Guerra di Liberazione
La Marina era troppo orgogliosa del suo Reggimento
per consentirne la fine, e il 1 gennaio 1944 il San Marco fu
operativamente ricostituito. Duro ed intenso
fu l’addestramento fatto in Puglia, ma già nell’aprile del ’44
il reparto, organizzato nel battaglione Bafile e integrato
successivamente dal Grado fu di nuovo in prima linea sul
fronte di Cassino alle dipendenze del 13° Corpo Inglese.
Con coraggio ed elevato contributo di sangue combatterà
a monte Cicurro, a Mulino del Vado, lungo le rive del fiume
Rapido. Da Cassino il reparto che ormai gode della stima
dell’alleato, fu destinato in Abruzzo di rinforzo alla Nembo
con cui prenderà parte alla liberazione di Chieti.
Dall’Abruzzo, risalendo il versante Adriatico partecipò ai
combattimenti di Santa Maria Nuova, Iesi, Belvedere, Ostra
Vetere, Corinaldo, Cà Bernardi, Cagli, Acqualagna, Urbino
coprendosi di gloria.
Nell’inverno del 1945 si aggiunse il Caorle e fu dislocato in Romagna, costituendo insieme
al Battaglione Nembo la divisione Folgore, prendendo parte alle operazioni che portarono
al crollo del fronte germanico in Italia settentrionale. Parallelamente il Reparto N.P,
nato dalla fusione dei due già esistenti all’inizio della guerra (Nuotatori e Paracadutisti)
particolarmente addestrato per colpi di mano dietro le linee
nemiche operò dal giugno ’44 alla fine della guerra, sia da solo sia aggregato a formazioni
di sabotatori alleati, riscosse il sincero ed ammirato plauso dell’alleato ottenendo brillanti
successi portando a termine rischiosissime missioni. Quasi come premio gli fu
concesso dagli alleati di poter sbarcare per primo a Venezia, in quella città che aveva tenuto
a battesimo il San Marco dando inizio alle glorie del Reggimento.
REPUBBLICA DI SALÒ
La liberazione di Mussolini dalla prigione del Gran Sasso,
portò alla creazione, nella parte centrosettentrionale
della penisola, della Repubblica Sociale Italiana.
Il nuovo stato costituì proprie Forze Armate ed il
23 settembre 1943 l’Amm. A. Legnani, già comandante
di Maricosom, assumeva la carica di Sottosegretario
di Stato della Marina. La figura dell’uomo contribuì
a far coagulare attorno alla nuova struttura quelle forze
che, avendo rifiutato la resa, intendevano proseguire
la lotta a fianco dei tedeschi.Fra le organizzazioni ancora
di un certo prestigio vi era la X Flottiglia MAS,di stanza
a La Spezia, al comando del C. V. Junio Valerio Borghese
( M. O. V. M) che era stato fino all’8 settembre
il braccio operativo di Generalmas.
Iniziò la costituzione di Corpi e Specializzazioni analoghi
a quelli precedenti l’armistizio, tra essi, dato il prestigio
di cui godeva nella R. Marina il Reggimento San Marco,
fu formato il Corpo Fanteria di Marina. È esistito inoltre,
nella Marina Repubblichina, un reparto che con le mostrine
del San Marco, aveva costituito un Battaglione alle dipendenze
della X MAS denominato “Barbarigo” il quale si distinse
eroicamente sul fronte di Anzio. Per una singolare coincidenza,
la città di Venezia, che aveva dato il nome al Reggimento
San Marco, doveva veder giungere alla fine del mese
di aprile 1945 due formazioni italiane da opposti fronti,
una dalla parte dei vincitori l’altra da quella dei vinti.
Il caso o forse la passione di quegli straordinari combattenti
ha voluto che entrambe le unità che si fronteggiarono portassero
lo stesso nome “NP” e le stesse mostrine quelle del leone alato.
Divisione Fanteria di Marina Decima ( dal 01/05/1944 all’11/02/1945)
Comando Divisione Decima
1° Reg. Fanteria di Marina “ Scirè "
Btg. Fucilieri “ Barbarigo “
Btg. Fucilieri “Lupo “
Btg. Nuotatori Paracadutisti “N.P “
2° Regg. Fanteria di Marina
Btg. Bersaglieri “ Fulmine “
Btg. Fucilieri “ Sagittario “
Btg. Guastatori Alpini “ Valanga “
3° Regg. Fanteria di Marina “ I Condottieri “
I° Gruppo Artiglieria da campagna “ Colleoni
II° Gruppo Artiglieria da campagna “ Da Giussano “
III° Gruppo Artiglieria da montagna “ San Giorgio “
· Formazione ausiliare
Btg. Genio “ Freccia “
Btg. Complementi “ Castagnacci “
Btg. Contraerea “ Q “
Divisione Fanteria di Marina San Marco
"Iterum rudit leo"
La Divisione Fanteria di Marina San Marco fu una delle quattro Divisioni, con l'Italia, la Littorio, La Monterosa, che formarono l'ossatura dell'Esercito della Repubblica Sociale Italiana. Essa venne istituita, a seguito degli accordi intercorsi con il Governo Italiano e quello germanico, il 1° Dicembre 1943 in Germania nel campo di addestramento di Grafenwher con i volontari provenienti dai Lager ove erano stati rinchiusi i soldati italiani caduti prigionieri l'8 settembre 1943, e con quelli volontari di leva provenienti dall'Italia nel marzo-aprile 1944. La Divisione era forte di circa 16000 uomini e 600 ufficiali ed assunse il nome di "San Marco", il 21 aprile 1944. Essa venne addestrata nel predetto campo fino alla fine di luglio 1944. Si compose sulla falsariga delle Divisioni germaniche, su due reggimenti di fanteria e su uno di artiglieria , oltre ai Btg. Esploratori, Pionieri, Trasmissioni, di Sanità ed altri complementari. L'addestramento fu diretto da ufficiali e sottufficiali italiani, sotto la supervisione germanica; fu durissimo, ma ne sortì una Grande Unità quale i migliori reparti del Regio Esercito. Nei primi giorni dell'agosto 1944, dopo la consegna della Bandiera da Combattimento ai Rgt. effettuata direttamente dal Duce il 18 luglio, la Divisione tornò via ferrovia in Italia, ove venne dislocata in Liguria con la Monterosa in previsione dello sbarco paventato, ma che poi non avvenne. Due soli battaglioni però vennero impiegati in prima linea; il 2° del 6° Rgt. ed il 3° del 5° Rgt. Il primo in Garfagnana la Monterosa, che partecipò anche all'offensiva di natale ed il secondo all'Abetone dove rimase combattendo fino alla fine del conflitto. Il resto della Divisione rimase a controllare le grandi vie di rifornimento per il Fronte e fu suo malgrado invischiato nelle maglie della lotta contro i partigiani. Il 23 aprile 1945 la Divisione, in base all'ordine relativo all'operazione "nebbia artificiale" iniziò la ritirata che si concluse il 30 aprile 1945 sul Ticino, come da ordine ricevuto dal Maresciallo Graziani. La Divisione ebbe 1950 caduti, la metà della quale uccisi dai partigiani ad armi rese.