nuove tasse - dicembre 2011

io nel mio piccolo, sono l'emblema di ciò che voi dite. ottimizzo qualsiasi spesa, fortuna mia non ho gran interesse per il superfluo e ci salto fuori più che bene. il problema è che se tutti fossero come me l'economia andrebbe a picco domani :angel)
 
Tuttavia è inutile che da un lato togliamo il superflo e dall'altro sperperiamo quello che viene messo da parte.

Se decrescita significa che devo girare in aygo invece che in gt, allora significa anche che non usi i miei soldi delle tasse per mantenere rami morti dell'economia e della società
 
Diabolik":25ekfp4e ha detto:
però raccontiamola tutta sta storia delle valute



Innegabile. :nod)


dove non fregava niente a nessuno della produttività


Errore.
In aziende medio/grandi forse.
In aziende in regime di monopolio, maybe.
Non di certo nei numerosi distretti industriali, stanne certo.
I costi sono stati erosi fino all'osso, già alla soglia degli anni '90.
Investendo (spesso debiti) in tecnologia, ottimizzando la produzione e ricercando fornitori oltre confine.
Questo, per lo meno, nella mia zona.

Tant'è che arrivata le prime avvisaglie della crisi (2006/2007), molte aziende avevano ben poco da poter tagliare.
Quindi molti hanno reagito con forti investimenti, in più direzioni.
Investimenti che in molti casi si sono ritorti contro sotto forma di crisi di liquidità, in un periodo in cui le banche già iniziavano a stringere i cordoni della borsa.
Le conseguenze.....le leggiamo quotidianamente. :nod)



il punto principale su cui lavorare, secondo me, sta nella nostra testa: gli aumenti di costo non si scaricano a piè pari sul prezzo, si lavora in primis per aumentare la produttività in modo da riassorbire i costi maggiori senza perdere margini di guadagno, si scarica sul prezzo solo quello che proprio non si riesce a recuperare dalla produttività


I piccoli e medi imprenditori italiani sono maestri nell'arte del risparmio.
E quando l'abbattimento dei costi non basta, si gioca pesantemente sulla liquidità.
Pagamenti a 90/120/240 e chi più ne ha più ne metta.
Condizioni di lavoro impensabili in altre nazioni, civili.
Siamo stati così bravi a tal proposito, che gli stessi tedeschi & c. si sono adeguati....anche se in altri lidi pagano tutto in rimessa diretta o con lettera di credito. :nod)

Bisognava rivoluzionare la tipologia di prodotti, investendo fortemente in ricerca e detassando (pesantemente) gli investimenti produttivi.
Recuperare margine operativo, insomma.
Tagliare tasse, in qualche modo.
Non puoi chiedere ad un'azienda, che fino al giorno prima si occupava di subfornitura, di crearsi un marchio, una linea di prodotti e buttarsi a pesce sul mercato.
Follia pura. :matto)
Ci vuol tempo e tanti tanti $$.
Ma sopratutto tempo.

però a fare le svalutazioni ci facevamo una figura di merda


Ma siamo usciti da un conflitto mondiale con le pezze al chiurlo. :nod)
Suvvia, pretendere di creare un'industria diffusa ed efficiente in pochi decenni era e rimane pura utopia.
Qualche caso c'è stato e continuerà ad esserci.

Io non giustifico niente e nessuno.
Ma entrare nell'euro con le condizioni che ci hanno imposto, senza una politica industriale/economica di riconversione a medio e lungo termine è stato un vero e proprio suicidio, un bagno di sangue.
Peccato che a pagarne le conseguenze non sono stati e mai saranno coloro che certe decisioni avventate le hanno prese. (imho).

Nell'euro dovevamo entrarci, ma in un secondo momento. Al pari di altri paesi marginali, ai quali sempre di più assomigliamo. :ka)


rdieci":25ekfp4e ha detto:
questi sono prodotti che l'italia può esportare e farseli pagare salatissimi. le ditte che li producono hanno enormi % di ricarico rispetto alle spese sostenute e dunque reggono l'urto.

Le poche grosse aziende che detengono il marchio, sicuramente.
Ditte che spesso e volentieri non si occupano direttamente della produzione, giusto o sbagliato che lo si consideri.
Da lì entriamo nell'oscuro ed enorme sottobosco della subfornitura.
Ovvero chi realmente produce e, del margine lordo del prodotto, percepisce una % ridicola (se rapportata al rischio finanziario, all'impegno di uomini, mezzi e strutture).
 
Mav76":39038l1o ha detto:
dove non fregava niente a nessuno della produttività


Errore.
In aziende medio/grandi forse.
In aziende in regime di monopolio, maybe.
Non di certo nei numerosi distretti industriali, stanne certo.
I costi sono stati erosi fino all'osso, già alla soglia degli anni '90.
Investendo (spesso debiti) in tecnologia, ottimizzando la produzione e ricercando fornitori oltre confine.
Questo, per lo meno, nella mia zona.

Tant'è che arrivata le prime avvisaglie della crisi (2006/2007), molte aziende avevano ben poco da poter tagliare.
Quindi molti hanno reagito con forti investimenti, in più direzioni.
Investimenti che in molti casi si sono ritorti contro sotto forma di crisi di liquidità, in un periodo in cui le banche già iniziavano a stringere i cordoni della borsa.
Le conseguenze.....le leggiamo quotidianamente. :nod)

esattamente
 
Mav76":18v5nfbd ha detto:
mica detto che tutti al 100% si comportano a quella maniera

ma lavorare sui costi non è sempre e solo risparmiare e grattare il fondo del barile: l'ho visto fare in un'azienda e i risultati sono stati ottimi, si è raggiunto il budget ma ora sono senza un futuro

comunque quello dell'economia inflattiva è solo uno dei nostri difetti nazionali; ok c'è chi è attento ai costi e risparmia e sono anche non così pochi quelli che lo fanno, va bene risparmiare su tutto e cercare sempre ciò che costa meno, ma noterai che ci son sempre quelli che ad un certo punto non stanno più in piedi e chiudono (lasciamo perdere i ladri/dinoesti/furbi: parlo di imprenditori seri ed onesti e attentissimi al risparmio) e quelli che invece ce la fanno o addirittura prosperano: ci son sempre alcune differenze chiave tra le due categorie

l'altro discorso che fai sui tempi di pagamento è una schifezza immonda: altro modo nostro italiota di pensare, mors tua vita mea, della serie io ti pago alle calende greche e guadagni sul cash flow, tu invece ti indebiti con la banca e son cavoli tuoi se non ce la fai a stare in piedi. Bel modo del ca..o di fare che abbiamo.
Taciamo poi sulla reale capacità delle nostre banche di sostenere efficacemente il sistema produttivo.
 
Diabolik":1cg0qjmf ha detto:
Taciamo poi sulla reale capacità delle nostre banche di sostenere efficacemente il sistema produttivo.

penso che "banca" possa meglio rendere l'idea rispetto al termine e concetto di "istituto di credito"
 
Diabolik":11w4nsms ha detto:
ma noterai che ci son sempre quelli che ad un certo punto non stanno più in piedi e chiudono

Noto benissimo. :asd)
Ho chiuso l'anno scorso, un'attività con 40 anni di storia. :nod)

Diabolik, per concludere l'OT......sia chiaro, non difendo il sistema "imprenditoriale" italiano.
Men che meno la struttura sbilenca di alcuni distretti, in primis quello in cui operavo.

Di aziende nate da un'idea concreta, con un business plan serio e con prospettive realizzabili, ce ne sono e mi auguro che ne nascano in futuro.

Ma il tessuto economico che la laboriosa e tenace generazione precedente ci ha lasciato è questo, caso più caso meno.
Ed è con questo che chi ci governa doveva fare i conti.
Pensare di convertire un'intero paese al terziario o al turismo, pensare che la singola aziendola riesca in poco tempo a cambiare pelle è ed è stata pura utopia.
Per il semplice fatto che gran parte delle aziende di piccolo taglio sono cronicamente sottocapitalizzate.
D'altro canto, tra anticipi e conguagli vari, non fai in tempo a salvare 4 $$ che spariscono alla velocità della luce.
Nel frattempo gli impianti vanno fuori norma.....obsolescenza tecnologica.....adeguamenti normativi....etc etc.

L'Italia è l'Italia, non può diventare la Germania in un decennio.
Una rotta che andava corretta, sono perfettamente d'accordo.
Ma aderire all'Euro così di botto e poi lasciare gli imprenditori allo sbando nel mercato globale a mio avviso ha rappresentato l'inizio della crisi economica italiana, ancor prima dello scoppio della bolla dei subprime statunitense.

Ultimo esempio dell'eterogeneità degli stati che compongono l'attuale Unione Europea: prima della fine del conflitto nell'ex Jugoslavia, la Germania si è mossa per accaparrarsi contratti, sfruttamento delle materie prime e vantaggi contrattuali in genere.
Prima arriva la politica per mediare accordi istituzionali e non ( ;) ), subito dopo banche, assicurazioni ed associazioni di categoria.
Quando tocca alle singole aziende, il terreno è già bello che spianato. Praticamente operano come fossero in patria.

Gli italiani sono partiti dopo, in ordine sparso e con la fantasia che ci contraddistingue. Disastri inenarrabili.

Di chi è la colpa? ;)

Stesso dicasi dopo la disgregazione dell'ex URSS. In Russia i primi a stringere accordi commerciali con le catene distributive monopolistiche sono stati tedeschi e finlandesi. A noi le briciole.
Anche lì, la disfatta di Caporetto.
Vorrei vedere......dogana con alta percentuale di grigio/nero, corruzione ai massimi livelli, difesa dei diritti intellettuali risibile....e chi più ne ha più ne metta.

Che piaccia o no, questo è il tessuto imprenditoriale medio che abbiamo/avevamo.
Fantasticare su un'evoluzione epocale di stampo californiano, pensare che dall'oggi al domani vengano create decine di piccole Microsoft...pura utopia.

Quindi, per concludere: bisogna investire sulle nuove tecnologie, formazione scolastica ed incubatori aziendali di idee innovative.
Sono il primo a dirlo.

Ma occhio: per investire domani servono soldi oggi.
E quei soldi li danno/avano le aziende obsolete, spesso e volentieri manifatturiere.

Se contribuisci in maniera fondamentale allo sfacelo dell'economia del tuo paese prenditi anche le responsabilità sugli effetti a breve termine che le tue scelte generano.

Fine OT, chiedo venia per la lunga puntualizzazione. :fluffle)
 
sono molto d'accordo con quello che dici

il mio discorso partiva proprio dal fatto che l'euro ha messo a nudo le debolezze della nostra impostazione; io mi ero soffermato più su un aspetto, ma quelli che dici tu son tutti veri

e concordo sulle attribuzioni di colpa che hai implicato

purtroppo noi italiani, come popolo, siamo in media fortissimi su aspetti che riescono a trarre poco vantaggio dalla moneta unica, mentre siamo molto deboli su altri che invece ne vengono colpiti al cuore
 
rdieci":f6jf5tdq ha detto:
io nel mio piccolo, sono l'emblema di ciò che voi dite. ottimizzo qualsiasi spesa

Non sei l'unico ultimamente, visti i rincari effettuati dalla nuova manovra credo che un pò tutti stiano stringendo la cintura, dai meno abbienti ai benestanti in quanto il denaro prima o poi finisce quindi è bene guardare anche all'orizzonte della quotidiana spesa, fatta eccezione per i miliardari ed i famosi "morti di fame" con gli yatch!
 
:nod) tutti i miei colleghi fumatori sono passati al tabacco da rollare e hanno smesso di prendere sigarette. (e poi gli hanno tassato pure quello hahahahaha)
 
All'inizio volevano aumentare la tassazione su tutti i tabacchi, sigarette incluse. Poi hanno optato solo per il trinciato. Una soluzione al caro sigaretta sdarebbe smettere di fumare.
 
anche se la risposta gia' la so...
perche' non hanno aumentato le sigarette invece di aumentare il tabacco???
forse perche' c'e' qualcuno che usa le sigarette e non puo' o meglio non vuole usare il tabacco per farsi le sigarette??
o semplicemente perche' sul tabacco i guadagni sono minori?o peggio stanno trovando un modo di rendere il tabacco meno conveniente in modo da incentivare l'acquisto di sigarette???
questi politici la sanno luuuuuuuuuunga....mooooooolto ma mooooooolto lunga..... :smokin) :smokin)
 
la scusa ufficiale è che non vogliono far salire il prezzo delle sigarette oltre i cinque euro (5 euro sono ancora spicci e li hai sempre con te)

ah, che bello vedere che vince il marketing sulle necessità
 
ecco...hai detto bene...''la scusa ufficiale''
che problema ci sarebbe a portare le sigarette a 10 euro,forse qualcuno scamperebbe molti guai in salute...
pero' poi qualcuno ci perderebbe in ''moneta''...
aumentare le sigarette,come gia' detto,incentiverebbe a fumare di meno,o non fumare piu',e il che sarebbe un grosso danno economico...forse si sono gia' visti i risultati con i precedenti aumenti,e qualcuno si sara' spaventato...
dico FORSE...
io prima fumavo un pacco di sigarette da 20 in 2 giorni...ora non fumo piu'...che guaio(sarcasticamente parlando),soprattutto pensando che come me ci saranno stati tanti altri ''fumatori'' che avreanno avuto lo stesso lampo di genio(spero) :pesce)
 
Imho aumentare la tassa sulle sigarette farebbe solo fumare meno ragazzini, ma non avrebbe effetto su chi ha un reddito. E' abbastanza evidente il trend degli ultimi anni, nonostante un raddoppio del prezzo....
 
maxxx147":dxwbhezl ha detto:
o peggio stanno trovando un modo di rendere il tabacco meno conveniente in modo da incentivare l'acquisto di sigarette???
probabilmente per questo... se non erro (non sono fumatore) alcuni sono passati al tabacco anche per i costi della sigaretta pronta?
 
giangirm":1lyrb9rc ha detto:
probabilmente per questo... se non erro (non sono fumatore) alcuni sono passati al tabacco anche per i costi della sigaretta pronta?

esatto..i conti li san fare molto bene..
c'è stato un calo di vendite di sigarette pronte!
 
In questi giorni un po ci ho ripensato...

alla fine l'unica cosa che conta è il bilancio: tanto entra e tanto esce dallo stato.

metti che lo stato spende 100 miliardi l'anno, tanto dovrà ricevere di tasse. che sia benzina, che siano pensioni, che le prendano dagli stipendi, che le prendano dai conti correnti, che sia qualsiasi cosa, in un modo o nell'altro questi 100 miliardi ce li dobbiamo mettere noi, nessun'altro che noi.

ci sono poche considerazioni da fare, tanto spende lo stato, tanto noi paghiamo in tasse.

detto questo, fermo restando quello che spende lo stato, possiamo parlare quanto vogliamo di equità sociale ma la verità è che i ricchi sono comunque pochi e anche colpendo i grandi evasori poco si sposterebbe nella bilancia delle entrate; ai poveri toccherà comunque pagare la maggior parte delle tasse semplicemente perché i poveri sono tantissimi.

cosa ci rimane? io vedo solo due strade:

nei soldi che spendiamo come stato ci sono tanti sprechi, che siano dovuti a corruzzione, mazzette, appalti truccati o semplicemente pigrizia burocratica. questo dovrebbe cambiare, dovremmo iniziare a parlare di ridurre le spese e non di aumentare le tasse: c'è tanto dove risparmiare senza toccare i servizi (che è facile dire 'risparmio sulla sanità, alzo i ticket!') - e anche su questo immagino che siamo d'accordo più o meno tutti, anche se tra il dire e il fare c'è di mezzo la politica.


un altra cosa però mi viene in mente di cui nessuno parla: ridurre il costo della vita. se si riducesse il costo della vita, fermo restante la pressione fiscale attuale, sarebbe più facile arrivare a fine mese. e non parlo di 'decrescita': la decrescita è una specchietto per le allodole e mentre vedo tanti piazzisti parlare di decrescita perché hanno pannelli solari e un orticello ne vedo pochi che girano a piedi vestiti di maglioni fatti in casa e pantaloni di iuta.

ridurre il costo della vita significa abbassare i prezzi dei beni primari. e invece cosa vedo? un bel +60% una tantum del valore a catasto degli immobili. un bel +20% della benzina, un +50% del prezzo del trasporto pubblico.

se non lavoriamo, non paghiamo neanche le tasse. così non se ne esce. allora si che arriveremo alla decrescita, ma ci arriveremo sparandoci (e state tranquilli che la guerra ce la faremo tra noi poveri, e poi ritornerà tutto come prima)
 
le tasse, quello che normalmente intendiamo per tasse, in questi giorni sono l'ultimo dei problemi purtroppo, è bastato mettere il naso fuori casa dopo capodanno che nelle spese quotidiane ci si imbatte in aumenti incredibili anche sui beni primari, il mio amico fornaio ha aumentato il prezzo del pane del 10% perchè dice che le materie prime e i costi sono aumentati e non ci sta più dentro, ovviamente lo stesso aumento ce lo ritroveremo su tutti gli altri prodotti di base e non solo su quelli :ignore)

insomma si iniziano già a vedere gli effetti indiretti di aumenti di tasse e accise varie :splat)
 
Top