bigno72":2f5gal0n ha detto:
Le parole esatte non le ricordo.
Effettivamente era un sergente.
Ci parlava di un "cambio di rotta" (non so se tra la prima e seconda guerra mondiale o che altro): prima si tendeva a fare piu' morti possibile, mentre dopo si tendeva a fare piu' feriti. POTERBBE ANCHE ESSERE VICEVERSA, ovvero che in tempi piu' recenti si pensasse piu' a fare morti.
Ce ne parlava a proposito dei proiettili, studiati nell'uno o nell'altro modo.
Quello che ricordo bene e' che aveva fatto riferimento all'aspetto logistico (feriti da portare via dal campo e da curare).
Quello che non ricordo bene e' se l'estensione alla sfera economica sia farina del mio sacco o del suo. :scratch)
La "scuola" allora era la stessa.
Passando dal calibro 7,62 al 5,56 nato, oltre ad avere più "opportunità" a parità peso da portarsi addosso, era più facile ferire che uccidere o provocare ferite mortali (Nel calcolo delle probabilità si intende...che son cose che è meglio non pensare). Un professionista sa scegliere, appena gli è possibile.
Un morto o uno spacciato sul campo di battaglia lo lasci lì...finché non arriva una buona occasione. E magari anche per sempre.
Un ferito...no. Lo devi evacuare, "spendendo" risorse e tempo (e rischio) che invece potresti utilizzare per combattere.
Quindi per impegnare il nemico dovresti tendere a "ferire" il maggior numero di persone...in modo da creare difficoltà.
Non so se poi ci sono stati aggiornamenti nelle teorie. Di sicuro erano più "profonde" rispetto a quanto ci riferivano...
Economicamente costa di più l'ospedale...ma a differenza degli animali dovremmo avere un cosa chiamata coscienza, morale o come la vuoi definire...(Anche se spesso siamo peggio degli animali). Nella prima guerra mondiale...erano solo numeri.