am78_ud":27lo4gdu ha detto:il che è giustissimo ed è quello che ci si aspetta da un AD che deve rendere conto unicamente agli azionisti, lo scopo di un'azienda è quello, massimizzare gli utili.
Il concetto operativo è giusto ma come sempre est modus in rebus.
Serghio ha scelto di operare in ambito strettamente finanziario spostando tutte le attivita' sulla fusione con Chrysler e azzerando di fatto gli investimenti in Italia, col risultato che Fiat Auto non ha piu' gamme degne di questo nome ne' lo sviluppo di nuovi modelli e piattaforme necessario a sostenere il progresso e mantenere quote di mercato. Tutto quello che oggi esiste in ambito Fiat/Alfa/Lancia e' vecchio di almeno 10 anni.
A confronto il gruppo VAG dimostra che anche in ambito capitalistico e nonostante i problemi correnti, la congiuntura e la crisi, è possibile fare utili usando sinergie e carry-over senza ridursi al minimo comune denominatore né spolpare le gamme e azzerare gli investimenti.
VW è generalista quanto dovrebbe essere Fiat mentre Audi è la definizione di segmento premium; ci sono moltissime condivisioni a livello di piattaforme e componenti eppure entrambi i marchi sono capaci di generare profitto e mantenere una identità ben distinta, perché le sinergie sono gestite nel modo giusto: le vetture pari segmento sono differenziate, la qualita' del prodotto e' globalmente elevata, e tutti i segmenti di mercato rilevanti sono coperti. Inoltre ci sono costanti investimenti in R&D che hanno ricadute positive sulle caratteristiche: basti pensare alla Passat TDI Bluemotion che, con equipaggiamento strettamente di serie, ha percorso 2,457 Km (!!) con un pieno di 77 litri di gasolio, o alla diffusione dei motori TGI a metano su Golf, A3 e Leon (mentre Fiat si ostina sul progetto morto della falciatrice bicilindrica e propulsori piu' potenti sono assenti sui modelli dove servirebbero davvero, come la 500L; per non parlare del discorso sulle ibride, totalmente assenti).
Fiat ha dimostrato di non essere capace di fare altrettanto, così come non è mai stata storicamente capace di sviluppare e gestire modelli oltre il segmento C.
Sarà un problema di mentalità italian-piemontese (in passato lo è stato eccome) o forse incapacità manageriale o entrambe. O magari il punto e' semplicemente che Marchionne ha avuto mandato di liquidare il settore auto perche' la famiglia Agnelli notoriamente se ne vuole tirare fuori.
Ma la realta' evidente e' che quello che Fiat oggi non sa o non vuole realizzare è perfettamente possibile, perché ci sono competitor che lo fanno (e realizzano fior di utili).