Gruppo Fiat: accordo con Chrysler!!! (pag.7)

cuoresportivo86":2ufd7u6t ha detto:
Chrysler: 24 nuovi modelli entro il 2011, possibile produzione anche in Italia

Nardelli ha però assicurato, in risposta alle critiche venute dal mondo della politica, che i soldi dei contribuenti americani non finiranno nelle casse di Fiat, ma serviranno a creare prodotti intelligenti e adatti alle richieste del mercato.
Cioè scusa fammi capire: sono in ginocchio, la fiat gli da una mano e loro hanno paura che gli asciughiamo i soldi? ma per chi ci hanno preso per dei mafiosi?....aspetta :scratch) in effetti loro ci vedono così :asd)
 
Alex629":1wbnov83 ha detto:
cuoresportivo86":1wbnov83 ha detto:
Chrysler: 24 nuovi modelli entro il 2011, possibile produzione anche in Italia

Nardelli ha però assicurato, in risposta alle critiche venute dal mondo della politica, che i soldi dei contribuenti americani non finiranno nelle casse di Fiat, ma serviranno a creare prodotti intelligenti e adatti alle richieste del mercato.
Cioè scusa fammi capire: sono in ginocchio, la fiat gli da una mano e loro hanno paura che gli asciughiamo i soldi? ma per chi ci hanno preso per dei mafiosi?....aspetta :scratch) in effetti loro ci vedono così :asd)

Eh bè....l'Italia......:asd) :asd) :asd) :asd) :asd)
 
Alex629":izyrbhwo ha detto:
Cioè scusa fammi capire: sono in ginocchio, la fiat gli da una mano e loro hanno paura che gli asciughiamo i soldi? ma per chi ci hanno preso per dei mafiosi?....aspetta :scratch) in effetti loro ci vedono così :asd)

beh ovvio! lo farebbero anche se non ci fossero dall'altra parte i "mafiosi" ma i "lord"... Loro vogliono avere garanzie sui progetti fiat riguardo l'impiego delle fabbriche statunitensi per non lasciare a casa migliaia di persone... I fondi sono stati stanziati per quello...
 
eh già fanno i primi rendering sui prossimi modelli chrysler basati su piattaforme fiat:

ixtmxi.jpg


:lol:
 
Daprix":10bmsrz9 ha detto:
Alex629":10bmsrz9 ha detto:
Cioè scusa fammi capire: sono in ginocchio, la fiat gli da una mano e loro hanno paura che gli asciughiamo i soldi? ma per chi ci hanno preso per dei mafiosi?....aspetta :scratch) in effetti loro ci vedono così :asd)

beh ovvio! lo farebbero anche se non ci fossero dall'altra parte i "mafiosi" ma i "lord"... Loro vogliono avere garanzie sui progetti fiat riguardo l'impiego delle fabbriche statunitensi per non lasciare a casa migliaia di persone... I fondi sono stati stanziati per quello...
Sfido io,le mafie in Italia sono la prima azienda nazionale con un fatturato di 130 miliardi di € (fonte eurispes),chi non vorrebbe papparsi una fetta?
 
cica":26qq1ly9 ha detto:
Sfido io,le mafie in Italia sono la prima azienda nazionale con un fatturato di 130 miliardi di € (fonte eurispes),chi non vorrebbe papparsi una fetta?
Però :?: Sai per caso se una di queste "aziende" sta cercando gente nuova? :asd) :sarcastic)
 
Oddio :vomito) . E se tra un paio di hanno esce che hanno davvero in cantiere un gioiellino come questo? :sarcastic)
 
ecco un articolo ke raccoglie alcune risposte date da marchionne durante le interviste fattagli dai giornali americani.....aiuta a chiarire la questione e le prospettive di questo accordo...

da ilsole24ore.com :

Marchionne: alleanza con Chrysler è «biglietto della lotteria»
Per Fiat, l'alleanza con Chrysler è «un biglietto della lotteria» che potrebbe non valere nulla se la casa automobilistica americana non si riprenderà. Lo ha detto l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne in un'intervista al Wall Street Journal. Nell'intervista, richiamata sulla home page del sito del quotidiano Usa, Marchionne afferma che Fiat darà a Chrysler la tecnologia per produrre piccole vetture a risparmio energetico in grado di rispondere ai nuovi requisiti federali di basso consumo. «Sviluppare questo know-how costerebbe a Chrysler 3 miliardi di dollari o più», ha detto Marchionne.

Entro il 17 febbraio, Chrysler dovrà presentare al governo Usa il piano industriale nel quale si inserisce l'intesa con il produttore italiano. «Fiat sta facendo una corsa contro il tempo», scrive il Wall Street Journal, per passare al setaccio le operazioni di Chrysler «prima di andare avanti con la joint venture». Chrysler ha già ricevuto un prestito federale di 4 miliardi di dollari e ne chiede altri 3 miliardi. Stando ai termini del prestito federale, entro il 17 febbraio deve presentare un piano che dimostri come intende essere in grado di sopravvivere.

Marchionne sottolinea che il gruppo torinese non prenderà soldi da Chrysler fino a quando il governo non sarà rimborsato. «Facciamo questo gratis», ha detto. L'alleanza con la Fiat ha infatti sollevato negli Stati Uniti interrogativi sulla possibilità che gli aiuti concessi a Chrysler si traducano in aiuti a una casa automobilistica straniera. Ma attraverso l'accordo Fiat punta a «far soldi»: «Non voglio avere per i prossimi 5 anni un 35% di niente… L'obiettivo è far soldi».

Negli ultimi giorni Marchionne e altri dirigenti Fiat hanno discusso con le loro controparti della Chrysler per conoscere in profondità la casa americana «prima di procedere con un accordo vincolante». Fiat sta ancora analizzando le attività della Chrysler.

L'accordo fra Fiat e Chrysler - scrive il Wall Street Journal - dipende dalle concessioni che la casa americana riuscirà a ottenere dai distributori, dai fornitori, dalle banche, dagli obbligazionisti e dai sindacati. La casa di Detroit ha già avviato i negoziati con la United Auto Worker, ha informato i fornitori della necessità di ridurre i prezzi e, probabilmente, chiederà ai titolari di obbligazioni di effettuare un'operazione di swap debt for equity.

«Portare valore agli azionisti Fiat»
Dell'alleanza Fiat-Chrysler si occupa anche il New York Times in un'intervista parallela: «Il nuovo alleato Chrysler adotta un approccio pragmatico», è il titolo. Marchionne non fa promesse altisonanti ma dice: «Penso che Chrysler abbia tutti i prerequisiti per sopravvivere, ma come sarà tra due o tre anni? Non è che arriva la Fiat e Cenerentola si trasforma magicamente in qualcos'altro». E ancora: «Non facciamo questo perché siamo buoni samaritani. Siamo disposti a rischiare di investire tecnologia e tempo per aiutare Chrysler a tornare in vita e per portare valore agli azionisti Fiat».

Marchionne, definito un «outsider» dell'establishment del business italiano, ha affermato che bisogna ristrutturare tutto quello che è necessario, anche se doloroso. «Con i prodotti giusti, Chrysler potrà far soldi con la sua quota dell'11% del mercato Usa»,anche se le vendite del settore continuano a languire. E ha aggiunto che Fiat potrebbe prendere una quota di maggioranza della Chrysler se certi obiettivi saranno raggiunti.

«Non chiediamo niente alla Chrysler. Non prenderemo i suoi soldi. Offriamo piattaforme, motori e una rete di distribuzione al di fuori del Nord America…. Davvero, il rischio è tutto nostro».

Con le interviste al Wall Street Journal e al New York Times, Marchionne intende anche rassicurare l'opinione pubblica americana. Nel clima di polemica nato dopo l'annuncio dell'accordo, pochi giorni fa il Los Angeles Times aveva rispolverato la battuta di chi, per denigrare la Fiat, dice che il nome è l'acronimo di «Fix It Again Tony», ovvero «aggiustalo di nuovo, Tony» (Tony è il tipico nome italo-americano).

La proposta di Fiat di acquisire il 35% di Chrysler ha scatenato tutta una serie di speculazioni su una nuova «massiccia ondata» di consolidamento nell'industria dell'auto, scrive il Financial Times, in un pezzo sulle possibili alleanze transfrontaliere nel settore. Le ultime voci sono quelle di un'alleanza Peugeot-Bmw, riferita ieri dal quotidiano francese La Tribune e ripresa da vari siti, tra cui quello di Le Figaro. Una delegazione del gruppo tedesco sarebbe venuto all'Eliseo, il 21 gennaio, per incontrare «consulenti tecnici». Bmw avrebbe presentato «le sue tecnologie ambientali, i suoi progetti di auto elettrica e… le sue cooperazioni nel campo dei motori con Psa». Psa cercherebbe una «vera alleanza» e Bmw sembrerebbe avere «il profilo ideale»
 
Chi glielo dice a questi signori che è finita,e a breve dovranno andare a zappare la terra per sopravvivere?
 
cica":2x0rbvan ha detto:
Chi glielo dice a questi signori che è finita,e a breve dovranno andare a zappare la terra per sopravvire?
A quali signori quelli della chrysler o quelli della fiat? O tutti e due? :sarcastic)
 
Alex629":1xd2htom ha detto:
cica":1xd2htom ha detto:
Chi glielo dice a questi signori che è finita,e a breve dovranno andare a zappare la terra per sopravvire?
A quali signori quelli della chrysler o quelli della fiat? O tutti e due? :sarcastic)

gli americani... New Holland fornirà i mezzi da lavoro in comodato d'uso. :lol:
 
Non mi è piaciuta molto questa frase : "Offriamo piattaforme, motori e una rete di distribuzione al di fuori del Nord America…. Davvero, il rischio è tutto nostro." :scratch) :scratch) :scratch)
 
Le auto Fiat in USA? Attese a braccia aperte

“Fiat 500 e Bravo le potrei vendere bene, aumenterei del 20% le consegne annue. Sì, le vorrei subito”. Chuck Eddy, concessionario Chrysler, Dodge e Jeep dell’Ohio ne è certo, anche se parla di auto che non conosce da vicino. “Se restiamo fra i 18 e i 20 mila dollari — prosegue — queste si vendono eccome, da noi”. Eddy è anche stato concessionario Alfa e Maserati e oggi è un dirigente dell’associazione dei dealers Chrysler: “Per noi l’accordo con la Fiat è perfetto; loro non hanno una rete di vendita negli Stati Uniti, quindi non rischiamo di farci concorrenza, mentre noi non abbiamo piccole macchine, quindi le Fiat sarebbero proposte originali nei nostri show room”.
Questi ed altri pensieri sono emersi nel corso dell’annuale appuntamento della “Nada”, l’associazione dei concessionari Usa. Un occasione preziosa per sentire che aria tira fra chi, nel giro di qualche mese, potrebbe vendere le auto del lingotto. Wes Lutz, dealer Chrysler e Dodge del Michigan, guarda alle auto piccole come una effettiva necessità: “Gli americani continuano ad amare le grandi dimensioni, i Suv, ma è il governo di Washington che chiede di comprare auto piccole: noi dobbiamo adattarci. Sono convinto che prima o poi, qui da noi, la metà del mercato sarà composto da small cars”

L’accordo con gli italiani è dunque prezioso. Lutz è inoltre certo che 500, Panda, Bravo e Grande Punto possano avere molto successo in Florida e in California, “dove il clima è più mite e dove, specie in California, l’attenzione all’ecologia è molto forte”. Del resto le utilitarie sono più leggere e capaci di consumi contenuti: un requisito quasi indispensabile per poter rispettare i severi standard in fatto di emissioni inquinanti imposti dal governo americano e dal nuovo presidente Obama. Tuttavia Luts è anche convinto che sarebbe meglio commercializzarle con il marchio della casa americana: “Per i miei clienti, la notorietà del nome è importante e qui i prodotti italiani sono assolutamente sconosciuti”
Marshall Hebert, che vende Chrysler in Louisiana, non si preoccupa del marchio: “Va bene anche il badge Fiat, purché arrivi presto! Anzi, tutto sommato, sarebbe pure meglio, perché un nuovo brand incuriosisce, richiama”. Di simile parere anche JJ Vigorito, appartenente alla quarta generazione di una famiglia italiana emigrata, concessionaria nello stato di New York: “Penso che il brand Fiat stia bene sulle auto piccole: trasmette qualità. Ma è anche vero che per dare notorietà ai nuovi modelli occorreranno almeno sei mesi. E ci vorrà una grande campagna pubblicitaria”.
 
“Fiat 500 e Bravo le potrei vendere bene, aumenterei del 20% le consegne annue. Sì, le vorrei subito”. Chuck Eddy, concessionario Chrysler, Dodge e Jeep dell’Ohio ne è certo, anche se parla di auto che non conosce da vicino. “Se restiamo fra i 18 e i 20 mila dollari — prosegue — queste si vendono eccome, da noi”

beh, nelle sterminate distese dell'arizona, dove qualsiasi cosa al di fuori delle highways è sterrato, il suv o il pickup 4x4 sono di fatto una necessità.
ma nelle zone urbanizzate della california non pensate che circolino solo mostri con V8 da sei litri...
io ho noleggiato una chevy aveo, che da poco è in vendita anche in italia, e in giro per san francisco non destava stupore.
discorso diverso nel deserto del nevada, è chiaro.
però di fatto gli americani se vogliono auto piccole o le prendono dai giapponesi o se le fanno fare dai coreani, quindi spazio per il made in italy ce n'è a bizzeffe.
da notare ad esempio che in due settimane non ho visto un'auto francese che fosse una, mentre di italiane solo alfa ferrari e maserati.

piuttosto, è notizia di oggi che chrysler sta letteralmente andando a rotoli, -55% rispetto allo scorso anno, per cui non è detto che fiat trovi ancora qualcosa da comprare :asd)
 
cuoresportivo86":1c30etfh ha detto:
Non mi è piaciuta molto questa frase : "Offriamo piattaforme, motori e una rete di distribuzione al di fuori del Nord America…. Davvero, il rischio è tutto nostro." :scratch) :scratch) :scratch)
Obama disse espicitamente che in questo periodo di crisi,saranno aiutate maggiormente imprese che costruiscono all'interno del territorio usa...e penalizzate quelle che esternalizzano...ergo che se Chrysler vuole entrare nei parametri del piano Poulsen,e prendersi gli aiuti dei contribuenti americani,deve sfornare prodotti casalinghi.
 
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