Amici delle FF.PP. FF.AA. (Vol. 1) ...quelli che Amano la Patria!

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Regio Sommergibile "Calvi"
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Corvetta "Sfinge"
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1939 - Somergibili a Genova
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La Corazzata "Doria" entra a Taranto
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Giorno a tutti cari, scusate la mia assenza ma il lavoro premeva e poi da una settimana scarsa son tornato single, quindi avevo beghe personali da risolvere. A chi avanza una sorella o cugina free ??? :asd) :asd) :asd)
 
Lo so che non si tratta di un qualcosa di prettamente militare..Ma è una chicca che taluni non conoscono..E quindi voglio raccontarla a questa splendida Caserma.. :OK)

Sapete chi era Maria Uva?

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E' una delle più grandi patriote italiane..E purtroppo è morta nel 2003..

Era nota col nomignolo di "l'animatrice di Said". Di origini francesi, Maria Uva sposò l'italiano Pasquale Uva e si trasferì con lui a Porto Said, in Egitto.

Avendo intrapreso corsi da soprano, Maria Uva accompagnava le navi dei coloni italiani che passavano nel Canale di Suez per la guerra d'Etiopia del 1935-36 con inni patriottici.

Ben presto la sua divenne una vera e propria organizzazione con la collaborazione del marito e del resto della comunità italiana in Egitto. La Uva e i "suoi" fornirono ai soldati italiani ogni genere di conforto sia economico che morale.

Per questo la donna ebbe molto spesso problemi con la comunità inglese presente sul suolo soprattutto durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Dopo la dura persecuzione contro gli italiani in Egitto, Pasquale e Maria Uva furono ospitati in Italia dal regime fascista.

Finita la guerra, Maria Uva si trovò in una profonda crisi finanziaria che però ebbe termine grazie all'aiuto di un diplomatico francese che aiutò il marito a trovare un nuovo lavoro.

Maria Uva è morta all'età di 97 anni.

Divenne famosa nel 1935 quando aspettava in auto lungo le sponde del Canale di Suez il passaggio delle navi che trasportavano in Africa orientale i legionari, esibendo una grande bandiera. Li seguiva per 90 chilometri per poi tornare indietro. Un atto d’amore per l’Italia che pagò molto caro.

Celebre la sua canzone:



Passano di Suez il Canal le navi volte all'Africa Oriental, quand'ecco di laggiù si leva un canto un canto che saluta il tricolor.

Canta Maria Uva I canti della sua terra
a chi parte per la guerra

Il bacio di una sorella



Maria Uva non era italiana, ma francese. Nata nei pressi di Lourdes, si chiamava De Luc. Rimasta orfana quando era bambina, raggiunse la sorella emigrata in Egitto, a Porto Said. E li incontrò Pasquale Uva, un tassista pugliese nativo di Bisceglie che portava in giro i turisti E diventò spiri­tualmente, appassionatamente, italiana.Cera un arabetto che correva ad informarla ogni volta che appariva una n ave italiana all'ingresso del Canale. E lei 32 anni sempre pronta a preparare l'automobile, con il marito alla guida, per percorrerne le sponde e accompagnar e i legionari confortandoli con lo sventolio della bandiera e canzoni italiane che diffondeva attraverso un potente megafono.

Cantava soprattutto una sua composizione, e i legionari le, gridavano: «Ricomincia, vogliamo impararla». E Maria ricominciava, due, tre, cinque volte. Tanto il tem­po. cera: 90 Km. non passavano presto. L'aveva battezzata «La canzone di Maria». Questo il ritornello: “Passano di Suez il Canal / le navi volte all'Africa Oriental quand'ecco di laggiù /si leva un canto / allor / è un canto che saluta il tricolor / Canta Maria Uva / i canti della sua terra /a chi parte per la guerra / il bacio di una sorella”.

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Ci voleva tanto fiato: “Prima di partire masticavo qualche acciuga per farmi venire la voce più forte “. Tolsero il lavoro a lei e al marito e furono costretti a rimpatriare.Mussolini li ricevette e li aiutò. Una notte, al ritorno, rimasero in panne nel deserto; il marito percorse 17 chilometri a piedi per raggiungere Ismailia e chiedere soccorso. E lei sola, al buio, assediata dalle iene che ululavano o intorno alla vettura.Poche ore dopo. risolto il problema, eccoli correre incontro a un'altra nave appena attraccata a Porto Said, il “Gange”, con a bordo 5.000 legionari.

Ebbe un incontro con il poeta Auro D'Alba che le disse parole bellissime mai, dimenticate: Maria Uva, sei bella perché sei l'ItaIia sei tutte le donne d'Italia".

Con i soldi racimolati fra i generosi connazionali d'Egitto, Maria, insieme con altri italiani che ne seguivano l’esempio, distribuiva sigarette ai legionari in transito. Quando nel canale transitò la nave inglese, che portava in esilio il Negus? Si vide ad aspettarla una barca, carica di suore e di tante bambine che sventolavano bandierine tricolori Gli inglesi rispondevano da bordo con insulti e gesti osceni.Il patriottismo di Maria Uva, che accendeva di entusiasmo i cuori degli italiani, d'Egitto le costò molto caro.

Il marito non lavorò più gli inglesi smisero di affidargli, i turisti che sbarcavano a Porto Said per accompagnarli al Cairo, portarli in giro dalle piramidi al bazar, per poi depositarli a Suez, dove si imbarcavano. Gli tolsero il lavoro. Resistettero un po', ma ben presto non ebbero alternative: furono costretti a rimpatriare, a lasciare ogni cosa. Ma furono ricompensati dall'affettuosa accoglienza ricevute in Italia. Mussolini li ricevette, decorò Maria con la medaglia della campagna d'Africa e provvide a far sistemare i debiti che i coniugi Uva avevano contratto in Egitto dopo essere rimasti senza risorse: 50.000 lire dell'epoca.

Penarono qualche tempo prima di trovare lavoro, ma poi per interessamento dell'aiutante di campo del Duca di Bergamo, che aveva, casualmente riconosciuto Maria per le vie di Milano, lui fu assunto dall'azienda tranviaria cittadina.Il segretario particolare di Mussolini sistemò lei alla Maternità e Infanzia. Nel'45 Maria Uva rischiò di essere condannata a morte, per i suoi “trascorsi fascisti”. Si salvò perché... era francese.

I sentimenti di, Maria Uva erano comuni alla maggioranza degli italiani d’Egitto, 50.000 all'inizio della seconda guerra mondiale. Gli inglesi, li incriminarono in massa con l’accusa di essere “very dangerous persons», persone molto pericolose. Quindi furono licenziati dai posti di lavoro, diffidati dal frequentare locali pubblici e di riunirsi, Intimati a non esercitare attività economiche e commerciali costretti a consegnare gli apparecchi radio; praticamente trattati da delinquenti. E come tali oggetto di sequestri dei loro beni mobili ed immobili; E come se non bastasse, l’internamento in campi di concentramento nel deserto degli uomini dai 15 ai 65 anni e delle donne ritenute “pericolose”.

Da una impressionante documentazione raccolta dall'Associazione Nazionale Profughi Italiani dall'Egitto, per iniziativa del suo animatore che la presiede con esemplare impegno, il dr. Franco Greco, risulta che ben ottomila furono i nostri connazionali rinchiusi nei campi di concentramento. Il più duro fu quello di Fayed. Niente baracche, soltanto tende militari inglesi pagliericci sulla nuda terra, pochissima acqua, assistenza sanitaria inesistente, nessuna possibilità di contatti esterni.

In questo campo erano rinchiusi 5.500 italiani. Gli inglesi lo avevano suddiviso In 21 sottocampi che graziosamente chiamavano “gages”, gabbie, separati l'uno dall’altro da reticolati di filo spinato. Si estendeva su un perimetro di oltre 5 chilometri. Oltre quattro anni di questa vita infernale in una landa desolata e torrida.Le donne erano state deportate nel campo di Mensurah, gli anziani gli ammalati in quelli di Suez, Enbubeh e Tantah.Nei campi ci furono incidenti; tentativi di fuga, proteste, scioperi della fame. In più occasioni le guardie armate spararono contro i prigionieri: 4 uccisi e 13 feriti. Per le privazioni e mancanze di cure morirono 38 internati: senza contare i molti che non sopravvissero negli anni a quel lungo periodo di sofferenze.Unico sollievo la scorrevole benevolenza e rischiosa degli egiziani che attenuavano per quanto possibile il rigore delle leggi inglesi di guerra contro gli italiani.</SPAN> E a guerra finita, difficilissimo fu il reinserimento dei nostri connazionali.

Gli inglesi, di fatto ancora padroni dell’Egitto, continuarono ad essere vendicativi, a frapporre mille ostacoli alla ripresa della nostra collettività, oltretutto praticamente abbandonata dai governi di Roma che si disinteressavano sistematicamente delle comunità italiane all’estero, in sospetto di rimpianti e nostalgie incompatibili con i nuovi orientamenti.Quando erano ancora rinchiusi nei campi di concentramento nella zona del Lago Amaro, al centro del canale di Suez, un giorno i nostri connazionali videro arrivare due maestose corazzate, la “Vittorio Veneto” e l’“Italia”, orgoglio e vanto della nostra Marina. Sembrò un evento gioioso, ci furono alcune ore di euforia, e invece... Le due navi arrivate laggiù in seguito all’armistizio dell'8 settembre '43, dopo aver ricevuto lo sconvolgente ordine di consegnarsi agli inglesi.

Una decisione ritenuta indegna e vile da molti: fra gli altri, il leggendario comandante sommergibilista Fecia di Cossato (1 medaglia d'Oro, 3 d'argento e 3 di bronzo), che non riuscì a sopravvivere all'onta e si sparò un colpo di pistola. Aveva 35 anni. Gli equipaggi avevano creduto alla promessa che sarebbero stati considerati amici e cobelligeranti degli alleati; si trovarono invece in una condizione di estrema mortificazione, considerati inaffidabili. Praticamente prigionieri. E non Potevano immaginare quale triste destino fosse stato già deciso per le due unità. Al momento inerti con i motori malinconicamente spenti, isolate in mezzo al Lago Amaro, tra Asia e Africa, lungo coste desertiche, aride e solitarie. Che farsene della facoltà di scendere a terra? Meglio restarsene a bordo, coltivando speranze sempre più fievoli, a lustrare bronzi e ottoni, a tenere in ordine le uniformi, a pulire ogni angolo delle unità, in attesa che quell’assurdo esilio finisse tutte le ritualità continuarono ad essere rispettate dall’alzabandiera al cambio di uniforme quanto i marinai dismettevano la divisa di fatica, dalla minuziosa rassegna sulponte agli onori prescritti per gli ufficiali che salivano o scendevano la scaletta, alla rigorosa, osservanza del taglio dei capelli e della pulizia personalePotevano scendere a terra: ma per andare dove? Intorno c’èra il deserto, con una sola sgangherata baracchettagreca serviva caffè e birre di pessima, qualità Un po' più avanti uno squallido e maleodorante, villaggetto, regno incontrastato di mosche, zanzare e immondizie. Assolutamente infrequentabile.

Così per mesi e mesi in attesa, che si realizzassero le menzogne promesse con le quali erano stati indotti a consegnarsi all’ex nemico sfidando la vendicativa rabbia dell’ex alleato germanico.Poi cominciò a farsi strada l’angosciosa idea che gli inglesi avrebbero finito per impossessarsi delle due corazzate, le più belle ed eleganti che si fossero mai viste. nel Canale di Suez. Un marinaio, Enrico De­cembrino di Bari interpretando l'in stato d’animo degli equipaggi, consegno al comandante Spigai un biglietto nel quale c'erano scritte pochissime ma perentorie parole “il nostro dovere di marinai è uno solo; o a Taranto, o a fondo” Gli inglesi, informati capirono che quegli italiani non scherzavano Partirono all’armati dispacci per Londra.

La risposta fu una decisione che definire ipocrita sarebbe una gentilezza: restituire le due belle navi all’Italia, alla fine del conflitto… ma con l’obbligo di demolirle.Una infinita tristezza, ma anche una malinconica consolazione: meglio quella fine che vedere le due unità con nuove bandiere straniere senza poter far sapere che una volta erano appartenute, con un passato di eroiche vicende, alla Marina Italiana.Gli inglesi li incriminarono con l’accusa di essere “very dangerous" persone molto pericolose

E quando venne il momento di riaccendere le caldaie per attraversare di nuovo il Canale ed entrare nel Mediterraneo con le prore verso l'Italia per tornare in patria, condannate alla demolizione, la "Vittorio Veneto» e l'"Italia" furono lustre come mai lo erano state. Andavano a morire in tenuta di gala.
 
Buongiorno a tutti :fluffle)

Da studioso della storia della 2a guerra mondiale vi ringrazio per la marea di foto e video che postate.
Vi capita di avere qualcosa della guerra in Africa, specialmente della Ariete?
Non so se avevate letto, ma sono stato l'estate scorsa al paese natale del maresciallo Rommel, secondo me (indipendentemente dalla bandiera per cui combatteva) un esempio assoluto di uomo e di comandante militare dedito alla patria, e sono andato a vedere la sua tomba... mentre guardavo il suo nome, ho provato una tristezza perche' uno cosi' sia stato poi tradito dai gerarchi della sua stessa patria e costretto ad uccidersi :cry:
Quel che mi ha colpito e' che 60 anni dopo c'e' ancora chi ogni anno porta una corona di fiori la "kameraden" Rommel.

Io anni fa sono stato al British War Museum e ho fatto un po' di foto anche a materiale italiano, tra cui uno dei "maiali" dell'assalto nel porto di Alessandria (che eroi, veramente!). Se vi interessa le recupero e ve le posto.

Buon lavoro a tutti, a risentirci!
 
Konto..Io, per diletto e per passione, faccio il giornalista storico..O per la precisione sono pubblicista.. :p

Scrivo per alcune riviste..

Di materiale storico sull'Ariete e più in generale sulla guerra d'Africa se ne trovano parecchie in rete..
Fammi sapere se ti servisse qualcosa di specifico..

Assolutamente d'accordo sul discorso che hai fatto di Rommel..

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La sua rovina fu soprattutto l'inimicizia che si fece nelle alte gerarchie naziste..Bormann fu il primo ed il più agguerrito sostenitore della tesi di cospirazione rommelliana contro Hitler..

L'estrazione popolare ed il forte attaccamento che ebbe nei confronti delle sue truppe lo resero amato dai suoi soldati e da tanti avversari..

Fu davvero geniale e leale verso tutti..
Ti consiglio di leggere i suoi diari di guerra..Io li avevo trovati in lingua inglese.. :OK)
 
SilvioX147":3ju2c113 ha detto:
Giorno a tutti cari, scusate la mia assenza ma il lavoro premeva e poi da una settimana scarsa son tornato single, quindi avevo beghe personali da risolvere. A chi avanza una sorella o cugina free ??? :asd) :asd) :asd)


...mi dispiace per la "zita" perduta...vedrai che ne trovi una meglio!
...adesso ci attiviamo in Lega....
 
SilvioX147":20negfb7 ha detto:
Giorno a tutti cari, scusate la mia assenza ma il lavoro premeva e poi da una settimana scarsa son tornato single, quindi avevo beghe personali da risolvere. A chi avanza una sorella o cugina free ??? :asd) :asd) :asd)

Ma come!?!! :?:

Azz..Silvio..Mi spiace..
Magari è una cosa temporanea..

:fluffle)
 
Kontorotsui":hr5jd6r8 ha detto:
Buongiorno a tutti :fluffle)

Da studioso della storia della 2a guerra mondiale vi ringrazio per la marea di foto e video che postate.
Vi capita di avere qualcosa della guerra in Africa, specialmente della Ariete?
Non so se avevate letto, ma sono stato l'estate scorsa al paese natale del maresciallo Rommel, secondo me (indipendentemente dalla bandiera per cui combatteva) un esempio assoluto di uomo e di comandante militare dedito alla patria, e sono andato a vedere la sua tomba... mentre guardavo il suo nome, ho provato una tristezza perche' uno cosi' sia stato poi tradito dai gerarchi della sua stessa patria e costretto ad uccidersi :cry:
Quel che mi ha colpito e' che 60 anni dopo c'e' ancora chi ogni anno porta una corona di fiori la "kameraden" Rommel.

Io anni fa sono stato al British War Museum e ho fatto un po' di foto anche a materiale italiano, tra cui uno dei "maiali" dell'assalto nel porto di Alessandria (che eroi, veramente!). Se vi interessa le recupero e ve le posto.

Buon lavoro a tutti, a risentirci!

...posta pure le foto...sono molto gradite... :OK)
 
In "Trova l'intruso" mi rendo conto di quanto qualunquismo contraddistingua il "popolo italiondo" (l'italiano del terzo mondo...) che discorsi...
 
alexRed":9161qkow ha detto:
buon giorno colleghi!! come va? mi dispaice silviuzzo! :fluffle)

@Vespa 2: ke è succ sul trova l'intruso? ora do un'occhiata

Ciao Alex..
Un abbraccione!! :fluffle)

Vieni, vieni a vedere.. :evil:
 
Riepilogo:

Aggiornamento:

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1- Ivan (Carabiniere
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2- Mat (Carabiniere
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3- Vespa 2 (Croce Rossa
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4- 147_tff_1975 (Croce Rossa e ANC)

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5- SilvioX147 (Polizia di Stato
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6- Mikoc147 (Dna da Carabiniere e futuro CC)

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7- Ratatuia (Ex-Vigile del Fuoco)

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8- New147 (Vigile del Fuoco
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9- Lacco79 (Dna da CC e GdF)

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10- Casper72 (Ex Croce Rossa e ANC)

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11- AlexRed (Esercito
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12- Abm77 (Esercito)

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13- Shinjichan (Dna da Carabiniere)

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14- Mike1.9jtd (Polizia di Stato
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15- Alfistamarchigiano (Carabiniere in congedo
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16- Hispaniko (Dna da militare del Corpo Ingegneri
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17- Ataru007 (Carabiniere in congedo
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18- GTpassion82 (Marina Militare (ex Carabiniere)
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19- Kontorotsui (Dna da CC e GdF)

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20- Soloalfa (Dna da Carabiniere)
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21- Marcoboss147 (Dna da GdF)

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22- Pillino (Carabiniere in congedo
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23- Harley1972 (Polizia di Stato
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24- JohnStiloGT (Esercito Genio Pontieri
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25- Skizzetto0000 (Dna da Sommergibilista
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