Diabolik":25ekfp4e ha detto:
però raccontiamola tutta sta storia delle valute
Innegabile. :nod)
dove non fregava niente a nessuno della produttività
Errore.
In aziende medio/grandi forse.
In aziende in regime di monopolio, maybe.
Non di certo nei numerosi distretti industriali, stanne certo.
I costi sono stati erosi fino all'osso, già alla soglia degli anni '90.
Investendo (spesso debiti) in tecnologia, ottimizzando la produzione e ricercando fornitori oltre confine.
Questo, per lo meno, nella mia zona.
Tant'è che arrivata le prime avvisaglie della crisi (2006/2007), molte aziende avevano ben poco da poter tagliare.
Quindi molti hanno reagito con forti investimenti, in più direzioni.
Investimenti che in molti casi si sono ritorti contro sotto forma di crisi di liquidità, in un periodo in cui le banche già iniziavano a stringere i cordoni della borsa.
Le conseguenze.....le leggiamo quotidianamente. :nod)
il punto principale su cui lavorare, secondo me, sta nella nostra testa: gli aumenti di costo non si scaricano a piè pari sul prezzo, si lavora in primis per aumentare la produttività in modo da riassorbire i costi maggiori senza perdere margini di guadagno, si scarica sul prezzo solo quello che proprio non si riesce a recuperare dalla produttività
I piccoli e medi imprenditori italiani sono maestri nell'arte del risparmio.
E quando l'abbattimento dei costi non basta, si gioca pesantemente sulla liquidità.
Pagamenti a 90/120/240 e chi più ne ha più ne metta.
Condizioni di lavoro impensabili in altre nazioni, civili.
Siamo stati così bravi a tal proposito, che gli stessi tedeschi & c. si sono adeguati....anche se in altri lidi pagano tutto in rimessa diretta o con lettera di credito. :nod)
Bisognava rivoluzionare la tipologia di prodotti, investendo fortemente in ricerca e detassando (pesantemente) gli investimenti produttivi.
Recuperare margine operativo, insomma.
Tagliare tasse, in qualche modo.
Non puoi chiedere ad un'azienda, che fino al giorno prima si occupava di subfornitura, di crearsi un marchio, una linea di prodotti e buttarsi a pesce sul mercato.
Follia pura. :matto)
Ci vuol tempo e tanti tanti $$.
Ma sopratutto tempo.
però a fare le svalutazioni ci facevamo una figura di merda
Ma siamo usciti da un conflitto mondiale con le pezze al chiurlo. :nod)
Suvvia, pretendere di creare un'industria diffusa ed efficiente in pochi decenni era e rimane pura utopia.
Qualche caso c'è stato e continuerà ad esserci.
Io non giustifico niente e nessuno.
Ma entrare nell'euro con le condizioni che ci hanno imposto, senza una politica industriale/economica di riconversione a medio e lungo termine è stato un vero e proprio suicidio, un bagno di sangue.
Peccato che a pagarne le conseguenze non sono stati e mai saranno coloro che certe decisioni avventate le hanno prese. (
imho).
Nell'euro dovevamo entrarci, ma in un secondo momento. Al pari di altri paesi marginali, ai quali sempre di più assomigliamo. :ka)
rdieci":25ekfp4e ha detto:
questi sono prodotti che l'italia può esportare e farseli pagare salatissimi. le ditte che li producono hanno enormi % di ricarico rispetto alle spese sostenute e dunque reggono l'urto.
Le poche grosse aziende che detengono il marchio, sicuramente.
Ditte che spesso e volentieri non si occupano direttamente della produzione, giusto o sbagliato che lo si consideri.
Da lì entriamo nell'oscuro ed enorme sottobosco della subfornitura.
Ovvero chi realmente produce e, del margine lordo del prodotto, percepisce una % ridicola (se rapportata al rischio finanziario, all'impegno di uomini, mezzi e strutture).