Amici delle FF.PP. FF.AA. (Vol. 1) ...quelli che Amano la Patria!

Stato
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Vespa 2":3iae4bxr ha detto:
IVAN":3iae4bxr ha detto:
Vespa 2":3iae4bxr ha detto:
Grazie di tutto Ivan!!
TROPPO bello quello che mi hai mandato!! :lingua)


...quando avremo l'occasione di incontrarci ti servirà una memoria solo per i file che ti passerò!!!

Grande!! :A) :A) :A)


...ora preparo la cena...vediamo...non so cosa fare...apriamo il frigorifero va...ci vediamo tra poco...
 
Storia del Battaglione San Marco

LE ORIGINI

Risalendo agli albori della storia militare troviamo non pochi riferimenti di speciali reparti di fanteria impiegati in operazioni di sbarco.
Battaglia di Salamina: fra gli equipaggi delle navi greche figura un reparto speciale, composto da 18 uomini tra arcieri e opliti (fanti pesanti), addestrati particolarmente nel combattimento corpo a corpo.
Guerre Puniche: reparti speciali di fanti operano a fianco dei legionari romani.
Campagne Britanniche: Giulio Cesare si avvale dei CLASSIARII MILITES, fanti del mare, il cui alto spirito combattivo ed il particolare addestramento saranno temuti in ogni angolo dell’impero.

Con il volgere dei secoli queste fanterie si svilupparono di pari passo al crescere delle esigenze operative.
Quando le potenze europee intrapresero le conquiste coloniali i corpi da sbarco cominciarono a costituirsi come unità perfettamente conformate, tanto da dar vita a veri reggimenti di fanteria di Marina.
Volendo restringere la ricerca alla sola forza da sbarco della nostra Marina Militare, possiamo dire di trovare la prima traccia documentata il 13 agosto 1713 in un decreto di Vittorio Amedeo II Re di Sicilia prima e 1° Re di Sardegna poi.


Sarà proprio questo Reggimento denominato La Marina, formato con Marinai della Squadra che per primo prenderà possesso della Sicilia in nome
del suo nuovo Re. I fanti del mare opereranno quindi nel corso della Campagna contro i Francesi del 1792/1796 difendendo con onore Oneglia. Il 26.01.1815 il reggimento La Marina fu sostituito da una Brigata di Marina, composta di un reggimento di marinai e da uno di fanti.
 
Risorgimento, San Marco in Cina e Libia

La Brigata mista fu mantenuta per circa 30 anni poi sostituita dal Battaglione Real Navi che si coprì di glorie prendendo parte alla 1^ Guerra d’Indipendenza, combattendo sia a bordo delle navi sia a terra e distinguendosi a Novara, Goito, Pastrengo, Peschiera. Nel 1815 il Battaglione Real Navi fu sciolto. L’intervallo fu breve e nel 1861, per i buoni auspici di Cavour, fu ricostituito come Battaglione Fanteria Real Marina. I compiti assegnati furono molteplici e delicati, si videro così i fanti di Marina impegnati sia a terra, per la difesa e sorveglianza degli arsenali e di tutte le installazioni marittime, sia a bordo come compagnie da sbarco.

I reggimenti erano due, l’addestramento derivava prevalentemente da quello dei bersaglieri e di questi vestivano l’uniforme con la sola differenza delle mostrine. Durante la III Guerra d’Indipendenza parteciparono, con valore, alla Battaglia di Lissa. Il 17 luglio 1866 vide la squadra navale dell’ammiraglio Persiano muovere da Ancona, con a bordo circa 3,000 fanti di mare, per effettuare l’operazione di sbarco sull’isola di Lissa. L’azione anfibia non fu portata a compimento a causa di fatali rinvii, nonché per la tenace difesa del presidio austriaco sull’isola e per l’arrivo in zona di operazione della flotta dell’ammiraglio Togetthoff. Nella sfortunata giornata del 20 luglio, ai fanti di Marina non rimase che riscattare con il proprio valore l’infausto epilogo della prima azione della giovane Marina dell’Italia unita.
Il coraggio di questi uomini colpì lo stesso ammiraglio austriaco, il quale nella relazione presentata al proprio governo:“…… Non e` possibile non riconoscere negli Italiani un coraggio straordinario, che giungeva fino al suicidio. Allorquando la "RE D’ ITALIA" affondava, i suoi Bersaglieri di Fanteria di Marina si arrampicavano sulle alberature e tirando con le carabine sull’ammiraglia austriaca ferirono ed uccisero 80 marinai. Quelli che militavano sotto la bandiera dell’ammiraglio Persiano erano animati dal più vivo amor di Patria. ” I fanti del mare, vennero anche impiegati in occasione della sanguinosa rivolta di Palermo del 1866, la loro opera fu particolarmente impegnativa e ne fa fede l’elevato numero di caduti che ebbero fra le loro fila. Giungiamo in un calando quasi naturale e comunque progressivo al 1878, anno di soppressione della Fanteria Real Marina. Certo il provvedimento, voluto da Benedetto Brin, non fu uno dei più felici, ma il tempo avrebbe reso giustizia ai Fanti di Marina. Si creò, quasi subito, la necessità di disporre a bordo Forze da sbarco e queste furono, disorganicamente, ricostituite dalle singole navi utilizzando i marinai già facenti parti degli equipaggi.
Ovviamente questi poterono essere addestrati solo limitatamente e comunque sempre in modo da non compromettere la funzionalità di bordo. Il ruolo delle forze da sbarco divenne d’importanza seconda solo a quella del ruolo di combattimento. Ogni nave, infatti, vi vedeva una proiezione in terraferma delle proprie capacità offensive. Tali compagnie da sbarco erano articolate su tre componenti: la compagnia da sbarco, l’artiglieria da sbarco, il rinforzo al parco minatori. Esse furono impiegate nel 1879 in Tunisia e nel 1889 a Creta e agli inizi del 1900 in Cina nel corso della sanguinosa rivolta dei Boxer. Per inciso, sotto varie denominazioni, la fanteria da sbarco e i marinai italiani, senza soluzione di continuità, saranno presenti in territorio Cinese fino al 1943.
 
I^ Guerra Mondiale

Il primo conflitto mondiale segna la ricostituzione della Fanteria di Marina come struttura organica della Marina Militare, ufficiosamente, poiché il decreto che istituì il San Marco porta la data del 17 marzo 1919, cioè a guerra già da tempo finita. Ma, in effetti, sin dai primi giorni del
conflitto i marinai avevano pagato il loro contributo non solo operando sulle navi, gli aerei ed i dirigibili, ma anche con il sangue ed il sacrificio dei fucilieri. Nati come esigenza strategica, spontaneamente, già dai primi giorni del conflitto reparti di marinai avevano combattuto a terra, come artiglieri e fanti, vivendo una tremenda esperienza di trincea. Una compagnia di marinai presidiava Grado già dall’11 giugno 1915. Un gruppo di Artiglieria, formato dall’equipaggio dell’incrociatore Amalfi, affondato nel 1915, era stato affiancato all’11° Corpo d’Armata e combatteva valorosamente sul Carso.

Con circa 100 pezzi d’artiglieria di tutti i calibri nell’ottobre del 1915 fu costituito
il raggruppamento Artiglieria Marina, inquadrato nel 7° Corpo d’Armata e dislocato all’estrema
ala destra della 3^ Armata. Tutti combatterono con valore, ma quelli che si distinsero furono
i reparti di Marinai Fucilieri che combatterono a terra nelle trincee a fianco dei fanti e dei bersaglieri.

Verso la fine del 1916 quattro reparti di 250 marinai ciascuno furono dislocati a Grado e nelle
zone costiere limitrofe in sostituzione dei reparti dell’Esercito e della Guardia di Finanza ritirati
per esigenze organiche. Ma fu il 5 novembre 1917, subito dopo Caporetto, che una compagnia,
costituita ad hoc, fu attestata nella zona di Cortellazzo a difesa della laguna veneta e di Venezia.

I Fucilieri di Marina vivono così la tragica epopea delle trincee distinguendosi, in particolare, nella difesa della città di Venezia che viene attaccata a più riprese dagli Austriaci dal mare e da terra (da cui il motto della Forza da Sbarco: “Per Mare, Per Terram”).
 
Guerra di Liberazione

La Marina era troppo orgogliosa del suo Reggimento
per consentirne la fine, e il 1 gennaio 1944 il San Marco fu
operativamente ricostituito. Duro ed intenso
fu l’addestramento fatto in Puglia, ma già nell’aprile del ’44
il reparto, organizzato nel battaglione Bafile e integrato
successivamente dal Grado fu di nuovo in prima linea sul
fronte di Cassino alle dipendenze del 13° Corpo Inglese.
Con coraggio ed elevato contributo di sangue combatterà
a monte Cicurro, a Mulino del Vado, lungo le rive del fiume
Rapido. Da Cassino il reparto che ormai gode della stima
dell’alleato, fu destinato in Abruzzo di rinforzo alla Nembo
con cui prenderà parte alla liberazione di Chieti.
Dall’Abruzzo, risalendo il versante Adriatico partecipò ai
combattimenti di Santa Maria Nuova, Iesi, Belvedere, Ostra
Vetere, Corinaldo, Cà Bernardi, Cagli, Acqualagna, Urbino
coprendosi di gloria.

Nell’inverno del 1945 si aggiunse il Caorle e fu dislocato in Romagna, costituendo insieme
al Battaglione Nembo la divisione Folgore, prendendo parte alle operazioni che portarono
al crollo del fronte germanico in Italia settentrionale. Parallelamente il Reparto N.P,
nato dalla fusione dei due già esistenti all’inizio della guerra (Nuotatori e Paracadutisti)
particolarmente addestrato per colpi di mano dietro le linee
nemiche operò dal giugno ’44 alla fine della guerra, sia da solo sia aggregato a formazioni
di sabotatori alleati, riscosse il sincero ed ammirato plauso dell’alleato ottenendo brillanti
successi portando a termine rischiosissime missioni. Quasi come premio gli fu
concesso dagli alleati di poter sbarcare per primo a Venezia, in quella città che aveva tenuto
a battesimo il San Marco dando inizio alle glorie del Reggimento.

REPUBBLICA DI SALÒ

La liberazione di Mussolini dalla prigione del Gran Sasso,
portò alla creazione, nella parte centrosettentrionale
della penisola, della Repubblica Sociale Italiana.
Il nuovo stato costituì proprie Forze Armate ed il
23 settembre 1943 l’Amm. A. Legnani, già comandante
di Maricosom, assumeva la carica di Sottosegretario
di Stato della Marina. La figura dell’uomo contribuì
a far coagulare attorno alla nuova struttura quelle forze
che, avendo rifiutato la resa, intendevano proseguire
la lotta a fianco dei tedeschi.Fra le organizzazioni ancora
di un certo prestigio vi era la X Flottiglia MAS,di stanza
a La Spezia, al comando del C. V. Junio Valerio Borghese
( M. O. V. M) che era stato fino all’8 settembre
il braccio operativo di Generalmas.

Iniziò la costituzione di Corpi e Specializzazioni analoghi
a quelli precedenti l’armistizio, tra essi, dato il prestigio
di cui godeva nella R. Marina il Reggimento San Marco,
fu formato il Corpo Fanteria di Marina. È esistito inoltre,
nella Marina Repubblichina, un reparto che con le mostrine
del San Marco, aveva costituito un Battaglione alle dipendenze
della X MAS denominato “Barbarigo” il quale si distinse
eroicamente sul fronte di Anzio. Per una singolare coincidenza,
la città di Venezia, che aveva dato il nome al Reggimento
San Marco, doveva veder giungere alla fine del mese
di aprile 1945 due formazioni italiane da opposti fronti,
una dalla parte dei vincitori l’altra da quella dei vinti.
Il caso o forse la passione di quegli straordinari combattenti
ha voluto che entrambe le unità che si fronteggiarono portassero
lo stesso nome “NP” e le stesse mostrine quelle del leone alato.

Divisione Fanteria di Marina Decima ( dal 01/05/1944 all’11/02/1945)

Comando Divisione Decima

1° Reg. Fanteria di Marina “ Scirè "
Btg. Fucilieri “ Barbarigo “
Btg. Fucilieri “Lupo “
Btg. Nuotatori Paracadutisti “N.P “

2° Regg. Fanteria di Marina

Btg. Bersaglieri “ Fulmine “
Btg. Fucilieri “ Sagittario “
Btg. Guastatori Alpini “ Valanga “

3° Regg. Fanteria di Marina “ I Condottieri “

I° Gruppo Artiglieria da campagna “ Colleoni
II° Gruppo Artiglieria da campagna “ Da Giussano “
III° Gruppo Artiglieria da montagna “ San Giorgio “

· Formazione ausiliare

Btg. Genio “ Freccia “
Btg. Complementi “ Castagnacci “
Btg. Contraerea “ Q “


Divisione Fanteria di Marina San Marco

"Iterum rudit leo"



La Divisione Fanteria di Marina San Marco fu una delle quattro Divisioni, con l'Italia, la Littorio, La Monterosa, che formarono l'ossatura dell'Esercito della Repubblica Sociale Italiana. Essa venne istituita, a seguito degli accordi intercorsi con il Governo Italiano e quello germanico, il 1° Dicembre 1943 in Germania nel campo di addestramento di Grafenwher con i volontari provenienti dai Lager ove erano stati rinchiusi i soldati italiani caduti prigionieri l'8 settembre 1943, e con quelli volontari di leva provenienti dall'Italia nel marzo-aprile 1944. La Divisione era forte di circa 16000 uomini e 600 ufficiali ed assunse il nome di "San Marco", il 21 aprile 1944. Essa venne addestrata nel predetto campo fino alla fine di luglio 1944. Si compose sulla falsariga delle Divisioni germaniche, su due reggimenti di fanteria e su uno di artiglieria , oltre ai Btg. Esploratori, Pionieri, Trasmissioni, di Sanità ed altri complementari. L'addestramento fu diretto da ufficiali e sottufficiali italiani, sotto la supervisione germanica; fu durissimo, ma ne sortì una Grande Unità quale i migliori reparti del Regio Esercito. Nei primi giorni dell'agosto 1944, dopo la consegna della Bandiera da Combattimento ai Rgt. effettuata direttamente dal Duce il 18 luglio, la Divisione tornò via ferrovia in Italia, ove venne dislocata in Liguria con la Monterosa in previsione dello sbarco paventato, ma che poi non avvenne. Due soli battaglioni però vennero impiegati in prima linea; il 2° del 6° Rgt. ed il 3° del 5° Rgt. Il primo in Garfagnana la Monterosa, che partecipò anche all'offensiva di natale ed il secondo all'Abetone dove rimase combattendo fino alla fine del conflitto. Il resto della Divisione rimase a controllare le grandi vie di rifornimento per il Fronte e fu suo malgrado invischiato nelle maglie della lotta contro i partigiani. Il 23 aprile 1945 la Divisione, in base all'ordine relativo all'operazione "nebbia artificiale" iniziò la ritirata che si concluse il 30 aprile 1945 sul Ticino, come da ordine ricevuto dal Maresciallo Graziani. La Divisione ebbe 1950 caduti, la metà della quale uccisi dai partigiani ad armi rese.
 
San Marco dal 1945 - 1963

La fine della II G.M. colse il San Marco in Romagna, presso Faenza con un organico di 134 ufficiali e 2958
uomini. I mesi successivi alla conclusione delle operazioni militari furono caratterizzati dall'acuirsi delle
tensioni politiche e sociali, in conseguenza delle precarie condizioni generali ed economiche del Paese.
Lo sconvolgimento socio-economico e politico portò manifestazioni anche violente e lo Stato fu costretto
a rispondere energicamente con l'impiego delle Forze Armate. Da quest'intervento non andò esente
nemmeno il Reggimento San Marco.
Il San Marco ebbe l'ordine di spostarsi prima in Lombardia e Veneto e poi dislocato in Alto Adige
e la Venezia Giulia.
Il 28 maggio 1945 il San Marco inquadrato nel Gruppo di combattimento Folgore si installò a Bolzano.
Gli uomini del San Marco si adattarono ai nuovi compiti, che comprendevano il controllo dei valichi del
Brennero e del Resia, con l'Austria, e del Tubre, con la Svizzera; il rastrellamento degli sbandati di varia
nazionalità, l'individuazione di magazzini e di depositi clandestini, il ristabilimento dell'ordine e della legalità
nei paesi isolati.
L'Alto Comando Alleato, in conseguenza a disordini sempre più accesi che si verificavano in Puglia, pensò
di dispiegare il San Marco in questa regione, dove l'azione contenitrice della Divisione Garibaldi non risultava
efficace. Con il dislocamento in Puglia, il Rgmt. San Marco cessava di appartenere al Gruppo di
combattimento Folgore, passando così alle dipendenze dell'Esercito (IX Comando Territoriale di Bari).
Compito del Rgmt. San Marco era di presidiare militarmente l'area assegnata e tutelare l'ordine pubblico in
sostegno alle forze di polizia. Questi furono chiamati a sedare tumulti, rapine e furti che sconvolgevano la
regione. L'opera dei marò era, in genere, apprezzata dalla stragrande maggioranza della popolazione locale,
non fu difficile costatare che alcuni settori politicizzati dell'opinione pubblica consideravano l'azione del
San Marco secondo un'ottica distorta, senza apprezzare invece il difficile compito affidato al Reggimento
dalle autorità.
Continui furono gli attacchi dalla stampa vicina alla sinistra.
La Marina, consapevole di questo stato di cose, cercò di accelerare la contrazione del reggimento in
battaglione in modo da sottrarlo alle esigenze dell'impiego di ordine pubblico. Il Grado, il Bafile ed il Caorle
trasformati in compagnie di 200 uomini furono dislocati a Taranto, a Brindisi e a Roma (Santa Rosa).
Visto il costante impegno in compiti non consoni, la Marina continuò a premere perché il San Marco
ritornasse alle sue dirette dipendenze, e finalmente ai primi di dicembre '45 il San Marco rientrò a Taranto,
dove iniziò una massiccia smobilitazione. Le indecisione di fondo sul ruolo da assegnare al reparto,
ed il coinvolgimento del San Marco in nuovi incidenti portò la Marina a decretarne invece lo scioglimento
di questa gloriosa unità, era il 31 agosto 1946. L'assenza del San Marco dalla compagine della Marina,
doveva risultare di breve durata, anche in relazione allo stato di tensione in cui versava, in quel periodo,
il confine orientale.
Il 10 marzo 1948, a Villa Vicentina (Udine) si costituiva il nucleo del nuovo Battaglione San Marco,
alle dipendenze dal Comando del V Comileter (PD).


Il Btg. San Marco era così costituito:

- Comando di Battaglione
- Compagnia Comando Andrea Bafile
- 1^ Compagnia fucilieri Grado ( autotrasportata )
- 2^ Compagnia fucilieri Caorle ( autotrasportata )
- 3^ Compagnia fucilieri Golametto ( anfibia )
- 4^ Compagnia Armi di Accompagnamento Tobruch ( autotrasportata )

I quadri prevedevano una prevalenza di personale dell'Esercito rispetto a quello di Marina mentre la
truppa era tutta costituita da marinai, eccetto un plotone del Genio pionieri ed uno del Genio collegamenti,
aggregati dalla Divisione Folgore. L'adesione dell'Italia alla NATO comportò un incremento della difesa delle
coste venete minacciate da est.
Il 15 gennaio 1951 fu costituito, a Venezia, il Settore Forze Lagunari, unità interforze con caratteristiche
di comando di Grande Unità, comprendente:

- Comando
- Battaglione San Marco
- Battaglione Costiero Piave
- Battaglione Costiero Lagunare Marghera
-Compagnia anfibia dotata di motozattere da sbarco risalente alla guerra, 16 MTP, carri anfibi LVT Mk 4,
motoscafi e natanti vari; il personale era interamente della Marina.

A seguito della disastrosa alluvione che nell'inverno del 1951 colpì il Polesine, la Compagnia anfibia del
Battaglione San Marco fu inviata a dare assistenza alla popolazione. Risalendo il Po di Levante i mezzi
anfibi giunsero per primi a Loreo, completamente isolato. Quest'impiego caratterizzò, in seguito,
l'attività del reparto in occasione, di gravi calamità naturali.
Nel 1954, in relazione alla crisi con la Iugoslavia e alle misure prese dal governo Pella, il btg. San Marco
fu schierato sul Carso fra Gorizia e Monfalcone.


Nel novembre 1956 a seguito della crisi internazionale innescata dalla nazionalizzazione del canale di
Suez da parte del presidente egiziano Nasser ed il conseguente intervento armato anglo-francese,
il btg. San Marco fu schierato a Taranto in stato d'allerta. L'intervento degli U.S.A bloccò ulteriore
aggravamento della crisi.
La Marina mantenne il comando del Settore Forze Lagunari fino al suo scioglimento, il 1° settembre 1957,
quando fu costituito il raggruppamento Lagunare dell'Esercito. Gli Stati maggiori della Marina e dell'Esercito
concordarono il successivo passaggio del btg. San Marco all'Esercito. Il San Marco, così nel luglio 1957
era diventato Battaglione anfibio Isonzo, costituito dal personale della leva di mare inquadrato dall'esercito,
mentre gli altri due battaglioni costieri divennero anfibi. Furono mantenuti la bandiera, i segnali di tromba
e la terminologia della Marina.

Con una forza di 542 uomini il battaglione rimase in vita per qualche anno ancora, avviandosi però
inevitabilmente verso una crisi d'identità; venuta, infatti, a mancare l'originaria esigenza difensiva per
la normalizzazione dei rapporti al confine orientale, la mancanza dei mezzi rendevano il reparto non idoneo
alle operazioni anfibie. Nell'autunno 1963 il Battaglione anfibio Isonzo divenne definitivamente un reparto
dell'Esercito.

Nel 1962 la Marina acquisì dagli U.S.A due unità esplicitamente concepite per le operazioni anfibie: l'Etna ( ex AKA 91 ) e l'Anteo ( ex LST-32 ). Con esse fu costituito il Gruppo Navi da Sbarco inquadrate nella 3^ Divisione Navale. Era questa la premessa indispensabile per ridare vita al San Marco su basi moderne.
 
Ricostituzione del Battaglione San Marco

Dal secondo conflitto mondiale arriviamo al primo gennaio 1965, data in cui la Marina Militare ha ristrutturato il SAN MARCO, ponendolo alla dipendenza della 3° Divisione Navale.
Non un nuovo Battaglione ma quello di sempre, il naturale erede del vecchio Reggimento, custode della bandiera e delle mostrine rosse, fiero della sua gloriosa tradizione.
Il 10 giugno dello stesso anno, a bordo dell'incrociatore Garibaldi, riceve la Bandiera da combattimento e, poche settimane dopo, partecipa alla prima delle numerose operazioni anfibie effettuate dalla NATO in Mediterraneo.

Inizialmente stanziato a Taranto, presso i Baraccamenti Cugini, il Battaglione si trasferisce nel 1972 nella stazione Navale di Brindisi, al castello Svevo.

Dal novembre 1991 " La Forza da Sbarco " ha sede nella una nuova Caserma " Carlotto ", zona Brancasi a circa cinque chilometri da Brindisi.

La Caserma del " San Marco ", isola militare immersa nel panorama agreste tipico della zona pugliese, si presenta come una struttura moderna e razionale. Inaugurata il 17 novembre 1991, la Caserma è stata intitolata al Sottotenente di Vascello Ermanno Carlotto, caduto in Cina nel 1900 durante la rivolta dei Boxer e decorato di medaglia d'oro al Valor Militare.
La Caserma occupa una superficie di dodici ettari, in questo complesso dall'architettura lineare e funzionale si sviluppano moderni edifici che creano prospettive nell'articolazioni di viali, strade, piazze, parcheggi e infrastrutture logistiche, recuperando la spazialità nell'imponente piazzale d'onore.
Qui ha sede il quartiere generale della nostra Forza da Sbarco, qui "nasce " e vive il fuciliere di Marina. Organizzato nelle strutture di Comando, Scuole, Armerie, mense, circoli, alloggi,foresteria, Cappella, palestre e campi sportivi.

Qui il simbolo del Leone Alato di San Marco ti accoglie in un abbraccio spazio-tempo,
l'oggi si fonde con il passato sotto questo simbolo.
 
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