10° GP: Hungaroring
All'Hungaroring è andata in scena una gara avara di emozioni, a parte quelle regalate nel primo giro dai vari Massa, Rosberg e Raikkonen e dai maldestri sorpassi di Grosjean. Troppo duri i commissari contro il francese, sanzionato per aver superato la Ferrari utilizzando la pista oltre il cordolo, anche se, considerati i trascorsi, c'è da capirli. Alla fine ha vinto Hamilton la cui leadership è stata messa in seria discussione solo nei passaggi precendenti il primo pit-stop, quando Vettel era riuscito a recuperare diversi decimi: al muretto della Mercedes però siede un certo Ross Brawn dove questi pericolosi frangenti diventano piccolezze da risolvere brillantemente, e così il bravo pilota inglese, altrettanto abile a sbarazzarsi dei lenti ma non troppo Button e Webber al rientro in pista, ha potuto festeggiare il primo successo con la casa di Stoccarda che così sorpassa la Ferrari nel computo di GP vinti - non c'è che dire, una bella soddisfazione.
Secondo è finito l'istrionico Kimi Raikkonen, grazie alla solita strategia alternativa made in Lotus e alla comprovata capacità di non consumare le gomme: un ottimo risultato ottenuto al termine di un estenuante duello psicologico con Vettel, meno brillante del solito ma egualmente soddisfatto nel veder aumentare signficativamente il proprio vantaggio in classifica sul finlandese che ne diventa il principale sfidante. Per il campione in carica da oggi la strada è in discesa, ma all'orizzonte si staglia la sagoma della stella a tre punte che, c'è da scommetterlo, sarà una scomoda protagonista della seconda metà della stagione ma soprattutto dei prossimi campionati.
Al buon vecchio Webber va riconosciuto il merito di aver scalato ancora una volta la classifica partendo dai bassifondi, anche se forse la Red Bull avrebbe potuto ottenere di più da una strategia che prevedeva di partire con le gomme dure.
Il capitolo dedicato alla Ferrari è uno dei più infelici dell'anno, con le monoposto rosse mai seriamente in gara. La baracca ha contenuto i danni grazie all'ennesima stoica prova di Alonso, impeccabile nel tenere a bada la ben più veloce Renault per quasi un terzo di gara, ma impossibilitato nell'impensierire i primi, sebbene verso metà GP la lenta McLaren di Button gli avesse permesso di risalire sulla ruota dei migliori. A questo punto non solo il mondiale pare essere seriamente compromesso (soprattutto se lo spagnolo non riuscirà a ridurre il divario sin dalla gara del Belgio), ma addirittura l'intera stagione del cavallino rampante, soprvanzato da una Lotus che si sapeva essere competitiva ed umiliato da una Mercedes che all'inizio era dipinta nel ruolo di outsider e che si sta seriamente preparando per succedere al trono della Red Bull.
La nota di merito conclusiva è riservata a Pastor Maldonado che trova il primo punto per la Williams-Renault, nella speranza che per il team inglese, con il cambio di direzione tecnica, rappresenti un primo passo verso un futuro più degno del lignaggio di tale scuderia.