Si dovrebbe parlare con un minimo di ragion veduta, senza dover rimanere in una stringente minoranza a cianciare che il sole sorge da ovest.
Intanto l'affaire GM è così fatto: sino a che la proprietà (Torino) volle aver realmente occasione di vendere, proseguirono la gestione in un certo modo.
Quando decisero di NON voler vendere, la gestirono in modo diverso. Se si ha contezza, e memoria, della cosa, si saprà che venne guardacaso scorporata Sava (una voce in attivo) dal pacchetto oggetto della PUT. Non fummo in pochi, contrastati dai sempre presenti gongoloni (al tempo su un altro forum chiaramente votato a Fiat e genuflesso a Fiat) a sospettare una manovra, che poi si avverò. GM tagliò il valore vero (rispetto a quanto era inizialmente) della sua quota in Fiat, segno (e giusto segno, coerente) che considerava il pacchetto di scarso valore. Si alzò anche la protesta perchè si andava contro contratto. Tutto arrivò al pettine alla scadenza della PUT: la proposta di Fiat fu che loro vendevano "quanto rimasto" (eccetto Sava ed altre voce in attivo, cioè NON il pacchetto a suo tempo concordato) al prezzo inizialmente previsto. GM disse, in evidente problema finanziario - storiella dei fondi pensione eccetera - che non aveva intenzione di rispettare quel prezzo di quel contratto, riguardante un pacchetto che non era più in essere. Si svolse una cosa che chiamar trattativa è una presa per il cu.lo... alla fine GM capitolò pagando una penale, che diede ossigeno a una Fiat abbastanza collassata. Per cui la manovra fu eticamente condannabile, e con una GM forte (o un gruppo in grado di sopportare quel che veniva paventato da Marchionne instaurando una causa lunga) col piffero che Fiat poteva fare quel che ha fatto, ovvero non rispettare i patti e mettere in scacco il partner (lo stesso che fa coi fornitori, niente di nuovo).
Chrysler sotto Daimler: Daimler poteva, e difatti potè e può, vivere ANCHE senza Chrysler. Daimler ha iniettato capitali e know how in Chrysler, che somiglia alla Fiat + di quanto si creda. Era in crisi negli anni '70, '80 (leggasi Lee Iacocca) così come la crisi colpisce spesso Fiat. Gestita alla daimlermaniera, Chrysler era un pozzo senza fondo che rischiava di indebolire Daimler oltre misura. E difatti, non essendogli necessaria, l'hanno mollata. Mica perchè fossero deficienti, non ne avevano bisogno per campare, non erano semifalliti, han preferito fare da soli le cose che sapevano di poter fare. E fare bene. Per Fiat era diverso, e non è un caso se NESSUNO si è puppato Chrysler "con dote di Obama". Perchè si fa presto a dire "è stato il primo Marchionne". Marchionne è stato l'UNICO. La sua situazione era chiara: io ho una mezza mela marcia, che è Fiat. Fondo due mele con la prospettiva di investire con soldi altrui dato che i miei azionisti di soldi non ne tirano fuori, di due mezze mele forse una mela quasi sana la faccio. E sta lavorando per questo, avendo tagliato di tutto di più come ricerca e sviluppo. E si vede. La grancassa su questa Chrysler "risanata e che fa numeri" è la stessa storia che faccio sempre del 100 per cento di incremento vendite quando vendi due auto invece di una: hai venduto niente prima, se vendi due moccicose macchine fai il 100 per cento. Visto che l'azienda è di fatto con testa spostata in america, a sto giro i tagli di rating non si può manco tentare di raccontare come "sgarbo alla vecchia europa" o "sgarbo all'italia": il taglio di rating non è cosa buona, ma è cosa coerente con la situazione. All'interno di questo difficile quadretto, ci mettiamo anche il fatto che da italiano che in italia ci vive, e che paga parte della sua retribuzione ANCHE per il cosiddetto Welfare, mi gira un po' le palle che si prenda per il culo il mio connazionale incidentalmente dipendente Fiat in CIG con roboanti progetti e referendum capestro inutili, nonchè che io debba pagare una pletora di soldi per le scelte manageriali di Marchionne che vanno in culo a questo Paese. Perchè se è vero che prima pagavo lo stesso, e prima di me i miei, quantomeno la ricchezza veniva redistribuita all'interno dei confini nazionali, adesso è come i soldi dati di stipendio alle badanti: vanno fuori.
Questione Panda: Panda è un qualcosa, oggi, fatta a Pomigliano, che non fa dormire la notte le alte sfere. Panda fatta a Pomigliano costerà dai 1500 ai 2000 euro IN PIU'. Si capisce cosa significa questo? Significa che o vai fuori target price (e non vendi) o tiri a diminuire il tuo margine e dovresti vendere il doppio o il triplo del modello precedente (molto difficile) per far su gli stessi margini. Questo perchè in un Paese dove lavorare costa ci devi fare macchine (ma le devi proprio FARE e PENSARE per farle) che ti consentano un certo plusvalore. L'eroe dei due mondi peraltro, grazie alle sue scelte scellerate, adesso si trova anche la rogna (o se la troverà a breve) della Polonia. Aver voluto resettare Alfa e la produzione di Alfa a Pomigliano, consentendogli la presenza di Panda, che ad oggi non mette al riparo Pomigliano da una futura eventuale problematica, ha significato che in Polonia hai ridotto e di molto la produzione. La nuova Ypsilon, un aborto di macchina, non si vende. Tant'è che NON è un caso se si è rilanciata Musa (visto che c'è una nuova reclame in giro? Ecco è per questo). 500 tira quel che tira, la Ka traslocherà in Messico con la nuova serie, ed ecco condita la situazione. Non v'è che dire, ottima strategia. Mirafiori poi lo si è voluto monopiattaforma. Peccato che tiri quel che tiri pure lui.