01/05/06 ARGILLI CI DICE LA SUA VERITA'
Grazie ai nostri lettori riprendiamo volentieri l'articolo dell'AVVENIRE nel quale Stefano Argilli completa i nostri dubbi sui troppi giocatori cercati da mezza Europa finiti al Siena e sul clamoroso 0-3 in 8 minuti di Domenica scorsa.
«Tra Siena e Juventus vince sempre la Gea»
Di Massimiliano Castellani
Argilli è un monumento per la tifoseria senese: la sua maglia n° «8» è la prima ritirata nella storia del Siena. Com'è allora che è finito al Modena e ora al Livorno?
«La maglia la ritirarono dopo che mi avevano già tagliato e penso che la società lo fece per addolcire la pillola ai tifosi che mi sono sempre rimasti vicini. Pur essendo riminese di nascita sanno che sono uno di loro: ho sposato una senese, mia figlia è nata a Siena, viviamo nella contrada dell'Oca. Eppure, lo scorso giugno tra me e il Siena è finita».
Nonostante il presidente De Luca la considerasse una «bandiera»...
«A parole De Luca mi ha sempre dimostrato un gran bene. Riferendosi a me infatti diceva sempre: "Le bandiere non si toccano". Ma avrò capito male o forse lui pensava alle bandiere del Palio...».
Ha capito allora chi ha fatto in modo di mandarla via?
«La decisione non è dipesa da De Canio, né dal ds Perinetti, quanto invece dalla Gea. E precisamente dal signor Luciano Moggi».
Ma cosa c'entra Moggi con il mercato del Siena?
«Moggi fa il mercato del Siena e non solo. Lo sanno tutti che la sua Gea ha le mani in pasta un po' ovunque. Del resto al calcio italiano evidentemente fa comodo un accentratore».
La Gea allora, secondo lei, è il vero "motore" del nostro calcio?
«Di strutture come la Gea in giro ce ne sono sempre di più purtroppo. Quello che è mostruoso nell'organizzazione di Moggi è il conflitto di interessi che si crea. Se all'interno di un club sia il tecnico, sia il ds sono della Gea, è normale che sul mercato acquistino solo ed esclusivamente giocatori della loro scuderia».
Chi non appartiene alla loro «scuderia» quindi non ha futuro?
«La Gea ha un grande potere sui giocatori e sulle società di medio-basso livello. Chi è fuori da quel giro deve arrangiarsi e cercare di disputare grandi campionati per emergere. Ciò che mi consola è che i grandi talenti, i fenomeni, non hanno mai avuto bisogno della Gea e non vanno certo a cercarla perché curi i loro interessi».
Quando si dice «abuso di farmaci» si pensa sempre alla Juve...
«È stata processata per essersi affidata ad un metodo scientifico nella somministrazione dei farmaci, ma in giro invece c'è stata gente che per anni è ricorsa al "fai da te" mettendo a rischio la salute degli atleti. Certe morti di calciatori degli anni '70 dovrebbero avere più risalto, ed essere un monito per la categoria».
Oggi nel Siena c'è mezza squadra che ha origini juventine, pensa che inciderà sull'esito della partita?
«Spero di no, anche se credo che un ragazzo di vent'anni, nato e cresciuto nella Juve, a livello psicologico la viva molto male questa partita. Il fatto che il Siena abbia detto che se la giocherà è già un segnale importante, ma non penso che basti...».
Cosa intende?
«Dico solo che con il Siena ho affrontato la Juve sei volte: 4 in campionato e due in coppa Italia, e abbiamo sempre perso. Paradossalmente, la Juve è la bestia nera del Siena».
È vero che alle ultime 3 giornate le partite vengono un po' "aggiustate"...
«È un problema di motivazioni e di cultura sportiva. In Inghilterra il campionato se lo giocano alla morte fino alla fine e se poi la squadra retrocede è normale vedere i loro tifosi che la applaudono. Da noi invece si arriva subito all'aggressione fisica. Ma questo è quello che passa il nostro Paese...».