Ma perchè la Mi.To si chiama così? Nonostante la presenza nell’albero genealogico dell’Alfa Romeo di un modello, di successo, chiamato Junior, si è ritenuto che questa connotazione riflettesse immagini e qualità adatte solo ai giovani, riduttive, in contrasto con la realtà di un’ automobile moderna. Da qui la decisione di battezzare la nuova piccola Alfa con le iniziale di Milano (culla del design) e di Torino (capoluogo industriale).
In un’epoca in cui le differenze geografiche ed i luoghi anagrafici cessano di essere un vero punto di riferimento, i 126 chilometri che separano le due città, rappresentano la matrice culturale di questo modello. Non a caso anche l’Università Bocconi, lo scorso settembre, ha patrocinato il festival MiTo, che ha favorito, attraverso la musica, una socializzazione più spontanea tra le due realtà. Al di là di questo, il nome Mito, sin dall’antica Grecia da cui ha origine, significa sogno, leggenda, desiderio, storia. Il punto che, attualmente, separa le iniziali cittadine, scomparirà nel logo posto nella parte posteriore della vettura. Vi sarà scritto semplicemente MiTo, con le due maiuscole evidenziate, ma il pubblico, da subito, dirà, di aver acquistato un mito.