TECNICA MOTORISTICA D'ECCELLENZA
L'Alfa Brera è equipaggiata con due motori benzina a iniezione diretta JTS e tecnologia Twin Phaser: 3.2 V6 JTS da 260 CV e 2.2 JTS da 185 CV. Abbinati a cambi meccanici - a sei marce, caratterizzati da corse ridotte, innesti precisi e carichi contenuti - entrambi i propulsori sono stati sviluppati secondo le specifiche degli ingegneri della Casa italiana e rappresentano l'interpretazione Alfa Romeo del motore a benzina con iniezione diretta che si traduce per il cliente in piacere di guida ed elevate performance. Infatti, entrambi i motori sfruttano il sistema di combustione JTS (Jet Thrust Stoichiometric), ovvero l'iniezione diretta stechiometrica che consente di ottenere ottime prestazioni. Tra l'altro, i due propulsori assicurano la grande qualità Alfa Romeo essendo stati messi a punto presso la pista di Balocco e assemblati nella fase finale nello stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano. Ovviamente, i propulsori JTS rispettano i limiti Euro 4.
Il nuovo 3.2 V6 JTS V6 da 260 CV
Il cuore sportivo Alfa Romeo trova la sua massima espressione nel nuovo 3.2 litri benzina a sei cilindri a V JTS da 260 cavalli. Si tratta di una radicale svolta rispetto al precedente motore V6 Alfa Romeo e ne costituisce la naturale evoluzione. Infatti, l'inedito propulsore JTS registra una potenza massima di 260 CV (+ 20 CV rispetto al precedente 3.2 V6, con un aumento superiore dell'8%); una coppia massima a 322 Nm a 4.500 giri/min (+ 33 Nm, con un aumento superiore all'11%); una potenza specifica di 60 Kw/l e coppia specifica di 100 Nm/l; un significativo incremento di coppia ai bassi regimi per migliorare la fluidità di erogazione (circa 30 Nm in più, a partire da 1.500 giri/min, rispetto al precedente motore 3.2 V6); un regime di rotazione massimo di 6.200 giri/min; una ridotta manutenzione (punterie idrauliche e comando distribuzione a catena); un peso contenuto (testa e basamento in alluminio); ed emissioni allo scarico Euro 4. Così equipaggiata l'Alfa Brera raggiunge una velocità massima di 240 km/h e accelera da 0 a 100 km/h in 6,8 secondi.
Principali caratteristiche tecniche
Il nuovo motore 6 cilindri dell'Alfa Brera, nella continuità di strategia già avviata sui motori 4 cilindri, adotta un sistema ad iniezione diretta JTS (Jet Thrust Stoichiometric). Si tratta di un concept originale Alfa Romeo di iniezione diretta del carburante in camera di combustione con titolo stechiometrico particolarmente ottimizzata per le prestazioni che, al tempo stesso, permette buoni consumi di carburante e il rispetto dei limiti di emissione Euro4.
Numerosi componenti di rilevante importanza sono stati progettati ex novo e sono dunque specifici del motore V6 Alfa Romeo. Innanzitutto, la testa cilindri è in alluminio con 4 valvole per cilindro, 2 alberi a camme per bancata equipaggiati con "Twin Phaser" (variatore continuo di fase, aspirazione e scarico), già utilizzato su motori 4 cilindri Alfa Romeo ed ora applicato per la prima volta al motore 6 cilindri. Tali variatori consentono una escursione della fase su entrambi gli alberi a camme di 50 gradi angolo motore e servono da un lato a massimizzare la prestazioni, potendo scegliere le fasi opportune a tutti i regimi motore; dall'altro a ridurre consumi ed emissioni ai carichi parziali.
Al tempo stesso si ha la possibilità di ottimizzare il rendimento volumetrico del motore in tutto il range dei giri di funzionamento, sfruttando i gradi di libertà concessi dalla fasatura variabile: questo consente di ottenere una curva di coppia molto favorevole, con erogazione del 90% della coppia massima già a partire da 1.800 giri/min (290Nm), che si mantiene in un range di giri molto ampio (tra 1.800 giri/min e 6.250 giri/min). Inoltre, il comando delle valvole è realizzato con un sistema a roller finger, a bassa dissipazione meccanica, e recupero idraulico del gioco punterie. Altra particolarità è il sistema di trascinamento degli alberi a camme, che viene effettuato tramite una catena primaria che invia il moto alle teste attraverso due catene secondarie. La tensione è fornita da tenditori idraulici automatici che non necessitano di manutenzione durante la vita del motore. Sulla testa, comandata da un albero a camme, è montata la pompa carburante di alta pressione del sistema a iniezione diretta che, attraverso un regolatore di pressione integrato, garantisce la pressione di iniezione carburante di 120 bar al gruppo iniettori.
L'assieme condotti di aspirazione e camera di combustione è disegnato per ottimizzare il processo di miscelazione aria-combustibile, garantendo la corretta turbolenza dell'aria aspirata, con formazione di una miscela omogenea, per una combustione stabile e completa ed una bassa formazione di inquinanti. Le quattro valvole per cilindro con diametri di riferimento pari a 33,4 mm all'aspirazione e 28,4 mm allo scarico garantiscono un'adeguata permeabilità, per favorire le prestazioni del motore.
Il cassoncino di aspirazione, in alluminio, è stato anch'esso intonato sia per volumi che per geometria dei condotti per le migliori performance alle alte portate aria degli alti regimi. Su di esso è montato il corpo farfallato elettronico con farfalla da 72 mm. Infine, il rapporto di compressione di 11,25:1, garantisce elevate prestazioni motore anche con il normale carburante 95 RON.
In sintesi, ecco le principali caratteristiche tecniche che contraddistinguono il nuovo propulsore 3.2 V6 rispetto al precedente motore V6:
doppio albero a camme in testa con comando a basso attrito;
iniezione diretta di benzina;
doppio variatore di fase continuo in aspirazione e scarico;
testa cilindri in lega leggera d'alluminio;
punterie idrauliche per il recupero automatico del gioco;
basamento in lega leggera d'alluminio;
catena per comando distribuzione senza necessità di manutenzione;
cinghia Poly V con tenditore automatico per comando degli accessori motore;
farfalla ad attuazione elettronica drive by wire;
bobine d'accensione singole;
basso consumo specifico ed emissioni contenute;
EOBD;
4 sonde lambda per controllo emissioni;
doppio sensore di detonazione per migliorare la sensibilità al battito e per ottimizzare le prestazioni massime;
collettore di scarico di tipo prestazionale con precatalizzatori integrati;
minima manutenzione;
livello emissioni Euro 4.
Inoltre, il motore 3.2 V6 dispone di un sistema di scarico che prevede una prima serie di elementi catalizzanti relativamente vicino alle teste cilindri per ridurre il livello di emissioni nelle prime fasi di funzionamento. Inoltre, due catalizzatori sotto pianale e quattro sonde lambda completano il sistema permettendo il raggiungimento dei limiti Euro 4 senza dover ricorrere a sistemi particolari come aria secondaria e riscaldamento elettrico.
Altra peculiarità del 3.2 V6 è il sistema di iniezione di tipo diretto (il combustibile viene erogato direttamente in camera di combustione) con il vantaggio principale di una migliore evaporazione che incrementa il rendimento volumetrico del motore. Grazie a questo fenomeno la carica di aria e benzina, oltre ad essere di maggiore densità, è anche più fredda e ciò permette un aumento del rapporto di compressione, che è stato scelto al valore di 11,25, nonostante l'uso di benzina Euro Super con un indice di ottano 95 RON: l'elevato rapporto di compressione è utile sia ai fini di incrementare le prestazioni sia ad aumentare l'efficienza energetica del motore.
Infine, l'accensione è garantita da un una singola candela per cilindro. L'iniezione diretta, abbinata a una geometria a 4 valvole per cilindro, crea una miscela tendenzialmente più concentrata al centro della camera. Il sistema di accensione prevede una singola bobina di accensione per ogni cilindro.
2.2 JTS da 185 CV
Il motore "4 cilindri" di Alfa Brera è caratterizzato dalla sua leggerezza avendo sia testa cilindri sia basamento in alluminio (rispetto al motore che sostituisce il peso si riduce di circa 20 kg). Inoltre, il comando di distribuzione risulta particolarmente evoluto: è composto da un sistema di bilancieri con rullo, che riduce in modo notevole le perdite per attrito nella testa; e dal Twin Phaser, il sistema a variazione di fase continua delle valvole di aspirazione e di scarico che ottimizza la potenza, la coppia ed i consumi.
In dettaglio, il 2.2 JTS sviluppa 136 kW (185 CV) e una coppia di 230 Nm (23,4 kgm) a 4.500 giri/min, spingendo la vettura ad una velocità massima di 222 km/h e impiegando 8,6 secondi per passare da 0 a 100 km/h.
Principali caratteristiche tecniche
Innanzitutto, il sistema Twin Phaser impiega nuovi variatori a "vani" che permettono una escursione della fase su entrambi gli assi di 50 gradi angolo motore: così, da un lato, migliorano le prestazioni potendo scegliere le fasi opportune a tutti i regimi motore; dall'altro lato, invece, consentono di ridurre consumi ed emissioni ai carichi parziali realizzando il cosiddetto Miller-cycle. Questo ciclo di combustione - che viene realizzato con una posticipata apertura e chiusura delle valvole di aspirazione e di scarico - allunga la fase di espansione (convertendo più calore in lavoro), realizza l'EGR interno (evitando inoltre la fuoriuscita dei ultimi gas di scarico ricchi di incombusti) e posticipa la chiusura della valvola di aspirazione (riducendo le perdite di pompaggio).
Altra particolarità del propulsore 2.2 JTS di Alfa Brera è il sistema di trascinamento degli alberi a camme, effettuata tramite una catena: rispetto alla tradizionale cinghia, questa soluzione ha come principale vantaggio il fatto di non dover essere sostituita durante la vita del motore. Inoltre, al fine di assicurare prestazioni proprie di un'Alfa Romeo, è stato rivisto il diagramma della distribuzione utilizzando profili più larghi che hanno permesso di raggiungere la potenza massima a 6500 giri/min (il sistema è definito in modo da funzionare oltre i 7000 giri/min, la velocità di rotazione massima ammessa dal limitatore elettronico).
Non solo. Per raggiungere un ottimo rendimento volumetrico l'alzata massima raggiunge il valore di 10,3 mm mentre per avere un comfort di marcia elevata, sia a livello vibrazionale sia acustico, il motore è equipaggiato con due contralberi contro-rotanti che eliminano virtualmente le forze alterne di secondo ordine, tipiche dei motori a quattro cilindri in linea. Non ultimo, l'elevata potenza del propulsore (80 CV/l del 2.2 JTS) ha reso necessario l'adozione di valvole di scarico raffreddate al sodio.
La camera di combustione è sagomata a forma di tetto con quattro valvole per cilindro: rispetto all'alesaggio di 86 mm, le grandi valvole dell'aspirazione misurano 35,3 mm e quelle dello scarico 30,3 mm, garantendo così una elevata permeabilità per favorire le prestazioni del motore. Poi, nonostante la corsa di 94,6 mm, per contenere l'altezza totale del motore si è lavorato soprattutto sull'altezza del pistone dove si è raggiunto un valore di compressione di soli 28 mm che risulta ottimo considerando l'elevata potenza raggiunta.
Infine, per quanto concerne i sistemi di scarico, iniezione ed accensione, il propulsore "4 cilindri" JTS adotta strategie e soluzioni già illustrate per il nuovo 3.2 V6.
SICUREZZA E COMPORTAMENTO DINAMICO AI VERTICI DEL SEGMENTO
Stile affascinante, grande temperamento e tecnica motoristica d'eccellenza. A questi tratti distintivi, l'Alfa Brera ne propone altri giocando le sue carte migliori nel campo della sicurezza e del comportamento dinamico. Infatti, se il "piacere di guidare" è da sempre uno dei punti di forza delle auto del Marchio, il "piacere di viaggiare" diventa una scelta obbligata quando, oltre al temperamento Alfa, la vettura deve assicurare un ottimo comfort. Per questo motivo l'Alfa Brera adotta sospensioni a quadrilatero alto e Multilink. Si tratta di uno schema che assicura eccellenti prestazioni dinamiche e, nello stesso tempo, un ottimo comfort. In questo modo, chi siede dietro il volante domina al meglio il comportamento da grande sportiva che contraddistingue la vettura ma non rinuncia certo all'elevato comfort di marcia garantito dalle sospensioni. Infine, l'Alfa Brera aggiunge un assetto sportivo; la trasmissione integrale Q4 sulla motorizzazione 3.2 V6; e i più avanzati dispositivi elettronici per il controllo del comportamento dinamico della vettura (il sofisticato VDC, con taratura sportiva e non intrusiva, completo di ASR e di MSR). Senza dimenticare, ovviamente, i numerosi dispositivi e sistemi che concorrono a raggiungere i massimi livelli nel campo della sicurezza passiva.
Tenuta di strada: piacere di guida e sicurezza attiva
La nuova Alfa Brera dichiara di "essere Alfa" fino in fondo, per esempio confermando un controllo e un piacere di guida senza compromessi. Da sempre, infatti, il comfort di marcia e il comportamento dinamico sono caratteristiche peculiari delle automobili Alfa Romeo: nel caso di questa vettura diventano veri e propri punti di forza. Innanzitutto, Alfa Brera adotta uno schema delle sospensioni di assoluto interesse, frutto di una nuova progettazione tesa a raggiungere i risultati di massima eccellenza: la sospensione anteriore è a quadrilatero "alto", quella posteriore è di tipo multilink. Da qui una maggiore capacità di assorbimento delle asperità stradali; massima linearità e precisione nella risposta dello sterzo; e una grande tenuta di strada, massima stabilità nelle manovre ad alta velocità e l'agilità di una vera Alfa Romeo nel "misto stretto". Ecco in dettaglio le soluzioni adottate e i vantaggi percepiti immediatamente dal cliente.
Sospensione anteriore e sterzo
La nuova sospensione anteriore a quadrilatero alto è la soluzione ideale per un controllo preciso dei movimenti delle ruote, con asse di sterzo ben definito nello spazio. L'architettura deriva dalle esperienze sportive e fornisce alla vettura prestazioni dinamiche elevate, ottimo feeling di sterzo e precisione di guida. Già adottata dal modello 159, la soluzione a quadrilatero alto della nuova Alfa Brera presenta numerose migliorie tecniche.
Innanzitutto l'asse dello sterzo è stato avvicinato al centro della ruota ed è stato aumentato il livello di Ackerman, (maggiore parallelismo nel movimento delle ruote durante la sterzata) per una maggiore prontezza nell'inserimento in curva, grazie anche allo sterzo più diretto della categoria. Infatti, lo sterzo della nuova Alfa Brera è caratterizzato da un ottimo rapporto (12,7° sterzo ogni grado di sterzatura della ruota) per una rotazione complessiva di 2 e 1/4 giri del volante, che si traduce per il cliente in una risposta più diretta, un maggiore feeling di guida e un agevole controllo della stabilità. Inoltre, un attento studio dell'accoppiamento tra geometria di sterzata e volume passaruota, ha permesso di realizzare elevati angoli di sterzo anche con le gommature più ingombranti con decisivo miglioramento del diametro di sterzata tra marciapiedi (10,7 metri).
Il nuovo montante ruota è stato definito nei suoi punti di collegamento alle leve, utilizzando al massimo lo spazio disponibile all'interno dei cerchi, con notevoli benefici sulla rigidezza laterale; il gruppo molla ammortizzatore coassiale con ammortizzatore bi-tubo è stato aumentato di dimensioni per una migliore capacità di assorbimento delle asperità stradali; il braccio oscillante inferiore in alluminio abbina ottime caratteristiche strutturali ad un peso ridotto; il braccio superiore in alluminio adotta una coppia di boccole striscianti ad attrito secco, soluzione preferita per la maggiore robustezza ed affidabilità e perché essere la migliore in termini di progressività di sterzo. Infine, la sospensione è stata collegata alla scocca tramite un telaio a geometria chiusa con livelli di rigidezza più elevati rispetto alla soluzione precedente a semplice traversa.
Sospensioni posteriori
Le nuove sospensioni posteriori ad architettura multilink permettono di controllare in modo sofisticato i movimenti delle ruote, raggiungendo compromessi prestazionali di più alto livello. La soluzione a tre leve con lama trasversale ha permesso di specializzare le prestazioni dei vari componenti sotto carico longitudinale per ottenere un miglior filtraggio delle asperità e sotto carico laterale per ottenere velocità di risposta, stabilità e tenuta al limite.
In dettaglio, le sospensioni posteriori di Alfa Brera si caratterizzano per:
innalzamento del punto di ancoraggio del braccio longitudinale, posizionato infatti più in alto del centro della ruota, che consente una corsa più lunga e flessibile della sospensione con un'ottima risposta nel passaggio sull'ostacolo;
il montante in alluminio, dotato di mozzo di terza generazione al alta rigidezza, supporta le boccole di collegamento per la leva di campanatura e per il braccio longitudinale;
il gruppo molla-ammortizzatore bi-tubo, aumentato di dimensioni, rispetto ad altre soluzioni convenzionali consente un miglior compromesso handling-comfort;
il braccio della campanatura che, oltre a portare la regolazione della campanatura statica, ha permesso di generare una geometria tale da garantire elevati recuperi di campanatura in scuotimento al fine di garantire sempre la migliore impronta a terra e uniformità dell'usura dei pneumatici anche nella guida al limite;
la boccola posteriore di tipo idraulico che assicura una eccellente capacità di filtraggio delle asperità e che consente l'arretramento della ruota durante il superamento dell'ostacolo;
una traversa in acciaio alto resistenziale isolata dalla scocca con quattro boccole elastiche che smorzano le vibrazioni ad alta frequenza.
Il sistema di trazione integrale Alfa Romeo Q4
La nuova Alfa Brera, equipaggiata con il potente 3.2 JTS, propone la trazione 4x4 permanente con tre differenziali già adottata da Alfa 159 Q4. Si tratta del nuovissimo "Twin Diff." che rappresenta l'ultima evoluzione del Torsen C.
In particolare, il differenziale centrale di Brera è un Torsen C con la novità di racchiudere al proprio interno il differenziale anteriore, una soluzione che assicura notevoli vantaggi di ingombri e di peso nonché di prestazioni. Esso, infatti, sfrutta le forze create dal differenziale anteriore sia per aumentare il proprio effetto di bloccaggio (35% in tiro e 45% in rilascio) sia per creare un certo effetto autobloccante anche sull'anteriore (fino al 20%) con il conseguente miglioramento della motricità e della stabilità in curva.
La ripartizione di coppia di base del sistema Q4 è a prevalenza posteriore (43/57) per dare una maggiore sportività e, grazie al proprio effetto di bloccaggio, il differenziale centrale è in grado di mandare, istante per istante, la coppia motrice all'assale con maggiore aderenza a terra. Questo permette di passare, dalla ripartizione di coppia iniziale, ad una ripartizione centrata sull'anteriore (72/28) o ad una ripartizione centrata sul posteriore (22/78) in modo automatico, rapido e continuo, secondo le aderenze e gli slittamenti delle quattro ruote.
Il sistema "Quattro ruote motrici Alfa Romeo Q4" opera una ripartizione permanente e dinamica della trazione sulle quattro ruote, raggiungendo così il massimo livello di sicurezza attiva e della sportività. Insomma, l'Alfa Brera Q4 interpreta le quattro ruote motrici secondo la filosofia Alfa Romeo: un sistema sostanzialmente "meccanico" cui viene aggiunto il contributo della tecnologia elettronica più avanzata, per garantire il massimo comfort e piacere di guida, associato alle migliori prestazioni e alla sicurezza totale.
Assolutamente all'avanguardia dal punto di vista tecnico, quindi, la vettura offre importanti vantaggi:
la trazione permanente Q4, caratterizzata dal differenziale autobloccante Torsen C evoluto (Twin Diff.), rende possibile una migliore tenuta di strada, piacere di guida e risposta progressiva;
la ripartizione prevalente sull'asse posteriore dà un ulteriore apporto al piacere di guida, grazie a una maneggevolezza della vettura ancora migliorata, pur garantendo la massima stabilità nei cambi di corsia improvvisi in autostrada, come può accadere nelle manovre di emergenza;
la possibilità di viaggiare in sicurezza in condizioni di scarsa aderenza senza l'intervento dell'elettronica nella ripartizione della coppia per un costante piacere di guida.
Pneumatici e sensore di pressione
All'eccellente comportamento su strada dell'Alfa Brera contribuiscono anche i pneumatici che realizzano il miglior compromesso tra maneggevolezza e comfort. Per garantire una deriva contenuta in curva e, nello stesso tempo, un'ottima capacità di assorbimento degli ostacoli, i tecnici dell'Alfa Romeo hanno sviluppato, insieme con i fornitori, pneumatici ad hoc di grandi dimensioni fino a raggiungere i 235/45 R 18. Non ultimo, a partire dal 2006, sarà disponibile su Alfa Brera anche il sensore di pressione dei pneumatici, il dispositivo che segnala eventuali anomalie sia con un avviso acustico sia con un'indicazione sul display.
Impianto frenante
È il più competitivo della categoria e riprende la più autentica tradizione Alfa Romeo in questo ambito. Di tipo idraulico servoassistito, l'impianto frenante è costituito da due circuiti indipendenti incrociati, si dimostra particolarmente efficace e assicura una frenata pronta e progressiva, oltre che spazi di arresto ridotti.
Ovviamente, l'impianto differisce in funzione delle diverse motorizzazioni (per peso e potenza): le vetture equipaggiate con il 2.2JTS impiegano, sulle ruote anteriori, dischi autoventilanti da 305 mm e pinze flottanti in ghisa con pistoncino; su quelle posteriori, invece, i dischi sono pieni (diametro di 278 mm) mentre la pinza è in alluminio con pistoncino.
La potente Alfa Brera 3.2JTS Q4 adotta dischi autoventilanti da 330 mm, con pinza in alluminio monoblocco a quattro pistoncini, sulle ruote anteriori; da 292 mm, anch'essi autoventilanti, con pinza flottante su quelle posteriori.
Da sottolineare che, per la prima volta su un'Alfa Romeo, questa versione impiega, sui freni anteriori, una pinza in alluminio monoblocco ad attacchi radiali: si tratta di una soluzione che aumenta la rigidezza della pinza, a pari peso, e fornisce quindi prestazioni più elevate soprattutto nella guida sportiva.
ABS completo di EBD
Oltre ad un impianto frenante con eccellenti prestazioni, Alfa Brera è dotata del sistema antibloccaggio ABS, uno tra i più avanzati oggi disponibili. Ha quattro sensori attivi e una centralina idraulica a 12 elettrovalvole. Nell'impianto ABS è integrato il correttore elettronico della frenata EBD (Electronic Brake force Distribution). Quest'ultimo suddivide l'azione frenante sulle quattro ruote in modo da impedirne il blocco e garantire in ogni condizione il pieno controllo della vettura. Il sistema, inoltre, adatta il proprio funzionamento alle condizioni di aderenza delle ruote stesse e all'efficienza delle pastiglie dei freni, riducendo anche il surriscaldamento di questi ultimi.
VDC (Vehicle Dynamic Control)
Il VDC è l'interpretazione di Alfa Romeo dell'ESP (Electronic Stability Program), il sistema che interviene nelle condizioni prossime al limite, quando è a rischio la stabilità della vettura, e aiuta il pilota a controllare l'auto. Dispositivo di carattere sportivo, come si addice a una vera Alfa, contraddistinta da un'ottima tenuta di strada, il VDC lascia al guidatore il totale piacere di padroneggiare il mezzo fino a quando le condizioni sono normali e interviene solo poco prima che la situazione diventi critica. Il VDC è sempre inserito.
Quando, invece, in condizioni di bassa aderenza si scala bruscamente di marcia, interviene l'MSR (Motor Schleppmoment Regelung) che ridà coppia al motore evitando il pattinamento derivante dal blocco delle ruote. Per ottenere questo risultato, il VDC verifica di continuo l'aderenza dei pneumatici al terreno sia in senso longitudinale sia in senso laterale e, in caso di sbandata, interviene per ripristinare la direzionalità e la stabilità dell'assetto. Tramite sensori rileva, infatti, la rotazione del corpo vettura attorno al suo asse verticale (velocità di imbardata), l'accelerazione laterale dell'auto e l'angolo volante impostato dal pilota (che indica la direzione scelta). Confronta, poi, questi dati con i parametri elaborati da una centralina elettronica e stabilisce - attraverso un complesso modello matematico - se la vettura sta percorrendo la curva entro i limiti di aderenza, oppure se è in procinto di sbandare di muso o di coda (sottosterzo o sovrasterzo).
Per riportarla sulla traiettoria corretta, genera un momento d'imbardata contrario a quello che causa l'instabilità, frenando singolarmente le ruote opportune (interne od esterne) e riducendo la potenza del motore (agisce sulla farfalla). Proprio qui sta la peculiarità del dispositivo realizzato dai tecnici dell'Alfa Romeo. I suoi interventi sui freni, infatti, sono modulati in modo da essere i più dolci possibili (e quindi non disturbare la guida) e la riduzione della potenza del motore è contenuta, per garantire sempre prestazioni sportive e grande piacere di guida.
Il VDC svolge il suo complesso lavoro restando in costante comunicazione non solo con i sensori dei freni e con la centralina del motore ma anche con:
il "Body computer" che scambia costantemente informazioni con l'impianto ABS, la centralina del motore e quella del cambio automatico;
la farfalla elettronica (che, a sua volta, dialoga con l'impianto ABS);
il quadro di bordo (spie di segnalazione di tipo attivo);
il volante e il piantone di guida (attraverso il sensore di sterzo);
il sensore giroscopico installato sul pavimento dell'abitacolo per registrare l'imbardata e l'accelerazione laterale della vettura.
ASR (Anti Slip Regulation)
Parte integrante del VDC è il sistema antislittamento ASR (Anti Slip Regulation) che provvede a qualsiasi velocità, con l'ausilio di freni e del controllo motore, ad ottimizzare la trazione. Basandosi sul numero di giri delle ruote calcolato dai sensori dell'ABS, il dispositivo calcola il grado di slittamento e per ripristinare l'aderenza attiva due diversi sistemi di controllo. Quando un'eccessiva richiesta di potenza provoca il pattinamento di entrambe le ruote motrici (per esempio in caso di aquaplaning o quando si accelera su un manto stradale dissestato, innevato o ghiacciato), riduce la coppia del motore diminuendo l'angolo di apertura della farfalla e quindi la portata d'aria. Se, invece, a pattinare è una sola ruota (per esempio quella interna alla curva in seguito ad accelerazione o a variazioni dinamiche del carico), questa viene automaticamente frenata senza che il guidatore intervenga sul pedale del freno. Si ottiene così un effetto simile a quello prodotto dal differenziale autobloccante. Ciò consente ad Alfa Brera di disimpegnarsi agevolmente su fondi stradali a bassa aderenza.
L'inserimento dell'ASR è automatico ad ogni avvio del motore, ma per escluderlo basta premere un interruttore posto sul mobiletto centrale. Il disinserimento, infine, dell'ASR è d'obbligo solo quando si usano le catene da neve perché per trasmettere coppia a terra, la ruota deve poter "ammucchiare" la neve con piccoli slittamenti che l'ASR tende ad evitare.
HBA e Hill-holder
Concludono l'offerta di Alfa Brera il sistema HBA, l'assistente elettronico idraulico di frenata che incrementa automaticamente la pressione del circuito frenante durante la frenata di emergenza. E il sistema Hill-holder che, nelle partenze in salita, mantiene per pochi istanti l'azione frenante al rilascio del piede dal freno, agevolando così lo spunto ed evitando arretramenti.
Sistemi dell'ultima generazione per una protezione totale
Tecnologia d'avanguardia anche per la sicurezza passiva. Ad iniziare dal nuovo autotelaio, progettato anche in funzione della sua capacità di assorbire con la massima efficacia eventuali urti. Continua con il contributo alla tutela degli occupanti dato dalla scocca e dalle porte, senza dimenticare gli attacchi Isofix per il trasporto in massima sicurezza anche dei più piccoli. Termina con i sistemi di ritenuta innovativi (pretensionatore su fibbia e limitatore di carico degressivo sulla cintura di sicurezza) e i numerosi airbag (sette sono sempre di serie): anteriori a doppio stadio di attivazione, laterali e window-bag che proteggono anche i posti posteriori, e i nuovi dispositivi dedicati alla salvaguardia delle ginocchia del guidatore. Questi ultimi (è a richiesta quello per il passeggero) impediscono il contatto con la superficie della plancia, contribuendo a garantire il raggiungimento dei più alti livelli di sicurezza.
A questi si aggiungono i due bag frontali a doppio stadio di attivazione: per il guidatore (che ha una capacità di 60 litri) e per il passeggero (120 litri). Il loro funzionamento è controllato da una centralina elettronica posta sul tunnel, che valuta la severità dell'urto attraverso sensori, tarati con una serie di crash in laboratorio. L'impianto è dotato di un sistema diagnostico di verifica elettronica dei componenti. Questi ultimi sono testati da un processore che ne controlla continuamente il buon funzionamento. Tra l'altro, gli airbag non si attivano per incidenti a bassa velocità (è il caso di un lieve tamponamento o di un urto causato dalle manovre di parcheggio), né per sollecitazioni che non provengano da urti (come una buca presa in velocità). A seconda dei mercati è disponibile l'airbag frontale che del passeggero può essere disattivato manualmente per consentire il trasporto di un bambino su un seggiolino posto in senso contrario a quello di marcia (resta, però, attivo il pretensionatore). In più, per proteggere ancora meglio bacino e torace dei passeggeri che occupano i posti anteriori quando viene urtato il fianco della vettura, Alfa Brera dispone di due airbag laterali. Sono sistemati all'interno dello schienale dei sedili anteriori. Questa collocazione assicura la miglior difesa degli occupanti, indipendentemente dalla loro statura, dalla posizione assunta e dalla regolazione del sedile. Per questioni geometriche permette, inoltre, di impiegare un cuscino di 12 litri: un volume inferiore a quello che sarebbe necessario ad un airbag alloggiato nella porta per garantire la stessa protezione. I sensori che comandano l'attivazione di questi airbag sono sistemati sui montanti centrali. In caso d'incidente, raccolgono il segnale di un'accelerazione laterale e lo inviano anche alla centralina elettronica dalla quale dipende il funzionamento degli airbag frontali e dei pretensionatori delle cinture di sicurezza. Tutti i sistemi, infatti, sono gestiti in modo integrato, con una logica di protezione totale e progressiva degli occupanti.
Inoltre, Alfa Brera dispone dei window-bag destinati a scendere lungo i finestrini per salvaguardare la testa degli occupanti in caso di collisione laterale. Rispetto ad altre soluzioni, i window-bag adottati dal nuovo modello sono più protettivi, più veloci nel gonfiarsi e meno invasivi per i passeggeri. Si aprono, infatti, dall'alto verso il basso e non rischiano, con il loro movimento, di procurare danni secondari alle braccia degli occupanti. Salvaguardano, inoltre, efficacemente sia il capo dei passeggeri anteriori sia quello di chi siede dietro, perché sono larghi quanto l'intera finestratura e garantiscono protezione anche durante i ribaltamenti. I due cuscini (uno per il lato destro e l'altro per quello sinistro) trovano posto sotto le longherine del tetto, ripiegati in un vano chiuso. Al momento opportuno il rivestimento si piega, permettendo ai bag di gonfiarsi e di scendere verso il basso. Infine, il nuovo modello dispone di un meccanismo di sgancio dei pedali in caso di urto frontale per proteggere gli arti inferiori.