Me lo ricordo come se fosse ieri. A lavoro cercarono di boicottarmi, dovevo ritirare la GT nel pomeriggio e mi mandarono lo stesso giorno in trasferta a 50 km da casa. Riuscii a strappare mezza giornata di permesso e all’ora di pranzo scappai a gambe levate alla stazione per prendere il treno, poi la metro dove mangiai qualcosa che doveva assomigliare ad un trancio di pizza ma sono sicuro che l’involucro di carta fosse più saporito, poi saltai su un tram e vedendo in lontananza l’edificio della concessionaria avvicinarsi cominciai a guadagnare la porta di uscita muovendomi con la stessa grazia di un gorilla tra tanti ragazzini appena usciti da scuola con i loro cappellini, zaini ricoperti di scritte e pensierini, cellulari, i-pod e “brufolazzi”, ed infine 500 metri a piedi “al galoppo più sfrenato”. Avevo già ficcato il maglione nella borsa del PC e rimboccato le maniche della camicia, forse avevo anche la lingua felpata come il mitico Rag. Ugo Fantozzi dell’ufficio sinistri e bustarelle!
Entrai praticamente con l’aspetto di un profugo nel salone dell’esposizione completamente deserto a quell’ora del primo pomeriggio se non fosse stato per una giovane coppietta che tenne occupato a lungo l’addetto alle vendite che aveva seguito la mia pratica. Avevo una frenesia in corpo esagerata, cercai di sedermi nel salottino e sfogliare una rivista di rally ma resistetti solo qualche secondo, rivolsi allora lo sguardo verso le segretarie ma niente da fare era come rivedere la mia catechista. Mi rialzai allora e cominciai a girare per il salone ma non la scorsi tra tutte quelle esposte. Finalmente venne il mio turno, l’addetto mi fece accomodare mentre andava a prendere le chiavi e poi…niente, mi fece ancora perdere del tempo con la consegna dei documenti (ed io cercavo di guardarmi attorno per scorgerla). Finita la trafila mi portò in un altro salone, chiuso al pubblico e ben riscaldato dove tenevano le vetture da consegnare e quelle da custodire come una Maserati storica che riposava sotto un telone che feci un po’ scostare perchè troppo curioso.
Più mi inoltravo nel salone e più sentivo una specie di richiamo, ormai facevo strada io muovendomi spedito tra le varie vetture ed alberelli di ficus benjamin che con quel caldo crescevano rigogliosi. Da dietro un pilastro mi apparve in tutta la sua eleganza il profilo del muso con l’argenteo scudetto ed il muscoloso passaruota. L’addetto vendite mi consegnò le chiavi ed io aprii gli sportelli e mi accomodai sui magnifici sedili, misi la chiave nel cruscotto e mentre stavo per mettere in moto egli esplose in una risata sadica interrompendo il mio tentativo di fuga per spiegarmi ancora “qual cosina” sul funzionamento della radio, del computer di bordo ed il climatizzatore bi-zona. Diciamo che se la GT fosse stata dotata di seggiolino ad eiezione credo che l’avrei utilizzato per lanciare fuori il commesso e scappare via. Ma alla fine, il mio sguardo, dopo la breve parentesi di felicità provocata da un jingle trasmesso alla radio che esaltò il sub woofer dell’impianto BOSE, si trasformò in quello di Gioele Dix nella parte dell’Automobilista Incazzato ed il venditore si convinse ad aprire la saracinesca ed ecco che mossi i primi metri con la GT alla luce del sole lasciandomi la penombra del salone alle spalle.
La sensazione fu magnifica da subito, mi colpirono negli 800 metri che mi separarono dal primo rifornimento subito 3 aspetti:
• il volante bello preciso e di sostanza, non la solita roba leggera ed insensibile;
• le dimensioni compatte dell’auto, non avvertivo il classico timore reverenziale/sensazione di impaccio che si prova passando da una vettura più piccola ad una più grande;
• l’assetto, la GT mi sembrò da subito tesa come una corda di violino, pronta a scatenarsi ma le lancette della temperatura dell’acqua e del livello del carburante mi dissuasero da ogni intemperanza.
Mi fermai a rifornire ed il benzinaio dopo averla radiografata con gli occhi mi fece i complimenti oltre alla tessera punti regolarmente dimenticata. Ora considerando che tutto ciò avvenne nel 2009 testimonia quanto secondo la mia modesta opinione la sua linea sia destinata ad apprezzarsi sempre più col passare degli anni.
Per arrivare dal benzinaio in 800 metri beccai 2 semafori rossi quindi quando ripartii ed anche la terza lanterna davanti a me stava per passare dall’arancione al rosso, io povero ingenuo che provenivo da 1.4 ts 16v, affondai l’acceleratore con quasi la stessa abitudine con cui ero uso lanciare al galoppo i miei ex 103 cavallini vaporosi. Per una frazione di secondo non accadde niente di rilevante ma giusto il tempo di un battito di ciglia e la mia testa venne spinta all’indietro dall’ondata di coppia motrice mentre una sensazione di vuoto pervase la mia pancia (non so se siete mai stati sulle montagne russe). Non avevo scelto un motore diesel per i consumi ma per la coppia e fui abbondantemente accontentato. Scoppiai a ridere come un bambino, accostai la macchina appena superato il semaforo e chiamai mio padre per comunicargli il seguente messaggio “E-SA-GE-RA-TA” ! Poi andai a prendere mia moglie da lavoro e feci provare pure a lei un giro sulla giostra.
A distanza di due anni da quando ha avuto inizio l’avventura, ogni volta che penso a lei (17 ore al giorno, le altre 7 dormo) mi viene voglia di fuggire verso mete lontane, on the road !