Un po di notizie:
Cessione Opel: la Germania critica General Motors. "Un comportamento inaccettabile"
Il Governo tedesco, per bocca del ministro dell’Economia Rainer Bruederle, ha giudicato il comportamento tenuto da General Motors nella vicenda Opel “completamente inaccettabile”. Lo stesso titolare del dicastero ha poi ricordato a GM che il raggiungimento di un accordo con gli operai sarà fondamentale per avviare il piano di ristrutturazione.
La virata del costruttore statunitense ha suscitato la plateale irritazione del nuovo esecutivo guidato dal Cancelliere Angela Merkel, a pochi giorni dall’insediamento. Stizza liquidata dal Wall Street Journal con un laconico “General Motors ha fatto la cosa giusta”, sottolineando la posizione di debolezza dell’amministratore delegato Fritz Henderson al cospetto di un esecutivo deciso, nel momento di difficoltà, a cedere Opel.
Il costruttore di Detroit, secondo quanto riferisce Juergen Reinholz, ministro dell’Economia della Turingia, stato tedesco sul cui territorio sorgono impianti Opel, non avrebbe mostrato indugi nel restituire entro fine novembre un prestito ponte da 1.5 miliardi di Euro. Un portavoce di GM Europe avrebbe poi smentito l’ipotesi dell’insolvenza, confermando l’intenzione di ridurre i costi fissi del 30%; nessun commento riguardo ad eventuali licenziamenti o chiusure di siti produttivi.
Repubblica
Cessione Opel: la battaglia non è finita secondo Putin
Vladimir Putin, il primo ministro della Russia, non si rassegna alla decisione-shock di General Motors di tenere Opel per sé: Putin ha detto chiaro e tondo che “la battaglia per conquistare Opel ancora non è finita”. “Non è certo GM che può decidere del futuro della casa tedesca”, ha osservato Putin.
L’annuncio della retromarcia, è arrivato nella tarda serata di ieri da Detroit e ha lasciato tutti sbigottiti, a partire dal governo tedesco che tanta parte ha avuto nel tira e molla Opel-Magna-Sberbank. Ora, il grande fornitore ed il suo alleato russo hanno già annunciato che analizzeranno la questione dal punto di vista legale. Credevate fosse finita qui?
Magna: "Non tenteremo più di comprare una casa automobilistica"
Magna International in futuro non tenterà più di acquisire una casa automobilistica. Dopo la sorprendente decisione di General Motors di tenere Opel seguita a mesi di estenuanti trattative, la multinazionale austro-canadese ha stabilito che rimarrà nell’ambito del suo business tradizionale, quello delle forniture di componenti ai costruttori.
La dichiarazione, rilasciata da John Walker, co-amministratore delegato dell’azienda, è limpida: “Non cercheremo più un nostro spazio tra le case automobilistiche: non esiste alcun piano per entrare in trattative con un altro costruttore”. Ora l’attenzione di Magna potrebbe focalizzarsi invece su altri fornitori in difficoltà che hanno perso le commesse delle case automobilistiche.
Eppure, qualche analista rimane scettico di fronte a queste affermazioni: c’è chi continua a credere che l’automotive supplier possa presto rilanciarsi nel “corteggiamento” di qualche costruttore. “Ci sono altre case automobilistiche in vendita e Frank Stronach (il presidente di Magna, ndr) ha il pallino di acquisirne una. Aspettate e vedrete” giura John Wolkonowicz, interpellato da Automotive News.
GM Opel: Putin torna a parlare della mancata cessione a Magna-Sberbanck; continuano le critiche della Germania
Dopo il dietrofront di GM sulla cessione Opel al consorzio russo-canadese formato da Magna e la banca Sberbank, Putin, primo ministro russo, dopo il primo intervento, torna alla carica sulla questione lanciando alcune “diplomatiche minacce” al gruppo di Detroit e, indirettamente, all’amministrazione USA.
”Il ritiro dell’ultimo minuto prima del completamento dell’operazione - ha detto Putin - non nuoce ai nostri interessi ma, a ben vedere, si riflette sui nostri partner americani. Questa e’ una lezione - ha aggiunto il primo ministro russo - di cui faremo tesoro nel trattare con i soci nell’avvenire”. Come a dire “chi la fa, l’aspetti”.
Intanto continuano le polemiche del Governo tedesco ancora più danneggiato, a livello d’immagine, dalla decisione di Opel: l’ ex vice cancelliere, Frank-Walter Steinmeier, ha giudicato la decisione della General Motors “sfacciata”; è invece “”irragionevole” per il governatore della Renania Palatinato, Kurt Beck (che ha anche criticato l’Ue colpevole, a suo giudizio, di aver “spaventato” GM). Più lapidario il governatore del Nord Reno-Westfalia, Jürgen Rüttgers, secondo cui “il comportamento di GM mostra il brutto volto del turbo-capitalismo”.
ASCA
GM taglierà 10.000 posti di lavoro in Opel; presto un piano di rilancio per la casa tedesca
GM, dopo la fine (?) della questione Opel, si prepara ad attuare la strategia di rilancio della casa tedesca: il primo passo, purtroppo, sarà il licenziamento di 10.000 posti di lavoro (una cifra simile era stata comunque preventivata da Magna).
“Intendiamo ridurre i costi Opel del 30%, il che si tradurrà in tagli di circa 10 mila lavoratori. Comprendiamo la reazione negativa del Governo tedesco” -ha affermato John Smith,vice presidente di GM- “ma cedere Opel a Magna sarebbe stato l’equivalente di un terno al lotto e il nostro consiglio d’amministrazione è arrivato alla conclusione che nell’interesse della società fosse opportuno mantenerne il controllo”.
Smith, ha inoltre annunciato che la General Motors è pronta a restituire il prestito-ponte ricevuto dal Governo tedesco e che il piano di rilancio Opel sarà presentato in tempi brevi.
Quattroruote
General Motors: Opel resterà confinata all'Europa
Fritz Henderson, amministratore delegato General Motors, ha delineato per Opel un futuro macro-regionale, senza possibilità di rivestire un ruolo da player globale. «Opel è un marchio radicato e con una forte penetrazione in determinati mercati – ha spiegato il manager –: non vedo perché cambiare lo status quo. Questa visione, tuttavia, non significa sminuire valore e potenzialità del marchio, ma solo riconoscere nell’Europa il bacino in cui dedicare i maggiori sforzi».
Henderson ha poi proseguito indicando nel Sud America il prossimo focus di Chevrolet. «Abbiamo elaborato un piano di sviluppo – prosegue –. È un marchio forte: non vedo perché sprecare tempo e risorse per ricominciare daccapo con una realtà nuova».
Egm Car Tech
Opel: Magna chiede un risarcimento a General Motors per il fallimento delle trattative
Magna International ha chiesto formalmente nella giornata di ieri un rimborso a General Motors. La motivazione? Il danno subito nel corso del tentativo di acquisto di Opel. Il vicepresidente di Magna Siegfried Wolf, annunciando l’azione, non ha parlato dell’entità del rimborso richiesto, ma si vocifera di una cifra intorno ai 100 milioni.
Durante la scorsa settimana, il gruppo di Detroit si è reso protagonista di un’inaspettata retromarcia sul fronte delle trattative, chiudendo le porte ad ogni possibilità di vendita della sua preziosa controllata tedesca, oggetto di un estenuante tira e molla durato mesi.
Secondo gli accordi, GM avrebbe dovuto cedere il 55% di Opel al consorzio Magna-Sberbank, ma niente di tutto ciò si è verificato. GM, sicuramente consapevole di molte delle conseguenze che avrebbe subito (l’indignazione del governo tedesco, quella di Putin, l’abbandono di Carl-Peter Forster), ha deciso di tornare sui suoi passi. Un ripensamento forse lungimirante, in termini strettamente industriali. Ma per il momento la casa non sta certo collezionando belle figure in ambito internazionale…
Piano industriale Fiat-Chrysler: secondo Marchionne "General Motors ha fatto bene a tenere Opel"
Ad Auburn Hills si è appena conclusa la pausa pranzo nell’ambito della conferenza stampa in cui il management di Fiat-Chrysler sta mostrando al mondo i piani 2010-2014 per i marchi USA. E Sergio Marchionne ha trovato il tempo per rilasciare una dichiarazione sull’altra notizia del giorno, secondo cui Opel rimarrà in seno a General Motors.
Marchionne ha parlato della scelta di GM come di “una decisione estremamente razionale”. Non solo: il numero uno di Fiat ha anche aggiunto che “si tratta di una scelta positiva per l’Europa, perché ora dovranno razionalizzare le infrastrutture del nostro continente, che oggi sono troppo grosse e complesse”. L’ad del Lingotto ha infine osservato come quello del settore auto sia “un business estremamente complicato in cui le scelte industriali vanno fatte in maniera estremamente precisa”.