Centodieci piccoli tricolori sul campo della gloria, o comunque del successo imprenditoriale, che è più o meno la stessa cosa. L’Iraq del futuro sarà un eccellente partner in un mondo affratellato dalla democrazia. Il 19 settembre del 2003, il governatore americano della nuova provincia, Bremer, ha proclamato l’Ordine 39, che stabilisce che ditte straniere possono possedere il 100% delle banche, delle miniere e delle fabbriche dell’Iraq e possono portarsi a casa il 100% dei profitti.
A casa vuol dire a casa nostra, alla faccia dei disfattisti, degli islamonazicomunisti e di altra gentaglia menagramo che solo un anno fa diceva che la guerra non sarebbe servita a niente.
Non c’è nemmeno da temere la concorrenza dei locali, che sono stati esclusi da tutte le gare. C’è anche una manodopera da sogno, abituata da tredici anni di embargo a stringere la cinghia. Mentre da noi una gioventù viziata non ha voglia di passare la vita in fonderia, e rischiamo multe da capogiro solo perché diamo un lavoro in nero a qualche clandestino venuto dall’altro capo del mondo, in Iraq la guerra ha portato un autentico miracolo: una disoccupazione del 60%.
Ora, qualcuno potrebbe chiedersi chi paga. Sarebbe poco rispettoso elencare tra i paganti qualche decina di migliaia di morti iracheni: ogni progresso richiede i suoi sacrifici, e comunque l’economia non è una cosa sentimentale. Stando al sito, chi paga è qualcosa che si chiama la Trade Bank of Iraq. Ricostruzione.it ci assicura che ha sede negli Stati Uniti, a mezzo mondo di distanza dal paese i cui soldi manipola.
I fondi non mancano: il sito ricostruzione.it ci spiega che ci sono un sacco di soldi che gli Stati Uniti hanno semplicemente tolto dalle mani degli iracheni e si sono messi in tasca loro: 1 miliardo di dollari del petrolio iracheno che passeranno tra poco delle mani dell’ONU a quelle del governo provvisorio, cioè agli Stati Uniti; ci sono 1,7 miliardi fondi iracheni “congelati dagli Stati Uniti e successivamente confiscati”; e circa 1 miliardo di dollari sequestrati in Iraq. Tutti soldi che si trovano “presso la Riserva Federale di New York” e che sono gestiti personalmente dal signor Lewis Paul Bremer. Il signor Bremer dovrebbe capire bene le esigenze degli imprenditori, visto che lui stesso è Presidente e Amministratore Delegato delle assicurazioni Marsh Crisis Consulting, un'affiliata della Marsh & McLennan Companies, Inc.
Certo, paga anche l’Italia. Sarebbe interessante vedere quanto guadagneranno alla fine le 110 aziende italiane in questione, e quanto invece costerà la missione militare in Iraq. Ma anche se il bilancio fosse in perdita, la differenza è che i costi dell’occupazione ce li dividiamo tra milioni e milioni di contribuenti. Non si può mettere sullo stesso piano la felicità di un signor Brambilla che in un giorno si porta a casa quanto ci vuole per farsi una nuova villa, e l’infelicità del sottoscritto che ci rimette sì e no qualche decina di euro.
Comunque il nostro governo ha pensato anche ai contribuenti. Proprio oggi mi è arrivata la proposta del mio commercialista di aderire al “concordato fiscale preventivo”. Non ci capisco molto, ma ho la sensazione che significhi che mi posso prenotare per evadere le tasse quest’anno. Non lo potrei fare, nemmeno volendo, visto che tutti i signor Brambilla esigono la fattura da noialtri traduttori, però ringrazio il governo per il pensiero.
É giusto anche ricordare che, se il nostro governo non avesse partecipato attivamente all’occupazione, oggi non ci sarebbe stato il tricolore alla festa di “Rebuild Iraq”. Lo ha riconosciuto senza falsi pudori il vice ministro Adolfo Urso, parlando proprio alla fiera di Kuwait:
“"Esistono fortissime aspettative da parte delle imprese italiane, sorrette dall’impegno assunto dal Governo nei confronti della Coalizione, senza dimenticare che il nostro è il terzo Paese contributore di truppe e dall’inserimento di numerosi Esperti civili nella CPA (Coalition Provisional Administration).”
Ma anche l’opposizione ha capito che il gioco vale la candela. Infatti, gli antiberlusconiani che contano hanno avuto la meravigliosa trovata di astenersi per far passare l'occupazione, pur dichiarandosi contrari. La patria non è acqua… Insomma, i diciannove carabinieri e altri uccisi a Nassiriya non sono morti invano: hanno fatto una buona azione per il nostro paese, e dobbiamo essere loro grati. In particolare dovrebbero esserlo i padroni delle 110 aziende citate nel sito.
Quindi ho pensato di mettere in rete la lista delle aziende e anche i nomi degli italiani morti a Nassiriya.
Le aziende, perché fanno onore al nostro paese e mostrano che lo spirito d’impresa degli italiani, da Colombo in America a Badoglio in Etiopia, non è tramontato.
I nomi degli italiani uccisi in Iraq perché sono certo che le aziende in questione coglieranno il senso di questo articolo, e vorranno offrire un piccolo aiuto alle famiglie dei morti di Nassiriya.
Quindi, ecco i nomi dei carabinieri e altri militari (per non parlare di due civili) morti a Nassiriya:
Domenico Intravaia - Alfio Ragazzi - Giovanni Cavallaro - Daniele Ghione - Enzo Fregosi - Alfonso Trincone - Massimiliano Bruno - Giuseppe Coletta - Ivan Ghitti - Orazio Majorana - Andrea Filippa - Filippo Merlino - Massimo Ficuciello - Silvio Olla - Emanuele Ferraro - Alessandro Carrisi - Pietro Petrucci - Marco Beci - Stefano Rolla.
Ed ecco i nomi delle 110 aziende e organizzazioni imprenditoriali che hanno partecipato alla fiera di Kuwait:
AGIV FORNI E ATTREZZATURE SRL
ALESSANDERX SPA
ALP SRL
ANGELO PO GRANDI CUCINE SPA
API TORINO
AVVITO SERVICE A & C SRL
FINDER SPA
MIV INSULATING SYSTEMS SRL
METHODO SRL
M.P. SRL - MECCANICA PATRUCCO
NEW COBA SRL
NUOVA FILP SRL
POGLIANO dei F.LLI POGLIANO SRL
QS ENGINEERING SRL
SAINT-GOBAIN ABRASIVI SPA
TECNOALARM SNC
TESIO PORTE SRL
UNIONE INDUSTRIALE DI TORINO
ASCOT SRL
AUSONIA SRL
BAGNO PIU' SRL
BERNARDI IMPIANTI INTERNATIONAL SPA
BET SRL
BONGIOANNI MACCHINE SPA
BOSSI TECHNICAL E.F.I.S. SRL
CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA AGRICOLTURA E ARTIGIANATO DI CREMOSA
A.E.C. TECHNOLOGY SRL
CUBOTAL DI RACCAGNI E SALOGNI SNC
INOXDADI SRL
SIEPA SRL
CAVAGNA GROUP SPA
CENTRO ESTERO DELLE CAMERE DI COMMERCIO DEL VENETO
AGREX SPA
CADONA' SRL
METALGALANTE SRL
PATRIX SRL
PFM SPA
SEA-LAND SRL
SKA SPA
UNIEXPORT PADOVA
ZANETTI SRL
OFFICINE VILLALTA SPA
PROMETAL SRL
RAGA ENGINEERING SRL
VENEFIR SNC DI POPOLANI BRUNO & C.
WBE WORLD BAKERY EQUIPMENT SRL
CEPI - CONSORZIO ESPORTATORI PIACENTINI
BERNARDONI SRL
GARDESA SPA
MANROS SRL
SARGIANI SPA
SICOM ITALIA SRL
SIEM SRL
STEELTRADE SRL
TECNOGEN SRL
COIMAL ITALIANA SRL
COMPAGNIE MEDICALI RIUNITE SPA
CONSORZIO EXPORT & LG ITALIA SERRAMENTI SRL
CORTINOVIS SPA
DANEL CONSULTINO
DE LORENZO SRL
EFAF - ENGINEERING FUTURE AUTON.FLESS.
ELETTROMECCANICA ELCA
UNIDATA SRL
ELETTRONICA VENETA & IN.EL SPA
FACCIN SRL
FICEP SPA
FOR TRANS SRL
FRIGES SPA
GAMMA AERAULIC EQUIPMENT SRL
GAMMA MECCANICA SPA
GMS IMPORT EXPORT SRL
ILSA SPA
I.M.A. SPA
INCOMARBO SRL
ITALBA SPA
GENERAL PACKING SRL
MARCEGAGLIA SPA
MERLONI PROGETTI
METALLURGICA BRESCIANA SPA
METALSCREEN SPA
METALSISTEM SPA
NARDI SPA
NUOVA OSMO SNC
NUOVA SIMONELLI SRL
OFFICINE DI ANNONE
OMP SRL
ONDULIT ITALIANA SPA
OSCAM SPA
PEDRINI SPA
PIERALISI
PLASTICA ALFA
POLIVINIL ROTOMACHINERY SPA
PROTECNO SRL
REMER RUBINETTERIE SPA
RESCO SRL
SCAM SPA
S.E.T. STONE EQUIPMENTS TRADERS SRL
SERECO SRL
SIMI ENGINEERING SRL
A.C.M.A. SPA - LIQUID DIVISION
AUTOMA SPA
SITINDUSTRIE SPA
SMIT SPA
STAM SPA
TREVI SPA
VANZETTI ENGINEERING SRL
V.I.R. VALVOINDUSTRIA SPA
VIRAVER TECHNOLOGY SRL
ICE - ISTITUTO ITALIANO PER IL COMMERCIO ESTERO