La Compagnia dei Patchouli !! - Vol. 19

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boxer17":1o4pbxy8 ha detto:
:scratch) :scratch) :scratch) questa domani te la chiedo
Prevengo la domanda, o almeno ci provo.

Da un lato della fibra ci metti un trasmettitore che trasmette luce blu e un ricevitore sensibile alla luce rossa (colori a caso per farmi capire).
Dall'altro lato ci metti un trasmettitore che trasmette luce rossa e un ricevitore sensibile alla luce blu.

I fotoni rossi e blu che viaggiano all'interno della fibra non si infastidiscono gli uni con gli altri.
Ricordo che la luce e' una di quelle (tante) cose che possono essere considerate sia onde elettromagnetiche che particelle, a seconda di quale delle due rappresentazioni ci torna piu' comoda per fare i conti.
La fisica sperimentale deve confermare cio' che sostiene la fisica teorica: e' cio' che fanno al CERN e sotto al Gran Sasso; e in questo caso sia le teorie ondulatorie che quelle particellari sono perfettamente confermate dalla sperimentazione.
 
Una cosa fichissima che abbiamo inventato noi qui a Genova quando ci lasciavano lavorare e' il WDM (Wavelenght Division Multiplexing; multiplazione a divisione di lunghezza d'onda).
In gergo e' la "fibra colorata".
Sfrutta lo stesso principio di cui sopra, ma con molti colori trasmessi tutti nella stessa direzione, per aumentare la "capacita'" della fibra.

Puo' sembrare una cosa fantascientifica, ma e' la stessa identica cosa che si usava sui primissimi multiplatori telefonici (anni 80) quando sul rame con la tecnologia FDM (Frequency Division Multiplexing, e sappiamo benissimo che parlare di frequenza e lunghezza d'onda e' la stessa identica cosa) si trasmettevano piu' frequenze contemporaneamente che non si infastidivano tra loro.

Puo' sembrare ancora una cosa "strana"? Non e' la stessa identica cosa che accade "nell'etere" in cui abbiamo ormai una selva di onde elettromagnetiche distinguibili tra loro solo per la diversa frequenza?

Giusto per completare il novero delle multiplazioni, quando i collegamenti telefonici divennero digitali si passo' al TDM (Time Division Multiplexing) con cui ogni "canale" veniva spezzettato e ogni pezzetto trasmesso solo durante il brevissimo intervallo di tempo (detto timeslot) a lui dedicato.
La frequenza base era 2Mb/s, divisi in 32 timeslot (di cui solo 30 utili). Con le tare che non ricordo piu', ogni canale aveva a disposizione 64Kb/s.
Con gli opportuni meccanismi di sincronizzazione il ricevitore sapeva il punto esatto in cui andare a recuperare le informazioni relative al canale corretto per rimetterlo insieme.

E anche sul TDM (l'FDM non l'ho vissuto) eravamo la punta di diamante a livello mondiale.
Avevamo sviluppato un apparato TDM in fibra da 480 canali super-economico col quale abbiamo portato il servizio telefonico in tutti quei posti in cui negli anni 90 ancora non c'era: deserti, giungle, steppe...
Ricordo che scoprimmo sulla nostra "pelle" che oltre a raffreddare le installazioni in paesi caldi, era necessario pure riscaldarle in paesi freddi!

Ricordo la lite con una capa ****Edit da STAFF: alla prossima account sospeso! che voleva farmi aprire una camera termica a -60 gradi per andare a fare una misura sull'apparato che c'era dentro e stava facendo errori.
Col catzo che in un ambiente a 30 gradi apro il portone di una stanza di 3x3x3 metri che si trova a -60 con dentro apparecchiature elettriche! :dead)

Vabbeh' la smetto, quello che e' iniziato come un post "educhescional ciannel" e' finito come un post amarcord. :asd)
 
bigno72":1ku8r75u ha detto:
boxer17":1ku8r75u ha detto:
:scratch) :scratch) :scratch) questa domani te la chiedo
Prevengo la domanda, o almeno ci provo.

Da un lato della fibra ci metti un trasmettitore che trasmette luce blu e un ricevitore sensibile alla luce rossa (colori a caso per farmi capire).
Dall'altro lato ci metti un trasmettitore che trasmette luce rossa e un ricevitore sensibile alla luce blu.

I fotoni rossi e blu che viaggiano all'interno della fibra non si infastidiscono gli uni con gli altri.
Ricordo che la luce e' una di quelle (tante) cose che possono essere considerate sia onde elettromagnetiche che particelle, a seconda di quale delle due rappresentazioni ci torna piu' comoda per fare i conti.
La fisica sperimentale deve confermare cio' che sostiene la fisica teorica: e' cio' che fanno al CERN e sotto al Gran Sasso; e in questo caso sia le teorie ondulatorie che quelle particellari sono perfettamente confermate dalla sperimentazione.

Non una ma 2 (hai risposto alla seconda col WDM)

:grazie)
 
bigno72":36hudisy ha detto:
era necessario pure riscaldarle in paesi freddi!

Al gelo vanno bene solo i cavi (e neanche i materiali isolanti).
Ovvio non a - 10° :asd)

Ricordo la lite con una capa ****Edit da STAFF: alla prossima account sospeso! che voleva farmi aprire una camera termica a -60 gradi per andare a fare una misura sull'apparato che c'era dentro e stava facendo errori.
Col catzo che in un ambiente a 30 gradi apro il portone di una stanza di 3x3x3 metri che si trova a -60 con dentro apparecchiature elettriche! :dead)

Ma neanche se è vuoto :asd) :asd) :asd)
 
bigno72":1ek7baso ha detto:
Avevamo sviluppato un apparato TDM in fibra da 480 canali super-economico...
Si chiamava MD95 ("multiplatore digitale che grossomodo sarebbe uscito sul mercato nel '95").
Fui assunto proprio sul quel progetto, come testatore software. :cry:

Ricordo che passai i miei primi 3 mesi solo a studiare libri sulle strategie di test del software; solo 6-7 anni dopo si assumevano neolaureati che arrivavano convinti di avere la verita' in tasca, e la cosa piu' grave era che gli ormai troppi capetti inetti davano loro credito. Era l'inizio del degrado.

Ricordo benissimo due punti fissi su cui picchiava tutta la letteratura:
Il testatore non deve avere nozioni sulla struttura del software che dovra' testare (deve sapere cosa il software deve fare, non come lo fa), altrimenti il suo approccio potrebbe essere viziato.
Il testatore e lo sviluppatore devono essere il piu' possibile distanti tra loro sul piano personale, anzi ci dovrebbe essere tra loro uno "spirito di sana competizione" (ricordo ancora le parole esatte del Maiocchi).

Oggi siamo arrivati all'assurdo che ogni sviluppatore scrive anche i test (automatici) che verificano la funzionalita' del suo pezzetto di software. Il suo pezzetto di software non puo' "andare in produzione" se non passano questi test.
Non si puo' andare da nessuna parte in questo modo. :swear)
 
boxer17":1ozsvz9d ha detto:
Al gelo vanno bene solo i cavi (e neanche i materiali isolanti).
Scoprimmo che i materiali isolanti non vanno bene neppure nella giungla, se ci sono le termiti.
Scoprimmo che i boa conducono molto bene l'elettricita': ci lasciano le penne, ma ti fottono gli apparati.
Scoprimmo che le batterie sigillate "non esistono" e se non si ventila il vano batterie ti ritrovi con una porta metallica di 50Cm per un metro conficcata nel muro di fronte.

Tutte cose che col senno di poi sono ovvie, ma quando si lavora in maniera aggressiva si danno anche delle facciate e si correggono gli errori in corsa.

Scoprimmo pure che certe scimmie adorano tirarti le pietre addosso mentre lavori. :asd)
Non io: io ho avuto 3 o 4 volte il biglietto in mano per andare in questi postacci, ma me la son sempre scampata all'ultimo minuto.
 
bigno72":ieqw4hqk ha detto:
boxer17":ieqw4hqk ha detto:
Al gelo vanno bene solo i cavi (e neanche i materiali isolanti).
Scoprimmo che i materiali isolanti non vanno bene neppure nella giungla, se ci sono le termiti.
Scoprimmo che i boa conducono molto bene l'elettricita': ci lasciano le penne, ma ti fottono gli apparati.
Scoprimmo che le batterie sigillate "non esistono" e se non si ventila il vano batterie ti ritrovi con una porta metallica di 50Cm per un metro conficcata nel muro di fronte.

Tutte cose che col senno di poi sono ovvie, ma quando si lavora in maniera aggressiva si danno anche delle facciate e si correggono gli errori in corsa.

Scoprimmo pure che certe scimmie adorano tirarti le pietre addosso mentre lavori. :asd)
Non io: io ho avuto 3 o 4 volte il biglietto in mano per andare in questi postacci, ma me la son sempre scampata all'ultimo minuto.
Finché son pietre è anche tutto grasso che cola. A certe scimmie piace tirarti addosso la merda. Detto in senso letterale.
 
bigno72":1mmlikb3 ha detto:
..
Ricordo benissimo due punti fissi su cui picchiava tutta la letteratura:
Il testatore non deve avere nozioni sulla struttura del software che dovra' testare (deve sapere cosa il software deve fare, non come lo fa), altrimenti il suo approccio potrebbe essere viziato.
Il testatore e lo sviluppatore devono essere il piu' possibile distanti tra loro sul piano personale, anzi ci dovrebbe essere tra loro uno "spirito di sana competizione" (ricordo ancora le parole esatte del Maiocchi).

Buonsenso e logica sarebbero già una buona partenza... (Tutto giusto e uguale in parallelo nel mio...)

Oggi siamo arrivati all'assurdo che ogni sviluppatore scrive anche i test (automatici) che verificano la funzionalita' del suo pezzetto di software. Il suo pezzetto di software non puo' "andare in produzione" se non passano questi test.
Ci sarebbe una citazione datata su questo (Probabilmente più di una). Ma a monito purtroppo ci sono troppi cimiteri.

Non si puo' andare da nessuna parte in questo modo. :swear)

Eppure...
 
bigno72":grli05uu ha detto:
Scoprimmo che i boa conducono molto bene l'elettricita': ci lasciano le penne, ma ti fottono gli apparati.

Per far partire la macchina senza i cavi magari vengono "buoni" :asd)

Tutte cose che col senno di poi sono ovvie, ma quando si lavora in maniera aggressiva si danno anche delle facciate e si correggono gli errori in corsa.

Cose normali per chi lavora, si dice... (E non solo manualmente..)
 
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boxer17":d2shd889 ha detto:
MAD147":d2shd889 ha detto:
...
Finché son pietre è anche tutto grasso che cola. A certe scimmie piace tirarti addosso la merda. Detto in senso letterale.

E senza dover andare nemmeno allo zoo...
Una scimmia che ci va a fare allo zoo? :asd) :D
 
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