Ci sono vari motivi, che partono da lontano.
Li elenco "in ordine sparso":
-l'italia, per oltre un millennio, non è mai esistita. esistevano un caterva di staterelli e città stato costantemente in lotta tra di loro. il concetto di "nazione", semplicemente, non ci appartiene circa dal 300 dopo cristo (e scusate se è poco)
-siamo privi di risorse naturali. grazie al ****Edit da STAFF: alla prossima account sospeso! che, ad esempio, la Norvegia è ricchissima e vivono come sborroni. hanno caterve di petrolio etc.
-la nostra storia, paradossalmente, è assai simile al giappone, che fonda la sua intera "potenza" sulla capacità economica di trasformazione. Ma i jappo, nel bene e nel male, un elemento "collante" l'hanno avuto (anche loro da migliaia di anni), ossia la dinastia imperiale. vabbè chiudo qui l'aspetto storico remoto, ma è particolarmente interessante.
- essendo poveri in canna, divisi in vari stati unificati poco più di 100 anni fa (... sì... leggendo dai libri sembra che l'italia sia stata unificata 10.000 anni fa, al tempo degli egiziani, ma in termini storici è stato "ieri". Anzi no, questa mattina presto), e privi di risorse naturali, nonchè coinvolti nella 1a guerra mondiale, più metteteci su la spagnola (circa 600.000 morti in italia in circa due mesi!!!), non è "strano" che negli anni '20 fossimo morti di fame.
letteralmente: i miei nonni (non "i nonni di tutankamen") erano al limite della fame (la fame con la F maiuscola); i loro padri (credo) fossero proprio in piena emergenza alimentare (...altro che ipod...)
- dopo la "ripresina" del fascismo, con l'autarchia etc.etc., II guerra mondiale: distruzioni, morte e fame.
- come la storia insegna, dopo ogni guerra sanguinosa, paradossalmente, la società si riprende sempre con forza, così accadde a noi italiani che negli anni 1950-1960 ricostruimmo, letteralmente, l'italia.
in quel periodo, tanto per capirci, a rimini (ossia un microborgo) fu edificato l'edificio in cemento armato più alto d'europa.
Sì, è(ra) a rimini, non a londra, praga, berlino, barcellona.
Era in una piccola città balneare dell'adriatico.
Coprimmo l'italia di autostrade, compreso quella del sole che fu costruita (piena di gallerie e viadotti arditissimi) nei tempi coi quali, oggi, si riesce a fare (forse) un asilo in provincia.
si viveva con poco: la mia mamma ha cresciuto 3 figli (... anche di taglia "oversize" :asd) ) in una vecchia 500.
gli stipendi, in riferimento al costo della vita, erano buoni: con 2 stipendi da dipendenti pubblici era facile comprare una casa "delle cooperative".
Il mutuo era accettabile: con 1 solo stipendio (o 1,5) era ancora possibile farsi una famiglia, certo con sacrifici superiori.
Questa è la storia del mio condominio, e dei condomini che vi abitano, ma penso si possa estendere al "ceto medio" tranquillamente.
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Negli anni del dopoguerra nessuno aveva studiato: figli di contadini, pescatori ed operai, la generazione dei "ventenni" del 1950 circa (mio padre, ad esempio) era composta da un mare di analfabeti, o al massimo con la licenza elementare.
Quelli con studi "superiori" (es. geometri, ragionieri) erano l'equivalente odierno di un superingegnere o di un capitano d'industria.
Ingegneri, avvocati, medici... pochissimi, vere e proprie mosche bianche.
Pochissimi erano le famiglie in grado, dopo la guerra, di far studiare fino alla laurea i propri figli.
Un ingegnere negli anni '50 era una sorta di dio in terra, un avvocato un'autorità indiscussa.
Una "semplice" maestra elementare qualcosa di simile ad un professore universitario odierno
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Questa generazione ha ricostruito l'italia.
Poi ci fu quella successiva, ossia i nati nell'immediato dopoguerra.
Questi non avevano patito la fame, non erano stati sotto le bombe.
Non avevano combattuto coi compagni per rivendicare un minimo di garanzie salariari.
Era la prima generazione grassa, "cresciuta nel benessere".
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Risultato netto: disastro. Con l'impressione di aver solo diritti, arriva la devastazione del '68, nel quale l'ideologia pseudo-comunistoide incista una serie di convinzioni, che ovunque (e particolarmente in italia) segneranno il futuro dei successivi 40 anni
1) siamo tutti uguali
2) abbiamo tutti dei diritti
3) il merito non va premiato
4) i soldi sono dati dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo
5) non esistono i criminali. è la società che in ultima analisi è responsabile
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Risultato: inizio della trasformazione dei sindacati "storici" (una volta perfettamente fusi coi partiti dei lavoratori, socialisti in particolare - e lo so bene, visto che mussolini è nato ad un tiro di sputo da qui :lol: ) in corporazioni.
E inizio della fine per la scuola (cosa che conosco bene, visto che è stata vissuta in prima persona in famiglia).
Fine del concetto di autorità. Tutti uguali, tutti amici.
Fine del concetto di risultato. Sei somaro? Hai DIRITTO (diritto...diritto!) al diploma.
Non sai un ****Edit da STAFF: alla prossima account sospeso!? hai diritto (diritto...) alla laurea
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Risultato: la generazione dei ventenni (nel '68 circa) inizia a credere di avere solo diritti, nessun dovere, e che nulla può essergli negato.
non è abituata alla fame, nè a costruire. è abituata ad essere imboccata dai genitori che, avendosi fatto un culo gigantesco, riescono ad aumentare il livello scolastico dei figli.
inizia a sgretolarsi il valore del titolo di studio; i diplomati non sono più dei "semidei", ed i laureati (vista l'ondata delle varie facoltà umanistiche, legate al terrorismo etc) aumentano esponenzialmente.
Non si tratta, tuttavia, di ingegneri, medici, fisici.
Per lo più sono filosofi, avvocati (... ecco l'inizio della fine per la categoria), lettere e "roba" simile.
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Questa gente, "invecchiando", arriva al potere per semplice ricambio generazionale.
Imbevuti di ideologia comunistoide, sommata alla ultralibertà acquistata col '68, privi di qualsiasi freno inibitore (inizia a sgretolarsi anche la famiglia, inizia ad arrivare il divorzio, l'aborto etc. In sintesi anche la famiglia "bianca" inizia ad indebolirsi) arrivano al governo (locale o nazionale).
Risultato: spesa, spesa, spesa. Dal momento che ci sono solo diritti, e nessun dovere, bisogna avere i soldi per far tutto.
Non ci sono? si fanno i debiti, in barba alla costituzione (che lo vieterebbe).
emblematico il mitico sindaco "bianco" di firenze che, in quegli anni, disse qualcosa tipo "se una cosa è giusta me ne sbatto i maroni se non ho i soldi per farla. farò i debiti, ma almeno farò della solidarietà sociale blabla".
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Inizio della voragine dei conti pubblici: impasto tremendo al governo nazionale (lascio stare per evitare flame), terrorismo rosso ("sedicenti brigate rosse"), nero, stragi e chi più ne ha ne metta.
Scuola sempre più in ribasso; all'università regge nelle facoltà scientifiche grazie ai "baroni"; quelle umanistiche in merda totale.
Scuole superiori e medie ancora tengono botta (sempre per i prof delle generazioni precedenti); scuola elementare inizia a perdere i colpi, ma ancora le maestre "rocciose" forgiano generazioni valide.
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Anni '80: magna magna, spesa pubblica alle stelle.
Consenso comprato coi debiti.
Nessun freno della corte costituzionale (QUI ci sarebbe da aprire un'indagine, altro che!).
Si fermano gli investimenti: i soldi finiscono nelle tasche dei soliti noti, dei dipendenti pubblici, delle grandi aziende (FIAT etc) cui si chiedono investimenti per il sud etc.
Caterve di soldi buttati nell'IRI (... Prodi
...)
Tutto è facile: è il periodo della "milano da bere". Basta fare BOT, e tutto si può fare. QUando ci sono problemi di export, si svaluta la lira, e 'fanculo.
I BOT sono in mano al 95% agli italiani, in realtà sono quindi "non debiti"
Lotte antimafia, stragi, P2 e quant'altro sono al centro dell'agone politico.
L'economia va, drogata pesantemente dalla spesa pubblica
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Fine anni '80, inizio 90: crisi politica, inizia a scricchiolare la finanza pubblica, difficoltà di comprare il consenso elettorale coi soldi.
Mani pulite, blocco totale dell'economia italiana per anni, investimenti pubblici tutti sotto sequestro (non sto dando un giudizio "era bene o male", è un dato di fatto).
Situazione finanziaria sempre più in merda, "ruberia" di Amato dai conti correnti; finanziarie devastanti, inizio della depressione economica delle aziende.
Inizio concorrenza internazionale "seria" + spesa pubblica in riduzione (almeno per i grandi appalti pubblici) + svendite di vari poli strategici italiani a causa dei sussulti di mani pulite (la chimica, ad esempio, la siderurgia etc).
Crisi di grandi aziende italiane prima ampiamente assistite (FIAT), con riflessi su tutto l'indotto e sull'occupazione.
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Scuola: università scientifica inizia a declinare (i baroni vanno in pensione, iniziano ad andare in cattedra i '68ini); università umanistica devastata; scuole superiori ed inferiori iniziano a perdere di credibilità.
Un geometra diplomato nei primi anni '90 non è più capace, come i suoi predecessori, di costruire una casetta subito dopo il diploma.
Lo stesso per ragionieri etc; tuttavia ancora resistono "sacche di eccellenza"
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Proseguendo iniziano i veri e propri disastri: convulsioni politiche, paralisi totale (...mani pulite...) dell'economia. Incapacità di ridurre la spesa pubblica.
Le pensioni sono pagate direttamente dai lavoratori i quali NON hanno una loro prospettiva pensionistica.
Tentativo di ridurre la disoccupazione con l'introduzione delle leggi sul lavoro flessibile.
Inizialmente funzionano bene: ondata di nuovi lavoratori, anche se a basso reddito.
10 anni dopo il fenomeno diverrà devastante con la generazione degli schiavi moderni (cit. grilliana)
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"ripresina" economica:riduzione dell'aumento della spesa pubblica (Prodi), aumento dell'occupazione.
Inizio dell'era del telefonino (ho comprato il primo quando andavo all'università... avevo circa 24 anni... quindi "ad occhio" verso il 1996 circa).
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Euro, globalizzazione (... Ruggiero... il più grande miope della storia...), fine delle vacche "semigrasse".
Disastri politici, spesa pubblica alle stelle, investimenti pubblici azzerati.
Grandi aziende sempre più in merda netta (FIAT, Alitalia, Olivetti, Telecom). "Assalto alla diligenza" con le privatizzazioni (D'Alema), indebitamenti scaricati sugli azionisti.
Scandali economici (Cirio, Parmalat), disastri economici per milioni di famiglie.
Rivoluzioni su rivoluzioni alla scuola: riforma universitaria berlinguer distrugge l'università italiana dalle fondamenta (fonte: ex preside della mia facoltà).
Università scientifiche in merda totale; umanistiche diventano delle barzellette (quello che sono oggi).
Scuole superiori ridicole; elementari sfasciate.
Non esistono più esami di riparazione, non c'è il voto di condotta, non ci sono i bocciati.
Chiunque ha "diritto" al titolo di studio.
Le università vengono sovvenzionate a seconda del numero di studenti e di laureati.
Ciò significa che chiunque deve andare all'università (così piglia più $$$), tutti (anche il mio gatto) devono essere laureate (più laureati=più $$$).
Tutti devono essere laureati in 3 anni (più laureati= più $$$).
Nessuna ricerca scientifica "seria" in italia: tutti i $$$ vanno per aprire nuovi corsi di laurea (con 3 o 5 iscritti), in maniera da moltiplicare le poltrone all'infinito.
Il bilancio dell'università è al 90% negli stipendi; 5% manutenzione; il resto non si sa.
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I "68ini", nel frattempo, hanno figliato.
Chiaramente se i padri avevano solo diritti, i figli ancor più. FIne del concetto di autorità: facciamo-tutti-quel-****Edit da STAFF: alla prossima account sospeso!-che-vogliamo.
Fine del rispetto per i sacrifici ed il lavoro. Riduzione del potere d'acquisto reale + precariato = bamboccioni a vita.
Il titolo di studio è inflazionato, non vale nulla -> difficoltà di assunzione anche per i laureati.
Laureato post-riforma (triennale) = diplomato anni '90 <diplomato>= diplomato anni '90 = diplomato precedente
Diplomati = merda
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Basta così o continuo? :?: