelta della Fiat segna un passaggio di fase radicale nel sistema delle relazioni industriali affermando il
superamento dell’esistenza del Contratto nazionale e assume pertanto una valenza generale che coinvolge
l’intera categoria.
Se si afferma il principio che per investire in Italia è necessario derogare dai Ccnl e dalle Leggi si apre una
voragine che indica quale uscita dalla crisi la riduzione dei diritti, dei salari e una modifica di fatto della
Costituzione sociale e materiale.
Il Comitato centrale della Fiom, a partire dal Piano industriale della Fiat presentato il 21 aprile 2010,
considera necessario mettere in campo tutte le iniziative utili a realizzare la difesa, l’innovazione e lo
sviluppo delle produzioni automobilistiche in Italia e dell’occupazione. Rivendichiamo la definizione, frutto
di un confronto tra tutte le parti, di un piano di intervento pubblico sul terreno della mobilità sostenibile e
dello sviluppo della tecnologia alternativa, compresa la mobilità elettrica, e di un reale coordinamento tra
le varie istituzioni.
La Fiat, nello stabilimento di Pomigliano, ha dato disdetta degli accordi aziendali in materia di orari di lavoro
e organizzazione della produzione e in sostituzione ha proposto un nuovo accordo i cui contenuti sono
quelli prima richiamati condizionando gli investimenti all’accettazione da parte di tutte le organizzazioni
sindacali.
Pertanto, in assenza di una soluzione aziendale condivisa tra tutte le parti stipulanti, l’unico strumento in
vigore e condiviso in materia di orario e organizzazione del lavoro è il Contratto collettivo nazionale.
L’applicazione del Ccnl permette alla Fiat la definizione di un regime di orario articolato anche su 18 turni,
previo esame congiunto con le Rsu e l’utilizzo di 40 ore pro capite di straordinario comandato.
2
Ciò permette alla Fiat di avere garantita una produzione annua di oltre 280.000 Panda con una produzione
giornaliera su tre turni di 1.050 vetture che sono gli obiettivi dichiarati dal Gruppo per realizzare gli
investimenti a Pomigliano.
Se la Fiat sceglie di applicare in tal modo il Ccnl e le leggi, la Fiom ne prende atto senza alcuna opposizione,
disponibili ovviamente a una applicazione anche delle parti più rigorose e severe.
Non accedere a questa soluzione renderebbe evidente che per la Fiat l’obiettivo non è né quello della
produzione né quello della flessibilità/compatibilità produttiva, ma come evidenziato dalle dichiarazioni dei
ministri Sacconi e Tremonti l’obiettivo diventerebbe quello di voler affermare il superamento del Ccnl e
aprire la strada al superamento dello Statuto dei diritti dei lavoratori.
Il Comitato centrale della Fiom ribadisce inoltre che deroghe al Ccnl e la messa in discussione di diritti
indisponibili non sono materia a disposizione della contrattazione, sia nei singoli stabilimenti che a livello
nazionale. Tanto meno, possono essere materia di ricatto verso le lavoratrici e i lavoratori che dovrebbero
scegliere tra mantenere un posto di lavoro o rinunciare ai loro diritti individuali, compresi quelli sanciti dalla
Costituzione in materia di sciopero e di contrattazione collettiva delle condizioni di lavoro, elementi che
uniscono la libertà e la democrazia di un paese.
Per l’insieme di tali impegni il Comitato centrale condivide e sostiene la scelta di considerare non
accettabile il documento conclusivo proposto dalla Fiat per lo stabilimento di Pomigliano e di conseguenza
decide che la Fiom non può firmare un testo con contenuti che mettono in discussione diritti individuali,
deroghe al Ccnl e con profili di illegittimità in materia di malattia e diritto allo sciopero.
Il Comitato centrale della Fiom ribadisce la piena disponibilità a garantire l’efficienza e la flessibilità
produttiva dello stabilimento di Pomigliano attraverso un’intesa che garantisca il massimo utilizzo degli
impianti, le flessibilità orarie utili a rispondere alla fluttuazione del mercato, un’organizzazione della
produzione che garantisca qualità e produttività, salvaguardando le condizioni di lavoro. Tutto ciò è
possibile realizzarlo nell’ambito del Ccnl e delle Leggi esistenti e su tali basi si riapra un vero tavolo di
trattativa per giungere a un accordo.
Il Comitato centrale esprime profondo rispetto e massima solidarietà verso le lavoratrici e i lavoratori della
Fiat.
La Fiom nazionale concorderà con la Fiom di Napoli le modalità per dare continuità al proprio ruolo di
rappresentanza e tutela degli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori.
Approvato all’unanimità
3
 
io non sono di sinistra, ma stavolta appoggio la decisione della Fiom, a quelle condizioni non è lavoro, è sfruttamento!
Concordo anche sul fatto che l'accettazione di quelle condizioni crea un gravissimo precedente lesivo del potere contrattuale dei lavoratori.
 
ormai non è più questione di destra o sinistra, il problema è che si vuole sfruttare il bisogno di lavorare per poter cancellare anni di lotte che hanno portato a conquistare dei diritti.
 
uno dei miei contatti mi aveva gia' detto quali sarebbero state piu' o meno le richieste dell'azienda sau pomigliano e infatti questo documento le conferma......secondo lui sono state messe queste condizioni cosi' restrittive in modo da costringere gli operai a non accettare, cosi' chiude, e alla fine il maglioncino puo' anche dirti:" io te l'ho data l'opportunita' di lavorare, sei tu che non hai accettato..."
 
ratatuia":2v15bwa8 ha detto:
ormai non è più questione di destra o sinistra, il problema è che si vuole sfruttare il bisogno di lavorare per poter cancellare anni di lotte che hanno portato a conquistare dei diritti.

Con relativa cancellazione dell'art.18 sempre più vicina..
Cmq,hanno proprio calato le :backb) per accettare una roba del genere..
 
Fiat: riprendono le trattative per Pomigliano. Dalla Fiom nessuna apertura

L’incontro risolutivo è in programma per questo pomeriggio, quando Fiat ed i sindacati proseguiranno i colloqui per definire il futuro dello stabilimento di Pomigliano. Le trattative sono comunque velate di pessimismo, perché la Fiom non ritiene opportuno firmare il testo in quanto “contiene profili di illegittimità”. Maurizio Landini, segretario generale del sindacato, ha inoltre disapprovato l’ipotesi di indire un referendum fra i lavoratori perché ritiene inopportuno sottoporre al voto accordi in palese contrasto con la Costituzione.
La Fiom rivendica poi “il diritto individuale di aderire a uno sciopero, sancito dall’articolo 40 della Costituzione” che “diviene oggetto di provvedimento disciplinare fino al licenziamento”. La bozza dell’accordo proposto da Fiat prevede infatti che la violazione di una delle condizioni rappresenti infrazione disciplinare punibile anche con il licenziamento.

Corriere
 
emiliano81":1g3ck8ha ha detto:
uno dei miei contatti mi aveva gia' detto quali sarebbero state piu' o meno le richieste dell'azienda sau pomigliano e infatti questo documento le conferma......secondo lui sono state messe queste condizioni cosi' restrittive in modo da costringere gli operai a non accettare, cosi' chiude, e alla fine il maglioncino puo' anche dirti:" io te l'ho data l'opportunita' di lavorare, sei tu che non hai accettato..."

Mi pare di averlo detto da anni.........
Marchionne è molto intelligente...... ha anche capito l'aria che tira, soprattutto politica.
E sa anche che SE la colpa va a questi "comunistacci" non gli mugugnerebbe nessuno di Roma, quantomeno non + di tanto......
Sa anche che avrebbe incassato il plauso (sì come ha fatto) della classe politica attualmente alle prese con la crisi (quella che non doveva esistere e che pufffff è magicamente nata dopo la Grecia. Mah..., il bello è che tanti si fan imbelinare ancora da ste palle) e che necessita di avere lavoro ma senza sapere che diamine fare.
Marchionne si è avvicinato molto furbescamente alla questione Pomigliano, la cui volontà di chiusura circola da ANNI in ambiente Fiat....
Investimenti per la nuova Pomigliano (+ che altro fumo): con quelli ha dimostrato la "buona volontà".
Adesso lui, che ha parlato chiaro non v'è che dire, ti sta dicendo "o quella fabbrica sta aperta secondo i cazzi miei, e io pretendo questo - mi pare pretenda un po' tanto, e forse gli sfugge che l'Italia non è il terzo mondo con cui è abituato ad avere a che fare lui, e manco l'America -.
Paragonare la Polonia all'Italia è quantomeno partigiano, se non fosse che Marchionne è uomo molto furbo direi se quella mattina gli si è acceso il cervello.....
 
teknomotion":2bx48bpc ha detto:
ratatuia":2bx48bpc ha detto:
ormai non è più questione di destra o sinistra, il problema è che si vuole sfruttare il bisogno di lavorare per poter cancellare anni di lotte che hanno portato a conquistare dei diritti.

Con relativa cancellazione dell'art.18 sempre più vicina..
Cmq,hanno proprio calato le :backb) per accettare una roba del genere..

La questione è complessa.
Di fatto, tranne la Fiom, e la CGIL in generale in altri ambiti, si sta realizzando da parte delle forze sindacali quella cosa che a suo tempo venne ricercata, senza successo, da Agnelli nei suoi primi anni di Fiat quando scoppiarono le lotte sindacali.
Con la differenza che Agnelli aveva una visione ben + "illuminata" forse derivante da una classe che, piaccia o meno, è assolutamente estranea a chi dirige la Fiat oggi.
Una cosa è la comprensione delle problematiche dell'imprenditore.
Un'altra è il diventarne "conniventi" o servi.
Mi sa che ultimamente in questo Paese si assiste alla seconda ipotesi, senza manco pensare che ad andare avanti così le richieste saranno sempre di più, a seconda della gravità del contesto sociale ed economico.
Quindi, mascherata da "responsabilità e collaborazione", si assiste a una sorta di sudditanza.
La Fiat non possiede Pomigliano da ieri...... l'assenteismo eccetera era in grado, volendo, di eliminarlo negli anni ed in altre maniere.
Certo non può pretendere che le maestranze siano tutte C****E Edit da STAFF: alla prossima account sospeso! e che si bevano di tutto di più. Credo che, sì come Arese, anche Pomigliano rappresenti un baluardo di una certa cultura operaia che sicuramente non è encomiabile nè abbracciabile nella totalità, ma che manco si può sempre pensare di trattare orinandoci sopra e agitando il bastone.
Che, poi, se andiamo a ben vedere...... gli scioperi fatti là non son mica come ai tempi dell'Alfasud, ovvero quando era uno stabilimento considerato necessario e strategico. Questi hanno UNA linea di UNA macchina. E fin a ieri cosa han fatto? Due prodotti decennali, con periodi di CIG o fermo impianti mica tanto corto......
 
vexator":1laetpsb ha detto:
io vado controcorrente...
probabilmente nessuno di voi ha mai "vissuto" direttamente la "vita operaia"... se lo avesse fatto saprebbe che in Italia non c'è classe sociale che stia meglio! Un po' di pepe al culo e un po' di responsabilità non gli fa certo male.

giovanni a sto giro l'hai sparata veramente grossa.
 
vexator":uri5u7l6 ha detto:
io vado controcorrente...
probabilmente nessuno di voi ha mai "vissuto" direttamente la "vita operaia"... se lo avesse fatto saprebbe che in Italia non c'è classe sociale che stia meglio! Un po' di pepe al culo e un po' di responsabilità non gli fa certo male.

Scusa Giovanni, ma mi sa tanto di discorso populista degli ultimi anni del tipo "come il pubblico dipendente non ce ne è, ha gli stipendi cresciuti e bla bla bla".
Io la vita operaia per un breve tempo l'ho fatta.... mio padre molto più di me.
Se per te "che stia meglio" vuol dire non essere il semiservo della gleba che si era ai tempi del cottimo ah beh puoi anche avere ragione.
Premetto, tanto per, che sono uno di quelli che NON AMA lo sciopero, viene a lavorare anche con la febbre, e mancare dal lavoro gli pesa anche quando è in ferie (ferie previste). Detto questo, dire a uno che si trova per la maggior parte dell'anno in CIG e si sente poi traballare il posto sotto il culo per motivi esulanti la sua professionalità, magari dopo 25 anni di catena di montaggio anche ripetitiva, che non c'è classe sociale che stia meglio mi pare un tantinello esagerata.
Se si stesse realmente così bene nella classe operaia ci sarebbe il "tuffarsi" verso questo tipo di lavoro, che invece viene snobbato ANCHE per dei motivi che son proprio dimostrazione di come non sia la classe sociale che sta meglio.
 
L'operaio medio italiano, assunto regolarmente ovviamente, sta molto meglio rispetto ad un professionista. Stipendio fisso garantito, ottima retribuzione (un operaio con un normale straordinario riesce a prendere anche 1500 euro al mese!), ferie, permessi, malattia, scioperi tutti garantiti.
Lo stipendio è basso? ragazzi parliamo di un operaio! un ingegnere, un commercialista, un avvocato medio non guadagna molto di più... nonostante il livello culturale/scolastico enormemente più altro. Per favore!
Oddio, dimenticavo, ora metteremo fuori la storia della crisi, la cassa integrazione... beh, i suoi bei 1000 euro/mese senza un fare una cippa sono garanti. Provate a chiedere magari ad un ragazzo appena laureato, che gli anni obbligatori di tirocinio, sfruttato per meno di 800 euro...
Io, laureato, con dottorato mi tocca fare il riscatto di laurea per 5 fottuti anni di contributi, quando un operaio ne ha almeno il doppio dei miei.
Vogliamo parlare delle responsabilità? La responsabilità di un operaio è pari a zero, se non fosse così pomigliano non rischierebbe la chiusura. Un operaio fa le sue belle otto ore, con pause caffè, pause cazzeggi, pause varie e se ne va a casa, staccando completamente. A me le 8 ore sono un'utopia, quando la notte dormo mi sogno i lavori che sto svolgendo, se scazzo un lavoro non ho il capo che mi dice "non lo fare più" (e me ne frego visto che lo stipendio lo prendo lo stesso), probabilmente ci sarà un cliente che non mi paga. Se c'è crisi di mercato, non ci sono i sindacalisti che difendono il mio lavoro e fanno in modo che lo stipendio lo debba avere lo stesso, semplicemente non guadagno nulla.
Dai ragazzi, pomigliano non mi sembra una fabbrica modello con ottimi operai, mi sembra solo un branco di scazzati a morte che hanno vissuto alle spalle della fiat.

Concludo con aneddoto accaduto al sottoscritto: c'era un operaio che guidava il muletto, tutto il giorno (anzi 8 ore) andava avanti e indietro con sto cazz d muletto. Beh, io pensai, poveraccio, che vita di melma che deve essere, alzarsi ogni mattina e pensare che il giorno avrebbe fatto solo e sempre quello... Quindi decisi di cambiare le mansioni un po' di tutti, cercai di rendere la giornata dinamica, diversa sempre dalla precedente........
...... cosa è successo? bene sono stato "cazziato" dal sindacalista! A quanto pare fare un lavoro ripetitivo per tutta la vita era il più grande traguardo che un operaio aspirava!
e chi sta meglio di loro?????
 
ma come mai non mandi il cv in fiat? a sentirti pare proprio una figata.

La cig non ti garantisce affatto 1000€/mese che non sono proprio abbastanza per campare, un operaio si fa un mazzo allucinante e merita lo stesso rispetto se non di più di un avvocato a parer mio, che pomigliano non sia una fabbrica modello siamo tutti d'accordo, sappiamo come e perchè è nata e soprattutto perchè è nata lì e quali sono stati i primi operai (che si fregavano pure i rubinetti) ma accettare questa proposta capestro crea un pericolosissimo precedente capisci? tu mi fai un ricatto andando in deroga al cnl o mi lasci a casa, cosa posso scegliere io se devo mantenere la mia famiglia? è pericoloso perchè domani lo fa un'altra azienda e di questo passo troniamo indietro di 100 anni. lo sai che nella "proposta" c'è una clausola che riguarda gli scioperi e che chi sciopera si espone a sanzioni che arrivano al licenziamento? io contavo che con il tempo la cina avrebbe sviluppato sindacati e diritti e sarebbe arrivati al nostro pari ma qua pare che saremo noi ad avvicinarci al loro stile.
 
Io ti consiglierei, senza offesa, di aprire un po' la mente e di fare un po' di mesi o di anni di vita da operaio, magari edile......
Ci son anche nel mio settore i colleghi che nulla fanno, che se la menano...... però chissà come è che nella mia materia il professionista + pagato di me pecca, ma le madonne arrivano sempre quà.
Io non mi lamento, ho fatto di peggio, ma son anche stato sotto privato e son stato anche autonomo, credo di sapere un po' di quello che parlo.
Se si pretende ancora oggi che una laurea che si è fatta, magari con sacrificio (sacrificio che ALTRI non si son potuti permettere), porti per forza di cose a dover stare meglio il problema non è dell'operaio. E' di una convinzione irrealistica.
Le responsabilità esistono, a vari livelli, e non ti credere che poi un operaio soprattutto se è in un'industria media o medio piccola non riceva i cazziatoni o non prenda un calcio nel culo.
Sì come ci son fior di quadri, e dirigenti, che in aziende grandi sbagliano e son sempre al loro posto.
I discorsi populisti lasciali a Brunetta e compari...... non scendere al loro livello.
La verità sovente sta nel mezzo...... tu che hai cambiato le mansioni intanto hai peccato quantomeno di chiedere al diretto interessato, per me è una mera questione di rispetto alla faccia della "gerarchia". E non mi si dica che la gerarchia serve, perchè allora se serve non veniamo fuori con le palle della flessibilità o dell'assunzione di "rischio" delle maestranze che si sentono dire "sa, l'azienda va male, se ne deve prendere le beghe un po' anche lei" (discorso della Marcegaglia di mesi fa).
Andando avanti così di sto passo si va creando una lotta di classe, che però coinvolgerà tutte le classi contro tutte le altre.
Non mi pare encomiabile. Nè auspicabile. Nè porterà alcunchè se non odi e invidie che son interessanti e goduriose per chi ci va poi marciando.
Invece di fare il tirocinio, ti consiglio di andare a scaricare alle due e mezzo del mattino le cassette al mercato per un commerciante (imprenditore) che quando deve pagarti il mese ritarda perchè "ha dei problemi". Ti consiglio inoltre di essere preso e messo lì senza nulla sapere, e se le pere le metti al posto delle mele sentirsi mortificare. Forse avresti una vision dello status dell'operaio un tantinello + realistica.

Poi con che etica vieni a dire che "non voglio essere servo"...... ma di fatto dici che "gli altri" lo devono essere e stare anche felici e contenti. Questo proprio non lo capisco a meno di non usare la parola forse offensiva di "ipocrisia".
 
infatti si stà così bene che immagino già uno spot pubblicitario, dove si chiede ai bambini cosa vorrebbero fare da grande, altro che pilota, astronauta, polizziotto... l'operaio fiat. Cosa li fate studiare a fare i bambini mi chiedo io.

Un commercialista che prende quanto lo stipendio medio di un operaio :matto) Dai su torniamo a esser realisti.
 
diegran":2mcwe1gl ha detto:
infatti si stà così bene che immagino già uno spot pubblicitario, dove si chiede ai bambini cosa vorrebbero fare da grande, altro che pilota, astronauta, polizziotto... l'operaio fiat. Cosa li fate studiare a fare i bambini mi chiedo io.

Un commercialista che prende quanto lo stipendio medio di un operaio :matto) Dai su torniamo a esser realisti.

non guardare il commercialista affermato, guarda quei tanti e tanti giovani appena laureati...
 
i giovani commercialisti appena laureati non guadagneranno 1000 euro tutta la vita, è plausibile che i bravi si apriranno uno studio proprio e faranno badilate di danè, le capre rimarranno al palo, come in tutti i campi.

un operaio della fiat raggiunto il traguardo dei 1500 (ipotizzo eh) lì resta per sempre, non ha margini di crescita a livello di salario.

vorrei aggiungere che le valanghe di laureati (anche capre) rincorrono il mito del pezzo di carta e si ritrovano a 25/30 anni in mezzo ad Nmila laureati come loro in un call center o a fare un concorso pubblico in 5000 per 3 posti da bidello.
 
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