"Intanto è polemica tra sindacati di polizia e forze politiche di ogni schieramento sulla sentenza e sulle accuse lanciate dal Cosip - sindacato indipendente di polizia - al padre di Gabriele, Giorgio Sandri, «reo» a detta dei poliziotti, di «aver aizzato la folla». Dopo le lacrime di Daniela Sandri, la madre di Gabriele, in aula, alla lettura della sentenza, nella notte Giorgio Sandri aveva partecipato a una diretta della trasmissione radiofonica «Talk Radio - Voci nella notte», in onda su TeleRadioStereo. Insieme a Michele Plastino, Sandri aveva commentato la sentenza di ieri che ha riconosciuto colpevole di omicidio colposo l’agente Spaccarotella.
«E’ una vergogna. Come per l’omicidio Aldovrandi a Ferrara non c’è giustizia», aveva commentato. Poi però si era raccomandato ai tifosi infuriati, cercando di trattenerli: «Adesso però è il momento di stare calmi, non dobbiamo offrire il fianco passando dalla parte del torto. Dico a tutti i ragazzi di stare calmi».
«PERICOLOSE DICHIARAZIONI» - Dura la posizione del Cosip, sindacato indipendente di polizia, che commentando le parole di Giorgio Sandri, sottolinea come «lasciarsi prendere dall'odio e dall'istinto e dire certe cose è come armare la mano di altri uomini che si sentiranno autorizzati a generare altro odio e a mettere in atto vendette che genereranno altre tragedie».
«Quello che è accaduto a suo figlio è terribile - dice Franco Maccari, segretario generale del Cosip - e non saremo noi a dare giudizi su una sentenza. Abbiamo rispetto del dolore di un padre ma non dello sfogo di un uomo che con le sue pericolosissime dichiarazioni rischia di aizzare una folla, che in certi momenti rimane preda dell'istinto e mai della ragione».
Poi Maccari prosegue: «Come padri, lo ribadiamo senza cercare false pacificazioni, siamo vicini alla famiglia Sandri, ma come uomini della Polizia di Stato riteniamo inaccettabile e pericoloso per l'intera società ciò che abbiamo sentito».
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«Sono un ****Edit da STAFF: alla prossima account sospeso!, non un Rambo. Sono solo una persona che ha creduto di fare il suo dovere. Non ho mai preso la mira, lo ripeterò sempre. Non sono un pazzo che rischia di colpire un'auto di passaggio: c'era un'autostrada di mezzo». È quanto dice Luigi Spaccarotella in un'intervista al settimanale Visto, in edicola da domani.
Spaccarotella resta polemico con il sistema dell'informazione che, a suo dire, lo ha condannato senza appello. «Non c'è giustizia in questo Paese. Sono i prepotenti, i forti, quelli che sanno parlare bene, sanno raccontarti e rigirarti, ad avere la meglio. Non gli ignoranti morti di fame come me. Le persone oneste che hanno rispettato le leggi non valgono niente. Antipatica la mia voce, il mio accento meridionale e anche il mio cognome, Spaccarotella. Tutti hanno visto in me l'uomo forte che 'spacca', che uccide. Invece io sono un padre, un marito e un figlio».
Spaccarotella ringrazia tutti coloro che gli sono stati vicini, in particolare i colleghi poliziotti, «perché hanno riconosciuto che quanto accaduto a me poteva accadere anche a loro. Se ammazzano volontariamente un poliziotto, questo resta un eroe anonimo. Quando un agente sbaglia, o un colpo parte per errore, allora è un killer. Quel giorno dall'altra parte dell'autostrada avrebbero potuto uccidere, sequestrare, rapinare, ma io non dovevo fare nulla. Oggi lo so»."
.....e per fortuna che da OGGI lo sà,almeno quando sarà riammesso in servizio,con la pistola in dotazione,Noi cittadini,
non dovremo più temere nulla da quasta persona,avendo capito come bisogna comportarsi in determinate situazioni,visto che con l'addestramento e l'esperienza
ancora non ha ben afferrato l'idea sull'intervento.
P.S.:Ma se trattavasi di "sequestro",come ipotizza l'Agente,
sparando ugualmente,avrebbe messo a repentaglio la vita del "sequestrato" :sgrat) :sgrat)
Vabbè,comunque è una storia,una triste storia,che ha colpito ben due famiglie,
in modo più o meno grave,e dal mio punto di vista non ho altro da aggiungere,visto e considerato che al pari di tante vicende
(e ne abbiamo tantissime,tanto per iniziare e non scordare Ustica)
dove le responsabilità,la verità,e la giustizia non hanno mai fatto il loro corso.
Un cittadino,deluso e amareggiato dalle Istituzioni.